giovedì 25 dicembre 2014

Gli auguri dei piccoli filosofi

"Buon Natale bambini!" ha detto Mamma ai piccoli di casa, dopo l'apertura dei regali. "Ma cosa si festeggia oggi, lo sapete?"


Marco, 4 anni: Il Natale! Ma perchè non c'è la neve? Non mi piace il Natale senza neve...

Alessandro, 4 anni: Io lo so! che è nato Gessù bambino

Federico, 6 anni: Maddai, non è possibile, e quante volte è nato questo Gesù? Si festeggia la vigilia di Natale! E anche Babbo Natale.

Fabio, 7 anni: Pasqua? Babbo Natale? Gesù?


E da Villa Delirio Mamma augura una buona vigilia, una buona Pasqua e un felice Natale senza neve a tutti voi!

domenica 21 dicembre 2014

Colazione

Le candele accese, una per ogni settimana di avvento, bruciacchiano la punta degli aghi di pino che le circondano, in un bel centrotavola natalizio.
Quell'odore un po' di resina un po' di fumo accompagna ogni pasto da tre settimane a questa parte.
Le luci sono spente ed è ancora troppo presto perché il sole possa illuminare bene la stanza, ammesso che riesca a farsi largo fra le nubi gonfie.
L'orologio in cucina ticchetta regolare, mentre qualcuno bussa alle finestre: c'è tanto vento da piegare gli alberi, e fa gonfiare le tende che si agitano al rallentatore fuori dalle finestre della casa di fronte.

Lui la guarda con quell'aria irresistibile e le dice che lei è il suo amore.
Il miele luccica appiccicato alle sue guance fresche di infanzia e gli occhi gli brillano in quella penombra rossastra.
Mamma sorride e sospira, ferma in una bolla di felicità.

mercoledì 17 dicembre 2014

Feste "particolari"

Lei ha tante piccole lentiggini sul viso quanta energia in corpo.
E' una ragazza tosta, di quelle che vedi una sola volta e ti dici "questa si che è tosta", perché ne ha viste tante ma ne ha superate egregiamente altrettante. Una che guarda avanti e non si spaventa, non si piega, non si scansa, ma procede sicura e senza rallentare.
Mamma era nel suo ristorante a chiacchierare in una fredda mattina di dicembre, quando un signore sorridente è entrato a prenotare una "festa del lutto".
"Sai cos'è?" le ha chiesto lei non appena il cliente è uscito, e dopo le spiegazioni, a Mamma si è aperto un mondo nuovo.

Perché quando muore qualcuno, qui è usanza organizzare una festa subito dopo la sepoltura. Una vera e propria festa con panini, caffè e torta finale.
Una festa con invitati, foto ricordo, candele e risate fra le lacrime.
C'è chi proietta filmini, chi appende poster giganti e mette su la musica, e sarebbe una grave scortesia e una mancanza inaccettabile il non organizzarla.

E così Mamma ci ha pensato su, e ha pensato che forse un po' le piace.
Perché una festa può essere un ricordo dolce, è calore che può sciogliere il gelo ed è tristezza che si può condividere. E' un po' come essere ancora tutti insieme, per l'ultima volta, in una pausa di quiete nel grande dolore.
E infine una chicca: si possono commissionare statuette di plexiglas con il profilo dell'amato stampato col laser all'interno.
… E' o non è una vera sciccheria?

giovedì 11 dicembre 2014

Non portarmi nel bosco di sera…

Tornava verso casa nel buio della notte ma erano solo le 17.30.
Quando fra gli alberi, nel fitto del bosco, Mamma vede delle luci.
"Bambini! Ci sono i signori che tagliano gli alberi! Andiamo a vedere?"
Un coro di si e lei fa inversione elettrizzata, poi si infila in una stradina sterrata che sprofonda nel buio e parcheggia subito prima che diventi troppo stretta.
A qualche decina di metri da loro, nel bosco, un enorme macchinario solleva tronchi di alberi abbattuti e li sistema in fila sul terreno.
Mamma scende dall'auto e trascina per mano due pupetti intimoriti, camminando nel fango verso il cuore della foresta. Uno di loro brandisce la spada dei corsari come arma di difesa dai cinghiali.
Il mostro meccanico solleva dal suo rimorchio tronchi giganteschi come fossero fuscelli, e li posa a terra con la stessa grazia con cui un violinista manovra il suo archetto.
E' arte anche quella, pensa Mamma ammirando la maestria dell'operaio invisibile, con le scarpe sprofondate fra le foglie zuppe.
Poi il mostro parte verso di loro, i bambini scappano terrorizzati, Mamma indietreggia ridendo e quello curva infilandosi in un sentiero che si perde in un'altra direzione.
Due ciclisti silenziosi si immergono anche loro nel bosco e spariscono, lasciando intravedere due lucine rosse nel nero più nero.
"Mamma per forza è buio: questa è la Foresta Nera e DEVE essere nera!" precisa Dede mentre lei ammira ad alta voce il fascino magnetico di un bosco di notte.

Quando torna alla macchina, canticchia felice. Sente il sangue che ribolle e la sua natura da strega che la richiama a gran voce verso quel luogo selvaggio, che la chiama, la chiama, la chiama…

lunedì 8 dicembre 2014

Tanto freddo

"Mamma ho freddo!"
"Non è possibile che tu abbia freddo Dede, siamo appena scesi dalla macchina"
"Ma io ho freddo lo stesso"
"Forse perché vieni da dentro l'auto, e faceva caldo"
"Voglio andare a casa" piagnucola lui.
Dieci passi dopo:
"Ma mamma! io ho freddo"

Ha la calzamaglia, i pantaloni termici, gli stivali imbottiti per la neve, la canottiera, la maglietta col collo alto, la maglia termica e il maglione di lana, giacca a vento, guanti, sciarpa e berretto.
"Ma Dede! Mi vuoi dire dove senti tutto questo freddo?"
"Nella faccia mamma"

In effetti il bambino ha ragione: la prossima volta questa madre snaturata dovrà regalargli un passamontagna integrale con respiratore annesso. Ad aria riscaldata s'intende.


P.S.
No, i brambillen non sono partiti per la Lapponia: si sono semplicemente vestiti per andare a vedere i mercatini di Natale...

giovedì 4 dicembre 2014

Bulli si diventa

"Con questi compagni di classe mi diverto sai mamma? Non fanno come Jan e Lennard che l'anno scorso mi davano gli spintoni e ridevano"
"Cosa? E quando facevano questa cosa quei due?"
"Eh, all'asilo mamma, lo facevano tante volte"
"E tu non me l'hai mai detto? Perchè non me lo hai mai raccontato?"
"Eh, forse tu non me lo avevi chiesto…"
"Come no, ti chiedo tutti i giorni com'è andata e se è successo qualcosa di bello o di brutto! Ma dimmi un po' di quei bambini... Ti buttavano proprio per terra?"
"Si mamma, mi buttavano per terra e poi ridevano"

Mamma rode e ribolle.
"La prossima volta raccontamelo così ci pensiamo insieme a cosa gli devi fare, ai bambini che ti trattano così ok?"
"Perché, cosa gli dovevo fare mamma?"
Lei immagina i bambini esanimi per terra e Dede con un piede appoggiato sulle loro pance, mani ai fianchi, a posare per una foto ricordo.
"Ehm… adesso non ci pensare. Se ricapita me lo dici e poi valutiamo insieme, ok?"

Mamma ha preso tempo per cercare qualcuno, qualsiasi persona, purché riesca a vedere la cosa in modo razionale e pacifico e non le compili una lista di "100 modi + 1 per eliminare il nemico"
Perché a quella, ci ha già pensato da sola.

mercoledì 3 dicembre 2014

Il fascino dei numeri

Un mercoledi-pizza come tanti, il buon Dede si esibisce come al solito. Hanno iniziato a fare le addizioni a scuola, e questo influenza ogni sua affermazione.

"Guardate! Siamo quattro maschi e una femmina!"
"Guardate! Siamo quattro grandi e un bambino!"
"Guardate! Siamo due giovani e tre vecchi!"

Silenzio: i commensali sollevano gli occhi dal piatto e aspettano che si riveli ciò che per loro non è poi così ovvio.
"Ma certo! Voi tre siete vecchi, no? Io e la mamma invece siamo gli unici giovani…" e la stringe a sé  sospirando d'amore, mentre i suo occhi si schiudono a forma di cuore.

Svelato l'arcano, quei maschi grandi e vecchi tornano a parlare di camini come se niente fosse.
Lei invece ancora gongola: questa scuola sta iniziando a dare risultati davvero eccellenti!

mercoledì 26 novembre 2014

Tutto da sola!

Di fronte all'appartamento dei brambillen parcheggia un'auto bianca con una scritta sopra: Pflegedienst. Un cuore rosa stilizzato è il logo che accompagna la dicitura, insieme ad una frase d'effetto
"La scelta migliore della tua vita"

"Uhm…" ha detto fra sé Mamma proprio ieri pomeriggio, leggendo quel termine sconosciuto per l'ennesima volta e accarezzandosi il mento come i grandi pensatori.
"Brontolo mi ha detto una volta che il tedesco è molto logico, e che si possono costruire parole a piacere componendole con altre parole in un'unica più lunga. Allora vediamo… Pflegen si trova sulla lavatrice, è il lavaggio dei capi delicati. Pflegen si trova anche sulle creme per il viso, quelle per le pelli delicate. Quindi Pflegen significa delicato! Logico, no?"
Mamma ha sorriso del suo acume.
"Dienst invece è il lavoro, e questo è facile perché lo so"

Un lavoro delicato!
Chissà che cosa può significare… Certo non è termine immediato, un po' come televisione che in tedesco si dice Fernsehen, cioè "guardare lontano": non è che uno possa capire subito che cosa significa, no?
Allora Mamma ha ragionato, perché lei non si arrende.
Per prima cosa si è immaginata qualcuno che di lavoro stura le tubature intasate. Insomma, un water intoppato è una cosa più che delicata, ha pensato, deve essere questo.
Poi ha continuato a ragionare, perché a lei piace far andare il cervello.
"Forse quelli delle tubature intasate si presentano con un camioncino, non con una macchina bianca. Il lavoro delicato deve essere un altro. Uh! Oh! Ci sono! Oddio ho capito!"

Mamma non stava in sé della gioia, certa di aver scoperto il significato del termine. Ed è per questo che ora vuole condividere la sua scoperta con voi.
Il lavoro misterioso? Non può essere altro che un investigatore segreto.
Un investigatore segreto!
Che altro, senò?
Esiste qualcosa di più "delicato" che cercare gli amanti delle persone?

Dai, su, ammettiamolo: Mamma è troppo avanti, e quando una ne sa, ne sa… in fondo lo sapevamo già che è una donnina in gamba, no?


P.S.
E ora per favore almeno voi non fate i guastafeste, e non cercate sul traduttore…

giovedì 20 novembre 2014

A sei anni

A sei anni ti tirano giù i pantaloni e ridono di te.
A sei anni non ti ascoltano -non ti sentono nemmeno!- e non ti ubbidiscono più.
A sei anni vogliono ancora le coccole ma se le prendono con forza, urtandoti ovunque con quel corpicino di ossa spigolose.
Fanno ricatti continui e dispetti ripetuti, e ogni giorno ti sembra di ripartire dallo stesso punto del giorno prima.
A sei anni ridono sguaiatamente di nulla e fanno i pagliacci, riscuotendo lo stesso successo di quei mosconi che pungono d'estate e non si allontanano mai.
Raccontano barzellette appena inventate per quattro, otto, dieci volte di fila, e naturalmente non fanno ridere nemmeno la prima volta.
Dimenticano la buona educazione, e ti sembra di avere di nuovo un poppante con cui ricominciare da capo.
A sei anni non sai più se sono loro ad essere così, o se sono soltanto i sei anni.
E allora speri che arrivino presto i sette, perché così davvero basta, per carità!

E dopo sei anni di infinita pazienza dici d'accordo, in fondo ne ho due, posso pure strozzarlo che va bene lo stesso…

lunedì 17 novembre 2014

Se l'ha fatto lui...

"Mamma! Quasi dimenticavo! Uh! Una cosa importantissima!"
"Dede che succede?"
"Guarda cosa abbiamo fatto oggi a scuola! Guarda, l'ho fatto io!"
E tira fuori dalla cartella un grosso barattolo di vetro.
"Che cosa hai fatto tu amore?"
"Questa cosa qui dentro, guarda l'ho fatta proprio io!"
Mamma apre il barattolo e ne annusa il contenuto "Bello!" gli dice, "e cosa dobbiamo farci?"
"La maestra ha detto che se volevamo portarlo a casa potevamo, e io l'ho portato"
"Hai fatto bene, sono contenta" risponde lei poco convinta.
"Gli altri bambini non l'hanno preso, ma io si! lo sai che si mangia? l'abbiamo messo sui brezeln e li abbiamo mangiati. Senti, sa di panna!"
"Si tesoro, ma non è panna... E' burro sai? Si fa con la panna se la sbatti fortissimo"
"Burro!? E cos'è il burro mamma?"

Quando i tuoi principi alimentari si scontrano con la realtà che ti circonda, non sai se sentirti una rarissima mosca bianca o una pericolosa estremista a piede libero…

mercoledì 12 novembre 2014

E' buonissimo

"Mamma, ti offendi se ti dico che questo latte fa schifo?"
"Perchè Macco? Non ti piace? Ma l'ho fatto come quello della nonna che ti piaceva tanto..."
"No, tu dimmi se ti offendi prima"
"Non mi offendo tesoro, però mi dispiace"
"Allora è buonissimo mamma!"

Mamma scoppia a ridere mentre il piccolo trangugia latte (d'avena) e caffè (d'orzo).
"Dai tesoro, dimmi la verità, non ti piace? non ci rimango male, stavo scherzando"
"No mamma, la verità è quella"
"Cioè? Fa schifo?"
"E' buonissimo stai tranquilla. Proprio buonissimo, si"

Quando anche un complimento fa male all'autostima…

domenica 9 novembre 2014

L'ecografia

"Mamma che cos'è questa?"
Dede sventola con la mano un'ecografia trovata in un cassetto.
"Oh… E' la foto di un bambino che mamma aveva in pancia"
"Chi mamma? ero io o Macco?"
"In realtà nessuno dei due… era un bimbo che non è nato, vi ricordate che ve lo avevo spiegato che a volte può succedere, vero?"
"Si mamma, mi ricordo" fa uno.
"Si, e come si chiama?" continua l'altro.
"Macco, tesoro, era un piccolo ovulo piccino così e non aveva ancora un nome…"
"E dov'è adesso? Ancora in pancia?"
"No amore, non è più in pancia perché…"
"Ma non è possibile mamma, DEVE essere in pancia!"
"E perché Macco?"

"Perché guarda com'è grossa questa pancia mamma! Deve per forza esserci un bambino, non puoi mica essere così cicciona, eh!"

Maschi, tatto e sensibilità.

mercoledì 5 novembre 2014

Mamma sto male…

La scuola è stata chiusa per una settimana in occasione dei Santi, e i brambillen sono tornati in patria per una vacanza di lavoro matto e disperatissimo che le ha provocato ben due torcicollo.
Dopo diversi giorni di giochi, invece, per i brambillini è finalmente arrivata l'ora del rientro a scuola.

"Mamma, non posso andare all'asilo oggi, mi sento male"
"Macco, andiamo su, fai colazione" risponde lei conoscendo il suo pollo.
"Non posso mangiare, ho mal di pancia"
"Ok, non mangiare se non vuoi, ma vestiti" continua inflessibile.
"Non posso, devo proprio vomitare"
Mamma scruta con attenzione quell'espressione da attore moribondo e decide di non cedere.

Ma dopo appena mezz'ora dall'averlo accompagnato:
"Pronto? Frau brambillen? qui è la maestra di Macco. Il bambino ha appena vomitato e piange, dice che vuole la mamma…"
Mamma torna subito sui suoi passi ed entra mortificata all'asilo.
Si sta scusando con la maestra quando lui la vede e cerca di trattenere un sorriso che proprio non vuole saperne di restare confinato nel viso.
"Mamma, come mai sei già qui? Cosa ho fatto per farti tornare?"
Mamma gli spiega il motivo ridendo e lo aiuta a vestirsi, mentre lui saltella e grida di gioia senza ritegno, davanti alla maestra perplessa.

Per la strada ride e corre avanti e indietro per la felicità.
"Ho detto che volevo la mamma ma non mi capivano… Poi ho detto che avevo mal di pancia e poi ho pure pianto! Quindi è stato il vomito a farti tornare?"
"Amore, ma stavi davvero così male?" chiede lei sentendosi in colpa.
"Per niente mamma, lo dicevo solo per farti tornar… Anzi no… stavo proprio male mamma. Che bello che sei arrivata così presto, sono proprio felice! Prendiamo un gelato adesso?"

Mamma ha già paura di come proseguirà questo nuovo anno scolastico.
Ora che ha capito il metodo, non lo fermerà più nessuno…

P.S.
"Allora, chi aveva ragione stamattina? Dì un po'? Eh?
Mamma, allora? Rispondi! Chi aveva ragione? Hai visto?"

lunedì 3 novembre 2014

Deviazione

Un pugno di case dal tetto aguzzo e scuro.
Un campanile che svetta come di guardia al silenzio del lago.
Un battello con le bandierine e le sedie di ferro scrostato.
Una coppia che fa dondolare il bambino passeggiando sul lungo lago.
Un vecchio curvo sul bastone.
Una casa di legno con le persiane gialle, e una bianca con le persiane rosa e i gerani rossi.
Un lago profondo e plumbeo di cui si distingue anche il fondale.

A volte è bello abbandonare l’autostrada per scoprire paesi addormentati sul lago di Lucerna.


domenica 26 ottobre 2014

Bimbi e motori

"Mamma, cos'è questa macchina con i quattro cerchi?"
"E' un'Audi amore"
"E questa con il cavallo?"
"Non è un cavallo, è un leone… si chiama Peugeot, il cavallo è tutt'altra cosa!"
"Ah, vero, è la Ferrari. E questa con la stella?"
"Una Mercedes"
"E la W?"

Mamma ha dato sfoggio con i bambini della sua cultura automobilistica, e non credeva di essere così brava. Di solito si è sempre limitata a descrivere una macchina dal colore, e se proprio servivano particolari aggiuntivi sapeva dire se c'erano o meno i seggiolini per bambini.
Mentre gongolava, dunque, meditando sulla sua bravura, arriva questa domanda:

"E questa mamma? Questa con la faccia felice?"
"Una faccia felice? Dove? Non l'ho vista!"
"Si mamma, un cerchio che è la faccia con dentro la bocca che ride felice"
"Forse intendi una Toyota Macco? O una Mazda? Vedi, come quelle laggiù"
"No, no, quello è un fulmine mica una faccia felice!"
"O forse era un adesivo?"
"Ma no! niente adesivo, era proprio lo stemma della faccia felice"

Ora Mamma invoca la cultura e la fantasia di chi legge per aiutarla, perché ha scoperto di non essere poi così brava.
Ma se proprio vi serve un piccolo indizio, ebbene: la macchina era rossa!

mercoledì 22 ottobre 2014

Io torno da solo

E poi stranamente un giorno si fa tardi.
Tu sei sul terrazzo a guardare la strada alla ricerca di quella figurina colorata che arriva saltellando, ma la strada è ancora vuota.
L'orologio è pazzescamente avanti, e non riesci più a rimanere ferma ad aspettare.
"Brontolo, Dede non è ancora arrivato" scrivi, e inizi a contorcere le mani sullo stomaco senza staccare gli occhi dalla strada deserta.
"Brontolo, sto mettendo le scarpe, scendo a cercarlo" dici, e tiri la porta dietro di te senza nemmeno prendere la giacca.
"Brontolo, mi sento male. Per strada Dede non c'è!" ansimi correndo, e senti che lui dall'altra parte del telefono risponde tranquillo, e quasi ti dà fastidio ma lo sai che ha ragione.
Perché di sicuro non è successo nulla, lo sai che in trecento metri di strada, che poi strada non è ma prevalentemente prato, non può essersi perduto, sai che nessuno può averlo adescato perché non è tipo da dar retta agli sconosciuti... Sai tutto.
Ma quando ti scatta il panico c'è poco da ragionare, ed è inutile che ti sforzi di capire, uomo, solo una donna può comprendere!

Quando entri a scuola è già passata mezz'ora dalla campanella, la sua classe è già chiusa e buia e la sua giacca e la cartella non ci sono più.
"Oddio muoio" pensi guardandoti in giro, e poi un nanerottolo sprofondato sotto uno zainone dei cartoni animati ti tocca il sedere e dice sorridendo "Perché sei qui dentro mamma?"

Mamma cade in ginocchio davanti a lui e lo abbraccia senza riuscire a dire una parola, senza riuscire a smettere di tremare.
"Ho avuto così tanta paura" dice alla direttrice sopraggiunta a controllare, cercando di evitare la scena di pianto alla de Filippi.
Poi esce con Dede in braccio, gli dice che è quasi morta di paura e lui si mette a piangere.
Quanto pagherebbe per potersi defilippizzare e singhiozzare insieme a lui, avvinghiati come due koala!
"Ma dove eri finito?" chiede finalmente mentre tornano a casa.
"Eh… ero distratto e non mi sono accorto che dovevo uscire"
"Dede! Ma non hai sentito la campanella?"
"Si, ma poi non mi sono ricordato di uscire"
"E cosa facevi?"
"Eh… ero seduto e pensavo"
"Pensavi? A cosa pensavi amore?"
"Ai fatti miei"
Mamma ride "E posso sapere quali sono questi fatti a cui pensavi così intensamente?"
"Si mamma, mi stavo immaginando una nuova puntata di un cartone animato!"

Chissà se anche alla mamma di Walt Disney sono venuti tutti questi capelli bianchi...

lunedì 20 ottobre 2014

Il leone

"Lo sai mamma che vorrei essere un leone io?"
"Bello! E come mai?"
"Perchè così posso mangiarti, mamma"
"Ah, però! E perché vorresti mangiare la mamma?"
"Non solo te mamma, poi mangerei anche papà"
"Ecco, a posto allora…"
"E poi io e Dede potremmo giocare sempre con l'ipad, e non solo di sabato come ci fai fare tu"
"Ma i leoni non giocano con l'ipad tesoro…"
"No, ma dopo avervi mangiati tornavo Macco"
"E allora se tornavi Macco ti portavano in prigione tesoro" ribatte logica lei.
"E perché?"
"Perché non si può mangiare la mamma e il papà, è vietato lo sai?" conclude con un pizzico di soddisfazione.
"Ma se hai sempre detto che tanto i bambini non li portano in prigione?!"

40enne battuta da 4enne su tutta la linea.

giovedì 16 ottobre 2014

Pizza e cultura

A tavola, Mamma è al ristorante con gli amici del mercoledì e Dede le sta appollaiato accanto.
I grandi parlano di giocatori di scacchi.
"Mamma! Ma perché quel bambino gli ha dato un gatto bianco e invece lui voleva un gatto nero? Eh mamma?"

Si parla di mentalismo e illusionismo.
"Mamma! Ti ricordi che gli Angry Birds hanno trasformato un angry giallo in un maiale? Eh? lo sapevi?"

Si parla di tasse e contributi.
"Mamma, lo sai che la mucca ha quattro stomachi? Eh?"

E poi silenzio per un attimo, mentre tutti masticano la propria pizza.
Una vocina squillante: "Mamma! Ma perché i papà ne devono mettere tantissimi di permatozoni?"

Il boccone le va di traverso, il colorito si fa rubino ma ci prova lo stesso a rimediare il salvabile: "Ma che dici amore? non capisco proprio di cosa parli..." Poi sottovoce, nell'orecchio del bambino"Ne parliamo dopo Dede, ok?"
"Ma mamma! Va bene ma dimmi solo come si chiamano i semini del papà? Non mi ricordo bene, e perché ne deve mettere tantissimi? Eh mamma?"

Qualcuno diventa paonazzo, qualcuno ridacchia, gli altri non hanno ancora colto.
Le spiegazioni di educazione sessuale del mese scorso hanno sortito un simpatico effetto a scoppio ritardato.
Mamma sprofonda nella vergogna e rinuncerà alla pizza del mercoledì a tempo indefinito.


domenica 12 ottobre 2014

Castagne!

"Che facciamo questo fine settimana Rachele?"
"Andiamo a raccogliere le castagne! Lo dico da giorni, non ti ricordavi?"
"Ah... Che ne dici di un bel giro in bici invece?" prova a chiedere Brontolo come da copione.
"Non ci sono castagneti raggiungibili in bici, dobbiamo per forza andare in macchina"
"Ho un'idea: perché non invitiamo qualcuno a mangiare qui?"
"Perché voglio andare a raccogliere le castagne! E adesso non propormi le pulizie di casa…" risponde lei con sguardo minaccioso.

Appena scoperto l'indirizzo del bosco delle meraviglie, Mamma ha infilato le scarpe ai bambini, spruzzato a destra e a manca spray anti-zecche ed è salita in macchina. A ruota seguiva un Brontolo ancora non troppo convinto.
40 km dopo Mamma spalancava gli occhi, la bocca e la busta, e iniziava a raccogliere il lucidissimo frutto dei suoi sogni con l'entusiasmo di un bambino in una cioccolateria: era almeno dai tempi dell'università che desiderava andare in un castagneto!

Là dove inizia la "Via del Vino", filari di vigne a perdita d'occhio si sdraiano sulle colline illuminate dal sole tiepido dell'autunno. L'aria profuma di erba e di montagna, e i cavalli brucano tranquillamente nei loro recinti di legno. Poco più sopra inizia un bosco fitto di altissimi castagni, e continui tonfi sordi segnalano che nuovi frutti sono pronti poco più in là. E che forse era bene portarsi un caschetto...
Mamma e Dede raccoglievano di buona lena mentre Macco dava lezioni di obbedienza all'amichetto dueenne che li aveva accompagnati, e Brontolo manifestava i primi sintomi di cedimento dopo soli venti minuti.
Dopo tre ore di pura ed immensa gioia Mamma tornava a casa con la busta carica e il cuore pieno di felicità.

Bilancio di una ricca raccolta: castagne arrosto, castagne bollite e per la prima volta nella sua vita, il famoso dolce "monte bianco".
I pollici di Mamma, feriti da chili di bucce infilate sotto le unghie, ora implorano pietà!

martedì 7 ottobre 2014

All'Oktoberfest

Venerdi è stata festa nazionale in Germania: si festeggiava la riunificazione di Est e Ovest.
Mamma non ha capito bene per quale motivo, ma tutti erano in costume tipico: gli uomini con pantaloni marroni al ginocchio e le tipiche bretelle a forma di H, con camicia rigorosamente a scacchi. Le donne con corpetti bianchi che mettono in mostra le abbondanti grazie tedesche, e vestitini corti colorati col grembiule davanti.
La cosa le è piaciuta così tanto che quasi quasi per il prossimo anno se ne procurerà uno anche per lei e i suoi ometti. Gli ometti piccoli, perché Brontolo in pantaloncini e bretelle sarebbe uno spettacolo che solo al pensiero le viene già da ridere.

"Una nuova giornata in casa non posso sopportarla. Partiamo, qualsiasi posto andrà bene" ha esordito Mamma quella mattina.
"E se facessimo un giro in bici?" ha provato a proporre il pigro marito.
"Ma no… io voglio partire!" ha ripetuto lei con il muso minaccioso di chi non ammette repliche.
"Uhm… e se pulissimo la casa?"
"Tu sei completamente matto! Andiamo a Stoccarda invece, non l'ho mai vista"
Mamma pensava di aver stroncato le obiezioni con la sua secca decisione, ma Brontolo è tornato all'attacco.
"Ma non è niente di che, l'ho vista una volta…" ha mugugnato.
Ma lei aveva un jolly grosso come una casa: "Si, immagino... Però c'è la Voksfest, la festa delle birra: è la seconda al mondo dopo l'Oktoberfest di Monaco! Ora decidi tu... "
Brontolo si è convinto in un istante, e nonostante le previsioni di code chilometriche si è messo in viaggio senza rimostranze alla volta di Stoccarda, la capitale del loro Stato Federale.

I quattro hanno gironzolato per il centro città gioendo dei musicisti sparsi per il viale alberato e dei giochi per bambini disseminati ovunque.
Mamma ha goduto di una città vivace e piena di gente, di caffè con i tavolini all'aperto, di negozi dalle vetrine scintillanti e palazzi di vetro in stile modernissimo, così diversa dalla sua città assopita.
Brontolo ha goduto dei costumi tipici delle tedesche, strizzate dentro i corpetti immacolati, e i bambini non hanno goduto di nulla, lamentandosi e piagnucolando dal primo istante all'ultimo.

Nel pomeriggio, alla Volksfest, il Paese della Cuccagna: un luna park che definire enorme sarebbe limitativo, con giochi pazzeschi che arrivavano a sfiorare il cielo e Mamma che aveva i brividi soltanto a guardarli. Luci colorate, musica altissima, zucchero filato, würstel e palloncini… e gigantesche case di legno con centinaia di giovani in abiti tipici che cantavano e ballavano in allegria, completamente ubriachi.
Ma anche da ubriachi, i Tedeschi, sanno essere ordinati e composti, chiedono "scusa" e "per favore", e i brambillen hanno passeggiato tranquillamente in quella fiumana di gente in festa comprando lecca-lecca e würstel lunghi quanto un braccio. Dopo diverse ore di bighellonaggio, i quattro erano riversi al suolo dalla stanchezza e avevano visitato appena metà della fiera.
Una volta in macchina, finalmente Brontolo ha aperto bocca: "Quando arriviamo a casa, però, vado a prendermi una birra in birreria"
Solo in quel momento Mamma ha realizzato che il suo stoico marito non aveva bevuto nemmeno un goccino di quel biondo nettare che scorreva a fiumi.
(Roba da matti)

Da ora in poi Mamma non si stupirà più di nulla…

domenica 5 ottobre 2014

Mal di pancia

"Ho mal di pancia… hai visto che il latte mi fa male?"

Disse il bambino dopo aver inzuppato nel suo caffè d'orzo (macchiato)
2 prinzen al cioccolato,
4 cucchiai di succo d'agave,
8 maddleinette,
16 digestive
e 32 bucaneve...

mercoledì 1 ottobre 2014

La pizza del mercoledi

Il mercoledi è la giornata della pizza.
E' da quasi un anno ormai che ogni mercoledì Mamma, Brontolo e alcuni amici italiani vanno a pranzo "Da Bruno", e passano un paio d'ore di relax che rendono piacevole la settimana.
Lei scandisce il suo tempo in base alla pizza del mercoledì, stabilisce il menù in base a quello e dal lunedì mattina inizia a contare i giorni che la separano dal lieto evento.

Mercoledi mattina, dunque, davanti alla porta di casa.
"Dede, infila le scarpe che sei in ritardo!"
"Uffa mamma non mi va!"
"Eddai che la scuola dura poco. Alle 12.30 sei già fuori"
"Uffa… Ma che giorno è oggi?"
"E' mercoledì amore! Il giorno della pizza!" risponde lei con un sorriso radioso che le illumina il viso.
"Ah"
"Come ah? andiamo a mangiare la pizza oggi, non sei contento?"
"E' che… vedi mamma, non è che a me la pizza sembri tutta questa gran cosa…"

Mamma richiede urgentemente esame del DNA.
Devono averle infilato in pancia il figlio sbagliato...

mercoledì 24 settembre 2014

Il primo vero giorno

"Sono tornato in anticipo, non potevo perdermi l'uscita da scuola del primo vero giorno di Dede!"

Brontolo era agitato già dalla sera prima per l'inizio scolastico del primogenito, e voleva mettere la sveglia all'alba per essere sicuro di non tardare all'evento.
Ma Mamma ha decenni di esperienza in corse all'ultimo minuto, così è riuscita a spuntare l'orario perfetto per arrivare davanti al portone della scuola esattamente con due minuti di anticipo.
"Troppo tardi, così vado in ansia", ha ansimato l'omone con la cartella di Madagascar sulle spalle, mentre Dede si guardava in giro distratto, alla ricerca di lumache.
Le lezioni dei bambini di prima iniziano alle 8.30, e solo a quell'ora apre il portone: che senso ha arrivare in anticipo? Finiscono alle 12.20, e due maestre stanno all'ingresso a controllare che l'uscita proceda regolarmente.
Decine di bambini vanno e vengono da soli sui loro monopattini, con zainoni e buste gonfie che li fanno sembrare ancora più piccoli.

Alle 12.15 dunque erano li, Mamma e Brontolo, ad aspettare l'uscita del primo vero giorno di Dede.
Macchina fotografica per immortalare il momento, ma alle 12.30 ancora di Dede non c'è traccia.
Erano le 12.38 quando Mamma ha iniziato a manifestare i primi sintomi di panico e cedimento, alleviati un poco dal fatto che non era solo Dede a mancare, ma tutta la sua classe.
E dopo svariate congetture su rapimenti di massa e smarrimenti fra i boschi, i bambini escono semplicemente dalla palestra.
"Dai, sembra sereno!" ha detto Brontolo notando il sorriso del figlio non appena li ha scorti sul piazzale.
"Mamma! Pensavo non saresti più venuta a prendermi!" ha esclamato lui sospirando di gioia (serenissimo!).
"Ma ora andate via per favore. Devo tornare a casa da solo."

I due se ne sono andati soli, seguendo a debita distanza quel bambino minuscolo che tornava verso casa cercando grilli fra l'erba.
Quasi quasi l'indipendenza non è poi così male…


domenica 21 settembre 2014

A scuola!

Per le strade te lo ricordano anche i cartelli: "Rallenta! Ricomincia la scuola!", e ad ogni ora della giornata vedi bambini sui marciapiedi sprofondati dentro enormi zaini colorati.
Bambini da soli, ovviamente, perché a scuola non si va accompagnati.
Gli unici a non avere ancora iniziato la scuola erano i primini, che hanno avuto una settimana di ferie in più.

E' già da un mese che a casa brambillen giace una grande busta per Dede, con le comunicazioni sul materiale da comprare e il programma esatto del primo incontro stampato su fogli colorati, oltre ad una spilla arancione che indica la sua classe: la 1 B.
In soldoni, il foglio giallo diceva:
"Venerdi l'appuntamento è alle 15 in palestra per festeggiare insieme. 
In seguito i bambini saranno riconosciuti dalle maestre grazie all'apposita spilla che dovranno indossare, e andranno ciascuno nella propria classe per conoscersi. 
I genitori rimarranno in cortile ad aspettarli fino al rituale lancio dei palloncini"

Alle 15 in punto i brambillen erano lì, con l'enorme cono di cartone comprato l'ultimo giorno in cartoleria, accolti dalla direttrice con un sorriso incoraggiante.
Non immaginiate le vostre palestre delle vostre scuole, per favore, perché fareste fatica sprecata: immaginate quattro delle vostre palestre messe insieme, nuove e lucide, luminose e pulite, circondate di vetrate colorate e gradinate perfettamente in ordine.
Immaginate le gradinate gremite di genitori con coni di cartone dalle dimensioni spropositate, e bambini con i capelli a spazzola pieni di gel e camicette e cravattini educatamente seduti ai loro posti.
Immaginate 60 alunni di seconda elementare vestiti da animaletti, seduti in uno scenario di tessuti e cartone degno di uno spettacolo teatrale in vera regola.
E immaginate i bambinetti che inscenano uno spettacolo in onore dei primini, recitando, ballando, cantando, con il loro pubblico in adorazione.

Mamma piangeva seduta sulle gradinate fra i genitori, Dede sbadigliava appoggiato addosso ad un enorme signore con la camicia a scacchi, Brontolo era perso chissaddove fra la folla e Macco dormiva a bocca aperta fra le gambe di Mamma.
Poi ogni bambino di seconda è andato a prenderne uno di prima per farlo ballare, mentre Dede continuava a sbadigliare addosso allo stesso signore, senza accennare ad alzarsi.
Quando finalmente è stato trascinato nella mischia, un solo gruppo di bambini non riusciva proprio a ballare, rallentato da un compagno riottoso e distratto, ma Mamma non vi dirà mai quale fosse il gruppetto nè chi fosse l'imbranatissimo bambino.
Consegnato da Mamma fra le mani della maestra, Dede è poi sparito dietro al suo zaino verso l'interno della scuola, fra decide di bambini saltellanti ed emozionati.

E siamo qui.
(E' andato, e tu non sei con lui!)
"Mamma, non voglio andare senza di te!", diceva, e mentre tu lo spingevi incoraggiandolo pensavi che non è giusto, vorrei esserti accanto anche io in questo momento!
Siamo qui ad aspettare che torni, con il cono di cartone in mano che sembra quello di un terremotato in confronto alle creazioni spettacolari degli altri. Tutto riempito di cioccolatini e palline di carta, e colori nuovi e vermi acidi gommosi che gli piacciono tanto. (Che cosa poi ci abbiano messo gli altri Mamma lo ignora, ma prima o poi se lo farà raccontare e per Macco sarà più preparata)
Siamo in cortile con il suo palloncino con il nome e l'indirizzo, che se qualcuno lo troverà glielo spedirà indietro un giorno, forse, mentre la direttrice racconta della scuola, delle ferie, e invita i genitori a non accompagnare i figli se non per i primi tre giorni, perché è importante che imparino presto a fare da soli.
Dopo il suo ritorno un mare di foto, un paio di bretzeln, il regalo di una vicina di casa, il lancio dei palloncini, l'apertura del cono, la cena al ristorante, e finalmente... la nanna.

"Allora? ti è piaciuta questa festa amore? Sei stato contento dei festeggiamenti?"
"Mamma, in verità mi sono annoiato parecchio, non ho capito niente di quello che dicevano e ho anche dovuto sprecare un palloncino molto bello per farlo volare via..."
Silenzio della madre; lui si affretta ad aggiungere "Però mi è piaciuto il ristorante mamma, e anche i cioccolatini!"

E meno male, cuore di mamma sua!



venerdì 19 settembre 2014

Schule beginnt!

Cartella… presa.
Occorrente per la scuola… presente tutto.
Cono di carta tradizionale… comprato e riempito di cioccolata e schifezze varie.

"Dede, come ti vuoi vestire per il tuo primo giorno di scuola?"
"Non lo so mamma… dopo"
"Ma che cosa provi? Sei emozionato? Contento? Preoccupato?"
"Uhm, in realtà no"
"Ma sei almeno un po' curioso?"
"Ah, ecco si, sono curioso. E adesso lasciami finire il cartone per favore"

La scuola inizia fra 15 minuti.
Meno male, altrimenti tanto entusiasmo avrebbe potuto -chissà- fargli del male…


domenica 14 settembre 2014

Pensieri che sfuggono

"La la lalallala!" grida Brontolo col suo vocione, credendo di cantare.
La dote canora, ecco, è proprio qualcosa che gli manca da sempre.
"Papà, basta!" gli fa eco Dede da dietro al suo seggiolino in auto.
Brontolo si zittisce un istante, poi riprende più gracchiante di prima:
"La lalala lalla laaaaa!"
"Papà baaastaaa!" insiste Dede.
"LA LA LALALLA!" lo ignora la cornacchia, ispiratissimo.
"Papààààà! Smettila! Mi impedisci di pensareeee!"

Mamma l'adora doppiamente quella creatura, sia per il voler far cessare la terrificante tortura canora, sia per la sua nobile motivazione.
Chissà a cosa pensa, si chiede commossa da così tanto cervello in un unico bambino.

Brontolo tace un istante. Poi chiede "E a che cosa stavi pensando?"
"Alla canzone di Calimero! E se tu strilli così non mi vengono le parole!"

Insomma, che volete… ognuno ha i suoi nobili pensieri, no?

lunedì 1 settembre 2014

Il fiore

Scena: una festa di compleanno.
Personaggio principale: un animatore per bambini con i palloncini artistici.

Fabio: "Guarda zia! Mi sono fatto fare una pistola!"
Macco: "Guarda mamma! Io ho voluto una spada!"
Ale: "A me invece ha fatto il fucile!"
Desiree: "Anche io ho avuto un fucile!"
Dede: "Mamma guarda che bello il mio palloncino!"

"Dede… un fiore?"
"Si mamma, hai visto che bello?"
"Dede… ti sei fatto fare un fiore?"
"Si mamma, però l'avevo chiesto con i petali rossi e invece mi ha fatto le foglie rosse, non è molto giusto vero mamma?"
"Dede… un fiore?!?" ripete Mamma sorridendo a 54 denti, lievemente stridula, dopo essersi schiarita la voce.
"Si mamma… me lo sono fatto fare per te! Ti piace il mio regalo?"

Fiuffff!
A volte un figlio così romantico ti mette in testa strani pensieri...

lunedì 25 agosto 2014

Vacanze italiane

Le vacanze italiane sono agli sgoccioli, e a breve Mamma tornerà in terra crucca a tremare di freddo assieme a Brontolo, già imbacuccato in coperte e abiti pesanti.
Nel frattempo comunica che questa estate, causa maltempo, non ha mangiato che un unico frappè al pistacchio.
Ma lo sapete come si sente un espatriato in vacanza in Italia?

1) Quando programma di partire per le vacanze, Mamma non vede l'ora. "Torno a casa!", pensa con emozione, programmando "Farò questo, mangerò quello, andrò qui, starò là"
2) Quando è ora di partire, però, guarda la sua casa e pensa che in fondo in fondo un po' gli dispiace lasciarla.
3) Quando entra nell'autostrada italiana le è già venuto il nervoso per come guidano gli altri.
4) Ogni volta che sente parlare qualcuno in italiano attorno a lei, sobbalza e lo guarda con tanto d'occhi, rendendosi conto solo dopo che è perfettamente normale che qui si parli la sua lingua.
5) Quando vede un'auto con targa del suo nuovo Paese le viene la curiosità impellente di vedere chi la guida.
6) Non può fare a meno di mangiare mozzarelle e stracchino e sorridere beata, domandandosi come mai quel bendiddio non venga per legge esportato in tutto il mondo.
7) Si attira il fastidio di amici e parenti con confronti e paragoni dai quali la malconcia situazione italiana esce spesso incerottata e pesta.
8) Si guarda intorno e si domanda se abbia fatto bene ad andarsene. Quando realizza che purtroppo nulla è cambiato, prende atto che tornare a vivere in Italia sarebbe impensabile e comincia a organizzare il suo rientro all'estero.
9) "Torno a casa!", pensa con fermento, programmando "Farò questo, mangerò quello, andrò qui, starò là"
10) Quando è ora di partire, però, guarda la sua terra e pensa che in fondo in fondo un po' le dispiace lasciarla...


domenica 17 agosto 2014

La vera casa

Domanda da piccolo expat di prima mattina, sul letto:
"Mamma, ma qual è la tua vera casa?"
"Dede che bella domanda… in effetti è un po' difficile rispondere"
"Quella dei nonni?" chiede ancora.
"No, quella era la mia casa da bambina. Adesso la mia vera casa è dove abitiamo noi quattro: Germania, Milano, quelle sono le nostre vere case. E per te? Qual è la tua casa?"
"Mamma mi manca tanto abitare in Germania, e anche la mia casa di Milano con tutti i giochi!"
"E per te Macco? La tua vera casa?"
"Uh uh"
"Cosa amore?"
"Uh uh" continua muovendo la manina.
Poi chiarisce:"Sei tu mammina"

(Piccole soddisfazioni da un ruffianetto in erba!)

venerdì 15 agosto 2014

Ferragosto

Il ferragosto lo chiamano "capodanno estivo", e come tale quest'anno non poteva essere da meno di quello invernale.
"Mamma! la mia macchina fotografica l'ha presa uno pterodattilo!"

"Mamma, mi gira tanto la testa, non riesco a tenerla su... devo appoggiarla, ti prego fammi poggiare la testa sul tuo pancione che è grosso e morbido come un cuscino…"

"Dede come stai? Sono papà" chiede Brontolo al capezzale di un figlio molto (ma molto) febbricitante.
"Papà?! Quale?"

In tutto questo delirio, Brontolo non ha ancora capito per cosa preoccuparsi di più...


giovedì 7 agosto 2014

Una donna distrutta

"Mamma perché mangi troppo? Perché hai questo pancione così ciccione?" chiede l'innocente mentre lei si infila il costume, facendole anche pat pat sulla pancia non proprio piatta.
"Mamma ma che fai? scherzi vero? Fai uno scherzo vero mamma? Eh? perché non rispondi mamma? piangi per finta vero? RIPPONDIMI DAI!"

Quando il buongiorno si vede dal mattino...

domenica 3 agosto 2014

Ben educato

La signora li guarda da un pezzo, mentre i brambillini mangiano la loro piadina affamati come lupacchiotti.
Alla fine della cena si alzano e se ne vanno dal locale, e la signora si gira a guardarli.
Mamma le sorride per salutare, e lei le dice convinta :"Complimenti per questi bambini! Sono davvero bravi e beneducati. Brava, non è da tutti educare dei figli così!"

Mamma la guarda con tanto d'occhi e ringrazia incredula, mentre Dede inizia a dire :" È perché..."
Lei lo spinge delicatamente dalla testa per accelerare l'allontanamento.
"Eh.... è perché..." continua lui mentre Mamma lo prende per mano e lo tira via, sorridendo alla signora con tutti i denti che può sfoderare.
Il bambino incespica nel ciottolato del centro storico ma lei non molla la presa, e con decisione lo allontana fino a distanza di sicurezza.

Quando sono abbastanza lontani, lo lascia finalmente parlare.
"Eh! È perché non ha sentito i miei rutti rumorosi mamma! E per forza non li ha sentiti, con tutto quel chiasso che c'era per la strada! Pensa, ne ho fatti ben quattro!"

Mamma sospira di rassegnazione mentre ripensa al suo immeritatissimo complimento e se ne va, ringraziando mentalmente tutto quel benedetto traffico...

giovedì 24 luglio 2014

Aggiornamenti per i più curiosi

In un giorno di pioggia fra tanti, Mamma è sgattaiolata via da Villa Delirio e ha trovato per qualche minuto una connessione a internet.
Perché quest'anno a Villa Delirio è un po' fuori dal mondo con il telefono isolato, senza internet e la televisione a singhiozzo. Mamma ha sentito un pochino la nostalgia del suo blog e del piacere delle chiacchiere in una cornetta, ma è riuscita egregiamente a sopravvivere alle privazioni tecnologiche, grazie al piacere delle chiacchiere dal vivo e gli enormi progressi con il suo tedesco, esercitato con una  teutonica venuta apposta per l'occasione.

Una Villa Delirio silenziosa e grigia, in un'estate che sa già di settembre, senza sudare e senza vespe da cui scappare non è una Villa Delirio che si rispetti.
E soprattutto una Villa Delirio senza delirio, non si può proprio concepire.
Mamma e i nonni campagnoli aspettano con ansia la prossima settimana, quando Sua Sorilla si unirà  con i cuginetti alla combriccola, e Brontolo scenderà dalla crucconia per le ferie.

A quel punto, non resterà altro che aspettare il sole.

domenica 6 luglio 2014

Qui non si scherza niente

Come ultima cosa prima della partenza per le vacanze, Mamma ha sbrigato con Brontolo una piccola commissione.
Aveva notato la macchina rigata settimane orsono, dopo la litigata con la signora che vive di sotto: magicamente l'indomani erano comparsi due graffi profondi e accaniti sul musetto della macchina, e a lungo si sono domandati come reagire allo sfregio.
"Le buchiamo la bicicletta?" aveva proposto lei alludendo all'unica sospettata plausibile.
"Le allentiamo i freni della bici col cacciavite?" aveva osato lui.
"Perché non le incendiate lo zerbino?" aveva suggerito il collega russo.

Dopo aver attentamente vagliato tutti gli aspetti delle opzioni a loro disposizione, alla fine hanno optato per la soluzione più legalmente accettabile: la denuncia contro ignoti.
E tanto per far sapere alla gentile signora che i brambillen non subiscono in silenzio, hanno appeso il verbale nella bacheca del palazzo.
Ma facciamo un passo indietro.

Vanno alla polizia dunque, Mamma e Brontolo, senza troppo pensarci su.
Si presentano alla sede di paese nel breve orario di apertura, e un poliziotto apre una porta di vetro spessa un palmo.
Solo in quel momento Mamma inizia a pensare che avrebbero dovuto preparasi per l'evento, e una sudarella fastidiosa le solletica la schiena.
E se qualcuno si domanda "preparati per cosa?", è perchè non ha mai visto un poliziotto vero.
Che per essere vero, per prima cosa deve essere tedesco, naturalmente.
Perché basta guardarlo e già inizi a sentirti lo stomaco sottosopra.
Perché i suoi capelli biondi a spazzola e la mascella squadrata non potrebbero che appartenere ad un poliziotto tedesco.
E perché sotto al suo gelido sguardo azzurro, impassibile e indecifrabile, inizi a far mente locale a tutte le infrazioni che potresti aver commesso solamente entrando in commissariato e dicendo buon giorno, e tremi.
Dopo una serie di STRAFANZAIGHE, FERSICHERUNG e sturmtruppen vari, capisci che qui non c'è niente da star tranquilli, e non vedi l'ora di poter correre in gabinetto.

Alla fine i brambillen sono usciti sani e salvi dall'incontro con la Polizei, e Mamma, uscendo, ha persino esagerato: lo ha salutato con un sorriso.
Il gendarme non ha battuto ciglio, con la mascella serrata e lo stemma Polizei tatuato in ogni zona degli abiti si è dileguato nel buio dell'ufficio, lasciandola sola con il suo sorriso ma molto sollevata.
Ora spera solo di non doverlo mai incontrare in altre occasioni... perché qui, con la Polizei, non si scherza niente!

mercoledì 2 luglio 2014

domenica 29 giugno 2014

Domani

Domani sarà l'ultimo giorno di asilo, e Mamma ha passato il fine settimana, compreso quello che ha ancora davanti, a preparare dolci per festeggiare Dede.
"Il 30 giugno festeggiamo Dede perché è il suo ultimo giorno" le ha annunciato tempo fa la maestra, "Che cosa desidera da mangiare? Chi lascia l'asilo per andare a scuola può scegliere il menù della giornata"
Dede aveva gridato entusiasta che voleva gli spaghetti, poi ricordando come li cucinano, ha optato per la pizza.

Domani dunque all'asilo si mangerà la pizza, Dede sarà l'ospite d'onore e faranno una cerimonia di addio di cui Mamma ignora praticamente ogni cosa.
Sa soltanto che porterà una torta ricoperta di Angry Birds di zucchero, e che dovrà portarla pure per il goloso fratello.
Sa che Dede si perderà la notte degli Shulanfänger, in cui i bambini dell'ultimo anno faranno un pigiama party e si fermeranno all'asilo fino alla mattina dopo, perché in settimana partiranno per le vacanze.
Sa anche che in Italia tornerà a stupirsi ogni volta che capirà i discorsi della gente che le passa accanto, e tutto sembrerà più facile.

Questo anno che sembrava così lontano e in salita, è passato anche lui.
Sembra incredibile, ma i brambillen non solo sono sopravvissuti alle difficoltà, ma sono stati anche tanto felici.
Hanno conosciuto persone speciali, imparato usanze sconosciute e arricchito le loro vite.
Il prossimo aggiornamento, da Villa Delirio.
E lì, ne vedremo delle belle...


mercoledì 25 giugno 2014

Improvvisamente

Ed improvvisamente realizzi che questa è l'ultima settimana d'asilo.
L'ultima settimana di asilo!
Per sempre, per tutta la vita, si chiude per Dede un'altra fase che è volata via come i miei soffioni nel vento…
Lui non capisce e sorride, divento grande, ti dice.

Ed improvvisamente ti senti triste: dov'è finito tutto quel tempo che è passato?
Vorresti solo tornare indietro e coccolarlo come in quei primi mesi, su quella poltrona dopo il latte, quando si addormentava su di te con la bocca spalancata.
Vorresti solo averlo con te per sempre, bloccare il tempo che fugge, tenerlo per mano stretto stretto e non lasciarlo mai.

E improvvisamente metti in dubbio tutta la tua esistenza come madre.
Perché siamo fatte così, ogni occasione per andare in crisi la cogliamo al volo.
"E' un bambino sereno? E' un bambino felice? Sarà pronto per la scuola?"

Ancora pochi giorni e tutto questo farà parte del suo passato; e con il suo, del tuo.

E improvvisamente ti viene solo da piangere...

domenica 22 giugno 2014

Presenze inquietanti

Mamma aveva questo basilico sul terrazzo, di cui avete letto qui.
E siccome Mamma, nonostante le chiacchiere, con le piante un pochino ci sa fare, il suddetto basilico è diventato bellissimo.
E siccome quando una è masochista, è masochista, dopo il basilico ha comprato pure del prezzemolo, e anche il prezzemolo è diventato grosso così.
Bene.
Il punto è che diversi animaletti devono aver trovato in quei cespugli il loro habitat ottimale, e si sono trasferiti in pompa magna fra le foglie che profumano d'estate.
"E adesso?" si è chiesta lei, trovando pulcette bianche e pulcioni verdi fra le foglie che doveva mettere nel sugo di carciofi.
"Mamma, ho un'idea! Perché non diamo da mangiare le nostre pulci alle coccinelle?"

Al di là dell'aver definito "nostri" degli orribili pulcioni, l'idea di Dede sembrava favolosa, e con l'occhio che brillava di sadismo le è venuta in mente quella ragazza che fa di mestiere la lanciatrice d'insetti.
Così un bel pomeriggio caldo e soleggiato, Dede ha prelevato due coccinelle dal suo asilo e le ha deposte delicatamente fra le pulci del prezzemolo.
Mamma si aspettava di vederle ingozzarsi di quelle orripilanti bestioline, ma le due ingrate si sono date alla macchia, e da allora se ne è persa ogni traccia.

Fino a ieri.
"Mamma! Guarda come siamo fortunati! Corri, vieni subito a vedere!" grida l'entomologo in erba dal balcone.
Mamma si precipita a controllare le sue erbette infestate: ci sono dei nuovi abitanti.
"Vedi? Sono larve di coccinelle mamma, vero?"
Mamma ricorda di aver visto quelle bestiole nel libro di insetti di Dede e le riconosce.
Le sue piante sono brulicanti di larvoni neri di coccinelle che stanno divorando a quattro ganasce tutte le pulci verdi e le pulcette bianche.
Ora si che sono veramente fortunati!

(E adesso lasciatela vomitare…)


Larve di coccinella (foto dal web).
Così ora le conoscete pure voi!

martedì 17 giugno 2014

Biologiche? Ma anche no...

Se non siete mai passati davanti ad un campo sterminato di fragole, non potete capire.
E dunque subentro io a raccontarvelo.
Erano in bicicletta in formazione completa, i brambillen, e si stavano avvicinando alle coltivazioni di fragole dietro casa loro.
Ettari ed ettari di cespuglietti tutti in fila, che spuntano da un letto di paglia ben distribuita.

"Chissà se ci sono ancora delle frag…" stava dicendo in quel momento Mamma, quando le parole le sono svanite di bocca.
Un profumo che sembrava di essere finiti in una pasticceria.
Anzi, in una fabbrica di sciroppo per granite.
Anzi, in un pentolone di big babol pieno zeppo.
Mamma strabuzza gli occhi e inizia a salivare.

"Scusate, sapete se si possono raccogliere e pagare da qualche parte?" ha iniziato a chiedere a destra e a manca alle persone che incontrava sul cammino, sentendosi rispondere da tutti che no, non è possibile pagarle, ma se anche ne raccogli un po' per i bambini non succede proprio niente, tanto più che stanno anche marcendo...
E così Mamma ha ceduto.
Hanno raccolto di frodo fragole mature e dolcissime, profumate e deliziose.
("Io mi rifiuto di rubare le fragole!"
"Va bene Brontolo, ma assaggia solo questa..."
"Cacchio… le prendi anche per me?")
Le hanno lavate con l'acqua delle borracce e le hanno spiluccate allegramente seduti su una panchina, strategicamente sistemata ai bordi del campo.
L'odore era talmente invitante che Mamma voleva trasferirsi lì per sempre, se non fosse che avevano finito l'acqua e non avrebbe saputo come lavare tutto quel bendiddio, e giammai mangiare senza lavarle, scherziamo?
(E pensare che da piccola non le sono mai piaciute)

"Ma sono biologiche?" chiedeva Dede mentre Mamma gliele infilava in bocca senza rispondere.
Perché sono decenni che Mamma non compra fragole se non biologiche, e da quando l'ha detto pure Vasco nella sua canzone "Sally", lei non ha mai sgarrato.
Ma poi ci sono le eccezioni.

E allora benvenute le eccezioni, che rendono la vita felice e la profumano di delizia!

mercoledì 11 giugno 2014

Mondiali in Germania

E' tutto pronto per i mondiali, e i Tedeschi fremono già da un pezzo.

Sono settimane che Brontolo li sfotte, e loro reagiscono punti sul vivo nelle maniere più disparate. Perché le ferite inflitte in passato dall'Italia li terrorizzano ancora.
Sono settimane che in ogni negozio vendono magliette di tre nazioni: Germania, Brasile ed Italia, con grande gioia di Mamma che appartiene ad una delle prescelte.
Settimane che vendono bandiere di un solo tipo, ma fin qui è comprensibile.
Quello che Mamma trova meno comprensibile solo le macchine che girano con le bandierine per auto fuori dai finestrini, con i poggiatesta neri-rossi-gialli e udite udite, anche i copri specchietti retrovisori con i colori della bandiera.
Settimane che in tutti i supermercati regalano bustine dei calciatori, che i brambillini snobbano sotto lo sconcerto di tutti gli astanti, domandandosi perché la faccia di quello che credono lo zio sia diventata così brutta.
Sempre più balconi sfoggiano bandiere di tutte le dimensioni, e in tanti hanno appeso il calendario degli incontri fuori dalla porta.

Anche il cruccasilo non è da meno, e oltre ai tabelloni delle partite hanno dipinto bandierine delle squadre dei mondiali, riempito i soffitti di bandiere tedesche, e creato collage grandi come una parete con le facce dei giocatori.
Ieri erano tutti in giardino con lo stereo al massimo, e le maestre cantavano inni e cori da tifosi incalliti mentre i bambini sguazzavano nell'acqua delle piscine gonfiabili.
"Siamo neri, siamo bianchi, siamo caldi per il titolo", cantava il cd mentre Mamma ridacchiava senza farsi notare.

Ora i brambillen non vedono l'ora che i giochi abbiano inizio, per vedere come funziona qui. Perché un mondiale fuori casa è una cosa curiosa, per chi è abituato agli stessi riti di sempre.
E perché alla fine ti ritrovi due squadre per cui tifare: "Mi faresti molto felice se mi prendessi la maglietta della Germania, così la metto al lavoro quando giocano loro" ha chiesto Brontolo; e Mamma l'ha fatto felice.
"Ora dovresti prendermi anche le bandierine per la macchina e i copri specchietti" si è allargato lui, e a lei è toccato intervenire con voce grossa per ridimensionare il crucco d'adozione.
Quando infine le ha proposto di appendere una bandiera tedesca al terrazzo, per solidarietà con la nazione che li ospita, Mamma ha comprato una divisa azzurra per Macco, per bilanciare le stravaganti pulsioni del maschio grande.

Perché tifare due squadre è bello!
Ma il cuore di ogni italiano, rimane comunque sempre Azzurro…

La porta di casa del mio vicino
(il nanetto in alto a destra ha la maglia tedesca
ed è inginocchiato ad esultare!)



domenica 8 giugno 2014

Una mamma come te

"Guarda mamma! C'è una mamma come te laggiù!"
Mamma cerca con lo sguardo fra le decine di persone che affollano il parco giochi in un giorno festivo.
"Dove Macco?" chiede senza dar troppo peso alla cosa.
"Lì mamma, è proprio come te!" Macco guarda e indica con entusiasmo, ma Mamma non nota nessuno in particolare.
"Una mamma proprio come me? Sarà bellissima, di sicuro!" ridacchia lei.
Oddio, quasi di sicuro.

"Macco, fammi un po' vedere questa mamma uguale a me che sono troppo curiosa adesso! Voglio proprio sapere come mi vedi amore, dimmi, dov'è?"
"Ma è là mamma, quella con le stelline"
"Una mamma con le stelline dove? non vedo le stelline io"
"Nei pantaloni, vedi? E' proprio laggiù" insiste lui frustrato, puntano dita, mani e braccia in avanti.

Mamma scruta, cerca, osserva, e l'ansia sale e comincia a domandarsi come sarà mai questa donna proprio uguale a lei; deve vederla, è importantissimo sapere come la vedono gli occhi del suo bambino, le farà capire tante cose… e se avesse i baffi e un bitorzolone sul naso? O se fosse grassissima? O una vecchia megera?
Oddio, e se invece fosse una vecchia megera brutta e grassona tutto insieme?

"Macco, io proprio non la vedo una mamma con le stelline sui pantaloni. Aiutami tu!"
"Vieni con me" dice lui prendendola per mano e trascinandola nella mischia.
Mamma affonda nella sabbia del parco giochi, lui punta la manina e indica ancora gridando soddisfatto "Visto? E' proprio uguale a te!"

Una ragazza con dei fouseaux blu a stelline bianche insegue il fratellino.
"E' quella?" chiede lei rimanendo a bocca spalancata.
"Si mamma, uguale a te!"
Avrà si e no undici anni.

"Allora? ho ragione mamma? Siete uguali?"
"Andiamo Macco, la mamma stasera ti fa mangiare il gelato ok? E vuoi anche le patate fritte amore? La cioccolata? Eh? cosa ti va tesoro, ne vuoi due di gelati?"

Perché è inutile: quando ci vuole, ci vuole.

domenica 1 giugno 2014

La gita allo zoo

Erano belli i tempi in cui in gita potevi semplicemente non mandarli, vero Mamma?
Perché te la ricordi bene la scelta dell'anno scorso, quando avevi tenuto a casa Dede schiacciata da tonnellate di perplessità sulla gita dell'asilo.
"Cari genitori, la settimana prossima andremo allo zoo. Mangeremo gli hot dog, voi portate l'acqua e la merenda e li verrete a prendere dopo le 14.30"
Fine.
Giubilo dei pupi, sgomento della madre.
Dopo tre notti insonni, con gli occhi sbarrati nel buio a immaginare scenari apocalittici, è finalmente arrivato il gran giorno.
"Bambini, state sempre vicino alle maestre, intesi?"
Troppo poco incisivo.
"Non vi allontanate mai dagli altri bambini e dalle maestre, d'accordo?"
Sarà sufficiente?
"E se vi perdete avete qui il numero di mamma, fatemi telefonare, ok?"
No, forse non basta. E se glielo tatuassi a fuoco sul braccio?
"E se qualcuno prova a portarvi via, non andate mai con nessuno! Nemmeno se vi offre la cioccolata o il gelato, chiaro?"
Poi ci ripensa.
"Anzi, se qualcuno prova a portarvi via voi strillate AIUTO POLIZA, va bene? Si dice così, ripetete con me! Bene, ora ancora una volta"

Mamma era sfinita per la tensione psicologica, ma non si smette mai di stupirsi per la quantità di energie che una donna nasconde in certe occasioni
"Bambini, un'ultima cosa!"
Ma come ha fatto a sfuggirle?
I brambillini erano già in macchina verso l'asilo, e fantasticavano estasiati su rapitori, poliziotti e grida di aiuto.
"Gli hot dog, bambini! Sono la cosa più pericolosa al mondo, possono andare di traverso con molta facilità. Quindi: si mangia rimanendo seduti e soprattutto a piccoli morsini, va bene?"
Bene, ora è davvero tutto.
I tre entrano all'asilo e i piccoli indossano le magliette della gita, con il nome e il numero dell'asilo stampato sopra.
I bambini sono già in fila per due, Mamma ha lo stomaco chiuso e l'intestino sottosopra.
Non le viene in mente altro, possibile?
Le maestre si dispongono ai lati della fila e contano i bambini. Sono tre nella classe di Dede, due in quella di Macco.
Due in quella di Macco? Come fanno a guardare 18 bambini?
La mestra le sorride e la saluta, Mamma reprime l'urgenza di correre in bagno e parla.
"A più tardi, divertitevi!" avrebbe voluto dire.
"Arrivederci, a stasera", avrebbe potuto esclamare.
E invece no.
"Ehm… vedo che siete solo in due maestre. Se avete bisogno di aiuto, io ci sono, eh? Mi libero, eh? Devo venire? Senza problemi, eh? Allora? Vengo anch'io?"

E questa era l'ultima cartuccia.
Sarà proprio una lunga giornata...

venerdì 30 maggio 2014

Cicogna in arrivo a casa brambillen...

E' puntualissima: dopo ogni pioggia si presenta nel giardino dei brambillen e si sbafa lombrichi a volontà.

… perché? Cosa avevate pensato?


Una delle due cicogne che ci vengono a trovare tutti i giorni di pioggia


… E per fortuna torna sempre il sole!

P.S.
Nuova decisione nella testolina di Mamma: da ora in poi ha pensato di pubblicare un post ogni domenica, così, tanto per non perdere il vizio.
Ve lo dico solo per vostra cultura personale! :)


domenica 25 maggio 2014

Scalatori di alberi

Ha finito di piovere, ed è uscito il sole.
Qui non è come a Milano che il cielo resta grigio per giorni: qui quando smette, smette.
Il cielo si apre d'azzurro come per magia, e il sole trasforma il mondo in un luogo completamente diverso da soli cinque minuti prima.
E' appena finito un acquazzone, e la famiglia brambillen è andata a fare due passi al parco del castello.
Non sono mai stati nella zona Est, e si incamminano sovrappensiero in quella direzione, chiacchierando con degli amici.
"Guardate bambini, c'è una fontana che sembra un lago. Ci andiamo?" dice Mamma notando l'acqua, e mentre si dirige in quella direzione le si presenta imponente uno spettacolo imprevisto: un albero ultracentenario si erge accanto alla fontana-lago, lasciandola a bocca aperta.
Non lo aveva notato prima, e le toglie il fiato.
Il sole filtra fra le sue fronde fitte (*) e tinge di verde l'aria.
Mamma ha sempre amato gli alberi di un amore viscerale, di una passione sanguigna, e le basta vederne uno sufficientemente adulto per andare in brodo di giuggiole.

"Oddio guardate che albero!" esclama estasiata infilandosi sotto le fronde e accarezzando il tronco col naso all'insù.
"Macco, vuoi arrampicarti? Dede, vuoi arrampicarti? venite qui vi aiuto io!"
Macco si dilegua, Dede saltella annuendo verso di lei e si piazza in posizione tirami-su-tu-che-faccio-prima.
"Coraggio, un piede qui e una mano là! Forza tirati su" esorta lei.
"Mamma non ce la faccio… voglio scendere"
"Ma che dici? Sei a dieci centimetri da terra! Dai, sarà bellissimo! stringi bene quella mano e tirati su"
"Ok, ma mi spingi tu il sedere?"
"D'accordo, fatto, ora sali ancora! Ma che fai, ti siedi lì? Dede non puoi fermarti, guarda che albero stupendo!"
"Si mamma ma ora preferisco scendere"
"C'è un bel ramo enorme proprio qui, ce la puoi fare… ti tengo io se vuoi!"
"No grazie mamma, fammi scendere. Sai, mi sono già venute le vertigini…"

Mamma tira giù dalla vertiginosa altezza di un metro e venti l'impavido scalatore e desiste.
Chi si è inventato il DNA, probabilmente avrebbe dovuto conoscere prima i brambillen...


(*) E' o non è un capolavoro quest'allitterazione?



Il secolare Noce alato del Caucaso

domenica 18 maggio 2014

Un traguardo gioioso

Finamente il sole, dopo settimane di tempo impazzito.
Finalmente si può uscire senza che il cielo cambi idea di continuo, passando dalla bufera al sole almeno una dozzina di volte al giorno.
"Andiamo nel bosco con le biciclette!" ha proposto Mamma, incurante del fatto che il primogenito ancora non avesse mai posato le delicate chiappe di bimbo su alcun sellino.

Quando sono scesi in cortile, Brontolo aveva già sfoderato l'arsenale di monopattini e biciclette per far scegliere ai pupi il mezzo preferito, e Mamma aveva sfoderato l'arsenale di magliette, maglie, maglioncini e giacchette perché in fondo non si sa mai.
Poi ha preso la bicicletta bassa di Macco e l'ha infilata fra le gambe di Dede.
"Ora tu impari ad andare in bici e ce ne andiamo nel bosco"
E così Dede ha ceduto, senza possibilità di scelta.
Dieci minuti dopo erano tutti e quattro nella stradina fra i campi diretti verso il lago, con un Brontolo in testa, un Macco brontolante per la fatica, una Mamma sbilanciata dalla montagna di maglie, e un Dede che gridava "Yuhu!" sbandando allegramente fra l'ortica.
La domenica più bella!

Quando la sua amica Giusi mise sull'altalena il figlioletto per la prima volta, anni fa, era commossa nel dirle "Sapessi quanto ho sognato questo momento!".
Perché ci sono piccole cose che hai sempre immaginato che avresti fatto un giorno con i tuoi figli, cose talmente insignificanti che vivendo le dimentichi.
Ma quando ti ci trovi un bel giorno, inaspettatamente, ecco che ti torna in mente quel lontano desiderio nascosto e ti invade con la sua semplicità, e non puoi fare altro che lasciarti andare alla felicità.
Mamma ha sempre sognato questo momento; accompagnati dal sole, dal vento del lago, dal profumo del bosco che sboccia, i brambillen hanno avuto la loro gita in bicicletta e Mamma il suo traguardo di gioia.
Fra uno starnuto e l'altro e lo stropicciarsi degli occhi per l'allergia.
Fra un "Mamma guarda che bel fior…" e una caduta, "Mamma un topo mort…" e un'altra caduta.
Fra un "Sono troppo stanco..." e un "Vediamo chi arriva prima!"

Ora, tu che leggi, chiederai "Ma non aveva deciso di non scrivere più?"
E chi scrive ti risponde che si, è vero, questa era l'idea e lo è ancora.
Ma ogni tanto è bello farsi sorprendere da un gesto non programmato, senza pensarci troppo. E decidere che qualche volta chi li ama deve sapere che cosa succede oltralpe, a questa famiglia lontana,
che vive in un paesino sperduto al limitare del bosco, e che nonostante la distanza sta facendo un'esperienza davvero meravigliosa...








lunedì 12 maggio 2014

Conclusioni

Sono due anni e due mesi che mi aggiro per questo prato con i soffioni bianchi.
Alcune persone sono state con me fin dal primo giorno, alcuni si sono accostati al mio mondo percorrendo un tratto di strada insieme, per poi proseguire per altre direzioni.

Sono due anni e due mesi che dedico il mio tempo a questo blog, e all'inizio era sufficiente anche solo la gioia dello scrivere.
Poi si è aggiunta la gioia della condivisione e dei commenti: persone che dedicano parte del loro tempo a risponderti, quale soddisfazione più grande per chi scrive un blog?
Ma ora sento che questo non mi basta più, e che le "energie" spese nel blog sono superiori alle "soddisfazioni" che mi dà.
Ho voglia di percorrere nuove strade e dedicare il mio tempo a qualcosa di nuovo, fosse anche solo respirare la primavera e lasciar spento il computer.

Questo blog chiude, o almeno per il momento.
Grazie per aver condiviso con me questo pezzo di strada, è stato bellissimo giocare insieme!

Rachele

venerdì 9 maggio 2014

La macchia

Arrivata ad udire il suono della sua quarantesima campanella, Mamma ormai aveva perso le speranze.
Sapeva che una vera donna deve essere in grado di fare tutto, ma lei aveva un limite enorme e insormontabile, e non poteva sentirsi veramente a posto: non ha mai saputo smacchiare alcunché.

Le sue tovaglie sono da sempre un campo di battaglia, ed è possibile notare macchie di ogni colore e dimensione sotto la perfetta stiratura e il profumo di pulito.
Dalle magliette dei bambini è possibile riconoscere l'alimentazione degli ultimi tre anni dell'intera famiglia, così come sui pantaloni, inspiegabilmente.
Nulla può il sapone di marsiglia, il bicarbonato, lo smacchiatore, e nemmeno la candeggina pura funziona, con lei.
Mamma non ci credeva ormai più, soprattutto dopo essere riuscita a costellare di indelebili ricordi anche l'ultima e costosissima tovaglia anti-macchia.

Finchè un giorno si è sgocciolata la maglietta preferita di Dede, quella con gli Angry Birds ovviamente.
Nonostante il prodotto giusto e il lavaggio giusto, uscita dalla lavatrice la patacca era esattamente come prima.
E allora no, Mamma si è ribellata e ci si è messa d'impegno, motivata da un bene superiore stavolta.
E ce l'ha fatta!

L'evento è talmente significativo e rivoluzionario nella sua vita tanto da dovergli dedicare il post odierno.
Da ora in poi Mamma può entrare di diritto nel club delle vere donne.

Si richiede comprensione e giubilo, grazie.

giovedì 8 maggio 2014

La Rosi

"Mamma, ma voi vi potete sposare ancora?"
"Chi? io e papà?"
"Si, vi potete risposare?"
"Uhm… (in effetti quasi quasi, un bel giovanotto nuovo…) ma dici con qualcun altro Dede? o fra di noi?"
"No, fra di voi, vi potete sposare di nuovo?"
"Tesoro non ha senso sposarsi ancora, siamo già sposati. Ma se vuoi possiamo fare una bella festa per l'anniversario, vuoi?"
"No, vi dovete risposare così fate un altro bambino! io voglio un fratellino"
Pausa.
"Ah! Ecco!"
Mamma ci pensa.
"E se invece poi venisse una sorellina?" prova a confonderlo poi.
"Uhm… va bene lo stesso, d'accordo. La chiameremo Rosi. Allora mamma? Questa sorellina?"

Mamma deve ancora decidere se è stata più esilarante la domanda o il nome scelto per la fortunata nascitura.
O magari lo sguardo terrorizzato del caro sposo, dopo aver udito la richiesta…

mercoledì 7 maggio 2014

Pieni d'amore

La signora di sotto torna a molestare i brambillen in un piovoso pomeriggio primaverile.
"I suoi bambini corrono l'intero giorno, ogni santo giorno, e non è più possibile vivere così"
"Mi dispiace, ma questo è impossibile", riesce a rispondere Mamma, "sono all'asilo tutti i giorni fino alle 16..."
Lei grida e punta il dito, poi guarda i bambini spaventati, sorride e se ne va.
Più tardi litiga anche con Brontolo e gli sbatte la porta in faccia, gridando che nessuno potrà mai farle lasciare la sua amata casa.

La sera, a letto, Mamma fa le sue considerazioni filosofiche con i figli.
"Amori miei, nella vita ci saranno sempre persone maleducate e cattive che proveranno a farci del male..."
"Ma no mamma, Fabio non è cattivo!" la interrompe Dede immediatamente.
Mamma ride e gli spiega che non stava affatto parlando del cugino, che ultimamente sembra essere un suo pensiero fisso.
"Non possiamo evitarlo, l'unica cosa che possiamo fare è stringerci fra di noi e volerci bene, perché se hai una famiglia serena allora tutto il male del mondo non ti toccherà mai troppo. Capito bambini? è importante avere una famiglia piena di amore"
Mentre Mamma pensa al calore che c'è in quel letto e al suo mondo ricco di fatica ma straripante d'amore, i bambini elaborano la lezione di vita.

"Mamma, se viene uno a farci del male io lo mando via"
"Si, anche io. E poi gli dò una botta sulla testa. Anzi, tre"
"E io invece lo sfascio"
"E io allora lo sparo col fucile"
"E io invece gli tiro la porta sulla faccia"
"Invece io prendo una catapulta… e gli tiro gli Angry Birds addosso"
"Si! anche io! Quello a bomba!"
"Si, e poi quello a triangolo con le punte che fanno più male"
"Si, e io quello gigante e lo schiaccio!"
"Lo sfasciamo, vero Dede?"
"Si Macco, lo sfasciamo tutto mamma!"

Ecco: amore puro, proprio come diceva Mamma…


martedì 6 maggio 2014

La vacanza perfetta #2

La giornata era all'altezza di ogni aspettativa: nuvoloni carichi di pioggia rotolavano in cielo spinti dal vento sferzante, tanto che oltre alla mantellina per la pioggia i brambillen avevano indossato maglioni di lana e giacche pesanti.
Hero li aspettava nel parcheggio oltre il Reno con i walkie-talkie per comunicare da macchina a macchina... e gli occhiali da sole.
Mentre Mamma lo salutava, stringendosi la giacca alla gola per il gran vento, realizzava di aver dimenticato il monopattino a casa.

Troppo lontani per tornare indietro a prenderlo, si sono messi in viaggio. Destinazione: i Vosgi, monti francesi non troppo distanti da Karlsruhe. On y va!
Abbandonata l'autostrada, il viaggio li ha ben presto portati in un fitto bosco pianeggiante, che strada facendo andava sollevandosi e incurvandosi, diventando come un'onda verde di altissime piante.
E alla meta, nel silenzio della foresta incontaminata, quasi spettrali contro il cielo plumbeo si stagliavano i ruderi di un castello medievale.
I brambillen hanno parcheggiato, mangiato pain au chocolat e gateau au chocolat comprati lungo la strada, e si sono inerpicati pazientemente verso il castello intravisto fra gli alberi: il castello di Fleckenstein, dimora del 1100 quasi interamente scavata nella roccia che domina il paesaggio.

Dire che esiste il colore verde è limitativo, quando un oceano di alberi si sdraia ai tuoi piedi, e ciascuno sfoggia un verde diverso dall'altro a perdita d'occhio.
Dire che il luogo è quasi magico sembra banale, e attingendo all'energia ancestrale della foresta, Mamma zoppicava senza tregua davanti al gruppo, trascinandosi su e giù per i passaggi segreti e scattando fotografie che nemmeno un giapponese.
Là in cima capisci che cosa sia l'infinito, ti senti minuscolo e dominatore nello stesso tempo, e non saranno le innumerevoli scalinate scoscese a fermarti, né il vento più pulito che mai a impedirti di affacciarti alla balaustra più elevata e guardare giù verso l'abisso verde.
Nemmeno con un piedone-one, nemmeno con i bimbi aggrappati a te sulle scalinate, nemmeno con un freddo quasi invernale.

I brambillen erano di ritorno a notte fonda, dopo una vera cena francese e un incantevole viaggio nel buio fitto del bosco, con i bimbi addormentati a bocca spalancata.
Se non è una meraviglia tutto questo...