martedì 31 dicembre 2013

Il kit del perfetto rompiscatole

E così Natale è arrivato.
Tu pensi che il più sia fatto: hai comprato tutti i regali della lista e anche di più, li hai impacchettati e disposti sotto l'albero, hai messo il latte con i biscotti per Babbo Natale e quest'anno anche le carote per le renne.
Dopo, hai raccolto carta dappertutto, cercato di mettere a posto regali che non entreranno mai in alcun posto, e hai pensato ancora che il più è fatto, ammettilo, esattamente come ha fatto Mamma.

Ma poi si ripresenta qualcosa che non ricordavi più dall'anno prima, un po' come quando partorisci e dopo un po' dimentichi certi dettagli perchè la specie possa continuare a riprodursi.
E' il momento del "Mamma me lo apri?"

E scopri che da un anno all'altro i costruttori di giocattoli evolvono sempre di più.
Hanno iniziato cinque anni fa, legando i giochi con dei fili di cotone alla scatola, probabilmente per non farli spostare.
E poi sono passati ai fili di ferro, come quelli dei sacchetti del congelatore.
Già tre anni fa i fili di ferro erano diventati lunghi un palmo, arrotolati con una trentina di giri su placche di plastica sul retro degli scatoloni. "Non li buttare, li uso per chiudere le buste più grosse", aveva detto nonna Tonia la prima volta.
E poi il cassetto ne è stato invaso e ora, quando li vede, arriva direttamente con la busta dell'indifferenziato per toglierli di mezzo senza pietà.
Due anni fa, poi, hanno introdotto le viti. Perchè non bastavano i fili di ferro da srotolare in più direzioni come se fosse un nuovo cubo di Rubik, così l'anno scorso hanno aggiunto delle piccole viti che fissano i giochi alle scatole.
"Mamma! Allora?" senti incalzare davanti a te, e tu sei col tuo cacciavite in mano a chiederti come mai non si stacchi, se hai già svitato tutto. Salvo poi accorgerti che oltre alle viti c'è la nuova generazione di fili di ferro: trasparenti e arrotolati a tradimento fra le ruote del giocattolo.
A prova di Arsenio Lupin.

Quest'anno Mamma era pronta, con il kit del perfetto rompiscatole: forbici, cacciavite piatto, a stella, sacchetto dell'indifferenziato per i fili di ferro, quello della carta per i pacchi, quello della plastica a portata di mano, insomma, chi la ammazzava?
Ma loro, i costruttori, sono sempre un passo avanti.
Perchè nessun cacciavite arriva alle irraggiungibili viti saldate ai giocattoli, e senza un trinciapollo non saresti in grado di tagliare il cordino dentellato che hanno aggiunto a scotch, fili di ferro e viti.
Così a mali estremi, Mamma sfodera il coltello per i surgelati, il tagliere e affetta i lunghissimi perni, poi svita, taglia il cordino seghettato, districa i fili di ferro, impreca...

Ma perchè tutto ciò? si chiede sgomenta.
Perchè non può essere per evitare la caduta dalla scatola, né contro ipotetici scippi nei negozi.
La verità deve essere una.
Probabilmente questi cinesi si sono troppo impressionati guardando Toy Story...

lunedì 30 dicembre 2013

La sua piccina

"Mamma, sei semple commè!"
"Certo Macco, mamma sta sempre con te amore!"
I due sono stretti stretti sotto le coperte, in una tarda mattinata di vacanza.
"E se muoli?" chiede lui serio, con la manina infilata nella sua maglia.
"Oh tesoro, mamma non vuole morire adesso!"
"Si ma se muoli lo stesso?"
"Allora starò sempre con te da sopra una nuvoletta, e ti guarderò sempre dal cielo"
"Ah. Uffa"
"Che c'è tesoro, questa cosa non ti piace?"
"No mamma, è blutto molile, io non vojo. Ma pecchè dobbiamo molile?"
"Tesoro funziona così per ogni cosa. Tutto prima o poi muore, anche gli animali, le piante, e perfino i nostri giocattoli ad un certo punto non funzionano più"
"Mamma... ma dopo che sei morta non tolni più? io poi posso tolnale nella tua pancia così stiamo ancola insieme?"
...
"Mamma, tu sei semple la mia piccina?"

Mamma lo stringe, quell'angelo biondo tutto spettinato, e si scioglie.

martedì 24 dicembre 2013

Buon Natale

Buon Natale amici, buon Natale amiche mie!

Buon Natale a chi cerca ancora l'entusiasmo e la magia di allora,
e a chi sta sistemando alla chetichella pacchetti sotto l'albero.
A chi si affretta fra la nebbia di questa notte lattiginosa,
e a chi si gode le luci degli addobbi al calduccio.
Buon Natale a chi è stremato dalla fatica dei preparativi
solo per rendere speciale la giornata di chi ama,
e buon Natale anche a chi domani non farà proprio nulla di speciale.
Buon Natale alla signora che si è fatta impacchettare il pigiama nuovo
per avere un regalo da scartare domattina, e buon Natale a chi invece sta perdendo la speranza.
Buon Natale a voi che mancate: sarete presenti ancora, fra i sorrisi di noi tutti, anche se non ce lo diremo apertamente.

Buon Natale mia bella famiglia, siamo di nuovo qui!
A ripetere gli stessi gesti, nello stesso luogo, ancora insieme.
E sono i vostri abbracci, per me, l'unica vera magia del Natale...

lunedì 23 dicembre 2013

Il suono

Piripipì!

"Uh? Cos...? Com...?"
"Zzz..."
"Brontolo! cos'è stato quel suono?"
"Zzz... eh?"
"Non hai sentito? Un suono di cellulare, ma non è nessuno dei nostri!"
"Ah... si... boh... dormi"

Sono le 6 in punto, e uno strano suono di cellulare ha svegliato Mamma bruscamente.
Dormire? E se è stato l'orco che è entrato in casa per liberarsi dei molesti vicini?
E se adesso è nella camera dei bambini? E se poi viene da loro e si sono giusto riaddormentati? Quasi quasi si alza e va a controllare, anche se no, non può essere l'orco, c'è silenzio in casa e l'avrebbe sentito buttar giù la porta... oltre al fatto che sono a Milano e l'orco non può averli seguiti fin lì.

Mamma si riaddormenta con fatica, e un'oretta dopo Dede sguiscia nel lettone ponendo fine al sonno mattutino (bel primo giorno di vacanza).
Decine di minuti dopo, mentre rifanno il letto:
"Brontolo, ma cos'era quel messaggio stamattina?"
"Eh... non lo so" risponde lui vago e senza guardarla negli occhi.
"Era come una notifica di qualche gioco. Non è che i tuoi soldati dell'ultimo giochino ti hanno richiamato alla guerra?"
"No, no..."
"Sei sicuro? Eh? Guarda che se era uno dei tuoi giochi..."
"Ma no!"
"E allora? Cos'era? Mi ero spaventata"
"Ok, te lo dico. Era un mio promemoria"
"Ah! E di cosa? Deve essere di primaria importanza per mettere l'allarme alle 6 di mattina"
"No, niente d'importante. Ho messo l'allarme per ricordarmi di cambiare lo spazzolino da denti. Lo cambio ogni due mesi. Sai? lo dicono i dentisti!"

Ogni due mesi, alle 6 di mattina, Brontolo deve sapere che è ora di cambiare lo spazzolino.
Questi dentisti iniziano ad essere un po' troppo invadenti nella vita di Mamma.
Ma se lo dicono loro...

sabato 21 dicembre 2013

venerdì 20 dicembre 2013

Ultimo giorno tedesco

Tutto è pronto per la partenza, mancano solo poche cose.
Mamma ha perfino dato lo straccio in tutta la casa per lasciarla un minimo decente, ha spolverato e riordinato tutti i giochi.
Può dirsi soddisfatta: ha iniziato a preparare i bagagli in anticipo di un paio di giorni, e questa volta non dovrebbe dimenticarsi nulla. Si spera almeno, perchè all'ultima partenza ha lasciato a casa circa la metà delle cose (dannata dentista di Dede!), compresi tutti i pantaloni dei figli.

Fra le ultime cose da fare, i saluti.
"Brontolo, scrivi una mail ad Ernestina! Chiedile scusa per non averla chiamata prima e dille che al ritorno le portiamo un vero panettone milanese"
Stranamente questa volta lui non le ha chiesto "E chi è Ernestina?"
Ci ha messo un po', ma dopo due mesi deve averci rinunciato e ha capito che il nome di quella ragazza non entra proprio in testa, a Mamma.
Perchè Ernestina in realtà si chiama Bettina, ma non c'è verso di farglielo ricordare.

Avete presente quando una persona non può assolutamente chiamarsi come in realtà si chiama? Avete presente quando non è possibile per voi ricordare il suo vero nome, e continuate a chiamarla sempre come avete deciso voi?
Si, vero? perchè a Mamma succede abbastanza spesso.
Come con Roberta, un'antica corteggiatrice di Brontolo. Che si chiamava Eleonora.
O magari si chiamava davvero Roberta e per Mamma era Eleonora? A questo punto si è confuso e ne ha perso memoria anche lui, il corteggiato.
O come il marito di una sua amica, che non ha ancora capito se sia Davide o Daniele, ma in quel caso è più facile perché basta dirle "tuo marito"...

Dunque Brontolo ha scritto ad Ernestina, Mamma ha pulito la casa, ha comprato montagne di würstel, senape e panna acida, ha fatto il pieno alla macchina ed è pronta per partire.
Ora resta solo da infilare tutto quanto nel bagagliaio.
Certo che se Babbo Natale ci teneva un po' di spazio sulla slitta...

giovedì 19 dicembre 2013

Il nascondiglio perfetto

"Mamma! Vuoi vedere qu...."
"NO! Lascia stare Dede"
"Ma mamma! Vuoi veder..."
"Nonono, non spostare lo stendino"
"Ma mamma aspetta! Voglio solo farti ved..."
"Dede, non aprire quell'armadio!"
"E perchè?"
"Eh... perché... c'è lo stendino davanti all'armadio, non vedi? Se lo apri cade tutto" abbozza lei.

"D'accordo. Ma volevo solo farti vedere l'armadio"
"Lo vedo l'armadio. Non c'è nulla di interessante, è l'armadio vuoto per gli ospiti"
"Si invece mamma. Dentro è tutto pieno di regali! Lo sapevi?"

Forse lo stendino non è stato un nascondiglio sufficiente per l'armadio, e l'armadio non lo è stato per i regali.
E Mamma che si credeva furbissima a infilare tutto lì...

mercoledì 18 dicembre 2013

L'offesa

"Che ne dici se oggi andiamo al negozio di giocattoli in pausa pranzo?" chiede Brontolo prima di andare al lavoro.
"Come vuoi, decidi tu" risponde Mamma.
"Allora passami a prendere a mezzogiorno" e se ne va.

Mamma porta i bambini all'asilo e poi pensa che sarebbe più comodo per lui posticipare, per diversi motivi, ma non lo chiama per non disturbarlo al lavoro.
E invece il telefono squilla, ed è proprio lui.
"Ciao. Lo sai che il mio capo voleva parlare con me a mezzogiorno?"
Mamma pensa che è proprio una buffa coincidenza e risponde proponendo di vedersi alle 13.
"No, come alle 13? gli ho già detto che alle 12 devo andare a mangiare. Faccio la riunione col capo alle 13"

"Scusa, come? Hai detto veramente al tuo capo che non puoi alle 12 perchè devi andare a pranzo?"
"Si, eravamo rimasti d'accordo così noi"
"Ma Brontolo, a me cosa vuoi che cambi? Se il tuo capo ti vuole parlare alle 12 sposta l'appuntamento con me. Inoltre è anche più comodo se andiamo dopo, perché..." e bla bla bla.
Brontolo dalla cornetta si altera.
"E no Rachele, non si fa così. Se avevamo dei programmi non puoi cambiarmeli all'ultimo momento, cosa centra adesso andare in negozio alle 13? I programmi erano altri! Io sto spostando tutti i miei appuntamenti per rispettare gli orari, abbiamo detto alle 12, adesso perchè vuoi cambiare? mi scombini tutto, dillo, non vuoi venire?"
Oddio. 
"Senti, coso" lo interrompe Mamma. "Tu stai lavorando, io posso venire a qualsiasi ora. Decidi e fammi sapere, basta che stia bene a te"
"Ok. Allora a mezzogiorno si era detto, e mezzogiorno sia. Non mi piace scombinare i programmi, è una cosa che mi dà troppo fastidio"

"Sei proprio... guarda tu sei... insomma sei...
Brontolo, sei proprio un ingegnere!"

Brontolo è scoppiato a ridere.
Eppure Mamma era convinta di avergli detto la peggiore offesa sulla faccia della terra!

martedì 17 dicembre 2013

Prima educazione sessuale

Quando hai nostalgia e proprio non ce la fai più senza i vostri spazi, è ora di prendersi una vacanza solo per voi.
Ed è così che ha fatto Mamma ieri, vista la giornata particolarmente soleggiata.

"Buongiorno, sono la mamma di Macco e Dede. Oggi giorno molto bello. Andiamo allo zoo, i bambini non vengono all'asilo... Grazie tante, a domani!"

E così si sono vestiti alla tedesca maniera e tutti e tre si sono lanciati in questo nostalgico revival delle vacanze estive, con due strati di pantaloni, borracce termiche piene di caffè d'orzo e tramezzini da preparare.
A pranzo, nel capannone riscaldato delle giraffe, deliziati da un piacevolissimo odore di animali:
"Mamma, siamo proprio fortunati che ci siano due giraffini cuccioli, vero?"
"Si Dede, hai visto come sono cresciuti da questa estate?"
"Ma mamma, ma se le giraffe hanno fatto i figli vuol dire che qui sono felici, l'hai detto tu che negli zoo fanno i figli solo gli animali felici"
"Si tesoro, forse hai ragione. O forse sono nati con l'inseminazione artificiale..."
"Uh?"
Mamma ama troppo le scienze naturali per parlare di cicogne e cavoli: "Un veterinario ha preso il seme dal papà giraffa e l'ha inserito nella pancia della mamma giraffa. Anzi, non nella pancia, si chiama..." e Mamma ha spiegato meglio.
"Ah, e perchè?"
"Perché se loro da soli non sono capaci di accoppiarsi li deve aiutare un veterinario. Ti ricordi cosa significa accoppiarsi, vero?"
"Si, si"
E così Mamma ha continuato.
"E lo sapete da dove si prende il seme per fare i figli? Ve lo ricordate?"
No, non se lo ricordavano. E Mamma ha spiegato ancora, chiarendo che è la stessa cosa anche per gli uomini.
"Mamma quindi i semini vengono dal pisello?" ha riassunto Macco.
"Si tesoro. Capito allora come nascono i bambini? Capito che cos'è l'inseminazione artificiale? Capito cos'è l'accoppiamento?"
"Si, capito. Ma mamma, lo sai che in questo zoo ci sono pure le galline?"

Perfetto, discorso esaurito.
Mamma non è impazzita, è solo che ci tiene a spiegare le cose come stanno, da subito, perchè entri loro in testa che fa tutto parte della natura delle cose.
Perchè è convinta che sapere da piccoli le cose giuste li aiuterà a crescere con una mente aperta e logica, e perché la verità rende liberi.
Perchè loro possano stare in piedi sulle spalle dei giganti e guardare più lontano.
Ma basta, credo che il concetto sia chiaro.
Mamma è una scienziata, e una vera scienziata dice pane al pane e vino al vino.
Brava, eh?


No, dai... zitta!
...

Uffa... e basta!
...

E va bene, il post non finisce qui.
(Mamma-onesta vince anche stavolta su super-Mamma-furbetta)

E' solo che...
Le verità è che...
Mamma ha una convinzione profonda: tutto quello che viene assimilato e chiarito ora, non sarà più fonte di domande domani (come dire: sempre meglio parlare di giraffe a cinque anni che di tutt'altro a dodici!).

E con due figli maschi pieni di curiosità, in qualche modo dovrà pure premunirsi dalle loro domande preadolescenziali.
... O no?

lunedì 16 dicembre 2013

Hero atto secondo

Si sono rivisti, i brambillen con i franco-tedeschen.
Che sarebbe a dire che Mamma ha rivisto il suo amico Hero, l'eroe di cui si è già ampiamente detto giorni fa.
Li aveva invitati per una merenda e, vista la giornata soleggiata, gli otto individui sono andati dapprima tutti insieme al parco giochi.

Tornati a casa han fatto merenda con una crostata e un pandoro che Mamma ha farcito e ricostruito a forma di albero di natale.
Banalità, per noi italiani.
"Ma quanto tempo hai impiegato a preparare questo dolce?" le ha chiesto invece ammirata l'amica francese, gustando per la prima volta un pandoro e guardandola con stima incondizionata.
Mamma-onesta ha dovuto confessare la verità, mettendo a tacere Mamma-furbetta che le suggeriva "Eddai, ma che t'importa, prenditi tutto il merito, quando mai ti ricapita?". Intanto Hero le comunicava educatamente che il figlio "Er muss pisciare".

Al secondo appuntamento, e dopo una tale confidenza, si può dire di essere più intimi.
E così Mamma ha deciso di osare.
"Senti... tu che sei un vero tedesco..."
Hero l'ha guardata divertito.
"Me lo vuoi svelare un segreto?" ha proseguito Mamma, pronta alla svolta della sua vita.

Niente, non c'è nessun segreto, ha risposto lui.
I nostri figli sono capricciosissimi, ha continuato, non vedi?
Poco lontano la figlioletta stanca morta, in preda ad una terribile crisi di capricciosità, mormorava "Uhm... uhm...." e appoggiava ripetutamente la testa sul cuscino del divano.

Mamma l'ha guardata e ha immaginato Macco al suo posto.
"Hero, tu non sai cosa dici" gli ha risposto imbronciata. "E ora confessa, avanti!"

Ancora niente.
Ma ci sarà un terzo appuntamento, e costi quel che costi Mamma lo metterà con le spalle al muro e lo costringerà a confessare.
Per il bene di tutti.


venerdì 13 dicembre 2013

Intervista

Mamma è stata intervistata da Alessandra ieri, una simpatica blogger espatriata addirittura in Canada.

Se siete curiosi, trovate qui la nostra intervista!



giovedì 12 dicembre 2013

Misoginia

Normale amministrazione fra fratelli:

"Batta! Noi con le femmine non ci palliamo più!" urla entusiasta Macco in preda ad una foga che lo rende tutto rosso.
"Si! E' vero!" fa eco Dede.
"Le femmine non ci piacciono!" continua il piccolo, infiammato di passione.
"Però, Macco, anche la mamma è una femmina... non parliamo nemmeno con la mamma?"
"No! Niente femmine, niente mamma!" (Sembra l'animatore di un corteo di dimostranti)
"Però, Macco, papà è un maschio e lui con la mamma ci parla..." prova ad insinuare quello più saggio.
"No! Niente femmine, noi le femmine non le vogliamo!" conclude Macco un po' meno convinto.
"D'accordo..."

Qualche tempo dopo:

"Dede, tu sei un maiale!"
"E tu sei un pollo!"
"E tu sei un cane!"
"E tu invece una caccola!"
"E tu sei una cacca puzzolente!"
"E tu sei una mamma!"
...

E poi crescono.
E noi ci aspettiamo davvero una misera femmina for president?

mercoledì 11 dicembre 2013

Quasi quasi muoio

Il mondo vortica, tutto ronza e si fa buio.
"Bambini, la mamma non si sente bene... mi vado a sdraiare un attimo..."
E Mamma si schianta sul letto, tremando di freddo e sudando per il mal di testa.
Stavolta muoio eh, oh si che muoio.

"Mamma! Non puoi!" strilla una vocina dall'aldilà.
"Mamma, api gli occhi" ne strilla un'altra, e un occhio le viene spalancato a forza.
"Vitto? Adesso stai bene. Vitto?"

"Bambini, sto bene ma datemi solo cinque minuti per favore... poi mi alzo e torno di là con voi" biascica lei.
"Ma mamma, tu non puoi!"
"Cosa non posso Dede?"
"Non puoi star male! Perchè senò chi cucina? Eh? sentiamo? dobbiamo cucinare noi? e chi ci dà da mangiare? Senò noi muoriamo di fame, siamo solo dei bambini!"
Questo figlio è di un altruismo commovente...

Macco le salta sulla pancia. "Non dommile mamma, è ancola giolno!"
"Macco è buio da un pezzo... lasciami cinque minuti... poi guarisco, soprattutto se tu mi dai un bacino" e Macco continua a saltare, sbattendo il suo viso ripetutamente sulla guancia per baciarla.
Dede si impegna a tenerle gli occhi spalancati, e per fortuna non ha mai visto Opera, altrimenti gli dava pure l'idea.

Ora muoio, lo so. Oh, rotola via tutto! 
Urla e ribellione. "Ok, ho capito, andiamo a tavola" dice lei alzandosi con gli occhi chiusi.
Arriva in cucina a tentoni e riempie i piatti con la minestra (Avevo già cucinato Dede, hai visto che non morivi di fame?), si siede e il mondo torna buio.
"Mangiate voi, io torno a sdraiarmi... " e corre sul letto prima di cadere a pelle d'orso, col cuore che pulsa a fatica.
Vedi che muoio?

Mentre Mamma boccheggia nel vortice che le ha invaso la testa, i bambini, tornati di gran lena a zompare sul letto, si mettono a guardare i cartoni e si placano. Poi vanno perfino a mangiare da soli, fra un gran rumore di cucchiai sbattuti sui piatti e risate.
Sono le 20.40 e loro festeggiano alla grande il malore della madre guardando ancora tv.
E finalmente torna Brontolo.

"Uffa, stai sempre male. E chi li mette a letto adesso? Non puoi alzarti anche tu? non potevi prendere una medicina?"
I bambini scappano, il padre grida, volano sculacciate e pianti.

Mamma sta leggermente meglio.
Meno male.
Perchè dopo aver capito quanta preoccupazione desta la sua salute nei maschi di casa, non vorrebbe davvero turbarli troppo...

martedì 10 dicembre 2013

Il buco

"Oh oh"
"Cosa vuol dire oh oh?" chiede Brontolo allarmato.
"Niente... ehm... oh oh" ripete Mamma per la seconda volta.
Lui è agitato e freme per alzarsi.
"Oh oh cosa? Eh? Cosa è successo? Cosa hai fatto? OHI Rachele rispondimi!"

Mamma non ha il coraggio di confessare, e sospira profondamente.
Le verrebbe quasi da piangere, se non fosse che la voglia di ridere è pari alla disperazione.
"Brontolo, uffa, ho combinato un disastro" ammette poi.
Lui impallidisce e si alza di scatto, correndo in bagno.
"Vabè, dai, no... mi avevi spaventato, credevo peggio" risponde guardando e riguardando il ciuffo di capelli sbilenco che lei gli ha mozzato con la macchinetta.
"Te l'avevo detto che dovevo tagliarli con le forbici...", brontola lei mogia.

Perchè Brontolo aveva i capelli lunghi, e "Vado dai turchi?" aveva chiesto.
"Mamma li turchi!" aveva risposto lei.
"Vado dai cinesi?" aveva chiesto ancora.
E lei non aveva risposto, limitandosi a strabuzzare gli occhi.
Così la scelta migliore era ricaduta proprio sulle mani di fata della perfetta moglie tutto fare.

Un buco proprio accanto alla tempia sinistra si può pure trascurare, sopratutto considerando che è gratis ed è solo colpa della macchinetta. Dai!
"Provo a lavarli" aveva proposto lui sperando in una miracolosa ricrescita, mentre Mamma iniziava a farsi prendere dalla risarella isterica di chi l'ha combinata grossa.
"Provo a metterci il gel" era stato il passo successivo.
E mentre Mamma rideva singhiozzando, metà divertita e metà mortificata, lui ci dava dentro col phon, il gel, la doccia, il pettine, ancora il gel, guardandosi il profilo destro (giusto) e poi il sinistro (buco!) e provando a sorridere, a fare il serio, insomma, tutto il repertorio delle facce quotidiane.
"Accorciali tutti", ha poi ordinato il suo cliente.
E Mamma ha tagliuzzato e accorciato, un po' qua e un po' là, canticchiando e ripetendo che anche tagliare i capelli è una forma d'arte, che è molto creativo e può dare tante soddisfazioni.

Ora Brontolo porta in giro la sua testa nuova con non-chalance, ripetendosi che non sono tanto male, no, dai, non sono così male.
E Mamma ride asciugandosi le lacrime.

Ogni bambina che si rispetti ha avuto una fase della sua vita in cui voleva fare la parrucchiera.
Mamma voleva fare l'astronauta.

lunedì 9 dicembre 2013

Il genio

"Mamma! Ti devo dire una cosa"
"Dimmi Dede, tesoro di mamma, alle 7.30 di domenica mattina dopo una breve, breve notte. Dimmi amore"
"La cosa che è sempre la stessa è che nella vita tutto cambia. Vero mamma?"
(Azz... )

"Dede! Tesoro, hai detto una cosa bellissima! e anche verissima sai? Perchè hai ragione, tutto cambia nella vita, è per questo che dobbiamo riuscire a godere di quello che abbiamo in ogni momento, perché..."
"Si mamma, lo hanno detto nella Valle Incantata. E infatti su cartoonito prima facevano i Puffi solo la sera, poi hanno cambiato e li fanno anche di giorno vero mamma? Eh? E perchè li fanno anche di giorno mamma? Perchè tutto cambia nella vita? Eh? Mamma? Ehi.... mamma! Sei sveglia? Che fai, piangi? O ridi?"

Ok. Tutto a posto.
Per un momento Mamma aveva creduto di aver generato un genio.

venerdì 6 dicembre 2013

San Nicolen

Avevano ospiti ieri sera i brambillen, è per questo che sono usciti in piena notte.
Mentre accompagnavano gli amici fuori, Brontolo è rientrato con due pacchetti in mano, quasi allarmato. "Rachele cosa sono questi?"
Mamma ha guardato i due sacchettini lucidi. "Non ne ho idea. Dove li hai presi?"
"Qui fuori, sul nostro zerbino."

Stupore, sorpresa.
Li avrà messi Maria, la ragazza russa del primo piano?
O magari la signora bionda del piano terra? (L'orco di fronte lo escludiamo a priori)
Ma perché mai?
Scendendo le scale, davanti ad ogni porta c'era qualcosa: Vanessa, la figlia dell'orco, aveva appeso un'enorme calza, il ragazzino del piano terra aveva lasciato fuori uno scarpone, e la sua dirimpettaia uno stivale della madre. Tutti erano pieni di cioccolatini incartati allo stesso modo, sicuramente provenienti dalla stessa ignota persona.
"Questa è la notte di Sankt Nikolaus" hanno realizzato infine, "ecco cos'è!"

Il 6 dicembre in terra crucca arriva Sankt Nikolaus, vestito come Babbo Natale, e porta doni e cioccolata ai bambini che si sono comportati bene.
Una nuova tradizione appresa in questo paese sperduto nella foresta, immerso nella magia delle luci di Natale.
La sorpresa di un regalo inaspettato, la curiosità, il mistero. Che meraviglia che ci siano ancora persone che fanno questo!
"Allora? Chi sarà stato secondo te?" chiede ancora Brontolo stupito.

Mamma sorride con gli occhi che le brillano per l'emozione.
Prova la stessa sensazione di diversi decenni fa, quando gridava di gioia davanti all'albero di Natale pieno di pacchetti colorati.
"E chi lo sa..." bisbiglia "magari è arrivato per davvero San Nicola..."

mercoledì 4 dicembre 2013

La storia secondo Dede

"Allora Dede, ti ricordi chi era Napoleone?" ha chiesto Mamma il giorno dopo, tanto per capire se i suoi sforzi storici sono serviti a qualcosa.
"Ehm, dimmelo tu"
"Ma non ti ricordi niente? Nemmeno chi era?"
"Si, era un signore molto prepotente e maleducato, e anche un po' cattivo. Ma la sua mamma era cattiva anche lei? o era buona?"
"Amore non lo so, ma non credo fosse cattiva: lei non ha mai fatto una guerra e non ha mai ammazzato tante persone come suo figlio"
"E allora perché?"
"Perchè cosa Dede?"
"Perchè se non era cattiva ha avuto un figlio tanto maleducato che andava in giro sparacchiando col suo fucile dappertutto e andava nelle case della gente dicendo che erano suoe e poi quando è andato in quel posto lì con la neve ha fatto morire tutti di freddo senza la giacca? Eh? Perchè la sua mamma glielo ha fatto fare se lei era buona?"

Dede, a 5 anni, ha capito tutto.
Perchè tutti, un giorno, hanno avuto una madre. Anche gli ubriaconi, anche i drogati sfatti, anche i serial killer e i peggiori dittatori della storia.
E anche Mamma si è sempre chiesta come fossero, quelle madri.
(Voi non ci pensate mai?)

D'accordo il libro sui bottoni di Napoleone, caro M.
Ma Mamma appoggia in toto la filosofia dedesca, ed esige un'analisi immediata delle lacune educative della madre di questo grandissimo prepotentone maleducato.

martedì 3 dicembre 2013

La storia secondo Rachele

Lei lo sapeva che quel giorno sarebbe prima o poi arrivato.
Lo temeva da quando faceva le scuole superiori, e aveva capito che la Storia non era cosa per lei.
Colpa di alcuni insegnanti forse, ma abbiate pazienza: non è che ci può sempre piacere tutto!
"Quando avrò dei figli e mi chiederanno com'è finita la seconda guerra mondiale, che cosa gli racconterò io, che non abbiamo nemmeno finito il programma?" si chiedeva lei alla maturità, perfettamente consapevole che non avrebbe mai e poi mai letto nulla al riguardo, di sua spontanea iniziativa.

Rabbrividite pure, ma tant'è (anche se poi chi ha vinto e chi ha perso l'ha imparato comunque).

E infine il momento temuto è arrivato.
"Mamma, lo sai che quando io, Macco, Fabio e Ale abbiamo sconfitto Napoleone..."
Mamma ride "Dede, e chi è Napoleone?"
"Non lo so mamma, lo ha inventato Fabio"

Lo zio Paio, papà di Fabio, anzichè raccontargli le storie prima di dormire, gli racconta la storia da sempre.
E Mamma lo invidia da morire.
"Tesoro, Napoleone non l'ha inventato Fabio, era un grande generale, sai? Comandava grandissimi eserciti e ha vinto tante guerre, tanto da diventare la persona più potente dei suoi tempi."
"Era davvero molto potente mamma?"
"Tantissimo tesoro, nessuno era più importante di lui", risponde Mamma con una sentenza affatto ardua.
"E quindi sapeva fare anche tante magie? Eh? Per forza se era potente, vero?"
Mamma ride di tenerezza.
"No tesoro, Napoleone non era un mago, era un grande imperatore. Che significa che era un re, ma molto più importante di un semplice re, e aveva conquistato quasi tutta l'Europa"
"Allora mi sa che era un bel maleducato, vero? E poi?"
"Niente, e poi un bel giorno ha fatto una guerra sbagliata, e l'ha persa, e da allora è iniziato il suo declino"
Dopo avergli spiegato cosa fosse il declino, Mamma si dilunga sulla neve e il freddo della Russia.
"I soldati non avevano le giacche a vento belle pesanti e gli scarponi col pelo, e non potevano combattere bene." gli spiega poi. "E infatti avevano così freddo che in tanti morirono, e gli altri piangevano per il freddo come hai fatto tu l'altra volta, ti ricordi?"
"Eh si, bisogna avere il cappello e la sciarpa... Ma mamma, Napoleone cosa faceva mentre i soldati piangevano per il freddo? Giocava a palle di neve? Eh mamma?"

Con un auditorium di questo genere, Mamma ha capito che la Storia può essere molto più facile e divertente di quanto pensasse.
Ma soprattutto ha capito che qualsiasi fesseria vorrà mai raccontargli, sarà comunque un successo.


P.S.
Avete notato lo stupendissimo richiamo letterario nel testo, si?

lunedì 2 dicembre 2013

L'amico di mamma

Mamma l'aveva capito subito che quel tipo prometteva bene.
Le era piaciuto dopo i primi due o tre sguardi d'intesa davanti alle capre fameliche, e quando lui aveva attaccato bottone si era entusiasmata ancora di più.
"Brontolo, chiedigli il numero di telefono!" aveva poi bisbigliato lei sgomitando il marito.
E così i due uomini si erano scambiati i numeri, ed era iniziato il silenzio stampa, tanto che questo Hero se lo erano pure dimenticato.

Un lunedi infine arrivò un messaggio.
"Ehilà, stiamo andando coi bambini a fare una grigliata di wurstel nella foresta. Vi unite a noi?"
Mamma ha guardato il buio pesto e le nuvolette di condensa attorno ai lampioni, e ha pensato che si, con -4 gradi l'ideale era proprio una bella grigliata nella foresta. Peccato che avessero già un altro impegno...

Finchè sabato sono riusciti ad incontrarsi, dopo settimane di tira e molla.
I brambillen si sono visti alle 11 con gli Schmidt, alle 21.30 erano ancora insieme.
Perchè Mamma non se la lascia scappare un'occasione così.
"Come? non avete una corona dell'avvento? dovete assolutamente venire a casa nostra e farla insieme a noi" ha detto Hero, ed è andato a disboscare i cespugli sotto casa con delle cesoie alte più dei figli, posate sulle spalle del cinquenne.

Così i brambillen sono entrati in una casa tedesca, abitata da un vero tedesco con moglie francese (con vero naso all'insù) e due piccoli bambini finti, alla tedesca maniera.
Una casa con due pianoforti e nessuno che li sappia suonare (ma Hero ha imparato "Per Elisa" guardando su youtube dove vanno messe le dita).
Una casa con una chitarra e nessun chiatarrista (ma Hero l'ha trovata nella spazzatura e l'ha sistemata con le sue mani, perchè uno strumento musicale non si deve mai buttare).
Una casa con un pendolo antico francese nel salone, unico elemento d'arredo oltre ad un gigantesco calcio balilla. E un cavalletto pronto per dipingere, con nessun pittore in casa.
Un sistema di corde attaccate al soffitto per far arrampicare i figli, che dormono senza letti, perchè più stanno in basso meno rischiano di cadere.

E una gamba finta con un calzino verde e un paio di jeans sbuca da sopra la libreria.

Quando un uomo compra un'attrezzatura per scalare, e si cala giù dal terrazzo di casa per provarla, Mamma non può fare a meno di amarlo alla follia. E se poi quell'uomo è quello che cucina in famiglia, e mentre bada ai figli le dice "Preparami una carbonara, io sarò il tuo schiavo", bè, quell'uomo la conquista per sempre.