Diversi anni fa, quando Mamma era un’altra persona e aveva
un’altra vita, con un altro fidanzato e un altro futuro davanti, prese il
brevetto per immersioni subacquee.
Fu un solo anno, ma fece diverse immersioni, in gruppo o in
coppia, e l’emozione che provava era ogni volta indescrivibile.
Quello che più amava di tutta la faticosa attività (perché trasportare
bombole di oltre 20 kg sulle spalle quando sei imbracato come un lonzino non è
cosa da poco, soprattutto quando fuori ci sono 40 gradi e sei in Sicilia), quello che più amava era
il momento in cui toccava il fondale
marino con i piedi, in silenzio, con il suo solo respiro che riempiva lo spazio
circostante. Si guardava attorno, poi guardava in alto e vedeva la superficie,
muro compatto sfaccettato di mille riverberi.
Allora si spingeva lievemente con il piede, dava un leggerissimo
colpo di pinne e si levava dal suolo verso l’alto: iniziava a volare verso quei
riverberi luminosi, e la sensazione era unica. Era la realizzazione del suo
antichissimo sogno di volare, e le riempiva i sensi di soddisfazione.
Non ho più provato qualcosa di simile fino a ieri, in
piscina.
Macco urlava da ore incessantemente, e visto Brontolo
vagabondare nei paraggi avanti e indietro, assorto nei suoi dubbi meccano-fisici,
glielo ha piazzato in braccio ed è sparita prima che lui potesse rimbalzarglielo indietro.
Una volta a mollo ha immerso le orecchie sotto il pelo dell’acqua
e si è sdraiata a galleggiare sul dorso, con gli occhi chiusi.
Immaginate una Pimpa antropomorfa con una maglietta addosso anti-eritema
e gli occhiali scuri anti-congiuntivite in una piscinetta, e avrete la sua fotografia.
Il silenzio del liquido le ha ovattato l’udito, e pian piano il mondo e
Macco sono spariti fra lo sciabordio delle braccia che si muovevano
accarezzando l’acqua. Un leggera spinta con i piedi sul bordo, e la sensazione
di volare è tornata a farle l’occhiolino.
Avanti… indietro… le nuvole e le rondini sopra di lei. Il
silenzio del nulla.
Ancora avanti… indietro… Mamma si sentiva appagata e felice,
fortunata e viva.
E poi sbonk! Troppo presa dall’estasi del volo, ha
dimenticato le misure e la sua testa è stata bruscamente frenata dal muro,
schiacciando ogni vertebra contro la successiva a mò di fisarmonica, giù giù fino
all’osso sacro.
(Anche Mamma deve aver chiamato in causa qualcosa di sacro in
quel momento, ma nessuno oltre lei l’ha sentito e quindi non vale)
Una volta con i piedi per terra Macco è tornato a riempire l’etere;
le rondini devono aver continuato i loro voli, ma a Mamma non è più dato saperlo...
Ah, ho capito a che ti riferisci!
RispondiEliminaCapitato anche a me!
Però, anche tu, come vuoi tornare a casa?
Cieca e pure zoppa?
'Na calmata, no?
Anche tu sei una "subba"?
EliminaBè, dai, fare su e giù in piscina era di per sè una cosa tranquilla... è che poi ci metto del mio!
Io son qui che annego nel mare della malinconia post-vacanziera e tu mi parli di estasi marine? Naaaa
RispondiEliminaEstasi piscine prego, ahahah!
EliminaDirei un brusco ritorno alla realtà :-)
RispondiEliminaE dici bene! più brusco di così...
Eliminaanche io ho voglia di mare, di piscina, di qualsiasi cosa acquosa nel quale immergermi... *__*
RispondiEliminaPerchè non vai in piscina? ti farebbe benissimo ad alleggerire quel popò di pancia che immagino tu abbia!
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