lunedì 19 ottobre 2020

Una casa di nuvole

La casa è piccola, troppo piccola per 5 persone.

Ma il problema non sono le persone: sono le cose ammonticchiate qua e là, e prima di valutare un improbabile trasloco i brambilli hanno deciso di fare un repulisti generale, per liberare spazi ormai inaccessibili.

"Chiamiamo l'omino che sgombra le cantine e facciamo buttare via tutto? Giù non c'è più posto nemmeno per uno spillo" propone lui.

"Dammi qualche giorno, fammi scendere a vedere cosa tenere, cosa buttare, cosa regalare. Abbiamo aspettato tanto, giorno più giorno meno cosa vuoi che cambi" rispondo io.

E così i coniugi brambilli, tornati milanesi, sono scesi in cantina per liberare quello che sembrava il bozzolo di una farfalla, tanto era stipato di oggetti di ogni tipo. Fra le tante cose ritrovate a sorpresa ("No, ma dai, c'è anche un termosifone qua sotto!" , "Ma pensa, la caffettiera era finita qui!"), emergono una busta di carta e una valigetta piene di fogli.

Brontolo apre la busta: "La mia prima palla da baseball! E il quadretto che mi hanno regalato quando sono nato! E una lettera di auguri di mia nonna... ok butta tutto, non ci serve nulla". Lo guardo perplessa, ma lui non batte ciglio. Non ha bisogno di oggetti per ricordare ciò a cui tiene, dice.

Apriamo la valigia: "Oddio! Tutti i miei bigliettini! E le lettere, i miei ricordi di sempre! Porta su che seleziono e conservo solo il necessario" dico io quasi commossa.

E così ho passato la domenica pomeriggio seduta sul pavimento, davanti alla porta, a leggere lettere antiche, bigliettini di auguri lontanissimi e a ricordare momenti di qualche vita fa, persa fra carte sparse ovunque.

E ho pianto. 

Ho riso. 

Ho sospirato. 

Ho pensato a come ero, ho ricordato persone che non ci sono più da tempo, di cui ho accarezzato le parole come se fossero state appena scritte.

"Che brava!" ha detto lui al suo rientro, "tutta questa roba è da buttare?"

"No tesoro, la valigia resta così com'è. Ma puoi buttare via gli scontrini se ti fa piacere", ho risposto indicando una manciata di foglietti ingialliti conservati da ogni viaggio.

Ci sono persone che hanno l'anima impastata con particelle di nuvole; altre il cui spirito è ancorato al suolo come una radice robusta, che affonda salda e nulla la smuove. 

Sono una accumulatrice seriale che cerca di redimersi -a volte-. Ma la grafia incerta della nonna che scriveva così di rado, la lettera di addio di un vecchio fidanzato, gli auguri di mio nonno per la prima comunione, ecco, quelli verranno con me ovunque.

Perchè sono vento, impastata di nuvole, e ho bisogno della mia valigia pesante di fogli per rimanere con i piedi ancorati al terreno.





1 commento:

  1. Ho intrapreso per forza maggiore un percorso di liberazione dalle cose. La mia regola è tenere solo ciò che mi serve, che uso. Cercare l'essenziale e sentirsi più leggeri. Ho fatto un'eccezione alla regola: tengo foto e lettere, ordinate e consultabili.
    Ho scoperto che l'unica cosa che amo conservare sono gli affetti, le uniche "cose" che mi mancano sono le persone e quelle, purtroppo, prima o poi ci lasciano.
    Il percorso è lungo, ma per me ne vale la pena, mi permette di guardare oltre e non voltarmi indietro. Un bacio

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