mercoledì 30 settembre 2015

Il padre-padrone

Ho sentito donne chiedere un aiuto domestico pagato con il proprio stipendio, e uomini rispondere che non ce n'è bisogno, visto che possono benissimo pulire la casa da sole.

Ho visto donne sospirare davanti ad un robot da cucina, e uomini rispondere melliflui che la loro pasta in casa è troppo buona per rovinarla con un robot da cucina.
"Ma impiegherei solo cinque minuti!", hanno ribattuto timidamente loro, "anziché un'ora intera!"
"Tanto non lavori, quello che impieghi è uguale"

Ho sentito donne impazzire di desiderio per un oggetto inutile, e uomini incorruttibili rispondere che non c'è bisogno di sperperare come al solito i loro soldi.

Ho visto uomini controllare per filo e per segno le spese della carta di credito, chiedendo giustificazioni per ogni voce, e domandare se erano davvero necessarie le calze nuove.
Donne rosse di rabbia ribattevano a vuoto, come un bimbo che tira pugni all'aria mentre l'adulto di turno lo trattiene dalla fronte.

Ho sentito donne chiedere consigli alle amiche sul pranzo, perchè il proprio uomo si aspetta un primo-secondo-contorno e dolce ad ogni pasto, e comunicare fra l'orgoglioso e il disperato che ogni giorno devono cucinare in questo modo per farlo contento.

Ho sentito donne esternare i propri sogni al proprio compagno, e ho sentito uomini rispondere, come si fa con un bambino troppo fantasioso, che non c'è alcun bisogno di cambiare le cose, e che va già tutto bene così.

Ho visto uomini rincasare in camicia e cravatta e buttarsi sul divano stanchissimi, e donne all'ottavo mese precipitarsi a mettere a posto le loro scarpe, fra il sugo da girare e un piccolo moccioso urlante a cui soffiare il naso...

Uomini innamorati, o per lo meno così credono.
Uomini buoni, bravi, con un grande rispetto di sè.
Ma solo di sè!
Perché questi uomini non sanno cosa sia il rispetto della propria donna, non sanno cosa significhi amare la propria donna e probabilmente non hanno capito che cosa sia un Vero Uomo.

Ho visto donne chinare la testa e lasciarli fare, lasciarli dire, convinte che sia giusto così.
Donne innamorate, o per lo meno così credono.
Donne buone, brave, con un grande rispetto per il proprio marito.
Ma solo per lui!
Perché queste donne non sanno cosa significhi rispettarsi, amarsi loro per prime, e finchè non inizieranno a farlo da sole non potranno ricevere altro che ciò che già hanno...


venerdì 25 settembre 2015

Calistenia

"No, non ci posso credere!" esclama Mamma dopo i primi due secondi di video. "Urca ma che diav… ma come casp… ma no! Come fanno a fare 'ste cose folli?"

Brontolo ha messo Mamma al corrente di una recente disciplina sportiva (che consiglio di sbirciare su youtube per chi ha voglia di restare a bocca aperta): si chiama calisthenis, e fino a prima di conoscerla Mamma ignorava che un corpo umano potesse essere in grado ci compiere simili evoluzioni.

Dopo una carrellata di uomini dai muscoli scolpiti e dalla forza sovrumana, Mamma prova a guardare le performance femminili.
"Bè… si vede che siamo diversi: niente muscoli, poca forza, si vede anche lo sforzo che fanno le donne per tirarsi su" dice, con i bambini attaccati come cozze che guardano con lei tutti i video.
Ma all'improvviso: "Porca paletta bambini! Guardate qua!" esclama con pathos dopo una prestazione particolarmente elaborata.
"Che cosa?" chiedono loro.
"La forza di questa donna!" risponde lei ammirata da una posizione anti-gravità che ha dell'incredibile.

"Ah, la forza… pensavamo le chiappe!" rispondo in coro i due.
Devono essere rimasti in compagnia del padre un più del dovuto, quelle innocenti creature…

mercoledì 23 settembre 2015

Meditazione guidata

"Basta con questi discorsi, mi hai agitata! Guarda non riesco più nemmeno a chiudere gli occhi! Facciamo una cosa, adesso tu mi dici qualcosa di bello e io me la immagino altrimenti non mi addormento più. Ok?"
"Tipo che la prossima settimana hai quel lavoro al centro famiglie?" propone lui collaborativo.
"Ma no! come faccio a rilassarmi così, anzi mi agito di più! Qualcosa di bello che tu parli e io posso rilassarmi immaginando le cose che dici…"
Mamma è già pronta a visualizzare laghetti alpini e cieli limpidi come specchi.

"Allora… immagina… che domani mangiamo la pizza!" fa lui molto concentrato.
"Uhm, ok. Descrivimela, dammi i particolari" risponde lei con gli occhi chiusi davanti ad una pizza immaginaria non ben definita.
"Uhm… immagina… Ah! Che una sera di queste guardiamo Il signore degli anelli! I particolari… ah, si, ci facciamo pure una bella tisana! Che quello dura tre ore e ci vuole… magari di sabato così anche se finisce a mezzanotte possiamo dormire un po' di più. Eh? Figo?"

"Perche ridi?! A me rilassa tantissimo! E' una cosa bellissima no? Guarda, la tisana puoi sceglierla tu!"

Al prossimo tentativo di meditazione guidata Mamma aprirà il suo computer e cercherà qualcosa su internet.
Fosse anche in tedesco, o in giapponese, sortirà senza dubbio effetti più rilassanti…

martedì 22 settembre 2015

Der most: il succo di mela

Vicino all'asilo di Macco si creano in questo periodo lunghe file di auto con carretti agganciati dietro.
Mamma passa da due anni lì davanti e ha capito fin dalla prima volta -già che è molto intelligente- che lì dentro si fa il succo di mela.
Ieri pioveva, lei era di umore grigio che ancora non ha digerito il rientro dal mare, e ha deciso di fermarsi per fare qualcosa di diverso.
"Mi scusi, posso fare due o tre fotografie per il mio blog italiano?" ha chiesto specificando che è italiana, in caso l'avessero mai scambiata per tedesca...
"Ma certo" ha risposto una signora rotondetta tutta sorridente, e da quel momento non l'ha lasciata un secondo, mostrandole tutto e spiegandole tutto, e offrendole pure un bicchiere di succo appena spremuto.
E così Mamma si è sentita alla stregua di una fotoreporter e la cosa l'ha fatta sentire momentaneamente molto cool.
Segue la descrizione di questa attività, che è molto famosa da queste parti.
E poi voi cittagnoli che cosa ne sapete di come si spreme il succo di mela?

File di auto sostano e attendono pazientemente anche per oltre un'ora, bloccando tutta la strada. Nessuno si lamenta, semplicemente la gente fa inversione e cambia strada!
Ciascuno in fila è carico di sacchi di mele del proprio campo, e molti portano con sé dei barili.



All'interno si lavano le mele, si frullano e poi si pressano, tutto in un unico macchinario. In 20 minuti il succo di quintali di mele è pronto e una pompa te lo versa direttamente nei barili.



Il macchinario e due lavoratori. Col cappello, ovvio!


Le mele vengono frullate e distribuite su delle graticole


Ogni graticola con le mele frullate è impilata sull'altra e poi tutto viene schiacciato dalla pressa.
Il succo viene raccolto sotto e pompato nelle cisterne



Chi vuole lo può far pastorizzare e conservare in sacchetti sottovuoto con apposito rubinetto, in modo da utilizzarlo addirittura fino al prossimo anno.
Gli scarti di polpa di mela, secchi ed esausti, vengono portati come cibo agli animali.


Scarti di mela. Mamma stava anche pensando a come poterli riciclare in modo furbo… 

E quando non ci sono le mele? facilissimo: diventa una distilleria!



Le norme igieniche sono "lievemente" diverse dalle nostre...

Alla fine della gita Mamma è uscita con una tanica di succo fresco e un grande sorriso di soddisfazione.
E aveva anche smesso di piovere!



Prosit!

giovedì 17 settembre 2015

Una soluzione indolore

"No! Dovete riportarla immediatamente - gridò mamma Carraclough.- Se no, avremo nuovamente fra i piedi quel Hynes. E io non voglio vedermelo entrare in casa come se fosse il padrone. Mettiti il berretto e va immediatamente."

Mamma legge "Torna a casa Lassie" e implora con la voce da bambino di poter tenere ancora il cane, e poi ribatte con voce secca e acida che il cane deve essere portato subito via. Quella strega di mamma Carracluogh le sta molto antipatica, ma cerca di non darlo a vedere.

Dede interrompe spazientito il racconto:
"Mamma! Ma quella lì non può morire, insomma?"
"Dede, ma come morire?!"
"Eh si mamma, è proprio cattiva e non gli fa tenere il cane. Ma perchè? Non è meglio se muore, eh mamma?"

La soluzione trovata da Dede alla gestione del problema non fa una piega.
Mamma dal canto suo provvederà ad accontentare per sempre la dolce creatura in ogni suo desiderio...

mercoledì 16 settembre 2015

Vertigini!

"Guarda Brontolo! Guarda com'è piccolino l'altare del Bernini visto da qui! E guarda le persone, sembrano delle formichine!"
"…"
"Brontolo mi hai sentito? Brontolo è bellissimo vero? … Brontolo, ma cosa ci fai lì?"
Lui era attaccato al muro, braccia spalancate per aderire meglio alla parete con la schiena, il capo girato da un lato.
Sudava e imprecava, mentre lei lo guardava a bocca spalancata.
Fra una parolaccia e l'altra, Mamma ha capito che l'allora fidanzato non avrebbe apprezzato le dimensioni formichesche dei visitatori di S.Pietro, visti dalla cima della cupola.

"Vieni Brontolo! Senti che vento tira da qui! Mamma mia ma è fortissimo! Sembra quasi dondolare tutto! Anzi, senti, dondola proprio!"
"…" 
"Quanto sarà alto l'Empire State Building? Brontolo? Ehi! Dove sei finito?"
Niente, lui era nascosto all'interno, aggrappato alle ringhiere dietro pesanti vetrate protettive, e sudava e imprecava e non aveva la minima intenzione di godere di quel vento che tira a 320 m dal suolo.

"Wow Brontolo è fantastico! Non immaginavo fosse una cosa così bella questo cantiere… Oddio piango! Mi viene troppo da piangere, è bellissimo, vero?"
"…"
"Brontolo, sei commosso anche tu? Brontolo! E no, eh! Non puoi pure qui, eddai!"
Attaccato al muro, ansimante e pallido, lui guardava sgomento i lavori della Sagrada Familia e non riusciva ad andare né avanti né indietro. 
Lei pensava esagerasse, e leggermente spazientita ha trovato una soluzione conveniente per entrambi: "Ascolta sono arrivata fin qui e non voglio tornare indietro proprio ora. Vai pure tu giù da solo, caro, ti guardo da qui per controllare che vada tutto bene ok?"
E mentre lui scendeva la scala a chiocciola del torrione incompleto, rasente al muro, lei si affacciava dalle feritoie incompiute e lo salutava incoraggiandolo, e più lei lo salutava più lui la salutava, e più lui la salutava più lei si sporgeva.
Senza immaginare che lui non la salutava affatto, ma tentava invano di farla allontanare dalle finestre, perchè affacciata in quel modo spericolato lo faceva sudare ancora di più.

Quando decidono di visitare il castello di Karlsruhe, dotato di una torre con piccola terrazza panoramica, Mamma non ha esitazioni:
"Tu rimani qui, io salgo con i bambini" comanda lei, avvezza alle sue crisi di vertigini.
"No, come fai con due bambini? Vengo ad aiutarti io!"
"Ho due mani, non ti preoccupare che non succede nulla, li tengo strettissimi e loro non mi lasciano mai. Resta qui per favore, preferisco così!"
Mamma e i piccoli salgono, arrivano in cima alla torre, escono sulla (minuscola!) terrazza e dopo pochi minuti sentono ansimare dietro di loro. E imprecare. 
"Brontolo! Ma cosa ci fai qui?!"
"Sono venuto ad aiutarti. Ora non ti muovere! Non camminare! Non ti girare! No! Bambini non vi muovete! Senti come mi sudano le mani, andiamo dentro subito tutti!"

Quando Mamma è salita sulla ruota panoramica, lui non c'era.
La sera, a letto, gli ha raccontato le sue paure e gli ha mostrato il filmino che ha fatto dalla cima della ruota.
La sera, a letto, un uomo terrorizzato ha iniziato a sudare, e imprecare…

martedì 15 settembre 2015

Alla fiera

"Ho una sola domanda: perché?!"
Caramello è aggrappato con braccia e mani alle sbarre delle navicella e tiene la testa all'indietro, abbandonata, con lo sguardo vuoto di chi si rassegna al suo infame destino.
Mamma lo guarda attaccata al perno centrale della navicella, e ogni volta che lui mugugna i suoi "Perché?" lei scoppia in risatine isteriche che si alternano a grida altrettanto isteriche: 

"Macco non ti muovere! Dede stai fermo! Non parlate! No, ma che fai? Se respiri qui si muove tutto! Bambini non vi azzardate a respirare!"

Delle sei persone appollaiate in una navicella che dondola lentamente nel vuoto, nessuna mostra il minimo interesse verso il panorama.
Mamma si era pure portata la macchina fotografica, ma la debolezza ha assalito le sue mani non appena il vento di quell'altezza vertiginosa ha iniziato a soffiare, e non riesce nemmeno a pensare di poterla impugnare.

Minuti interminabili sospesi nel vuoto, fermi al di sopra di una fiera colorata a casciarona, e Mamma riesce a maledire tutto il maldicevole, a imprecare tutto l'imprecabile e a caricare tanta di quella adrenalina da bastarle per i prossimi sei mesi.
Di fronte a lei, Nadia sorride senza fiatare, il viso impermeabile a qualsivoglia emozione.

Brontolo, lui, è rimasto a terra consapevole di avere un limite chiamato "vertigini" (invidiatissimo).
Mamma, lei, di vertigini non aveva mai sofferto, ma in quel pomeriggio -mentre trema così tanto da non riuscire ad infilarsi la manica della giacca, mentre teme che il solo movimento del braccio possa far ruzzolare qualcuno giù dai 60 metri della ruota panoramica- anche lei capisce che cosa si prova.

Dopo svariati giri di ruota, quando finalmente hanno smesso di bloccarli lassù in cima come se si fossero dimenticati di loro e fossero tornati tutti a casa, la ruota rallenta.
Caramello torna seduto eretto, Mamma ricomincia a respirare e Nadia smette di sorridere.
Mentre tre nanetti gridano "No! Ancora! Rifacciamolo da capo!",  i grandi scendono a testa alta, riconquistando a fatica la perduta dignità.

Mai più!





 

lunedì 14 settembre 2015

Primo giorno di scuola

"Allora Dede, racconta com'è andata!"
"Ehm, mamma, non abbiamo fatto niente"
"Lo immagino tesoro che non abbiate imparato niente di nuovo, era il primo giorno! Ma qualcosa avrete pur fatto, no?"
"Ah, si."
"Eh, dimmi!"
"Niente mamma"
"Vi ha chiesto la maestra cosa avete fatto nelle vacanze?"
"Ah, si è vero!"
"E tu cosa hai raccontato?"
"Che me lo sono dimenticato"
"…"
"Non me lo ricordavo più mamma!"
"Non ti ricordavi dove siamo stati questa estate? Fino a 4 giorni fa?"
"No mamma. Anzi si, adesso me lo ricordo"
"E mano male, eh? E gli altri bambini cosa hanno fatto di bello?"
"Non lo so: un po' non ho capito… un po' non ho ascoltato… "

Primo giorno di scuola: se il buon giorno si vede dal mattino…

giovedì 10 settembre 2015

Supercalifragilistichespiralidoso?

Macco si è finalmente lasciato andare, e dopo appena due anni ha sostenuto il suo primo discorso in tedesco con una sconosciuta!
"Ich habe fertig", sono state le sue secche e lapidarie parole.

Quasi quasi era meglio se taceva per qualche mesetto in più…


N.B.
Per chi non vive in terra crucca è doveroso fare presente che in seguito al famoso discorso di Trapattoni del 1998, gli Italiani sono stati bollati con l'etichetta "ich habe fertig" (che correttamente si dice "ich bin fertig" e significa ho finito), e presi in giro indefinitamente.

mercoledì 2 settembre 2015

Una bella cenetta

A volte una cena tête-à-tête con i tuoi piccoli ometti ci vuole proprio: voi tre da soli in una calda serata di fine estate, seduti in una strada silenziosa del centro città, con il vento che odora di mare… un sogno!
E nel pieno di una romanticissima notte colma d'amore loro parlano delle loro passioni, dei loro interessi e dei loro desideri:

"Dede, ma tu l'hai usato il drago vampiro con la mossa caccolosa?"
"Mamma ma perchè Bob ha trovato un topo nella fogna?"
"Io voglio tornare al cinema! Punto e basta!"
"Lo sai che le rane hanno la lingua veloce per mangiare le zanzare?"
"Il sangue va dentro il tubo e toglie le vite all'altro!"
"Lo so che ho già mangiato un gelato, ma ne voglio due!"
"Ma perchè non mi dondola nessun dente? E' tutta colpa tua!"
"Ma sei un genio! Basta che potenzio l'habitat della scossa!"
"Mamma? Mamma?! Ma ci ascolti? Ehi mamma!"

Forse queste loro passioni sono un tantino al di fuori della mammesca comprensione...