venerdì 31 maggio 2013

A Milano

A Milano si va in macchina ovunque.
Forse perchè in bicicletta si rischia troppo e a piedi si arriva alla meta grigi, fatto sta che se vuoi spostarti in città, è meglio che tu usi una macchina.

A Milano le strade hanno tanti nomi interessanti, ma nessuno ha mai trovato necessario
scriverli in alcun luogo. Perchè a Milano, il vero Milanese sicuramente conosce a menadito tutta la mappa stradale, e non ha bisogno del nome delle vie ad ogni incrocio. Nè tantomeno dei numeri civici vicino ai portoni. Per quelli si va per approssimazioni successive, mentre i forestieri si arrangeranno come meglio credono.

A Milano non è consentito sbagliare strada: se per caso ti immetti in un viale nella direzione sbagliata, non hai modo di svoltare e tornare indietro prima di una decina di chilometri, e capita anche che quando torni indietro, lungo quei dieci chilometri, ci sia un incidente, o un blocco per qualche lavoro stradale, o entrambi.
Perchè a Milano si fanno lavori per mantenere il manto stradale in ottimo stato e, come in altre città, si chiudono le strade e si scrive "DEVIAZIONE ->" con una bella freccia gialla.
Ma a Milano la freccia gialla è una minaccia legalizzata: ti indirizza in un dedalo di strade tutte uguali, a senso unico, e lì ti abbandona perchè di frecce gialle non se ne trovano altre, nè ti è possibile cercare sulla cartina una via alternativa, non essendoci il nome di quella che stai percorrendo.
Quindi non sbagliate mai strada a Milano, perché la temuta freccia ti spedisce in quartieri esotici e remoti in cui ti perderai per svariate decine di minuti, cercando invano indicazioni o qualcuno disposto a dartene.
Perchè a Milano è cosa rara che ti diano retta se abbassi il finestrino e chiedi "Mi scusi". In compenso quelli che sono dietro di te ti suoneranno per suggerirti educatamente dove dovresti andare in quel preciso momento, gesticolando per farti capire meglio.

Milano infine è una città che ama la gente e per la gente, tanto che spesso qualche quartiere organizza sagre a sfondo commerciale, chiudendo intere vie.
In quei casi la freccia gialla non si trova neanche, e tutto è lasciato all'improvvisazione del fantasioso automobilista.

Dopo 95 minuti di peregrinazioni (e irriproducibili parolacce) Mamma e i bimbi sono finalmente arrivati a casa, dopo due incidenti e tre feste di quartiere.
Dovevano percorrere sedici chilometri, hanno sbagliato una piccola uscita della tangenziale... e finalmente questa:



mercoledì 29 maggio 2013

Vita da strega

I bimbi hanno dormito nel lettone ieri sera.
Mamma sta cercando di corrompere il proprio senso di colpa per il comportamente degli ultimi giorni: una vera strega.
All'inizio della quarta settimana da mamma single, inizia a nutrire una profondissima comprensione/compassione verso le donne sole, e ad utilizzare sensibilmente di più quel magico attrezzo chiamato TV.
E a strillare di più.
E a non ridere più delle loro scemenze.
E vola pure qualche sporadica parolaccia.
Ed ha talmente tante cose da fare, con quei due monelli sempre meno collaborativi, da non riuscire nemmeno più a giocare con loro.
Insomma non se li gode, è questo che le pesa maggiormente.

Ma domani torna Brontolo, e finalmente le cose cambieranno!

Perchè lui le fornirà così tanti motivi per arrabbiarsi che potrà sfogare senza censure tutto il suo nervosismo sul colpevolissimo marito.
Oh! che liberazione.


martedì 28 maggio 2013

Vado da solo

E' un giorno speciale quando dici "Non mi lasciale mamma" e la mamma ti corre dietro tenendoti saldo per la maglietta.
E' un giorno speciale quando lei ti tiene sempre meno saldamente e tu non te ne accorgi nemmeno, tutto impegnato come sei a pedalare.
E' un giorno speciale quando ad un certo punto ti lascia... e ti mostra le mani esclamando "Guarda Macco, stai andando da solo!"

E quello è l'istante magico del distacco, quello che capita una sola volta nella vita, perchè una volta che hai capito come funziona non lo dimentichi più.
Un momento così carico di emozioni che ne sentirai l'eco anche 35 anni dopo averlo vissuto, quando sarai tu a correre dietro a quella bicicletta e ad emozionarti per chi sta pedalando, all'istante fatidico.

E' un giorno speciale quando chiedi ridendo "Spingimi mamma, andiamo ancola" e concludi gridando felice "Adesso lasciami! Io vado da solo!"

Da ora in poi andrai da solo, amore mio, e questo è il nostro giorno speciale.


P.S.
Mamma ringrazia lo zio Paio per averle indicato la strada, e per non averla privata dell'emozione di essere stata lei a lasciare quella maglietta per la prima volta.


La prima pedalata senza rotelle

lunedì 27 maggio 2013

Ballata delle pulizie

Mamma deve far le pulizie di lunedi.
Ma al lunedì c'è anche il marito
e gli fa i bucati di rito
cara Mamma!
Mamma deve pulire ma di pulire non le va.

Mamma deve fare le pulizie di martedi.
Ma al lunedì c'è anche il marito,
al martedì si fa la spesa
e alla cassa c'è tanta attesa
cara Mamma!
Mamma deve pulire ma di pulire non le va.

Mamma deve fare le pulizie di mercoledì.
Ma al lunedì c'è anche il marito,
al martedì si fa la spesa,
mercoledi c'è gita a scuola
e Dede è a casa con lei sola
cara Mamma!
Mamma deve pulire ma di pulire non le va.

Mamma deve fare le pulizie di giovedì.
Ma al lunedì c'è anche il marito,
al martedì si fa la spesa,
mercoledi c'è gita a scuola,
giovedi l'hanno tentata:
panzerotto e passeggiata
cara Mamma!
Mamma deve pulire ma di pulire non le va.

Mamma deve fare le pulizie di venerdì.
Ma al lunedì c'è anche il marito,
al martedì si fa la spesa,
mercoledi c'è gita a scuola,
giovedi l'hanno tentata,
venerdi la chiama Francesca
"ti aspetto a pranzo" e mangia una pesca
cara Mamma!
Mamma deve pulire ma di pulire non le va.

Mamma anche al sabato deve fare le pulizie.
Al lunedì c'è anche il marito,
al martedì si fa la spesa,
mercoledi c'è gita a scuola,
giovedi l'hanno tentata,
venerdi la chiama Francesca,
e sabato ci sono i bambini
e poi l'incontro con gli altri blogghini
cara Mamma!
Mamma deve pulire ma di pulire non le va.

E... la... domenica per finire sono stanca da morire cara Mamma...


(Liberamente tratto da La mia mama - di Ombretta Colli.
Per i nati troppo tardi per averla mai ascoltata, questo post non ha senso.
Comunica, senza vergogna alcuna, che la scorsa settimana l'immonda casa brambilla è rimasta immonda oltre ogni umana immaginazione, ma ogni giorno per i motivi più validi.
Mamma lo dedica interamente a nonno Buno, nato giusto in tempo, i cui melodiosi gorgheggi hanno permesso anche a lei di conoscere tale perla musicale)

venerdì 24 maggio 2013

Tempeste di sole - La "spiega"

"Caspita Rachele ma hai sentito del Sole?"
"Ehm... veramente no, chiedo venia! Che ha combinato il Sole?"
"C'è una tempesta che pare creerà il finimondo qui sulla Terra"
"Ah, vabè, e io che già mi preoccupavo..."
"Come vabè? Non è una cosa strana? Ne parlano tutti i giornali!"
"Ne parlano tutti i giornali così come parlano dell'estate più torrida negli ultimi 397 anni o dell'inverno più rigido negli ultimi 153 o dell'autunno meno piovoso da che uomo si ricordi... Ma non è una cosa strana! Ogni 11 anni tirano fuori questa storia"
"Si, è vero, l'ha detto anche il giornale"
"Meno male, e grazie per la fiducia, eh!"

E così adesso ve lo racconto un pochino, cosa c'è di normale, se vi va di scoprirlo.

Perchè che il Sole è una stella lo sappiamo tutti.
E che la Terra ha un campo magnetico, pure (altrimenti non ci sarebbero i Poli, se non ci fosse un campo magnetico!).
Ma non tutti sappiamo che anche il Sole ha un campo magnetico. O forse sapevate tutti anche questo?
Ok, lo sapevate.
Però magari non sapevate che il campo magnetico del Sole sembra quasi un gomitolo di lana impazzito dopo che ci ha giocato un gatto (eddai questo non lo sapevate, datemi soddisfazione!).
Si perchè il Sole, non essendo un oggetto rigido come la Terra, ma una palla di gas, ruota su se stesso un po' come pare a lui.
Giusto per farvi un esempio, ai poli solari il tempo di rotazione è di 34 giorni, al suo equatore invece è circa 25 giorni. Questo significa che se fosse una persona avrebbe testa e piedi che girano lenti lenti su se stessi, mentre pancia e sedere girano all'impazzata.
O magari volete immaginare un pentolone di marmellata sul fuoco e voi che lo girate lentamente vicino ai bordi e veloce veloce in mezzo? Insomma, immaginate quello che preferite, ma credo che il concetto sia chiaro su quella che si chiama "rotazione differenziale".

Provate adesso a immaginare delle linee che escono da questa palla di gas, da un punto a caso, e rientrano in qualche altro punto a caso. Mentre il Sole ruota, si trascina dietro queste linee che si arrotolano intorno al Sole in modo confuso, proprio per via della sua rotazione differenziale. Il risultato è questo:

Il campo magnetico solare 
(Foto presa da www.helldragon.eu) 

Embè? Direte voi. Che c'entra con i giornali?
C'entra perché queste linee immaginarie sono le linee di forza del campo magnetico solare, e ciascuna linea esce da un "polo nord" e rientra in un "polo sud". Il Sole quindi ha migliaia di poli!
La cosa bellissima è che tutto questo meccanismo è così complicato e quasi perverso che ogni 11 anni addirittura i poli invertono la loro polarità. Pazzesco, eh?

Ogni 11 anni succede questo, e non c'è nulla di anormale. Inoltre ogni 11 anni l'attività magnetica solare ha un picco, e guarda un po' quest'anno siamo proprio nel massimo della sua attività magnetica. Così come 11 anni fa, e così come fra 11 anni o giù di lì, perchè non è che il Sole sia tedesco come i colleghi di Brontolo, con le riunioni alle 14.12: lui a volte ritarda o anticipa di qualche anno.
Ma quest'anno il suo massimo di attività è puntuale, e particolarmente forte.

Embè? E a noi che ci importa?
Ci importa tantissimo perchè il vento solare (tipico di tutte le stelle) aiuta questo campo magnetico ad arrivare fino a noi e investire la Terra di radiazioni elettromagnetiche.
Bellissime dal punto di vista delle aurore boreali, o dell'osservazione delle famose macchie solari.
Ma ovviamente non è altrettanto bello per tutti i satelliti in orbita, o per gli aerei in quota, o per quelli che si trovano con il nostro "schermo" naturale indebolito: il campo magnetico terrestre. E' grazie al nostro campo magnetico, infatti, che la radiazione solare non ha ancora distrutto la vita sulla Terra.
Nei casi citati la radiazione solare è dannosa e interferisce con i macchinari, e i giornalisti ci scrivono articoli più o meno allarmistici.

Ma sarà mica colpa del Sole, poveraccio?

giovedì 23 maggio 2013

Una vitaccia

Il weekend di Mamma è volato via come il vento di quei giorni, fra lavatrici e bucati, fra le solite notti insonni e la cura di malati.
Infatti Brontolo era tornato per il fine settimana, con la sua valigia grande.
Una valigia piena di roba da lavare, roba di due settimane per essere precisi.
Mamma sostiene che la lavatrice funziona anche in Germania, ma lui risponde che così si fa prima, e a lei non resta che infilare un bucato dietro l'altro e passare il fine settimana a cercare di asciugare panni che non sa più dove stendere, e che dopo tre giorni di pioggia puzzano di muffa che sarebbero da rilavare. Però così si è fatto prima, dice.

Brontolo era tornato per il fine settimana, e ha passato due giorni col mal di pancia. "Scusa non mi sento troppo bene", e si è sdraiato a letto.
E si è chiuso in camera.
E "ti dispiace se non mi alzo stamattina ma ho tanto sonno in arretrato"
Poi lui è stato meglio, e approfittando di dieci minuti di libertà, lei è scesa a pulire gli immondi vetri dell'auto, che mostravano un campionario rarissimo di materiali organici e non, appiccicati in ordine artistico da Macco nel corso dei mesi.

Poi Brontolo è partito con la sua valigia di cose pulite, e a lei è rimasta la compagnia di ciuffi di polvere animata che si rincorrevano sul pavimento.
Alla terza settimana di pupi in esclusiva, quando già Mamma stava per abbandonarsi alla più cupa autocommiserazione, giustificata da un nuovo scroscio di pioggia e una nuova tornata di tempaccio, ecco che ieri sera arriva una telefonata.
Una di quelle che ti allunga la vita, perchè (sembra brutto a dirsi) vedere le difficoltà degli altri aiuta a ridimensionare le proprie.

B:"Ciao Rachele, cosa state facendo?"
M:"Brontolo parla più forte che non ti sento. C'è Macco che urla nella vasca"
B:"Volevo dirti che ho guardato i voli...
M:"No! Macco non tirare l'acqua fuori dalla vasca!"
B:"...ho parlato con l'amministratore..."
M:"Ehi! chi ti ha detto di uscire tutto bagnato? Torna dentro che sciv... ecco, appunto! Noooo, daaaai, non è nieeeente..."
B:"...ho pagato le bollette dell'asilo..."
M:"No! Dede non picchiarlo! Lasciagli i capelli e molla il dinosauro!"
B:"Ehi, ma mi ascolti?"
M:"Certo che ti ascolto, ma tu parla più forte ok?"
B:"Ok ma dammi un consiglio. Stasera ceno a casa o fuori? Tu cosa faresti?"
M:"Ma ti devo rispondere proprio in questo momento? Fermo Dede! non... Brontolo, ma che cavolo, comunque io non uscirei per nulla al mondo"
B:"Pensavo di fare i wurstel ma non ho voglia di cucinare... quindi quasi quasi vado a cena fuori. Mi va una bella flammkuchen, tu che dici? Ora lo propongo a Claudio! Però domani mi ha chiesto di uscire Dario, e poi sabato sono a cena da Gianni... è una vitaccia, Rachele"

Mamma non può che immaginare, poverino.
Quando vuole essere dura, la vita, sa essere davvero spietata, eh?

mercoledì 22 maggio 2013

Primi erudimenti

"Mamma mi plendi in blaccio?"
"Si amore ma devi alzarti perchè non ce la faccio a tirarti su se stai sdraiato per terra"
"E pecchè? Papà ce la fa"
"Certo Macco, ma papà è più forte di mamma"
"E pecchè?"
"Perchè i maschi in genere sono più forzuti delle femmine"
"E pecchè?"
"Perchè hanno più muscoli"
"Ah! Ecco"
"... Però le femmine hanno più cervello amore"

Perchè nasconderlo alla creatura, quando prima o poi l'avrebbe scoperto da solo?

martedì 21 maggio 2013

La gita e qualche scrupolo

"Ciao Rachele! Sono la tua vocina interiore e voglio dirti che un po' dovresti vergognarti"
"Ciao Vocina. E di cosa dovrei vergognarmi precisamente?"
"Del fatto che ehm... come dirlo in modo gentile... che sei un pochino paranoica"
"Io? E per quale motivo?"
"Fra i tanti? Dede! Non ti sembra di esagerare con lui? E' l'unico bambino della scuola che domani non parteciperà alla gita"
"Intanto non è una scuola ma è un asilo. E onestamente non vedo la necessità di mandare in gita per una giornata intera dei bambini così piccoli"
"Perchè ci vanno tutti, e si divertiranno, e non succederà proprio nulla di brutto"
"Certo! Ma forse se lo sono detti anche i genitori di quei bambini che invece...."
"Ma dai, lascia stare la cronaca nera... Non vivi più in questo modo"

"Ti ricordo che stai parlando a quella che ha improvvisato un corso di primo soccorso alle signore della portineria dell'asilo..."
"Caspita è vero!"
"E ti ricordo che sono sempre quella che taglia a metà i confetti prima di darglieli, e anche l'uva, e che se non è biologico non vale, e che ha scelto la dieta senza carne rossa come i figli dei musulmani, e che spegne i telefonini e la rete wifi in casa per non fargli prendere radiazioni, e insomma, devo continuare?"
"Oddio no, ti prego, così mi fai venire l'ansia"
"Ok. Allora, dicevamo? La gita?"
"Niente, niente.  Due maestre con ventisette bambini sciolti in una cascina del Parco Agricolo Sud, forse, e dico forse, non fa per noi"

"Bene. Vedo che ora si comincia a ragionare."
"Anche se è l'unico della scuola"
"Anche"
"Anche se si divertiranno tantissimo"
"Anche. Sono sicura che nella sua vita avrà altre occasioni"
"Ma lui, poverino, non si sentirà discriminato?"

M: Tesoro, lo sai che domani il tuo asilo va in gita? Tu però non ci andrai.
D: Ah. E perché?
M: Perchè starai tutto il giorno a casa con mamma.
D: EVVIVA!!!!

Per fortuna i figli dei paranoici si sono rassegnati ad essere collaborativi...

lunedì 20 maggio 2013

Ma non scherziamo!

"Mamma ma quello lì è Macco?"
"No tesoro, è una bambina che si chiama Sabina" ironizza lei, guardando l'unico bambino oltre a Dede che sta giocando al parco.
"Sabina? Ma mamma, ma assomiglia a Macco"
"No, dai, solo un pochino" continua lei chiaramente divertita.
"Ma mamma ha le scarpe di Macco!"
"Ah si? allora deve avergliele fregate"
"Ma mamma ha la stessa giacca di Macco"
"Dici? Allora Sabina si è travestita da Macco"
Macco nota di essere l'oggetto di tante chiacchiere e si avvicina sorridente.

"Ma mamma! Ma sembra proprio Macco!" piagnucola Dede.
"Ciao Sabina!" esclama Mamma appena il figlio si avvicina.
Macco capisce al volo lo scherzo e si presta al gioco.
Solo allora Dede coglie dell'umorismo, e si rilassa con una grossa risata.

Il senso dell'umorismo probabilmente è rimasto tutto alla madre, cinque anni fa.
L'inesperienza a volte fa brutti scherzi.

venerdì 17 maggio 2013

Mitico Google

E che vi posso dire: o il mondo dei web-surfer si è svegliato di botto, o Google si era inceppato dopo questo vecchio post.
Si, perchè dopo mesi di noiosissima normalità, ecco che torna a regalarmi gradevoli chicche su come alcune persone finiscono in questo blog, digitando strane chiavi di ricerca.

Una mamma disperata stava cercando di risolvere noiosissimi effetti collaterali dell'asilo ("Come lavare i delicati e gli scuri se ci sono i pidocchi"), ed è finita qui, mentre un'altra golosastra chiedeva aiuto al web per risolvere un serissimo problema di cucina ("che accorgimento si usa per staccare le torte dagli stampi in silicone". Testuali parole). Qualcuno più sfortunato è invece incappato dai brambilli cercando vane risposte alla dolorosa questione "mandibola lussata fa tirare la lingua?"
(Ma abbiamo mai parlato di mandibole o lussazioni in questo blog?)

Accanto a loro sono tornati i grandi maniaci alla ricerca di brividi ed emozioni perverse ("palline pisellino male mamma zia racconto", e l'ormai gettonatissimo "mamma me lo lecca"), o sadismi strani ("trattieni la pipì pisellino tortura").

Vi lascio con la mia preferita, probabilmente mossa dalla curiosità scientifica di un lord inglese: "I cavoletti di Bruxelles fanno scoreggiare"?
Ora, bisogna soltanto capire perchè Google ha deciso che i brambilli siano la risposta giusta a tale domanda...

giovedì 16 maggio 2013

Poveri diavoli

Mamma sta stendendo sul balcone quando sente dalla stanza dei bimbi "Una notte sul Monte Calvo" in tutta la sua emozionante potenza.
Passettini di corsa e due frugoletti allarmati la chiamano con gli occhi sbarrati "Mamma veni, i Golmiti ci fanno paula!"
"I Gormiti? Ma non stavate guardando Fantasia di Walt Disney?"
"Si, si, ma ci sono i Gormiti e abbiamo chiuso il computer perchè abbiamo paura"

Nell'ultimo episodio di Fantasia, il Demonio con il suo ghigno terrificante chiama a sè le anime dannate e in effetti non ha uno sguardo molto rassicurante per dei pargoli completamente a digiuno di inferni e paradisi vari.
"Non sono i gormiti tesori miei, quello è il diavolo, e quelle che volano sono le anime delle persone cattive morte"
"E chi è il diavolo?"
"E' un personaggio molto cattivo, il più cattivo di tutti. E' il capo dei cattivi. Quando una persona molto malvagia muore, arriva il diavolo a prendere la sua anima e la porta con sè in un posto che si chiama Inferno. Ma questa bambini è soltanto una favola, non dovete avere paura del diavolo perchè nella nostra realtà non esiste. Invece le persone buone quando muoiono vanno in cielo con gli angioletti", conclude lei per bilanciare le cose.
"Uh. Ma questo diavolo... chi è?" chiede Dede estremamente affascinato dall'argomento. Macco invece non riesce a staccare gli occhi dal video, con le manine sulla bocca e incapace perfino di respirare.
"Te l'ho detto, è un personaggio di fantasia, un po' come Barbapapà. Tu lo sai che non esiste Barbapapà vero?"
"Vero. Ma mamma, ma il d... ma mamma, ma questo dia.... ma mamma, ma... ma mamma!"
Ci risiamo, chissà cosa vuole chiedermi adesso!

"Ma mamma, ma il diavolo è... ma mamma, ma il diavolo è più cattivo... ma mamma, ma il diavolo è anche più cattivo di... di... ma mamma, ma il diavolo è anche più cattivo..."
Di chi? Di chi è più cattivo il diavolo? E se adesso dice il nome di una maestra? o di un compagno di classe? e se adesso scopro che qualcuno è stato molto cattivo con lui? Chi può conoscere lui, il mio bimbo di cinque anni, da farlo agitare così tanto da balbettare?

"Ma mamma, ma il diavolo è anche più cattivo di... di Gargamella? Eh mamma?"

Bè, adesso. Non esageriamo, eh?

mercoledì 15 maggio 2013

Manuale per mamme single

"Brontolo, tu non ci sei da quasi dieci giorni e io direi che posso considerarmi quasi una ragazza madre, non pensi? Che ne dici se vado a fare un salto al supermercato dei single? giusto così per vedere com'è..."
"No, figo! Vestiti bene e poi raccontami tutto, mi raccomando!"

Se succede anche a voi, con l'arrivo dei primi caldi e lo sbocciare della primavera, di avere voglia di sentirvi giovani, vive e belle e di andare in giro colorate e svolazzanti come farfalle, con la benedizione del marito, ecco se questo succede anche a voi, forse può tornarvi utile questo piccolo manuale della perfetta mamma single.

Le regole fondamentali: 
1) vestirsi leggere e variopinte
ce l'ho
2) sciogliere i capelli e lasciarli liberi al vento
ce l'ho
3) inforcare enigmatici occhiali scuri
ce l'ho, che camuffano le occhiaie no? Ah, non era quello il fine, ok
4) infilare sensualissimi sandali col tacco
se le Birkenstock valgono lo stesso, ce l'ho. O non sono sufficientemente sexy? 
5) giocherellare coi capelli con fare distratto
ce l'ho, ce l'ho

Bene, se le basi ci sono, ecco qualche piccolo accorgimento per rendere la vostra uscita da farfalla variopinta appena un minimo soddisfacente.

1) Non andare a fare la spesa la mattina, a meno che non vi sentiate molto predisposte verso una fascia di età particolarmente elevata. 
2) Non fermatevi nella corsia degli omogeneizzati e dei pannolini
3) Se vi capita di incontrare il ragazzo dell'acqua, moro e palestrato, e guarda caso avete proprio bisogno dell'acqua che sta mettendo a posto lui, e per una serie di fortuite coincidenze vi parla con voce roca e profonda... 
4) Ecco resistete. 
5) Resistete ancora un po'
6) NO! Allontanatevi da quel bancale... Eddai! Ma ve l'avevo detto di resistere. 

To', il palestrato si è dileguato...

E vabè, ma "Peppa Pig e il dinosauro" lo potevate sfogliare un'altra volta, no?

martedì 14 maggio 2013

Tedescate

"Ciao, come stai?" chiede Brontolo dal monitor mentre Mamma risponde che va tutto bene soffiandosi il naso.
"Ehi ma che cos'hai? Stai bene?" chiede ancora lui, pensando forse che stia piangendo.
"Si che sto bene! è solo l'allergia" risponde lei tirando su col naso.
"Ah, è vero. L'hanno detto anche qui alla radio oggi"
"Cosa? Che sono allergica ai pollini?" ironizza lei.
"No, hanno detto che sono arrivati i pollini e quindi gli allergici devono stare attenti"
"Ma dai? E a che cosa dovremmo stare attenti? Al pallino di polline vagante?" sghignazza lei all'apice di un attacco umoristico.
"Hanno detto che gli allergici devono ricordarsi di portarsi dietro i fazzoletti."
"Ma veramente?"
"Veramente. E ora scusa ma devo lasciarti. Ho una riunione alle 14.12"
"No! Vuoi dirmi che la riunione è fissata alle quattordici e dodici minuti?!"
"Si, perchè? In fondo il dodici è un numero come un altro. Scappo che mancano due minuti e la settimana scorsa alle 14.14 erano già tutti lì ad aspettarmi..."
E Brontolo vola alla sua riunione.

Mamma non ha ancora capito se quello che la stupisce di più sono le notizie ricevute, o l'assoluta naturalezza con cui le sono state comunicate.
Brontolo si sta ambientando alla nuova patria con una rapidità decisamente preoccupante.

lunedì 13 maggio 2013

Stralci di sole

E' il loro primo sabato da soli.
Lasciata dal papà, di stanza in Germania a tempo pieno, lasciata da zii e cugini che avevano di meglio da fare che infilarsi nella pestilenziale aria milanese, una piccola famiglia in formato ridotto si gode comunque il fine settimana, e torna da una bella festa di compleanno rotolando con i rispettivi monopattini sul marciapiede.
E' l'ora che precede la sera, quando il sole sorride e ti lascia godere del tepore della primavera inoltrata, quando le nuvole si illuminano in cielo come enormi lampadari di luce, quando i colori sono così carichi e saturi che se fossi un pittore è proprio così che disegneresti il mondo.
E' l'ora che precede la sera, l'aria è dolce e una piccola famiglia in formato ridotto si lancia ridendo in monopattino verso le nuvole all'orizzonte.

Mamma è davanti, e intona il richiamo di mamma anatra, starnazzando quaquara qua qua sulle note di "Sul bel Danubio Blu".
I piccoli rispondono un paio di qua qua a testa, e lei si dà un'altra spinta col piede, certa che la stanno seguendo divertiti dal gioco.

Una volta a casa Mamma ritira i panni, i peluche e le lenzuola dei bucati già asciutti, e taglia le margheritone appassite per fare spazio a quelle nuove.
Il timo sta iniziando a fiorire, lei lo accarezza orgogliosa e una farfalla bianca, nascosta fra i rametti, vola via.
Dentro casa i piccoli giocano, imitando con le loro vocine acute una favola che lei ha inventato per loro qualche tempo fa.
Gli uccellini cinguettano nel silenzio della sera.

Come può essere meglio di così?

venerdì 10 maggio 2013

Sensibile e compassionevole

E' di nuovo sera.
Mamma e i pupi sono sdraiati per terra sul materassino di gomma piuma e sbrigano il rituale pre-nanna. Brontolo è partito da qualche giorno e lei è di nuovo attiva per non far loro sentire la mancanza del padre. Che significa gelato, giochi, vizi e coccole in razione gigante.
Che significa  inventarsi ogni giorno qualcosa di nuovo e arrivare a sera decisamente sfatti.

"Allora bimbi, qual è stata la cosa più bella che abbiamo fatto oggi?"
"Uhm, vediamo... non saprei" risponde Dede.
"E tu Macco? qual è la cosa più bella di oggi? Ti sei divertito?"
"Uhm, vediamo" copia lui. "Ah, si: silo!"
"Anche io, anche io! L'asilo mamma, è la cosa più bella"
"Ma grazie tesori, mi fa tanto piacere sentirvi dire così"
"Pecchè?" fa uno "Si, perchè mamma?" fa l'altro.
"Ma niente, così. Siamo insieme dalle quattro fra parchi, giochi e risate e la cosa più bella è l'asilo..."
"No, dai mamma, ci siamo divertiti anche con te, dai"

Le chiacchiere continuano fra calci in pancia e testate: "Mamma, pensa se ero qui a casa senza mamma e senza papà!" esclama ad un certo punto Dede.
"Oh poverino! E cosa facevi senza mamma e senza papà amore?"
"Eh! Ehm... facevo tutto quello che volevo! Mettevo tutto in disordine senza riordinare, non andavo mai all'asilo e giocavo tutto il tempo"
"E noi? noi dove eravamo?"
"Eh. Ehm... eravate morti, no?"
"Ah, beh, certo... Ma proprio morti? E non ti dispiaceva?"
"Eh. Ehm... si, un pochino mi dispiaceva, dai"

Mostro...

giovedì 9 maggio 2013

Bei sogni

Mamma lo aspettava da anni, quattro o cinque forse, e quando finalmente è arrivato il momento, se ne è dimenticata.
Poi un lampo di neuroni tornati inspiegabilmente attivi, e caspita ma è arrivata l'ora! Finalmente si può! Finalmente ci siamo!
E così Mamma ha caricato i bambini in macchina e ha annunciato solenne che sarebbero andati a fare la spesa.
Un coro di nooo (nemmeno a dirlo), dopo l'asilo la spesa è sempre un'attività ad alto rischio di crisi isteriche, da tutte e tre le parti.
Ma questa volta c'era un jolly da giocare, e Mamma è partita sicura e vincente.
"Niente storie, adesso andiamo al supermercato che non abbiamo niente in casa da quando siamo tornati dalla Germania"
"No mamma, andiamo al pacco!"
"No mamma, andiamo allo zoo a sentire quanto puzzano gli ippopotami!"
"No bambini, si va al supermercato", inamovibile lei.

E una volta arrivati ecco il jolly: il magico, ineguagliabile, civilissimo "baby parking".
Dai tre anni in su, e finalmente ce li abbiamo tutti!
Abbiamo aspettato che arrivassero i tre anni di Dede, ma da solo nemmeno per idea.
Abbiamo così aspettato i tre anni di Macco, è passato più di un mese e finalmente Mamma se ne è ricordata.
Compili, registri, consegni, saluti, e vai, col carrello sul tappeto mobile e il baby parking che si allontana, e tu che ti senti troppo avanti, troppo intelligente, troppo fortunata.

E mentre il tappeto ti trasporta via lontano, verso una spesa nuova e ineguagliabile, noti un biondo treenne arrampicato al cancelletto, fai ciao ciao amore, sorridi leggera, lui si agita sul cancelletto e sbatte avanti e indietro, mandi un bacino smack con le mani e sorridi ebete, e lui tende le manine e strilla, strilla, e il tappeto avanza, avanza, e la ragazza compare a braccare il biondo in fuga che già scavalca la staccionata e ti fa segno che no, non c'è niente da fare, devi tornare indietro.

Quattro anni di attesa, un sogno in frantumi, una parolaccia mentale.
Ma in movimento, sul tapis roulant e nessuno che ti sente, vale.

mercoledì 8 maggio 2013

Le parolacce

Mamma non dice parolacce.
A parte i momenti obbligati ovviamente, tipo quando guida, ma quello è cosa insita del prendere la patente: le parolacce alla guida vanno dette, e a volte pure strillate che fa bene alla salute.
Mamma, a parte alcuni particolari momenti quindi, non dice parolacce, e non capisce chi le dice gratuitamente.
Brontolo è uno di quelli.
Per lui, dire parolacce è così normale che chi lo ascolta non si accorge nemmeno che le sta dicendo. Fa parte del suo eloquio, tutto qui, anche se Mamma continua a non capire e soprattutto si preoccupa che non gli scappino davanti ai bambini.

Lui e lei, in macchina: "Guarda poverina quella vecchina" esclama Brontolo intenerito. Una vecchietta pelle e ossa attraversa al semaforo ingobbita, malferma sulle gambe, con una mano che le trema e l'altra a braccetto di un signore canuto.
"Che teneri... vedi? il figlio l'aiuta ad attraversare, poverina" commenta Mamma, perchè quell'uomo era sicuramente il figlio. "Cavoli" continua, "Pensa a quando sarò io così. Magari Dede o Macco, invecchiati e coi capelli bianchi, mi aiuteranno a camminare con pazienza..."
Brontolo sorride immaginando la scena e sta per dire qualcosa di carino.
Ma lei prosegue "Pensa quando sarò così vecchietta, i bimbi saranno anziani, tu sarai morto e... "

Ecco, per esempio.
Mamma non le capisce proprio le parolacce.
Ha ragione o no?

martedì 7 maggio 2013

Gaestehaus

La Gaestehaus è sempre uguale a se stessa, e odora di cibo a tutte le ore.
Cibo cinese, per la precisione, e non è sempre il massimo soprattutto se sei in stato interessante.
Ci torni dopo qualche anno, e il noto corridoio buio e stretto ti apre le porte di ricordi dolcissimi.
In Gaestehaus Mamma ha vissuto diversi mesi, ha mangiato chili di cioccolata e ha pianto litri di lacrime. In Gaestehaus ha trascorso nottate insonni con una pancia sempre più grande e pesante, e ha trascorso giornate immobile per via di un bimbo impaziente di nascere troppo presto.
In Gaestehaus ha chiacchierato per ore con Malika e Elmas, le signore delle pulizie che hanno abbandonato da decenni i loro Paesi, e ha scoperto che non è poi così difficile capire il tedesco. Ammesso che le abbiano veramente detto ciò che lei ha capito.
Nella stanza della lavatrice ha conosciuto gente proveniente dalle zone più varie, incrociate per brevi periodi e perse per sempre, e ha ristretto tutto quello che ha infilato in quell'attrezzo infernale che è l'asciugatrice.
Dede ha imparato le sue prime parole in Tedesco, e Mamma ha incontrato per le scale il manga del parco con l'orso cucito sul sedere. Ha sostenuto in silenzio un giovane americano quando la sua ragazza di turno gli ha annunciato la gravidanza, ha ricevuto panzerotti e mangiarini turchi dalla ricercatrice che cucinava ogni sera per il suo professore, ha scambiato dolci italiani con bacchette giapponesi, ha imprecato ogni mattina contro il prete delle campane, ha fatto cene con amici a base di pizze surgelate e pasta al sugo.
E ha percorso quel lunghissimo corridoio buio così tante volte da averci lasciato il solco.
Un solco felice!

Ora Mamma è tornata a casa, ha le serrande e il bidè, i fornelli a gas e non ci sono campane nelle vicinanze.
Ma quel posto speciale le rimarrà per sempre amico.

lunedì 6 maggio 2013

Quel piccolo sassolino

"Ahia! Cotta mamma, cotta!"
"D'accordo Macco, se scotta abbasso il phon".
Click.
"Senti amore, dopo la nonna vi vuole vedere sul computer. Ti va?"
"Chi? La nonna? L'amore mio?"
"Si tesoro! Ma la nonna è l'amore tuo? Non era la mamma?"
"SI CHE E' L'AMORE MIO, NON SEI SOLO TU, UFFA CAPITO?" e batte il piede per terra, strillando mezzo nudo mentre Mamma gli asciuga i capelli dopo il bagno.
Tutta schizzata d'acqua e col mal di schiena.
Sfinita dopo dieci notti insonni e con le occhiaie da drogata.
Con la tatta infiammata dalle sue manine sempre lì.
Ma non è solo lei, l'amore suo, capito?

Non sei gelosa... Non sei gelosa... Non sei gelosa... Non se... Click.
"Ahia! Cotta mamma, cottaaa!"

Ops! 
Mamma non è vendicativa... non è vendicativa... non è vendicativa...

giovedì 2 maggio 2013

Fb e bilanci

Mamma ha ufficialmente deciso che Facebook nuoce alla sua salute mentale.
Vede foto degli amici più remoti, legge battute ed eventi divertenti, ricorda momenti lontanissimi che facevano parte di una vita che ormai sembrava dimenticata.
E dopo averne gioito, la malinconia l'attanaglia e passa il tempo successivo a fare bilanci.
Ma chissà perchè, da tali bilanci, lei esce quasi sempre a testa bassa.

Là fuori c'è un mondo di persone che le sono state vicine e care, e che ora viaggiano su binari così lontani da sembrare impossibile che si siano mai sfiorate.
Là fuori ci sono donne che sono riuscite a realizzare quello in cui lei ha mancato, che le sembrano il ritratto della grinta e della piena realizzazione di sè.
Là ci sono compagne d'infanzia che sono diventate donne dove lei avrebbe voluto, come lei ha sempre sognato e come mai potrà più essere.
Là fuori la vita va avanti a sua insaputa, senza aspettarla, senza chiederle il permesso, mentre lei s'incanta a guardare il passare del tempo dal colore cangiante delle foglie.

La vita di Mamma è fatta a fasi, e ad ogni fase è associata una città diversa.
Ha rifiutato la noia come una delle nemiche più acerrime, ma averla combattuta da sempre ha lasciato alcune ferite, allontanandola ogni volta dai suoi affetti.
Oggi si può dire abbastanza soddisfatta della sua vita e di quello che ha. Ma a volte, in certe serate silenziose, il rimpianto di quello che avrebbe potuto essere, se solo non fosse mai partita, decenni or sono, o se solo si fosse fermata, le fa venire il respiro corto, sospiri profondi e le lacrime agli occhi.

Ma per fortuna, domani ha il dentista.