venerdì 30 agosto 2013

Lusinghe

"Mamma! Tu sei blavissima a cucinale!"
"Ma grazie Macco! Sei gentile" Ma come gli viene in mente proprio ora?!
"E sei anche bellissima!"
Mamma sorride, un po' divertita, un po' compiaciuta, un po' lusingata, e continua a guidare girando due volte attorno alla fontana della rotatoria, come piace a loro.

"Buongiorno mamma. Ti dico una cosa nell'orecchio"
"Dimmi Dede" risponde Mamma l'indomani stiracchiandosi sul letto.
"Tu sei il mio arcobaleno!"

Saranno pure carucce, saranno buonine, saranno pure belle da vestire, tranquille quando giocano, come uccellini quando mangiano... ma queste cose no, queste cose loro non le dicono.

E allora, per una volta: mamme delle femmine? Prrrrrrrr!

giovedì 29 agosto 2013

Parentele

"... Perchè voi lo sapete chi è il mio papà, vero bimbi?"
Mamma sta parlando con i bambini, quando un dubbio la solletica per un istante. Nonostante sia certa della risposta corretta, ha voluto indagare.
"Dai, ve l'ho detto mille volte. Chi è mio padre?"
"Ehm... non lo so. Lo conosciamo?" indaga Dede.
"Ma certo che lo conoscete. E' parente anche vostro!"
"Ah si? lo zio Paolo?"
"Ma cosa dici? Non è mio padre lo zio Paolo"
"Ah, è vero. E' papà Brontolo?"
"Dede, ma come Brontolo! Lui è il tuo di papà, non il mio. Allora?"

Sotto pressione i bimbi non rendono giustizia alla loro vivacissima intelligenza. Tutti sanno che sono dei veri geni, sono figli miei, è solo ansia da prestazione.

"Ok vi aiuto. E' il nonno...?"
"Il nonno Bruno!" esclamano in coro.
Meno male. 
"Brontolo invece cosa è per me? Lo sapete? siamo sposati quindi è mio...?"
Silenzio.
"Mio ma...?"
"Ah, si, marito" risponde Dede.
Per complicare le cose Mamma prosegue "E quindi io sono sua mo..."
Niente. Troppo difficile. Cambiamo domanda che è meglio.

"E mia madre invece? chi è?"
Silenzio. Tic tac tic tac tic tac... nulla.
"La nonna...?"
"La nonna Tonia!" Si, grazie, ma stava scadendo pure il tempo.

"Ma voi non avete soltanto due nonni" aggiunge Mamma imperterrita. Perchè non c'è niente da fare, quando entra in questo tunnel delle domande ostinate sa che si farà molto male, ma insiste come uno schiacciasassi.
"No? Chi sono gli altri?" chiede Dede.
"Ma come, ti sei dimenticato? Me lo dovete dire voi"
"Ah, si! Nonno Bruno e nonna Tonia!"

Sotto pressione i bimbi non rendono giustizia alla loro intelligenza. Vivacissima.

"Questi li abbiamo già detti. Ce ne sono altri due. Chi sono gli altri nonni?"
"Uh?"
"Abitano a Milano..."
"Ah, si! La zia Irene e lo zio Renzo!"

E' solo ansia da prestazione, solo ansia da prestazione...

mercoledì 28 agosto 2013

Tu non sei il capo

"Vojo vedele la tv" ordina Macco mentre sta facendo colazione.
"No tesoro, è ancora mattina"
"E io vojo vedella"
"Lo so che vuoi, ma sai anche che la mattina la tv non si accende"
"IO INSISTO!" grida lui con le fronte aggrottata e i pugni sui fianchi.
Mamma cerca di trattenere una risata, poi gli scoppia a ridere in faccia.
"Eddai, spostati dal mio braccio adesso, non riesco a fare niente"
"Così impali" risponde lui piccato, sdraiato sul tavolo col braccio di Mamma sotto di sé.
"Tu non sei il capo!" conclude poi il piccolo ribelle.

"Dede, ora che mi hai fatto preparare tutto quel latte lo devi finire" dice Mamma all'altro figlio.
"Ma non mi va"
"Lo so che non ti va, te l'avevo detto che era troppo. Ma l'hai voluto lo stesso quindi ora lo bevi tutto"
"Perché senò? Se non lo bevo?" sfida lui dall'alto dei suoi cinque anni.
"Non ti conviene, perchè finchè non lo bevi tutto non puoi alzarti da tavola"
"Umpf! Questo non può succedere! Perchè vedi? non ho mica la colla!"

Mamma ride di nuovo, ma questa continua lotta psicologica all'ultimo neurone inizia a logorarle i nervi.

Quel poveraccio del comandante del Bounty deve aver avuto qualche grana analoga, a suo tempo.
Fra ammutinati, ci si comprende alla perfezione.

martedì 27 agosto 2013

Sempre meglio che lavorare

"Kate riprende a lavorare dopo 52 giorni di maternità". Così dicono i giornali.
Brava, lei.

Perchè Mamma non è stata molto brava.
Mamma, la prima volta, è rimasta a casa per 8 mesi prima di riprendere a lavorare, prima di tornare in un ufficio dove il suo lavoro non c'era più e passare il successivo anno a riempire utilissime tabelle.
E la seconda volta non è nemmeno più tornata, al lavoro.
Oggi Mamma si limita a fare la spesa, produrre pane e yogurt, fare bucati, pulire la casa, preparare da mangiare, risolvere qualche imprevisto e poco altro, tipo crescere i bambini (perchè "educarli" sarebbe una parola grossa!).

Kate invece è più brava. Dopo 52 soli giorni metterà il bebè nel carrozzino, lo coprirà bene e andrà al mercato con la neve alta a vendere vestiti dalle 7 di mattina. Ah no, scusate, quella era la ragazza della bancarella di fronte al Caffè Centrale, lo scorso inverno.
Kate tornerà al suo, di lavoro: presenzierà ad una festa di gala e dovrà mettersi in ghingheri per l'occasione, sfoderare un sorriso a 48 denti e salutare a destra e a manca nonostante abbia dormito pochino la notte precedente.
E chissà se lascerà il bebè alla nonna per l'intera giornata e correrà a timbrare il cartellino piangendo per i sensi di colpa, o se dovrà assumere una tata che le costerà l'intero stipendio più un'aggiunta dal marito, finchè non potrà mandarlo finalmente al nido...

P.S.
Mamma ha già confessato qui, di parlare spinta da una vocina interiore che la fa tingere di verde.
Ma questa volta la Royal Mamy non c'entra, perchè chi ha parlato di lavoro non è stata quella fortunella di Kate, che non ha colpe per essere dove si trova.
Questa volta la vocina la fa tingere di rosso, ma non per timidezza.
Perchè ci sono donne che per lavoro accettano di vedere i figli solo qualche ora la sera, perdendosi i loro momenti più importanti.
Ci sono donne che subiscono umiliazioni e pressioni dai colleghi, ma non mollano perchè hanno una vera necessità di quel lavoro.
E ci sono donne che il lavoro non ce l'hanno, e sono disposte a cercarlo anche a spese dei propri sogni, della propria dignità, della propria salute.
Kate le fa sognare tutte, queste donne, ma per favore, non parliamo di lavoro.
Perchè cari giornalisti, il mestiere della principessa può essere "difficile, carico di responsabilità, con orari lunghi, anche notturni e festivi, ma è sempre meglio che lavorare" (*)


(* cit. di L. Barzini, parlando del mestiere di giornalista)

lunedì 26 agosto 2013

Grassoccia è meglio

Mai come ieri è stata così fredda l'acqua in piscina.
Siamo a fine estate, e anche se di giorno le temperature salgono, il fresco della notte raffredda quelle pozze d'acqua non riscaldate, e immergersi diventa sempre più eroico.

La maestra di nuoto ha abbandonato il campo a metà lezione chiedendo una camomilla calda.
Macco che ha sempre caldo, per la prima volta è uscito dopo neanche un minuto.
Dede il tuffatore è uscito dopo un paio di minuti, e con i capelli asciutti.
Mamma invece, che ha sempre freddo, è rimasta in acqua a godersi il galleggiamento senza zavorre al collo.
E l'ha trovata perfino caldina.

Questo strato adiposo di cui si è circondata durante gli ultimi due mesi ha finalmente trovato il suo perché.

venerdì 23 agosto 2013

Di due fratelli

Mamma oggi ha una fede tutta lucida e sbirluccicante: è stata dall'orafo a farla lucidare tanto che sembra una sposina in viaggio di nozze.
Una sposina incinta, probabilmente, a giudicare dalle dimensioni della recente pancia post-gelati.
Ma torniamo a noi.
Ovviamente si è portata dietro i bambini, con la promessa di un tic tac se si fossero comportati bene, e loro si sono concentrati al massimo, sperando nella ricompensa di cui sono ghiotti.
All'uscita del negozio, l'orafo:

"Oh, in genere di due fratelli un è bon e l'altro vivace. Ma di 'sti due, qual è chel bon?!"

Nemmeno a dirlo, la scatolina dei tic tac giace ancora miseramente piena nella borsetta.
E meno male che si erano applicati...

giovedì 22 agosto 2013

Certe volte

Certe volte Mamma si sveglia ed è già stanca.
Quelle ore di sonno in meno in cui viene buttata giù dal letto, dopo un paio di giorni si fanno sentire con prepotenza e lei non può far altro che trascinarsi giù e assecondare il bambino di turno.

Certe volte avrebbe bisogno di una pausa, un momento-bolla in cui estraniarsi dalle responsabilità e galleggiare leggera sul mondo.
Avrebbe voglia di pensare solo a se stessa e perdere il suo tempo nel modo più futile, coccolandosi come non fa da tempo e dicendosi di essere ancora una persona importante.

Certe volte la giornata sembra infinita, e passare davanti alla camera da letto le fa venire solo voglia che sia già sera, rendendo tutto più lento e difficile.
E quando lei è così, le piccole spugne che cresce giorno dopo giorno lo respirano dal primo istante e fanno di tutto per remarle contro.

Il mare è splendido, le vacanze sono stupende e da qui non partirebbe mai, si.
Ma certe volte Mamma non vede proprio l'ora che riapra il mitico, unico, vero e Santo Asilo!

mercoledì 21 agosto 2013

Nuovi ospiti (ma per poco)

A Villa Delirio sono arrivati nuovi ospiti.
La cugina di Mamma Anuk, incredula sugli avvenimenti di cui sente soltanto parlare dalla lontana Roma, è arrivata con un'amica forse per testarne con mano la veridicità.
Ancora giovani e libere da pestiferi marmocchi, all'alba delle 11.30 le ragazze si sono presentate in cucina per la colazione, con gli occhi gonfi per la dormita.

"Plendimi! Dai zia colli, vieni a plendelmi!", è stato il buongiorno di Macco strattonando la zia.
E mentre lei correva per la casa dietro ad un furetto scatenato già sveglio da oltre quattro ore, con lo sguardo spiritato di chi non sa ancora dove sia finita nè perché, la sua amica sedeva placida davanti ai biscotti.
"Mi fai vedere i bruchi sul computer?" è stato il buongiorno di Dede.

Le due fanciulle inzuppavano i biscotti nel the, e Macco tirava ora l'una, ora l'altra mano indistintamente, reclamando la sua dose di giochi sfrenati.
Nel frattempo Dede passava dalle foto dei vermi ai lombrichi, dopo una breve parentesi sulle coccinelle.
Quando Anuk ha addentato una brioche, infine, si è entusiasmato con i pidocchi delle piante, mentre Macco snocciolava l'equivalente della Divina Commedia no-stop, gridando felice e tirando sberle a destra e a manca.

Mamma ha qualche vago sentore che quella della cugina sarà una visita molto, ma molto breve.

lunedì 19 agosto 2013

Estate 2013

Ci sono state la fatine che tiravano la polverina magica dappertutto, nella rocca medievale parata a festa, e ancora i luccichini non se ne vanno dai capelli.
C'è stata la balena di Pinocchio con Geppetto nascosto all'interno, che raccontava di sé alla luce di una candela.
C'è stata una serata in campagna dallo zio, con così tante lumache da mandare Dede in brodo di giuggiole, il picnic sotto le stelle e il chiassosissimo carnevale estivo con i suoi enormi carri da parata e i Barbapapà.
Ci sono state fantastiche grigliate e focacce profumate, latte giganti di birra e litri di spritz, e il primo aperitivo sola con Brontolo, che Mamma deve ancora smaltire la sbornia di un bicchiere tutto per sé.
La serata dei panzerotti, gelati a non finire e yogurt-gelato con biscotti e meringhe sbriciolati dentro.
Ci sono tuffi e nuotate, e la tranquillità di sapere che finalmente i bambini stanno a galla da soli.
C'è stato il caldo da svenire e la cistite da raffreddatura, i vestiti mai indossati e altri messi praticamente tutti i giorni.
Gli incidenti e i pianti, il sangue e le cicatrici, la prima caduta dalla bicicletta, le partite a baseball, a tennis, a racchettoni, a pallavolo, a calcio.
Mamma ha respirato il mare a pieni polmoni e ha fatto scorta di sole e serenità (chè l'inverno sarà lungo lassù).

Poi ci sono state nuove valigie, e Brontolo è tornato in Germania.
Mamma ha ancora diversi giorni di mare davanti, ma da quel momento la sensazione che l'estate sia finita le mette addosso una sottilissima ma persistente malinconia.
Urge una terapia d'urto a base di frappè al pistacchio e yogurt con le meringhe come se piovesse.

martedì 13 agosto 2013

Pensieri di una bambina

"Dede, allontanati da quella finestra"
"E perchè mamma?"

Perchè si.
Perchè era una giornata come tante altre.
Rachele e Sua Sorilla erano state portate a casa della (giovane) Mest ed erano scese in cortile a giocare.
Sono passati quei trent'anni, gli zii pugliesi vivevano ancora nelle Marche e i ricordi sono ormai parecchio sfumati: non è rimasto nemmeno un nome o un viso, di quel gruppo di bambini che si incontrava tutti i giorni a correre sotto i palazzi dove abitavano.
Era un pomeriggio come tanti, e i bambini si tiravano addosso quelle spighe speciali di erbaccia che ti dicono esattamente quanti figli avrai da grande, se ti rimangono appesi alla maglietta.
Un gattino miagolava da qualche parte.
Rachele strappava via spighe in quantità, finchè una non le rimase attaccata alla mano.
I ricordi svaniscono, ma quel bruco gigante che si era nascosto fra le piante e non si staccava dalla sua mano di bambina è indelebile e nitido come fosse successo ieri.
Strani percorsi fanno i ricordi.
Il gattino miagolava mentre Rachele inorridiva per l'accaduto.
"Giochiamo a fulmine!", gridava qualcuno.
E poi "Giochiamo a nascondino!", e qualcuno si ribellava, si litigava, mentre il gattino miagolava ancora.
Corse sotto il sole a perdifiato, gruppi e faide si schieravano gli uni contro altri, qualche mamma che chiamava dal terrazzo, e il gattino che insisteva a miagolare.
Ma che noia questo gattino! Vado a vedere, deve essere appena nato pensa Rachele allontanandosi dal gruppo.
E fra l'erba alta, al limitare del campo abbandonato, un bambino raggomitolato piangeva sommesso in una pozza di sangue.

Tutto quello che segue è un ricordo perfetto, senza volti e nomi eccetto uno, ricco di dettagli.
"Amici, aiuto, correte qui!" grida Rachele. "C'è un bambino caduto dal terrazzo!"
"Andiamo a suonare ai citofoni di questa scala del palazzo" propone un'amichetta riconoscendo il bimbo.
Le due bambine suonano alla porta del primo piano e una signora col grembiule e i capelli raccolti apre sorridendo. Un viso tondo, capelli castani e ricci, Mamma lo ricorda perfettamente.
Fra poco non sorriderà più. Chissà se si metterà a gridare? pensa Rachele, propensa alle sceneggiate drammatiche.

Il grembiule è a sfondo chiaro, ha tanti fiorellini.
"Signora! sua figlio è caduto dal primo piano" dice concitata l'amica.
Per forza che è caduto dal primo piano, abita al primo piano! Doveva dire dal terrazzo, pensa Rachele infastidita dall'ovvietà della frase. E aggiunge "L'ho trovato io!"
La giovane madre grida "Luca!" e corre di sotto lasciando la porta aperta.
Non mi ha nemmeno ringraziata che l'ho trovato!  Pensa ancora Rachele, notando che la signora non aveva chiuso la porta.

La donna col grembiule a fiori corre dal figlio che ancora miagola nel sangue, lo prende in braccio, lo stringe a sé cullandolo avanti e indietro, dicendogli che adesso che c'è la mamma andrà tutto bene.
Si sta sporcando tutta di sangue... nota ancora Rachele.
Ma perchè gli dice che va tutto bene, se non è vero? 

"L'avevo lasciato sul terrazzo, stava giocando col cane e io stavo dando l'aspirapolvere dentro. Deve essere salito sulla sedia" si giustifica lei con gli occhi dilatati dalla paura.

Arriva l'ambulanza, se li porta via, i bambini vanno a bere dell'acqua dal rubinetto per calmarsi dagli eventi, Rachele sente ancora le gambe che tremano.
L'acqua del rubinetto è inquinata, ma questo è un caso speciale e si può bere lo stesso. Mamma lo capirà e mi dirà che sono stata brava.

Il gattino non miagola più.

lunedì 12 agosto 2013

A cena fuori

"Bambini che ne dite se stasera andiamo a mangiare una bella pizza in spiaggia?" propone Mamma sull'onda dell'entusiasmo dell'altra sera.
"Si! Va bene mamma!" rispondono loro accondiscendenti.
"Uhm... Preferireste senò andare a mangiare al Pesceblu?" propone lei come alternativa per accontentare Brontolo.
"Si! Evviva! Al Pesceblu si!" acclamano loro a gran voce.

Il Pesceblu(*) è un selfservice squalliduccio quasi sul mare dove cucinano i cuochi della cooperativa dei pescatori. Preparano sempre gli stessi piatti da una vita e sono veramente, ma veramente, squisiti.
E così i brambilla escono per cena, con tre maschi entusiasti e Mamma abbastanza delusa dal mancato bis della serata in spiaggia.
Davanti al ristorante c'è una gran fila di gente ferma. Si è bloccato qualcosa all'interno, e sono tutti ad aspettare fuori nella giornata clou dell'estate, quella da sentirsi male, quella che puoi sopravvivere solamente stando a mollo nell'acqua.
"Bambini, ma vogliamo mangiare proprio qui?" prova a dire lei.
Ha già convinto Brontolo ad abbandonare il campo e cambiare ristorante, ma quelli piccoli sono ossi più duri da smuovere.
"E se ce ne andassimo a mangiare la pizza in spiaggia? Eh?"
Macchè.
"E se ce ne andassimo a mangiare la pizza al ristorante col giardino dove potete correre?"
Nulla.
"E se vi prendo anche le patatine fritte? Eh? Pizza e patatine, non vi va? Eh?"
"Insomma mamma, noi vogliamo mangiale il pesce", risponde quello di tre anni.
Mamma tace, si vergogna per la pubblica umiliazione e rimane mesta in coda.

Arrivata al bancone col suo vassoio si presenta la scelta.
"Dede, cosa vi prendo? Volete queste polpettine di pesce? O che ne so... ci sono le seppie coi piselli..."
"Si! Quelle!"
"Le polpettine? Sono buonissime!"
"Ma no mamma, i piselli per favore"

Mamma tace, si vergogna ancora e obbedisce.
Mentre Dede divora le seppie inzuppando pure il pane fra i piselli e Macco si sbrodola di sugo di pesce fino alle ginocchia, Mamma pensa alla pizza con le patatine e si domanda dove siano finiti i bambini (quelli veri!) di una volta.


(* nome fittizio)

venerdì 9 agosto 2013

Lezione di nuoto

Da quando sono a Villa Delirio, far dormire Macco dopo pranzo è diventato, appunto, un delirio.
Non perchè non abbia sonno, ma perchè il bestio non si rassegna a cedergli.
Così Mamma, facendo inorridire la Tata Lucia, approfitta dei tragitti in macchina mare-casa per farlo crollare miseramente, allungando la strada quel tanto che serve per vincerla lei.

Ma quando quest'espediente non funziona e la creatura diventa isterica oltre l'umana sopportazione, ebbene ci si prova appositamente verso le 15-16 del pomeriggio, quando la calura opprimente e la luce abbagliante farebbero addormentare anche un insonne incallito.

E così Macco è crollato ieri pomeriggio, dormendo beato per tutta la lezione di nuoto che avrebbe dovuto fare.
Al risveglio, poi, l'inevitabile.
"Mamma, du è Elena, la mia maettla di nuoto?"
"Amore Elena non c'è oggi, la facciamo domani la lezione"
"Ma io vojo oggi, io vojo adesso. Non avevi detto che c'ela Elena?"

E' stata bravissima Mamma con quel birbante logorroico, e dopo svariati minuti di esacerbanti botta e risposta lo ha convinto e placato senza fargli versare nemmeno una lacrima.
E così, quando si è finalmente allontanato, lei ha sorriso di sollievo.

"Maaaaccoooo..." si insinua una vocina subdola l'istante successivo.
"Dede amore, vieni qui!" prova a dire Mamma subodorando le intenzioni malefiche del fratello.
"Maaaaaccooooo..." la ignora lui gironzolandogli intorno col sorriso delle grandi occasioni.
"Macco, lo sai che invece io la lezione con Elena l'ho fatta? Abbiamo fatto tantissimi tuffi e ho nuotato tutto il tempo io, anche nell'ora tua. Perchè tu dormivi e ora lei non c'è più, capito perchè tu non puoi fare la lezione di nuoto?"

No, tranquilli, Dede è ancora vivo e vegeto.
Solo Macco è ancora lì che strilla.
E Mamma è ancora qui che ride.

mercoledì 7 agosto 2013

Un ricordo fra le onde

Mamma è stata in vacanza ieri sera. O quasi per lo meno.
Perchè per lei vacanza significa non guardare l'orologio, non dire "è ora di andare", non avere doveri nè fretta, e anche se tutto questo mal si combina con la frequentazione di Brontolo, che è praticamente nato con "torniamo a casa?" cucito sulla lingua, ieri è riuscita comunque ad avere la meglio e a conquistare la sua prima serata-vacanza.

Ha dunque convinto il riottoso marito ad una cena senza tovaglie né bicchieri di vetro, e dopo aver comprato una grigliata di pesce dall'odore inebriante, sono andati al mare a mangiare sdraiati sui lettini.  Il sole tramontava mentre la gente abbandonava la spiaggia nel silenzio, e Mamma è stata in vacanza per un'ora intera.
Dopo la cena, una passeggiata alla ricerca di granchi e gabbiani.
I bimbi correvano avanti, mentre le onde facevano squosh sulla sabbia lucida.
Squosh... una famiglia di inglesi si fotografa immersa nell'acqua, con le magliette a maniche lunghe addosso.
Squosh... una coppia di giovanissimi si bacia nell'acqua quieta.
Squosh... un gruppo di amici chiacchiera ridendo, seduti sui lettini in riva al mare.
Squosh... "Presto, corri Macco, arrivano i gabbiani!"
Squosh... E allora Mamma ricorda una donna, con un bimbo di circa sei mesi che sgambetta nel marsupio. Passeggia nel tramonto e canta mormorando piano, lo accarezza, lo annusa, lo vive fino in fondo. Passeggia nell'acqua e si ferma ogni tanto a guardare la città dal mare, con le luci che si accendono e le onde che tracciano solchi rosa nella sabbia.
I loro sguardi si incrociano ora che sono nello stesso posto, vicine nello spazio ma separate da un tempo che sembra infinito. Ognuna pensa all'altra e si sorridono senza vedersi.

"Chissà come saremo fra qualche anno, quando sarai grande", dice Rachele al piccolo nel marsupio.
Mamma prende Dede per mano, lo ferma e gli racconta di quel bimbo.
Sono ancora là insieme, uniti come allora, più di allora, traboccanti d'amore.
Squosh...

martedì 6 agosto 2013

Mamma ti racconto

"Mamma ti racconto una barzelletta?"
"Se proprio devi..." risponde Mamma già infastidita prima di iniziare.
"Allora. Sai cosa fa un pomodoro? Pomodorì, pomodorà, pomodorò! Bella?"
"Ehm, si amore, ma forse non era proprio così sai?" ride lei.

"Mamma ti racconto una barzelletta?"
"Ancora Dede? Racconta ma poi basta" Mamma ha sempre mal sopportato i bambini che raccontano barzellette, e deve assolutamente stroncare questi esordi di Dede prima che diventino fastidiosi per il prossimo.
"Allora. Sai cosa fa un bagnino a marzo? Puzza!"
Difficile risalire all'originale, ma per fortuna Mamma l'aveva sentita letta dalla nonna Tonia sul libro delle barzellette, e ha potuto capire che si riferiva a quello che fa un bagnino in marzo, quando non fa il bagnino.

"Mamma ti racconto una ttolia?"
"Ah si, le storie mi piacciono. Racconta Macco!"
Per fortuna Macco racconta favoline, niente barzellette, pensa Mamma più contenta.

"Allola. C'ela una volta una scolleggia che camminava"
"... e?"
"Batta, finita!"

Pura poesia.
Quasi quasi era meglio il pomodorì...

lunedì 5 agosto 2013

Festa d'estate

"Hhh" è quel verso che si fa inspirando velocemente aria con la bocca, quando si è stupiti o spaventati o sorpresi da qualcosa di inaspettato.

E dunque PUM-verde: "Hhhhhh!"
PUM-rosso: "Hhhhh!"
PUM-bianco: "Hhhhh!"
PUM-rosa: "Oooohhhh!"
PUM-giallo: "Ooooohhhh!"
PUM-verde: "Verde!"
PUM-rosa: "Rosa!"
PUM-bianco: "Rosa!"
PUM-rosso: "Verde!"
PUM-viola: "Viola!"
PUM-multicolori: "Verde!"
"Dede, amore! Non è verde quello... sono tanti colori tutti insieme!"
RIPUM-multicolori: "Multicolori! Ma mamma.... sembrano tante stelle..."

Vedere per la prima volta i fuochi dentifricio con i bimbi abbarbicati in braccio come koala, ha un suo inaspettato, dolcissimo e meraviglioso fascino.

giovedì 1 agosto 2013

Bocciati


“In questa casa c’è troppa aria per me: troppi alberi, troppo odore, e mi viene l’asma.”
“In questa casa non c’è abbastanza aria per me: mi manca il fiato, invece giù abbiamo la pineta.”
La Mest è a Villa Delirio da meno di una settimana, e ha già concluso che nulla è all’altezza della sua casa al mare, un appartamentino che si affaccia sul giardino del dirimpettaio, che per buona ventura ha piantato due grossi pini.
La pineta, appunto.

La Mest ha snobbato la stanza che le era stata preparata, millantando odori insopportabili, e ha scelto la stanzetta adibita a magazzino, chiedendo che fosse completamente svuotata e tirata a lucido.
“Questa stanza va benissimo, ma staccate la lavatrice perché l’odore del bucato mi fa star male.”
E così la lavatrice è stata messa in pausa con l’arrivo della Mest, e negli ultimi giorni il livello dei panni sporchi è lievitato a dismisura, facendoti sentire invischiato nell’incubo di Blob.

Poi “Questo materasso è troppo duro e mi viene mal di schiena.”
“Quest’altro materasso è troppo sintetico e mi viene il prurito.”
“Questo materasso di lana sarebbe perfetto ma ha le cuciture, e mi viene il mal di gambe.”
Quando nonna Tonia, stranamente priva di ulteriori materassi, ha prelevato quello di Macco per darlo disperata all’anziana zia, Mamma ha detto stop.
E così è stato posto un doppio piumino sul materasso di lana della Mest, per rendere soffici le cuciture. (“Questo piumino ha l’odore di chiuso dell’armadio”)
E’ stato messo in esilio il cane (“Questo cane puzza di cane e la sua pipì ha odore di pipì”), sono stati banditi tutti gli anti-zanzare (“Però qui ci sono troppe zanzare. Mica come giù da noi che ce ne sono pure tante, ma qui sono troppe”).
Quando si è arrivati a “Questo tramonto non è rosso come quelli di giù”, e "Nel vostro mare non ci sono le onde che abbiamo noi", i parenti tutti hanno calato le braccia, e a Villa Delirio si è capito che il destino di questa vacanza era ormai segnato, e che la permanenza della Mest si sarebbe concluso con una fallimentare insufficienza.

Così domani la zia ultranovantenne si metterà di nuovo in macchina e si farà accompagnare al suo appartamentino al mare.
L’unico posto al mondo dove ci saranno tante zanzare, odori di cucina e puzza di pipì di cani, continuerà ad avere l’asma, il mal di schiena e il dolore alle gambe, ma in quel caso saranno soltanto inconvenienti dell’età, piuttosto che incorreggibili pecche della bocciatissima Villa Delirio.