mercoledì 28 ottobre 2015

Il portamonete

"Cavoli ho perso il portamonete! Caspita si, l'ho proprio perso al parco… O forse me l'ha preso qualcuno dalla borsa? No dai, qui sono onesti, deve essermi caduto…"
Mamma ragiona a voce alta mentre fruga nella borsa, poi fa un rapido conto della cifra che conteneva. Non era alta, ma la cosa più grave è la conchiglia regalata da Dede: "Oddio ho perso anche quella! Mi ero immaginata di conservarla per sempre!" piagnucola fra sè.

Quando i figli le chiedono di comprare loro un giochino, confessa l'accaduto:
"Dede... lo sai che ho perso il portamonete rosso con i cagnolini?"
"Quello con i coniglietti che ti abbiamo regalato noi?"
A Mamma brilla una lacrima pensando al suo portamonete con i coniglietti (non erano cagnolini, ma resta comunque un orrore), uscito dritto dritto da un uovo di Pasqua e finito fra le sue mani
 ("Dede tu lo vuoi questo coso qui?" 
"No Macco, fa schifo è da femmina" 
"Allora buttiamolo via, anzi no, regaliamolo alla mamma")

Più tardi, a casa: "Macco, lo sai che ho perso il portamonete rosso con i coniglietti?"
"E quindi non hai più i soldini mamma?"
"No tesoro, ho perso anche quelli."
In un attimo sparisce, poi torna con una scatoletta di plastica che contiene tutti i suoi averi.
"Prendi mamma, prendi tutti quelli che vuoi, te li do io!" le dice con gli occhioni sgranati su di lei, e col sorriso di chi ti incoraggia a fidarti le porge tutti i suoi spiccioli.

Una minuscola conchiglia, una scatola di plastica, un elegantissimo portamonete rosso dell'uovo di Pasqua.
Alcune volte sa nascondersi in situazioni davvero bizzarre, il vero Amore...

lunedì 12 ottobre 2015

La collana

"Ma che ti sei messa? Mica uscirai così?" fa Brontolo col tono da funerale che precede ogni uscita di famiglia.
"E' una collana che mi ha fatto Dede" risponde lei finendo di prepararsi.
"Ma che cos'è quella roba, castagne?"
"Si… ha raccolto le castagne, le ha bucate tutte e le ha infilate per la mia collana. E' stato dolce!"
"Ma mica uscirai così spero?" conclude lui lasciando la stanza.

I brambillen escono, e una volta arrivati al ristorante Mamma si toglie il cappotto.
"Ma cos'è quest… Oh! La mia collana! MAMMA! L'hai messa!"

Impossibile descrivere un volto che si accende come se al suo interno ci fosse una lampadina.
Occhi che brillano come se vi bruciasse un fuoco.
Impossibile descrivere tanta gioia: va solo immaginata.

Peccato che crescendo perdano tutto il romanticismo…

martedì 6 ottobre 2015

Una fragola

"Ma guarda, una fragola in settembre! Chissà se riesce a maturare con questo freddo…" pensa fra sè Mamma appena tornata in Germania dopo le vacanze, scrutando con attenzione tutte le piante del suo terrazzino.
Passano le settimane e la fragola è ancora lì, e cresce lentamente sotto lo sguardo benevolo di Mamma.

"Diventerà dolce? E' il sole a farla maturare o il calore? Forse è meglio se la mangio io, potrebbe essere troppo aspra per i bambini…"

"Ma guarda che bel colore che sta prendendo! Allora è il sole che la fa maturare! Dai, si, fra qualche giorno la assaggio in fondo loro si sono mangiati tutte le altre quest'estate, almeno una potrò assaggiarla!"

Mamma cova la sua fragola da oltre tre settimane, ed è finalmente arrivato il momento: è rossa e lucida, con la pelle ben tesa e invoglia proprio ad un assaggio: "Domani la raccolgo" pensa senza alcun rimorso, visto che ormai le spetta di diritto.

La sera stessa un grido: "MAMMA! CORRI UNA COSA IMPORTANTISSIMA! VIENI SUBITO E' TROPPO URGENTE! VIENI A VEDERE CHE RRRROBA!"
Macco punta la fragola con gli occhi sbarrati per l'eccitazione e le chiede il permesso di raccoglierla.
"Ma guarda che bello Macco! Non l'avevo proprio notata!" risponde lei con un sorriso falso come Giuda.

E ora lasciatela piangere.




sabato 3 ottobre 2015

3 ottobre 1990

"Ho detto che me ne vado! Non ne posso più di questa vita e ormai ho 17 anni, non ho bisogno del vostro permesso!"
Tom alza la voce quel tanto da far capire ai genitori che è inutile discutere della questione. Ha intenzione di scappare da casa, con quell'esasperazione che un adolescente riesce a stento a reprimere.
Il padre posa il bicchiere opaco sul tavolo e china la testa. Poi lo guarda con fermezza: "E sia. Se hai deciso di andartene, ti accompagno io al confine"
I due salgono in macchina in silenzio, e l'uomo guida per due ore nel buio fitto di una notte senza luci. Forse si parlano, forse non c'è bisogno di parole.
Quando manca poco ad arrivare, Tom cede: "D'accordo papà. Torna indietro. Torno con te"

Quasi 30 anni dopo Tom racconta questo episodio con gli occhi lucidi, poi smette di parlare.
"Vedi quella torre?" riprende poi "Da lì trasmettevano un programma radio che ascoltavamo di nascosto, era Una voce libera. Avevamo una radiolina che per fortuna non ha smesso di funzionare, sai non era facile conservare le cose funzionanti, non esistevano pezzi di ricambio. Ci arrivava un segnale radio solo da lì, e io passavo le ore a sognare il mondo al di fuori, ascoltandoli"
La macchina attraversa la Germania da Ovest verso Est, diretta a Dresda, e Tom racconta a Brontolo la storia della sua vita, prima.

"Ho passato 18 anni senza muovermi dalla mia città e nessuno di noi è mai uscito. Mia madre una volta è andata al matrimonio di sua sorella, fuori, e ha dovuto consegnare i passaporti di tutti noi. Se non fosse tornata entro 7 giorni ci avrebbero arrestato."

"Quei pochi che avevano la televisione erano controllati a vista dai militari, e se notavano che spostavi la parabola verso occidente venivi arrestato. Con 400mila militari in giro per le strade, ogni giorno, non era possibile farla franca."

"Giocare a calcio? Ma scherzi! Giocare non era proprio possibile! Non potevamo uscire, si andava solo a scuola e poi subito a casa. Quando avevo 8 anni hanno preteso che firmassi un impegno a servire il partito, una volta cresciuto, ma io mi sono rifiutato. Da allora la mia vita è stata impossibile ed ero bersaglio di vessazioni continue da parte del maestro. Ma non ho mai ceduto, ero un reazionario fin da allora!"

"Le case dopo tanti anni di isolamento cominciavano a cadere a pezzi. Avevamo amici a cui si erano rotti i vetri delle finestre e sono rimasti decenni con i cartoni sopra, per ripararsi dal freddo. Perchè il riscaldamento, ovviamente, non funzionava mica sempre…"

"La pizza? Ma figurati! Non sapevamo neppure che esistesse, la pizza! In realtà facevamo la fame, anche se la mia famiglia era di quelle fortunate… Anche l'inglese era proibito, ne era vietato l'insegnamento ed eravamo costretti ad imparare il russo."

"Il confine… bastava avvicinarsi per venire falciato dalle mitragliatrici. Erano automatiche, non c'era nemmeno bisogno che qualcuno ti puntasse: se superavi una certa soglia scattava il fuoco. Ne ho vista di gente morire, gente che ha provato a scappare per la disperazione e non è riuscita a muovere più di pochi passi… Ma no, non ce l'ho con i Russi. Che colpa ne avevano loro? E' che odio il comunismo, e tutte le ideologie e gli estremismi"

Mamma ascolta come quando ascoltava sua nonna parlare della guerra, ma questa volta le cose sono diverse: Tom non è un vecchio reduce, ha solo la sua età ed è nato in una prigione di cui poco sappiamo in Italia: la DDR.

Oggi si festeggia l'unificazione tedesca, seguita alla caduta del muro dell'autunno precedente.
Tom festeggia con ogni fibra del suo essere, Tom che si commuove a ricordare quel giorno del 1989 e poi ride pensando al suo primo viaggio fuori dal confine:
"Appena caduto il muro siamo partiti per vedere il paese più vicino. Volevamo essere lì per le 9 di mattina, e ci siamo messi in macchina alle 3.30. Ovviamente alle 4 eravamo arrivati, ma per noi l'idea di andare in Occidente era così pazzesca che credevamo di dover attraversare il mondo intero! A quel punto siamo arrivati fino a Monaco, che sognavamo di vedere da sempre. Il nostro sogno si era finalmente realizzato…"


E allora tanti auguri, Tom: felice unificazione!


giovedì 1 ottobre 2015

Chi è più matto?

"Mamma lo sai che oggi Elias è arrivato tardi a scuola?"
"Uh, bè, e perchè mai?" chiede lei decisamente poco intrigata dall'argomento.
"Perchè guardava la televisione!"
"Ah, e la maestra cosa gli ha detto?" risponde Mamma già più incuriosita.
"Si è molto arrabbiata, gli ha detto Ma sei matto a guarda la televisione di mattina? Ha ragione, vero mamma? Non si guarda la tv di mattina vero mamma?"

"E' vero Dede, è matto a guardarla la mattina! è proprio matto" gli fa eco il fratello.
"Si, però secondo me è più matta la sua mamma. E' lei che gli deve dire di no, vero mamma? Lui è solo un bambino, ma chi deve dare il permesso per fare le cose è la mamma. Quindi la matta è lei che glielo fa fare!" Dede commenta convinto, mentre Mamma annuisce e sorride alla sua considerazione.

"Si, è matta anche la sua mamma. E anche il suo papà" fa eco Macco alla ricerca di consensi.
"No: suo padre non c'è mai, lui non c'entra"
"E allora chissà come hanno fatto a fare figli..." conclude Macco meditabondo, mentre il discorso si esaurisce nel silenzio.

Tanta saggezza in appena 12 anni di vite!