"Kate riprende a lavorare dopo 52 giorni di maternità". Così dicono i giornali.
Brava, lei.
Perchè Mamma non è stata molto brava.
Mamma, la prima volta, è rimasta a casa per 8 mesi prima di riprendere a lavorare, prima di tornare in un ufficio dove il suo lavoro non c'era più e passare il successivo anno a riempire utilissime tabelle.
E la seconda volta non è nemmeno più tornata, al lavoro.
Oggi Mamma si limita a fare la spesa, produrre pane e yogurt, fare bucati, pulire la casa, preparare da mangiare, risolvere qualche imprevisto e poco altro, tipo crescere i bambini (perchè "educarli" sarebbe una parola grossa!).
Kate invece è più brava. Dopo 52 soli giorni metterà il bebè nel carrozzino, lo coprirà bene e andrà al mercato con la neve alta a vendere vestiti dalle 7 di mattina. Ah no, scusate, quella era la ragazza della bancarella di fronte al Caffè Centrale, lo scorso inverno.
Kate tornerà al suo, di lavoro: presenzierà ad una festa di gala e dovrà mettersi in ghingheri per l'occasione, sfoderare un sorriso a 48 denti e salutare a destra e a manca nonostante abbia dormito pochino la notte precedente.
E chissà se lascerà il bebè alla nonna per l'intera giornata e correrà a timbrare il cartellino piangendo per i sensi di colpa, o se dovrà assumere una tata che le costerà l'intero stipendio più un'aggiunta dal marito, finchè non potrà mandarlo finalmente al nido...
P.S.
Mamma ha già confessato qui, di parlare spinta da una vocina interiore che la fa tingere di verde.
Ma questa volta la Royal Mamy non c'entra, perchè chi ha parlato di lavoro non è stata quella fortunella di Kate, che non ha colpe per essere dove si trova.
Questa volta la vocina la fa tingere di rosso, ma non per timidezza.
Perchè ci sono donne che per lavoro accettano di vedere i figli solo qualche ora la sera, perdendosi i loro momenti più importanti.
Ci sono donne che subiscono umiliazioni e pressioni dai colleghi, ma non mollano perchè hanno una vera necessità di quel lavoro.
E ci sono donne che il lavoro non ce l'hanno, e sono disposte a cercarlo anche a spese dei propri sogni, della propria dignità, della propria salute.
Kate le fa sognare tutte, queste donne, ma per favore, non parliamo di lavoro.
Perchè cari giornalisti, il mestiere della principessa può essere "difficile, carico di responsabilità, con orari lunghi, anche notturni e festivi, ma è sempre meglio che lavorare" (*)
(* cit. di L. Barzini, parlando del mestiere di giornalista)
d'accordo su tutta la linea!
RispondiEliminaPerò un titolo così attira più lettori! Lettori ignoranti, questo sì ma quel 'giornalista' deve mantenersi e se ne frega delle donne che si fanno in 4 tra casa, figli, marito e lavoro
RispondiEliminaSi, hai ragione, però è davvero fuori luogo...
EliminaE' uno sporco "lavoro" ma qualcuno deve pur farlo.....povera Kate!! :D
RispondiEliminaNoi non "lavoriamo", ci limitiamo solo a fare duemila cose (spesso contemporaneamente!!).
Ma i nostri sorrisi sono sempre sinceri.....
Ma gliel'avevo pur detto che mi offrivo volontaria, io... :)
EliminaEcchecavolo!!
RispondiEliminaahah! :)
Eliminati stimo!anna
RispondiElimina:)))))))
EliminaGrandissima !!!! Ps:cara principessa Rachele, cii vediamo alla festa di gala da me organizzata al castello di famiglia. Un saluto da sua graziosità la principessa sul pisello;-))
RispondiEliminaGrazie sua graziosità. ora lo segnamo fra le nostre giornate lavorative ;)
EliminaDavvero un lavoro usurante il suo...vuoi mettere la fatica di dover sempre apparire perfetta? Almeno io dopo una notte insonne sono libera di sfoggiare le mie occhiaie;-))
RispondiEliminaGiusto, siamo molto fortunate, noi e le nostre occhiaie!
EliminaMi ricorderò di Kate lunedì prossimo, quando per l'ennesima volta ricomincerò a lavorare e a far quadrare il tetris familiare. Poi sono pure fortunata che il lavoro a cui tornare ancora c'è ma davvero a me è bastata una settimana senza lavar piatti e rassettare casa per sentirmi una principessa, quindi no, direi che occorre più parsimonia nell'usare la parola lavoro.
RispondiEliminaInfatti, quando sarai beata e tranquilla alla tua scrivania, penserai a quella poverina che dovrà decidere cosa mettersi così tanto poco tempo dopo la nascita del rampollo..
EliminaQuanto hai ragione!!!!
RispondiElimina...da brava mamma precaria, che per concedersi il LUSSO di un figlio ha perso il posto (precarissimo) di lavoro, non posso che condividere. I love your blog. Ti seguo ;)
RispondiEliminaGrazie, benvenuta!
Eliminaun bacio a te e al tuo piccolo