28 luglio, 8 di mattina, Villa Delirio.
“Rachele che prepariamo oggi a pranzo?” esordisce nonna
Tonia all’ora di colazione.
“Fa caldo... facciamo la pasta con le zucchine, quelle fresche tagliate
alla julienne?”
“Ah, buona idea, me le hanno proprio date ieri appena
raccolte!”
Ore 12.20, Villa Delirio.
Mamma e i suoi tornano boccheggiando dalla giornata più
afosa dell’estate, e sentono profumo di sugo in cucina.
“Ciao siamo arrivati! Ma hai fatto il sugo?”
“Si, sto preparando la pasta al forno”
“LA PASTA AL FORNO? Con 38 gradi all’ombra?!”
Mamma sospetta che dietro tale decisione ci sia lo zampino
della Mest, e non dice altro. Poi chiede il permesso di essere esonerata da
tale pietanza e pasteggia goduriosamente ad anguria e gelato, mentre gli altri
masticano e sudano copiosamente, alcuni seduti a tavola, alcuni in piedi, alcuni all'ombra dentro casa.
29 luglio, 13.02, Villa Delirio.
La temperatura si è assestata stabilmente sui 38 gradi di
afa stagnante, ed è di nuovo ora di pranzo. Brontolo, al suo primo giorno di
ferie, sogna pomodori, cipolle e mozzarella. Mamma si domanda se preparare la
pasta alle zucchine, che le era rimasta la voglia dal giorno
prima, mentre la tavola inizia a popolarsi di bimbi affamati.
Ma la nonna Tonia ci ha pensato lei: quattro piatti belli fumanti
vengono portati a tavola. La pasta al forno del giorno prima, “Ce n’era
tantissima, mica vorrai buttarla via?”.
E mentre Mamma prepara un passato di verdure tiepido per sè
e per Brontolo, ciascuno fa il suo mestiere.
Atili apparecchia la tavola, Ale piange, Macco mena, Dede
sfotte, Fabio tenta di giocare con un videogioco appena ricevuto, nonna Tonia
prepara la “tana” col tavolino per i bambini, Sorilla boccia in pieno la tana e
Mamma sposta tavolo e seggioline in posizione più consona. La Mest si siede a
tavola con la bocca a deretano di gallina e scruta ora quel nipote ora l’altro,
senza proferire parola ma rigorosamente con la fronte aggrottata.
I piatti belli caldi dei bimbi arrivano, Brontolo porta a
tavola pomodori e cetrioli e si prepara un’insalata sedendosi al posto di nonno
Bruno. La nonna arriva agitata dalla cucina e lo fa spostare, appena in tempo
perché nonno Bruno rincasi, prenda il suo tovagliolo e se ne vada a pranzare
dentro casa, perché in giardino fa troppo caldo.
A tavola mancano i coltelli, i cucchiai, i tovaglioli, ma in
compenso ci sono almeno dodici bicchieri e tre bottiglie d’acqua per quattro
adulti mai contemporaneamente seduti: Mamma è seduta a mangiare il suo
passato di verdure, la Mest mangia fagiolini all’olio, Brontolo è in piedi a cercare altre verdure per
la sua insalata, Sorilla addenta la pasta al forno mentre consola Ale che
piange, nonno Bruno è sparito dentro casa, nonna Tonia fa avanti e indietro e
mangia un po’ fuori e un po’ dentro.
Mamma ride guardando lo smarrimento dei nuovi arrivati, non
ancora avvezzi al pranzo selvaggio di Villa Delirio.
Poi tutto si fa confusione, e dopo un attimo Sorilla
sparisce coi suoi bambini, i brambillini svaniscono davanti alla tv spenta, la
Mest e nonna Tonia scendono a riposare, nonno Bruno dorme già, e tutto
resta nel silenzio.
Un tavolo abbandonato pieno di stoviglie usate, un tavolino con
seggioline rovesciate, cannucce a forma di papera per terra, tovaglioli di carta
che volano via col vento, la tovaglia sgocciolata di sugo: ecco quel che resta
di un normalissimo pranzo selvaggio a Villa Delirio.