lunedì 30 gennaio 2017

Cosa dici sempre?

Da qualche giorno gira in rete un breve test da fare ai propri figli.
Funziona così: poni loro delle domande e poi pubblichi le risposte dei bambini. Semplicissimo!
Senza alcuna intenzione di condividere domande e risposte, ho provato a farlo anche ai miei bimbi, per curiosità.

La prima domanda era "Cosa dico sempre?"
Ecco, chissà, mi chiedevo.
Andate subito a letto?
Sbrigati che fai tardi a scuola?
Conto fino a tre?
Smettila di saltare su tuo fratello?
Chi ha fatto questa terribile puzza?

 Ma la loro risposta (all'insaputa l'uno dell'altro) è stata tutt'altra.
"Dici sempre Ti amo tanto!"
"Dici sempre Quanto mi piaci!"

 Che dire... Per me il test finisce qui, sicura di averlo superato.
Perché per fortuna l'insegnamento più importante ha colpito nel segno!

martedì 24 gennaio 2017

Il fantastico lettino

"Brontolo guarda che il pupo non ci sta quasi più nel lettino" (Il fantastico lettino comprato apposta per lui, side-bed, che adoro perché mi ha svoltato le notti allattanti)
"Vedo. Dovremo prenderne uno più grande"
"Questo è lungo 90 cm, pensavo che fino ad un anno sarebbe andato bene, ma lui è 80 cm già ora… ormai tocca i cuscini in fondo"
"Va bene, ok, ne prendiamo un altro e questo lo vendiamo subito"

Lo vendiamo subito?
Il fantastico lettino side-bed che mi ha svoltato la vita?
La culla dove ho messo a nannina santa il mio piccolo terzogenito?
Quella dove ha dormito sonni sereni e sonni agitati? Che ha visto i suoi primi dentini? I suoi innumerevoli rigurgiti? I suoi primi sorrisi?
Vuoi svendere così una parte dell'infanzia della tua creatura?!?
Come si può essere tanto insensibili…

(Ha ragione lui.
Sono un'accumulatrice seriale.
Non ce la posso fare.
Salvatemi)

lunedì 23 gennaio 2017

Un macabro gioco

Ieri sera ho letto un bel necrologio, di quelli che pensi che veramente il mondo ha perso una persona speciale.
E stamattina, mentre cambiavo le lenzuola ai bambini, ho immaginato il mio, di necrologio.

"E' mancata all'affetto dei propri cari Rachele.
Conosceva a memoria tutti i testi delle canzoni, comprese quelle dello Zecchino d'Oro, ma di Storia non ricordava niente.
Sapeva essere dolcissima e a volte una vera strega-comandacolor.
A volte simpatica, a volte pungente e acida.
Qualcuno la amava, qualcuno no.
La rimpiangono i suoi cari per la rachi-pizza, di cui aveva affinato la panificazione con gli anni, e i suoi grani di kefir, che curava con abnegazione e che senza di lei finiranno in pattumiera.
Amava Carramba che sorpresa e inzuppare i biscotti nel latte di riso."

E ora immagina il tuo.
Se pensi che il mondo intero, forse, non ha poi perso tantissimo dalla tua dipartita, hai due possibilità.
Cambiare vita, viverla al massimo, dare sempre il meglio lasciando tracce uniche del tuo passaggio,  oppure non morire mai.

E' che a volte la seconda soluzione sembra molto più semplice da realizzare…

sabato 21 gennaio 2017

Vita con Lluca

"Mi sento un po' malinconica, Lluca"
"E perché, Ra?"
"Mah, così, non ci sono motivi particolari"
"Capita a volte, Ra. Succede quando non si fanno cose che si amano a sufficienza"
"Dici, Lluca?"
"Certo Ra. Perché non mi prepari una bella pizza per cena, così ti passa?"

venerdì 20 gennaio 2017

Il fiume

Tutti sapevano che alla fine del fiume si trovava una cascata.
Era per quello che le acque erano così agitate e la corrente tanto forte.
Più a monte, dove erano nati, c'era un bacino di acqua bassa e calma, ma ben presto il fiume diventava ampio e impetuoso e trascinava nella sua foga ogni cosa che indugiava sulle rive.
Rametti, foglie, girini: finiva tutto prima o poi giù per la cascata.

L'intera popolazione dei girini sapeva che un giorno ci sarebbe stato il grande salto, ma non per questo viveva in attesa che arrivasse. Anzi!
Vivevano come se la cascata fosse lontana anni luce, come se non li riguardasse affatto, come se il loro percorso nel fiume dovesse non avere mai fine.
C'era chi, fra loro, si era lasciato trascinare fino al primo meandro e impiegava ogni energia per rimanere fermo in quello che era diventato il suo mondo.
C'era chi veniva sbalzato qua e là dai flutti e trascorreva la vita annebbiato dalla schiuma dei vortici, e arrabbiato con il destino ruotava per ogni angolo del fiume senza nemmeno accorgersi dei paesaggi che gli scorrevano accanto.
C'era anche chi aveva trovato una piccola insenatura adorabile, e lì si era fermato felice senza desiderare di più.
O c'era chi si opponeva a tutti i costi alla corrente, fino a crollare stremato e finire risucchiato dal flusso che lo portava rapidamente alle cascate.

E c'era chi si lasciava trascinare dai flutti.
Senza opporsi, senza rabbia, senza rimpianto.
Lasciava le insenature adorabili incontrate nel suo cammino e le guardava allontanarsi con nostalgia, ma era subito pronto a stupirsi per quanto avrebbe ancora visto nel corso del viaggio.
Quei girini avevano imparato a scivolare leggeri assecondando i flutti, ma non in maniera passiva. Se non potevano opporsi alla corrente, potevano d'altra parte indirizzarsi con la coda fin dove volevano, costruendo il loro percorso senza subirlo.
Oltre la schiuma dei flutti vedevano nuove insenature, nuovi panorami, nuove prospettive.

E quando il loro tempo giungeva al termine, quando il loro corpo iniziava a cambiare, ovunque essi fossero venivano trascinati via.
Tutti indistintamente.
Per loro arrivava la cascata.
Un salto, tutti insieme.

Tutti sapevano che alla fine del fiume si trovava il mare.
L'intera popolazione delle rane sapeva che presto o tardi l'acqua si faceva salata…


mercoledì 11 gennaio 2017

I colori magici

La Silvia aveva i pennarelli di Biancaneve e i sette nani.
Erano sette colori magici a forma di nano col cappello, che se ci passavi sopra con Biancaneve cambiavano tinta e Mammolo -tanto per dirne uno- da verde diventava marrone.
La Silvia li portava a scuola e dava un bacino al foglio ogni volta che faceva un disegno.
Avevo otto anni e la guardavo sospirando, io che quei colori li desideravo con tutta me stessa.
Così mamma mi suggerì di scrivere una letterina al coniglio pasquale ("Caro coniglio, vorrei i colori magici come la Silvia"), e mio nonno a sorpresa me li regalò.
Non ci avevo creduto un solo istante di poterli avere, e invece… Gioia assoluta!
Alla faccia della Silvia che non me li prestava mai.

Ed ero così felice che per non sciuparli non li usai.
Forse appena qualche volta, tre o quattro, stando attenta a non colorare troppo in fretta o a non premere troppo forte con la punta, altrimenti si consumavano.
Così i sette nani si sono seccati e ho dovuto buttarli, ma che vuoi farci: sono fatta così.

Oggi i miei figli hanno quattro pacchi di colori magici a testa: uno per usarlo, uno di scorta, uno per ridondanza e uno perchè non si sa mai…
Perchè non puoi essere genitore senza portarti dietro le tue esperienze e il tuo bagaglio di vita, e non è facile prescindere dai propri desideri quando ci si pone di fronte a loro.
I miei figli abbondano di pennarelli magici di cui non importa un fico secco, perché in realtà rappresentano i miei sogni, non i loro.

E' così, amici.
Non ci resta che individuare anche i loro, di colori magici, e non permettere che li lascino mai seccare…