giovedì 30 gennaio 2014

Al cimitero

Era già tardi quando i tre sono arrivati al cancello del cimitero.
"Sarà chiuso ormai", ha detto Mamma guardando torva un piccolo ribelle accucciato al di là della strada, in fase di sciopero da camminamento autonomo.
E invece era aperto, perchè i cimiteri qui, semplicemente, non chiudono.

"Ed eccoci qui!" ha esclamato lei, cercando di assumere un contegno mesto e dignitoso, ma non tanto da preoccupare i bambini.
"Mamma, guarda! Un geco! E qui un angioletto! Macco, corri, guarda un gattino! Sono tutti finti!"
Dede saltellava da una tomba all'altra, estasiato, sotto gli occhi benevoli di una coppia di anziane signore.

Contrariamente a quelli della sua città d'origine, i cimiteri stranieri che Mamma ha visitato hanno ampi giardini, e le lapidi sono inserite direttamente nel terreno, con una piccola aiuola in cui la gente mette piante, fiori e statuette.
Mentre Dede studiava fiori e "decorazioni", Macco cercava di spegnere i lumini soffiando a più non posso.
"Non puoi spegnerli Macco, sono chiusi dentro una gabbietta fatta apposta per il vento e la pioggia"
"E nemmeno se viene il lupo dei tre poccellini?"
"No, nemmeno lui può, e comunque non devi spegnerli"
"Pecchè? se li spengo muoro?"

Mamma riprendeva ora uno ora l'altro, a bassa voce.
"Bambini, non strillate per favore" ("Pecchè? i motti si arrabbiano?")
"Guardate, ma non toccate le tombe mi raccomando" ("Pecchè? Se le tocco muoro?")
"Questa fontana dà l'acqua che serve per annaffiare" ("E se mi bagno? Eh? Muoro?")
"Vedete tutte queste corone di fiori? Significa che hanno sepolto qualcuno di recente" ("Dede no, non annusalli, se li annusi muori! Anzi si, si, annusali...")

I tre hanno gironzolato senza meta, notando che gli unici a mettere le foto sono gli stranieri, e che è usanza acquistare tombe di famiglia su cui fanno incidere subito i nomi, con la data lasciata in bianco (no, a Mamma farebbe un certo effetto avere una lapide bell'e pronta col suo nome sopra...).
"Ora avete capito che i morti non fanno paura? Avete visto com'è bello un cimitero?"
"Si ma... "
"Dimmi, non ti è piaciuto?"
"No, no, è che..."
"Coraggio, chiedimi quello che vuoi Dede"
"D'accordo mamma. Ma mamma... alla fine... ma la nonna Tina dov'è?"

mercoledì 29 gennaio 2014

Una gita in programma

"Mamma, ma dov'è la nonna vecchia-vecchia, quella che è motta? Dov'è adesso?"
"Oh amore, la nonna Tina è al cimitero. La sua anima forse è su una nuvoletta che ci guarda dal cielo, ma il suo corpo è al cimitero. Così noi possiamo andarla a trovare e a salutare la sua fotografia"
"Salutiamo la foto della nonna motta?"
"Ehm si, si va al cimitero e si saluta la sua fotografia. Ci si ferma un po' a pensare a lei e poi si può andare via."
"Ma anche la nonna vecchia allora è motta?"
"Ma chi tesoro?"
"Quella che prende tante medicine"
"Ma no tesoro, ma che dici?"
"Pecchè noi salutiamo sempre la sua fotografia nel computel"
"Si, ma quella è un'altra cosa!" mamma ride divertita. "Quello è Skype! Senti, facciamo così. Domani ti porto a vedere un cimitero vero ok? così capisci come è fatto"
"No mamma, io non voglio  morire!"
"Ci andiamo da vivi, stai tranquillo! non dobbiamo per forza morire per vedere un cimitero!" risponde lei, incapace di trattenere ancora le risa.
"E se c'è una pozzanghera tutta piena di cimitero e io ci cado dentlo? Eh? Poi muoro?"

Mamma lo sa che non si ride delle paure dei bimbi, ma lei non è perfetta e ha riso ugualmente.
Macco l'ha guardata e ha riso pure lui, ma molto meno convinto.
Prossima tappa: il cimitero.

(Possibilmente da vivi)

martedì 28 gennaio 2014

Colazione istruttiva

Avevano ragione le maestre: è meglio andare prima all'asilo, è più istruttivo.
E' istruttivo andare coi bambini al bistrò dell'asilo a fare colazione, alle 9.30 di un comune mattino di gennaio.
Perchè vedrai Dede trangugiare il suo kiwi, Macco la sua banana, e il resto dei bambini la propria colazione portata da casa.
Vedrai Mika con un toast alto due dita, ripieno di formaggio camembert, Fenja con quattro cetrioli sotto aceto e un wurstel lungo venti centimetri impugnato e addentato come una banana. Crudo naturalmente.
Vedrai Dominik con un piatto pieno di uva e Antonia con uno di pesche noci, in gennaio.
Vedrai Julie con i crostini all'olio mangiati come patatine e Lukas con una scatoletta piena di salatini alsaziani, un'altra con tre bomboloni fritti e per finire una banana, in caso gli rimanesse ancora un languorino.
Vedrai bambini silenziosi e composti con tramezzini spalmati di burro e peperoni e cetrioli a striscioline, bretzel tagliati a metà e imbottiti di burro salato, insalata e salame.
Il resto dei piccoli crucchi starà masticando a fatica il proprio tramezzino al formaggio e prosciutto, con un piatto colmo di verdure sotto al naso.

Allora capirai il vero significato di una "ricca colazione".
E ricorderai quando le maestre ti hanno pregata di non portare dolci per non distogliere gli altri bambini dalla loro colazione salutare.
E rimpiangerai per loro il gusto sfrenato del "pucciare" un frollino dopo l'altro nel latte, con i baffi bianchi sulle labbra.

E capirai che proprio no, non c'è niente da fare: questa alimentazione nordica non la capisci e non la capirai mai.

lunedì 27 gennaio 2014

Crescere o non crescere?

"Mamma, io non voglio crescere"
Ecco, ci risiamo! Ma che gli dice la testolina a 'sto bimbo?
"Macco, amore della mamma, perchè non vuoi crescere?"
"Perchè ho paura"
"E perché? Cosa pensi che possa succederti se cresci?"
"Ecco, mamma, e i miei vestiti? Come fanno a entrarmi i vestiti se cresco? Eh?"

La sera seguente:
"Mamma, io non voglio diventare grande"
Oh, no! Ancora?
"Macco, tesoro tutto bello di mamma tua, perché non vuoi diventare grande?"
"Perchè ho paura di crescere"
"Ma perchè? Dimmi, perchè hai paura? Cosa ti succederà se cresci? Anche la mamma e il papà sono cresciuti, vedi, ma non..."
Serissimo lui: "E se scoppio?"

E pensare che quei poveri psicologi stanno ancora cercando gravi e serie motivazioni alla famigerata sindrome di Peter Pan...

sabato 25 gennaio 2014

Piccoli filosofi #3

Dove andranno a finire i palloncini,
quando sfuggono di mano ai bambini
dove andranno, dove andranno,
vanno a spasso per l'azzurrità (...)

Nonna Tonia cantava spesso questa canzone di Renato Rascel, e Mamma fin da piccola ha sempre creduto agli angioletti che acciuffavano al volo i palloncini smarriti, nascosti dietro una nuvola.

I nostri bimbi invece sono stati molto più fantasiosi...

Allora:  dove vanno a finire i palloncini?


3 anni:
Macco:   Vanno a spasso nel cielo e poi fanno un giro, salutano i bambini e poi vanno ancora su
Matteo:   Vanno in cielo e fanno una festa
Matteo:   In cielo, e li copre la neve. Ma li copre proprio tutti, così tu non li vedi più!
Gianmaria: In cielo, in alto in alto fino alla luna
Orsetta:  Ma io non voglio farli volare! Poi loro vanno all'Ikea a prendere le caramelle
Michele:  Finiscono nelle nuvolette, mamma. Che, non lo sai?
Camilla:  In cielo dagli angioletti
Lorenzo:  Ma, non lo so... non si vedono più!
Alessia:   Vanno in cielo a giocare
Laura:      Finiscono dietro la tv
Riccardo: Vanno in un altro posto, e li mangiano i cani


4 anni:
Siria:    Nelle nuvole
JF:       Vanno su un albero, e poi non riesciono più a prenderli. E se vanno via dall'albero... vanno su un albero più grosso!
Nicolò: Vanno dove ci sono quelli che parlano cinese
Jacopo: Vanno su, su dove non c'è niente, e poi da grandi grandi fanno psssss e vanno nel mare


5 anni:
Dede:      Volano sulla città e poi alla fine cadono dal cielo perchè si sgonfiano
Alberto:   In paradiso, e se gli mettiamo dentro un messaggio le persone in cielo lo possono leggere
Edoardo: Nello spazio, e poi scoppiano
Flavia:    Vanno in cielo, da Gesù
Soraya:   Si nascondono nelle nuvole e poi vanno su in aria
Davide:   Scoppiano...
Chiara:    Scoppiano perchè i lampi scoppiano i palloncini


6 anni:
Vic:          Vanno su finchè arrivano vicino al sole e scoppiano. Possono anche incendiarsi
Ludovica: Vanno su, su, su finchè un uccello non li becca e cadono per terra. Se non li becca l'uccello arrivano al sole che li scioglie... e cadono per terra.
Dafne:       Sulla luna
Pierluigi:   Se volano via di notte sono fortunati, perchè vanno a giocare con le stelle e con la luna. Se volano di giorno sono sfortunati perchè vanno vicino al sole ed esplodono


7/8 anni:
Filippo:  Nello spazio
Salvo:    Nell'universo, dove non c'è ossigeno, e lì rimangono per sempre
Daniele: Volano via lontano e possono arrivare fino ai bambini della Luna, di Marte e di Giove. Tanto gli extraterrestri hanno i bambini, no?


Domanda per la prossima settimana:
Ma perchè i bambini fanno i capricci? E a che cosa servono (i capricci)?

venerdì 24 gennaio 2014

Una, nessuna, centomila...

Eddai, che fai con quella faccia? non eri contenta?
Non ricordo che qualcuno ti abbia obbligato a tutto questo, hai scelto liberamente e con entusiasmo, quindi ora per favore, smettila con quel muso.
Pure una lacrima? E no, eh?
Adesso torna in Germania, goditi la tua quiete, la tua casa luminosa, vai a fare un bel giretto al lago nel bosco e respira tutta l'aria pulita che puoi. 
Ma soprattutto sorridi, perchè non ti si può proprio vedere con quell'aria funesta.

Hai ragione, cara mia.
Sono io che ho scelto di andare, e tornando indietro farei quella scelta altre mille volte.
Però...
Però, vedi, non sono d'acciaio. Non sono di ghiaccio, non sono tutta d'un pezzo.
E sono ben lontana dal non avere mai dubbi.
Perchè partire, ogni volta, è un po' come staccare un pezzettino di cuore.
Chiudi, lasci, sospendi, saluti, e vai.
...
E in quella strada che ti porta alla meta, tu non sai più chi sei.

Ogni viaggio inizia nel silenzio e ti congedi da quella che sei stata, e che saresti ancora se non avessi fatto una scelta.
E poi piano piano compare una luce, il cuore si alleggerisce e riconosci quella che sei ora, quella che hai deciso di essere.
Fermarsi, tornare, partire ancora... ecco, non sei più una sola, ma come di fronte ad uno specchio incrinato sei fatta di mille frammenti d'immagini che non combaciano più.

In ogni luogo che hai lasciato, è rimasta l'ombra di quella che eri.
Dietro ogni porta che hai chiuso, c'è ancora l'odore di quella che un tempo chiamavi casa.
E che comunque, ti manca.

Sorpresa d'un amore 
che riscopro
dopo tanto 
a visitarmi.
Credevo di averlo sparpagliato
per il mondo.
-G. Ungaretti, "Casa mia"-

martedì 21 gennaio 2014

sabato 18 gennaio 2014

Piccoli filosofi #2

Un bambino non ragiona come un adulto: per lui non ci sono limiti alla realtà!
Posto di fronte ad un dilemma apparentemente senza uscita, comunque una soluzione la vuole trovare.
La domanda di questa settimana:

E' nato prima l'uovo o la gallina?

Ogni mamma ha posto la domanda, invitando poi il bambino a ragionare sulla sua prima risposta. Chi prima, chi dopo, hanno trovato una scappatoia al paradosso.

Ed ecco le risposte dei nostri piccoli filosofi!


3 anni:
Macco:    La gallina. (Dici? E da dove è nata la gallina?) Dall'uovo. (Ah. E chi l'ha fatto quell'uovo?) Una gallina. (Ma quella gallina da dove è nata?) Ah... dal pulcino!
Nicola:    La gallina. L'uovo iniziale l'ha fatto la gallona!
Camilla:  La gallina. Il primo uovo l'ha fatto papà! (Abbiamo indagato: l'uovo gli sarebbe uscito dalla bocca, per fortuna)
Cora:      La gallina. E adesso ti faccio io una domanda: è nato prima il bicchiere o il bimbo?
Michele: Prima la gallina. Perchè la gallina è grande
Matteo:   E' nata prima la gallina da un'altra gallina.
Cestino:  L'uovo, perchè all'asilo c'è una storia appesa al muro con questa storia
Alessia:  Prima l'uovo, perchè dentro c'è il pulcino che poi diventa gallina
Lorenzo: Prima l'uovo. L'hai fatto tu!

4 anni:
Greta: Non lo so... non sono andata alla fattoria

5 anni:
Dede, Davide, Chiara, Edoardo: L'uovo. E l'uovo l'ha fatto il gallo
Leo: L'uovo. Il primo uovo è venuto giù dal cielo, così è arrivato sulla terra più veloce

6 anni:
Vic: Logicamente è nata prima la gallina, che poi ha fatto un uovo. L'ha creata Gesù Bambino normalmente, come fa per i regali di Natale che poi consegna a Babbo Natale (Logicamente!)
Ludovica: L'uovo. Uhm, ma babbo e la zia lo sanno? (Babbo: "Io lo so, si! La gallina, senò chi lo covava l'uovo?")
Pierluigi e Aurora: La gallina. L'ha creata Gesù, no?

7 anni:
Daniele: L'uovo. Allora, Dio ho preso la terra e ha creato la gallina che poi ha fatto l'uovo. Credo... Forse...


La domanda per la prossima settimana è:
"Ma dove vanno i palloncini dopo essere saliti su nel cielo, quando li perdiamo?"

venerdì 17 gennaio 2014

La cecità italiana

Mamma è rimasta chiusa in casa per quasi tutta la settimana.
Una squadra di pittori ha sostituito la carta da parati della "stanza del fumo", retaggio degli inquilini precedenti, trasformando la sua casa in un campeggio, con armadi e materassi sparsi qua e là.
Ieri hanno finalmente concluso l'opera.
Mentre pensava a come utilizzare la restante parte della giornata in modo proficuo, Driiiin! Driiiin!

"Signora brambillen? Qui è l'asilo di Dede. Il bambino non sta bene, ha mal di pancia ed è caldo..."
"Arrivo subito!" risponde lei affatto preoccupata: non vuole andare all'asilo, e probabilmente ha somatizzato la tensione accumulata.

All'asilo, Dede è sulla porta. Bocca sbarrata, occhi lucidi, cerchiati di nero.
"Tesoro, ma stai male?" si allarma subito lei.
Lui scoppia a piangere stringendola forte.
"Mamma, è stato terribile qui all'asilo! Tu mi hai detto che devo essere felice, e invece io non sono felice mamma, è stata la cosa più brutta, io chiamavo, chiamavo e non rispondeva nessuno..."
In quel momento Mamma realizza che non c'è nessuno nell'edificio dove ha la classe Dede. Sono usciti tutti, lasciandolo solo.
Lei lo coccola, lo rassicura e prova a ragionare con mentalità non italiana.

D'accordo, calma, magari c'è un aspetto educativo in tutto questo, si dice mentre culla il bambino singhiozzante. Ci sarà pure un aspetto positivo, nel lasciare un bambino da solo nell'intero edificio, devo solo capire quale.
Ma Mamma forse è troppo italiana per vederlo. "Andiamocene Dede, senza dir niente a nessuno" conclude dopo un po'.

Ma uscendo incontra la signorina Rottermaier che sta chiacchierando amenamente con una collega.
"Ohilà, Frau brambillen! Dede è nella dependance!"
"Era là. Ora è qui con me. Era da solo e piangeva".
L'educatrice risponde, prova a spiegare, sorride.

Ma Mamma non è più disposta a conciliare.
Ha alle spalle quattro giorni di reclusione, un bambino malaticcio e infelice e, cosa più grave di tutte, è a dieta.

Il prossimo passo è comprare i biscotti danesi in assortimento questa settimana.
Il successivo, un italianissimo ultimatum alla direttrice del fantastico cruccasilo.
Sarà che è troppo chioccia, sarà che è un pochino ottusa, ma l'aspetto positivo, ancora, non è davvero riuscita a trovarlo.

giovedì 16 gennaio 2014

Una lucina da ringraziare

Sono giorni di piccole preoccupazioni in casa brambillen.
Nulla di nuovo e nulla di grave, ma comunque hanno dato tanto da pensare a Mamma.
Ma nel bel mezzo del tunnel, una luce.
Non è quella che si scorge in fondo e che indica l'uscita: è una lucina inaspettata che rischiara un percorso fatto a tentoni, proprio nel bel mezzo del tragitto.

Lei è una giovane donna che Mamma non ha mai avuto il piacere di incontrare, dalla voce dolce e sicura.
Ha mancato l'incontro con Dede per un soffio, ma è stata decisiva nel buio del tunnel.
Ha ascoltato, ha supportato e ha condiviso paure e incertezze di una madre preoccupata.
Poi ha consigliato, e la sua tranquillità ha accarezzato il cuore in tumulto di Mamma, mostrandole la strada.

Lei è la dentista che ha aspettato Dede invano quando aveva la febbre, ha guardato le sue lastre pur senza conoscerlo, ha chiamato Mamma dal suo telefono personale e l'ha ascoltata per minuti interi senza sapere nemmeno chi fosse.
E' la persona che le ha permesso di sorridere dopo notti insonni, e che ha trovato la soluzione più semplice e immediata, tanto da chiedersi come si era potuto non vederla prima!

Chiara è una grande donna, un grande medico, una grande persona.

Grazie!


mercoledì 15 gennaio 2014

Avvisi

Oggi Mamma andrà a parlare di Dede con le maestre del cruccasilo, e lo scontro di culture darà probabilmente il meglio di sé. Ci sono diverse cose da rivedere, e non è sicura che troverà comprensione dall'altra parte della barricata.
La giornata è assolata, l'umore è nero e i capelli vanno per conto loro.
Poi ha trovato un avviso nella casella delle comunicazioni dei bimbi.

"Cari genitori,
il giorno 16 maggio (!!!) il comune organizza una gita per tutti i suoi dipendenti. Per questo motivo tutte le scuole e gli asili saranno chiusi. Speriamo nella vostra comprensione"

Mamma ha archiviato la notizia insieme a quella dello scorso settembre:
"Cari genitori,
fra tre mesi si terrà una riunione di tutto il personale dell'asilo. 
Vi chiediamo di venire a prendere i vostri figli entro le 14. Qualora vi fosse impossibile, segnate il vostro nome in bacheca e organizzeremo una classe di emergenza per garantire comunque il servizio"

Sono lontani i tempi degli scioperi mensili, intervallati dalle assemblee sindacali comunicate la sera prima, e dalla richiesta di portare i panini per lo sciopero della mensa.

Oggi Mamma andrà a parlare al cruccasilo, e l'umore è ancora nero.
Ma ora ha la speranza che dove c'è serietà, si possa riuscire comunque a trovare una soluzione.

lunedì 13 gennaio 2014

Dannata cultura

"Mamma, giochiamo a indovinare gli animali?"
"Vai, d'accordo Dede. Inizio io? Sto pensando ad un uccello..."
"L'aquila?"
"No... ha zampe lunghe..."
"L'airone cinerino?"
"L'airone che?!"
"Dai, mamma, un altro indizio!" incalza lui.
"Ok. Allora, dicevo che ha zampe lunghe, ah, è colorato"
"La ghiandaia blu?"
"La ghia..?! Ehm, no Dede, non era quella. Puzza molto..."
"Ah, si, il fenicottero! Ora tocca a me! Sto pensando ad un pesce"
"Il pesce vela?"
"No"
"Il delfino?"
"Ma mamma, il delfino non è un pesce"
"Urca, hai ragione, scusa... allora" Mamma gioca tutte le sue carte: "Il cefalo? Il rombo? L'orata? Il dentice? La sardina? Lo scorfano?"
"No, no, ti arrendi?"
"Eh, mi sa di si..."
"Ma mamma, era facilissimo! Era il muggine dorato!"

Nota per domani: far sparire inspiegabilmente il suo libro sugli animali, pena perdita totale della propria autostima, nonchè del rispetto incondizionato della creatura...

sabato 11 gennaio 2014

Piccoli filosofi

Niente, mi è venuta voglia di una cosa nuova!
Ho letto un articoletto (qui), e mi sono detta che non c'è alcun bisogno di essere un'equipe di psicologi per fare queste domande ai bimbi! Che cosa ci manca, a noi?

E allora con una serie di amiche abbiamo fatto la stessa domanda ai nostri bimbi, ed ecco qui le loro meravigliose risposte.
Stavo pensando che se mi aiutate, sarebbe carino un appuntamento settimanale con le risposte dei nostri bambini a domande che indicheremo via via.
Se vi va potete mandarmi sia le risposte dei bambini che i suggerimenti per nuove domande all'indirizzo email racheleracconta@yahoo.it, oppure via messaggio privato su fb, indicando l'età e il nome dei bambini, e il vostro blog se lo avete.
Vi piace l'ideona?

Ecco la domanda di oggi:

"Che cos'è l'amore?"

Roberto (1,5 anni): pappa!   (e come dargli torto!)

3 anni:
Matteo: è uno di quelli che si abbraccia
Camilla: l'amore è per dare i baci
Macco: è la vita. La cosa che non si può vivere senza     (ho generato un romanticone...)
Gianmaria: la mamma. E poi i trenini
Alessandro: mmmm... papà!      (... e l'hai pure allattato, Chiara!)

4 anni:
Desiree: è quando si cantano insieme le canzoncine, ci si danno i bacini e se tira male gli ridò la palla (qui gatta ci cova!)
Greta: è dire che siamo amici... uno è amico, l'altro è amico, e siamo amici-amici

5 anni:
Davide: quando ci si vuole tanto bene e si danno i bacini in bocca e si sposano. E dare i bacini alla mamma
Matilda: è volersi bene, essere amici ed aiutarsi
Dede: è il cuore
Edoardo: è quando due si incontrano, si piacciono, si innamorano, poi comprano una casa e si sposano o in comune o in chiesa. Poi ci sono quelli che fanno dei figli e altri no  (e non dite che non ha il dono della sintesi)
Alberto: l'amore è quando qualcuno si vuole bene e ci si sposa

6 anni:
Chiara: una cosa bellissima, perchè tutti ci vogliamo bene   (eeeh... le femmine!)
Pierluigi: una cosa dolce ma mi vergogno... solo quando sarò grande farò vedere cos'è l'amore (ahhh... i maschi!)
Aurora: è stare per sempre con mamma e papà

7 anni:
Daniele: per ora non mi interessa. Dopo la laurea te lo dico  (e da mamma gelosa... Bravo!)

8 anni:
Filippo: l'amore è quando ci si sposa, ci si bacia, ci si vuole tanto bene, ci si fanno tante coccole e nascono i bambini


Per chi volesse partecipare, la domanda per la prossima settimana (suggerita da Chiara) è:
"Ma secondo te è nato prima l'uovo o la gallina?"
Non accontentatevi della prima risposta: fategli notare il paradosso e vediamo come ne escono!

venerdì 10 gennaio 2014

Spettri

Anche se chiudi gli occhi restano lì, e anzi, forse è anche peggio.
Meglio sedersi, sdraiata non è più possibile.
Lasciatemi in pace, per favore!
Ho bisogno di rallentare il respiro e smettere di sudare.
Seduta sul letto guardo l'orologio e ho un brivido alla schiena quando leggo l'ora.
Domani sarà dura, non ho ancora chiuso occhio.

Non vi succede mai di immaginare sciagure terribili, sentirne il dolore e lo strazio, ed essere consapevoli che la notte è troppo buia per poter dormire?
Se dai loro corda e lasci che i pensieri vaghino liberi, ecco che ti manca il respiro.
Se provi a distrarti e concentrarti su altro, quel macigno sullo stomaco non ti dà comunque tregua.
Perchè provi a non pensarci, per paura che i tuoi pensieri possano attirare per davvero qualcosa di terribile, ma è inutile, quel vortice funesto ti trascina giù e ti invischia ancor di più nelle sue turbe di negatività.

Sono i fantasmi della notte.
Mi torturano e non vedo via d'uscita.

... Forse annegarli nell'alcool?

mercoledì 8 gennaio 2014

Soddisfazioni di una donna

Mamma ha separato i bambini.
Dal nuovo anno ognuno ha una stanza per sé, in modo da poter dormire secondo i propri orari (leggi Dede può dormire e Macco continuare a fare il matto insonne)

Mentre ne mette a letto uno:
"Dede, lo sai cosa mi è piaciuto tantissimo oggi? Quando hanno chiuso lo zoo e noi siamo rimasti dentro e hanno spento tutte le luci..."
"Mamma, facciamo che lo stegosauro passava da qui e ti pungeva con le sue placche e tu dicevi ahia mi hai punto con le tue placche?"
"Dede, ma io ti stavo parlando! Stavo dicendo una cosa e tu mi hai interrotta. Non si fa così, lo sai?"
"D'accordo, lo sapevo già. Facciamo che lo stegosauro passava e ti pungeva e tu dicevi ahia?"

Nell'altra stanza, contemporaneamente:
"Papà! Vammi a chiamale la signolina con le tette pel favole"

La cosa bella di questa famiglia, è come Mamma sia sempre ascolta, amata, e apprezzata per quello che è intimamente...

venerdì 3 gennaio 2014

Un buon inizio

"Vola vola..."
"Come? Amore, cos'hai detto?"
"Vola vola... vola vola..."

Dopo poco:
"Ehi, ragazzi! lui non sa nuotare solo perchè è un orsetto piccolino! ma fra poco impara... "
"Mamma, è vero che la tarantola è il ragno più grande del mondo?" continua con gli occhi chiusi.
E poi "Perchè si scioglie? E perchè il soffitto della camera va su e giù?"

"Perchè hai la febbre alta tesoro, chiudi gli occhi ora..."
La notte è trascorsa fra il delirio di un bambino febbricitante e l'insonnia tipica della preoccupazione, e la mattina, dopo aver pensato ora sta meglio, il termometro segnava 39.6.
Poi all'improvviso: "Mamma, posso giocare con il telefonino? Diciamo i nomi dei puffi? Diciamo i nomi dei cartoni?"
(Miracoloso sciroppo)

In casa brambillen il 2014 ha ampi margini di miglioramento!