Ore 20 in casa brambilla.
Il duenne Macco ha una crisi di astinenza da tatta, e Mamma gliela dà vinta volentieri, dato il fastidioso gonfiore dopo 24 ore dall'ultima poppatina.
Lui la prende per mano e la guida verso il lettone anziché nella sua cameretta, l'aiuta a sistemare i cuscini sulla testiera del letto, spegne la luce e si mette "còngodo" (comodo) seduto in braccio a lei.
Dopo un paio di minuti fa capolino Dede: "Posso? Eh mamma, posso venire anch'io a dormire con voi?"
E trotterella felice sul letto al segnale di assenso. Una debole luce filtra dalla tapparella quasi del tutto abbassata.
Macco abbandona la tatta, i tre si sdraiano divertiti sotto-coperta e fanno finta di dormire.
Russano che è una meraviglia!
Poi Mamma inizia il gioco della caverna e tutti si nascondono sotto le coperte, al buio, ridendo ognuno a modo suo: urlando AHAHAH -Dede-, col vocione e strillini acuti- Macco- e proprio di gusto -Mamma.
I piccoli si abbracciano (si abbracciano!), ridono, baciano appassionatamente la loro dea-madre, si annusano i capelli appena lavati e i giochi vanno avanti una mezz'ora senza nemmeno un intoppo.
Una Mamma incredula si è goduta ogni istante di questi irripetibili momenti.
E' stata l'esperienza più vicina alla pura felicità che Mamma abbia mai provato nella vita intera.
C’è un’ape che si posa
RispondiEliminasu un bocciolo di rosa:
lo succhia e se ne va…
Tutto sommato, la felicità
è una piccola cosa.