Mamma sta tornando a casa.
Ha fatto il suo viaggio da sola, ha accompagnato la nonna all’ultima
dimora e sta tornando a casa.
E’ stata lontana una notte, e per la prima volta nella sua
vita ha lasciato i bambini.
Col senno di poi non è stato drammatico, né per loro né per lei.
Forse solo Brontolo non avrà la stessa versione dei fatti: ha dovuto affrontare per la prima volta il rito della nanna, la vestizione
mattutina e pure l’accompagnamento all’asilo… sant’uomo.
Mamma è partita salutando dal treno due bimbi piccini,
straziata, chiedendosi come si possa resistere senza di loro.
Ha passato una notte a svegliarsi al pensiero di doverli
coprire, di doverli curare da svariati malanni e riaddormentandosi appena
ricordava di essere lontana.
Si è svegliata come di consueto senza nemmeno godere della
sua unica possibilità di dormire, e ha telefonato ai suoi piccoli.
“Tonia!” l’ha festosamente salutata Macco.
“Amore, non sono nonna Tonia. Sono mamma”
“Tonia come tai? Guadda miei topolini. Ecco, senti mio Teddy
nuovo?"
“Sento Teddy, ma non sono la nonna! Come stai tesoro? Hai
già fatto colazione?”
“No. Pelò maggiato biccotto, Tonia”
“Ma amore, non sono la nonna, ancora non mi hai riconosciuta?”
“Cosa?”
“Non hai capito chi sono?”
“Cosa?”
“Sono la mamma!”
“Mamma! (gioia) Mamma… (lamento), dove sei?”
“Sono qui nel telefono amore” - “Ma dove sei?”
“Dalla nonna Tina.” - “Acch’io vojo venile”
“No tesoro, la nonna sta tanto male e i bambini non possono
venire”
“Acch’io sto tanto male… male olecchio mamma… buaaaa! Vitto?
Veni?”
“…”
“Plonto Tonia? Belli miei topini Tonia, velo?”
Gli uomini imparano a far leva sul nostro patologico
istinto da crocerossine molto prima di quanto potremmo immaginare.
Siamo proprio delle prevedibili fessacchiotte!
P.S.
E' stato bello sentirvi così vicine e amiche.
Grazie per il vostro sostegno e i vostri messaggi, pubblici e privati, grazie ancora.
P.S.
E' stato bello sentirvi così vicine e amiche.
Grazie per il vostro sostegno e i vostri messaggi, pubblici e privati, grazie ancora.
Facciamo che questa volta sei partita per una cosa brutta brutta brutta, ed è andata così.
RispondiEliminaMa visto che al tuo ritorno li hai trovati tutti e tre vivi e vegeti, adesso devi a te stessa una partenza da sola per qualcosa di bello bello bello.
Così si pareggiano i conti!
Silvia, mi sembra più che giusto!
EliminaBella idea.
A parte che Marco da quando sono tornata non ha più smesso di piangere... sicuramente è la sua reazione alla lontananza, ma ti viene una voglia di ripartire subito di nuovo! ;)
Per fortuna che ci sono i nostri bimbi a strapparci un sorriso anche in periodi neri più del nero! ^_^
RispondiEliminaTi abbraccio
Ah, si, e le coccole che ci fanno...
EliminaNe sanno una più del diavolo!
RispondiElimina:))
EliminaCara, i tuoi bambini (per quanto furbetti come faine) sono il tuo radioso futuro. Ti auguro di riacquistare la serenità quanto prima. Ti stringo forte
RispondiEliminaGrazie Ros, ti sento vicina!
Eliminafurbo come faine è proprio il ritratto di Marco, sai? ahah!
Un abbraccio
RispondiEliminaGrazie Velma!
Eliminameno male che ci sono loro a renderci un dolore così grande un po' più sopportabile....loro con quelle vocine da cartone animato e che, anche attraverso il filo del telefono ci inondano di amore! in questi momenti possiamo solo stringerli forte. ti abbraccio virtualmente anche io!
RispondiEliminaLoro sono il ritratto della vita che continua in ogni caso!
EliminaGrazie, un bacio
In questi giorni arrivo tardi in tutto, mi dispiace Rachele per questo momento così triste. Ti abbraccio e ti auguro una serata quanto possibile serena con i tuoi bambini.
RispondiEliminaGrazie Marzia!
Eliminae buona serata anche voi..
Credo che in questi momenti noi mamme siamo più che mai consapevoli di quanto abbiamo bisogno dei nostri figli, molto più di quanto loro hanno bisogno di noi! Un abbraccio cara!
RispondiEliminaAnche io arrivo tardi... Mi dispiace, ti offro un abbraccio e una carezza, che sono nulla in confronto a quelli dei tuoi figli. Coraggio!
RispondiElimina