lunedì 29 giugno 2015

La cruccascuola

Sorilla ha un bambino in seconda elementare.
"E' grande, fa già la scuola mamma. E mi ha detto che è una cosa terribile, e io non ci vorrò andare mai", diceva la sera Dede lo scorso anno, abbastanza spaventato da tali premesse.
"Compiti ogni giorno, anche a Natale, e bisogna sempre stare seduti fermi fino alla sera, e bisogna anche stare sempre zitti! Mamma io non ci voglio andare a scuola, devo proprio? Eh mamma?"
Poi la scuola è cominciata anche qui, ed è diventato grande pure Dede.
E Mamma non ha mai scritto di questo, ma ora che le lezioni sono finite per tutti, giù in Italia, le è venuto in mente che qualcosa dovrebbe dire a tale proposito, per i più curiosi.

La scuola in Germania è gestita in maniera diversa in ciascun Land, quindi quello che racconterà riguarda soltanto il Baden Wüttemberg, sebbene molto probabilmente certe cose non cambino da regione a regione.
Prima elementare: da Dede la scuola inizia alle 8.35 e finisce alle 12.20.
Dopo i primi 45 minuti di lezione, c'è una "grande pausa" di venti minuti. Poi altri due blocchi di lezione, intervallati da una "piccola pausa" di cinque minuti, e infine una seconda "grande pausa", che precede gli ultimi tre quarti ora.
"Non ti sembrano un po' troppo lavativi?" aveva chiesto Mamma ad una mamma milanese, psicologa, e lei si era entusiasmata rispondendo che non immaginava che in Germania fossero così tanto illuminati. "Lo diciamo da anni ai dirigenti scolastici che questo è l'ideale per i bambini che devono apprendere, ma non ci ascolta nessuno"
Dede a questo punto torna a casa, e ha i suoi compiti da fare: alcune righe di lettere da scrivere, o parole, o frasi, e alcune operazioni da fare giocando con i dadi e i colori. Qui si dà un'importanza enorme al calcolo mentale rapido, con tutti i trucchetti da imparare (a Mamma si sono rivelati i segreti delle sottrazioni, che alla beata età di 40 anni continuava a fare con le dita, di nascosto!)
Nel giro di dieci minuti i compiti sono finiti. Niente compiti nel fine settimana, e ovviamente niente compiti durante le feste, perchè ci si deve riposare.
"Dede, ma cosa fate durante le pause?" ha chiesto Mamma un giorno.
"Eh, mamma, appena suona il campanello noi usciamo di corsa in giardino e urliamo"
"Urlate?"
"Si, è la prima cosa che facciamo: corriamo e urliamo. E poi facciamo colazione, io mangio le cose che mi dai tu"
In giardino si esce tutti i giorni, con il sole o con la pioggia, con la neve o con il vento, e si urla.
Catartico!
Quando ha le finestre aperte Mamma li può sentire perfino da casa sua, i bambini che fanno l'intervallo.
Per chi rimane fino al pomeriggio c'è il pranzo, il gioco libero, i compiti e lo sport.

In inverno, mentre il cugino italiano è ancora seduto al suo banco con la testa bassa, a imparare cose nuove lottando contro la stanchezza, i crucchini corrono in giardino, si arrampicano sulle pareti da free climbing, volano con i capelli al vento su scivoli e altalene o corrono sulla pista di cui è dotata ogni scuola.
In estate, mentre il cugino italiano è a mollo al mare, in vacanza per i prossimi tre mesi e mezzo, i crucchini continuano ad andare a scuola fino a fine luglio (ARGH!), tranquilli dopo un inverno costellato di feste e vacanze, e pronti per sguazzare al lago subito dopo pranzo.
I brambillen torneranno brambilli italici presto o tardi, e Mamma non potrà immaginare di costringere Dede, o Macco, ad un regime scolastico di quel genere.
I brambillen torneranno brambilli, si, ma Mamma sta seriamente valutando l'educazione parentale.

giovedì 25 giugno 2015

Un inconveniente simpaticissimo...

Sono le 12.20, Mamma è appena tornata dalla spesa. Mette l'acqua sul fuoco e toglie le scarpe mentre Dede inizia a brontolare:
"Adesso ho capito perchè questa giornata è così storta mamma!"
"Dimmi Dede, perchè?" chiede lei tirando fuori gli ingredienti per fare una torta.
"Perchè ci sei tu!"
Mamma ha già abbastanza fretta per accollarsi anche le crisi del settenne, e gli risponde secca che se non vuole vederla può anche andarsene da un'altra parte.
Detto, fatto: Dede infila le scarpe ed esce di casa.
Mamma controlla dalla finestra che non esca dal portone, mentre Macco lo insegue allarmato. Quando è già abbastanza tempo che è fuori, quando Macco lo ha richiamato in casa già abbastanza volte, Mamma decide che è ora di intervenire: esce sul pianerottolo e…
SBAM!
La porta di casa sbatte, Mamma si guarda: in ciabatte, senza chiavi, senza telefono e con la porta chiusa.
Quando Brontolo arriva per pranzo trova tre brambillen ospitati da una vicina di casa piena di compassione. Sono tutti pronti ad entrare, ma le sue chiavi non aprono.
"Hai lasciato le chiavi nella serratura dentro!" grida lui con le mani fra i capelli, sapendo che lei lo fa sempre.

E così niente: oltre due ore passate sulle scale ad aspettare l'intervento d'urgenza, mentre l'acqua sul fuoco continua a bollire. E l'intervento d'urgenza che non arriva mai nonostante quattro solleciti. E i bambini che iniziano ad avere fame, e pipì, e ad annoiarsi, e a piangere.
E Dede che le chiede scusa mille volte, e Mamma che pensa all'amichetto di Macco che doveva andare a prendere alle 14.30 e invece alle 14.45 è ancora sulle scale ad aspettare di entrare in casa, senza nemmeno poterlo avvertire. E Brontolo che brontola, e impreca, e brontola ancora.
Alla fine il fabbro non è mai arrivato e un collega di Brontolo li ha salvati con un filo di rame piegato ad arte (il fumo, la puzza di pentola bruciata in tutte le stanze, la torta ancora tutta da preparare).

La prossima volta che nasce, Mamma sa già cosa vorrà essere.
Un ladro, per favore, perchè non si è mai letto che Arsenio Lupin sia mai rimasto fuori di casa…

lunedì 22 giugno 2015

E' morto Flip

"E' morto Flick, è morto Flock…" Mamma saltella per mano con Dede tornando dalla scuola, che canta con lei: "E' morto Flip, è morto Flop…"
"Dede si dice Flick, non Flip!"
"Lo so mamma. Però pensaci… è più comodo dire Flip piuttosto che Flick, non pensi? Si fa più fatica a dire la k con la gola piuttosto che p con le labbra. Ho ragione o no, eh mamma?"

Quando la pigrizia arriva a certi livelli, non puoi far altro che inchinarti…

sabato 20 giugno 2015

Allo stupido mare

"ARGH! non mettete i piedi su quelle alghe lì, vi prego!
FERMI! non vi bagnate il sedere con quell'acqua, per favore! Il pisellino! Noooo! hai bagnato il pisellino! oddio e adesso? Bambini non vi azzardate a schizzare anche me, sà, che mi metto a piangere e torno subito a casa!"

Non è Mamma ad essere schifiltosa, è che fra le alghe si possono nascondere animaletti che pungono, e in quell'acqua ci fanno il bagno le oche, e il nido fra le canne, e la pipì i cani, e l'acqua è sempre la stessa… batteri e virus a non finire e senza nemmeno il sale che disinfetti. Insomma una schifezza!
Acqua di lago, capite? di lago! mica è mare questo… quello si che è pulito.
(Disse la donna che lo scorso anno non fece nemmeno un bagno nel "suo" mare, chè era vietata la balneazione)
Vorremo mica mettere con i santi pidocchi della sabbia adriatica e il nobile guano dei gabbiani?

Mamma è tornata a casa dopo un pomeriggio in spiaggia grattandosi come se avesse contratto la scabbia e ha strigliato i figli con la spugna abrasiva per togliere per lo meno tutto il primo strato epidermico.
Ma al prossimo pomeriggio di sole ci tornerà.

L'intenzione è quella di prendere un po' di sole, leggere un bel libro e annusare la crema solare che aleggia nell'aria, sentendosi un po' più a casa.


P.S.
Il fantastico termine "stupido mare" è stato coniato da Dede, qui

mercoledì 17 giugno 2015

I cruccarrelli

Cos'è un cruccarrello?
Semplice: un carrello tedesco, di quelli del supermercato, di quelli che conosciamo alla perfezione anche noi. Ma se quelli nostri sono carrelli, questi sono cruccarrelli.
Perché i Tedeschi sono capaci di crucchizzarli a modo loro.
Basta fare un giro al supermercato per notarlo, anche se non lo si realizza subito: Mamma ha impiegato diverso tempo per prenderne coscienza e ora le si è aperto un mondo sconosciuto.

Carrelli enormi e super confortevoli dotati di seggiolino per i piccoli, pedana per i più grandicelli e porta-ovetto per i neonati. In molti c'è anche la lente d'ingrandimento per leggere gli ingredienti scritti in piccolo.
Mai un ciuffo di capelli incastrato fra le ruote, mai ruote che sobbalzano ad ogni giro, mai "svirgolamento a destra" del mezzo per ruota bloccata, mai una cingomma appiccicata al seggiolino... Insomma, perfetti.
Quando sono con lei, i brambillini ci si arrampicano dentro con i loro giochi (qui non è ancora vietato), e Mamma riesce ad infilarci senza problemi tutta la spesa e pure la borsa.
Una volta ci ha inserito perfino un materasso!

Caro tu, abituato alle spese selvagge del sabato mattina, in cui riempi il carrello all'inverosimile e ne ricavi otto-dieci buste piene, tu non puoi immaginare.
Perché per te inserire la merce nel carrello significa buttare tutto dentro, vero o no?
Ecco, qui no!
Qui c'è un ordine anche nel sistemare la spesa, e Mamma non finisce ancora di stupirsi.
Lei che butta sempre tutto alla rinfusa, lei che ogni volta che compra le fragole se le ritrova sotto alle mele, nonostante tutti i buoni propositi di tenerle al sicuro, lei guarda i cruccarrelli e si ferma in ammirazione.
Perché l'ordine ha un suo fascino magnetico e ti cattura morbosamente.
Perché loro usano un lato per la frutta, uno per la verdura, uno per la carne e uno per le cose pesanti, e Mamma ci prova tutte le volte ad imitarli, si sforza e si concentra ma non c'è niente da fare: le fragole finiscono sempre sotto la farina.

Una volta all'uscita, dopo al massimo quattro minuti di fila, ogni acquisto non finisce a caso in una banale busta, ma con rigore scientifico vengono riempiti dei bellissimi cestini di ogni forma e materiale da cui spuntano ordinatamente pomodori, ravanelli e fragole sfuse, senza nemmeno un frutto che ne esca schiacciato o che rotoli in terra.
Mamma mette tutto nella sua busta ed esce, con le fragole sotto alle zucchine e il pane che cade sul marciapiede. E già che c'è, mettendo a posto il carrello sbatte la busta contro il paletto.
Loro infilano il cestino sul manubrio della bicicletta e partono leggiadri con i capelli al vento.

Mamma posa la sua marmellata-di-fragole sul sedile e non può che guardarli e ammirarli.
Perché per imparare, per lei, è troppo tardi.

martedì 16 giugno 2015

In pigiama

La Germania non è propriamente nota per il buon gusto in fatto di moda, ma bisogna ammettere che spesso la cosa è molto, molto comoda: esci come sei, infili il primo "sopra" che ti finisce in mano dal cassetto e lo accosti al primo "sotto" che trovi appeso davanti al tuo naso. Nessuno ti guarda, nessuno ti giudica, nessuno storce il naso e tu ti senti libero.
Per esempio quando aveva l'alluce rotto, dopo il gesso, Mamma è uscita per mesi con due scarpe diverse senza che nessuno abbia mai mostrato segni di disagio o di curiosità per tale scelta bislacca. E i bello è che probabilmente nessuno se ne è nemmeno accorto!

Ma in vacanza in Olanda i brambillen sono stati piacevolmente colpiti dall'eleganza di quel popolo e si sono sentiti un po' più a casa, un po' più vicini alle abitudini italiane e un po' più stimolati ad "apparire".
Di ritorno dal viaggio quindi Mamma ha riesumato una maglia che non indossava più da un paio di anni (troppo bella per le abitudini locali) e dei pantaloni estivi. Era molto soddisfatta di sé quando ha preso in braccio Macco prima di andare all'asilo, spavalda.

E a quel punto la fatidica frase, sussurrata nell'orecchio con timidezza, forse per non urtare troppo la sua sensibilità:
"Ma mamma, non puoi uscire così... sei ancora in pigiama!"

Il virus del vestir-crucco ha inesorabilmente contagiato anche lei?
… O magari è il bambino che sta crescendo un tantino deviato, avvezzo a simili sciccherie?

Dede quando si veste da solo

sabato 13 giugno 2015

Una doccia freddissima

Le cose non sempre vanno come uno vorrebbe, purtroppo.
Per esempio capita che ti infili sotto la doccia una bella sera di 30 gradi e l'acqua calda puf! Svanita.
E capita che sei lì, tutto nudo e pronto a goderti la meritata doccia di fine giornata, impolverato e grigio, con i capelli incrostati di sabbia, quando l'unico getto che ti arriva addosso come una serie di aghi da tortura è ghiacciato a morte.
E tu urli, ovviamente.
E tua madre urla pure lei, arrabbiata con chi ha finito l'acqua prima di te, che tanto per dire due nomi a caso potrebbe essere tuo fratello e tuo cugino Dede...
La zia Rachele dice che basta aspettare tre minuti e l'acqua torna, ma la mamma vuole il papà per risolvere tutto, e invece il papà forse non risolve mica troppo bene.
E allora arriva lo zio e si mettono a sistemare la porta della doccia che si è incastrata e allora capita che sei sempre lì, tutto nudo e infreddolito e nessuno ti dà più retta.
"Mi sto prendendo un colpo, ma vi rendete conto o nooooo?" provi a gridare in maniera tragica, tendendo in avanti le mani.
E all'improvviso arriva la doccia!
E tu urli di nuovo, ma stavolta anche tuo zio e tuo padre.
E poi arriva la mamma di corsa e urla pure lei, e arriva la zia e grida qualcosa e già che ci sei continui a gridare pure tu, perchè quando ti ricapita di poter strillare così in compagnia?
E solo a quel punto realizzi che la doccia non era una doccia del tutto normale.

                                                                       -- * --

Sorilla si è calmata, e dopo essersi allontanata un secondo dal luogo del misfatto torna in bagno sorridente.
Alessandro è appallottolato come un piccolo Budda fra le mani del padre, sospeso in aria ancora tutto nudo, mentre tutto il bagno luccica e brilla come una fabbrica di diamanti.
Centinaia di migliaia di vetruzzi di ogni forma sono distribuiti a secchiate sul pavimento, nel lavandino e nella doccia, mentre il Budda grida sempre più forte.
"Oddio oddio che maaaaale! Ma che cosa avete combinato, disgraziaaati! Muoio! Mi facevate moriiiiire!"
Qualche minuscola goccina di sangue compare dalle gambe del cinquenne mentre Mamma spruzza acqua ossigenata e controlla che non ci siano ferite: la porta della doccia è letteralmente esplosa, ma lo zio Paio ha sollevato in braccio il bambino prima che potesse farsi male fra i vetri.
Paio inizia a cedere sotto il peso del Buddino che si contorce in aria gridando, e goccioloni di sangue macchiano il tappeto.
"Sciacquiamolo", ordina Mamma coordinando le azioni di soccorso,"tu prendilo in braccio e portalo nell'altro bagno", dice rivolta a Sorilla.
E la poveretta ci prova a prendere tempo, a tergiversare, a cercare una soluzione alternativa, ma lo zio Paio è ormai cianotico sotto il peso del Budda e deve per forza cederlo a qualcun altro. Così, grugnendo per la fatica, Sorilla prende in braccio il denso fardello.

"Ma dove li avete preeeesi?!" grida il piccolo, isterico pazzo. "Ora dovete trovarne aaaaaltri" continua gridando all'impazzata.
"Ma cosa?" chiede Mamma senza capire, pensando ad altri vetri sulle sue gambe.
"Di mariti, no? Dove li avete trovati quei duuuuue? Dooooveeee? Cosa ve li siete sposati a faaaaare?"

Lo zio Paio dal bagno grida qualcosa, il piccolo Santo prosegue: "In galeeeera devono andare! Hanno provato ad ucciiiidermiiii! In prigioooone! Mi volevano ucciiiiiiidere!"
Mamma disinfetta, Sorilla cerca vetri e coccola il figlio in preda ad una crisi di nervi, zio Paio impreca, Brontolo raccoglie vetri a palate.
"Ho un male micidiaaaaale! Aiuuuuuto toglietemi tutti questi veeeeetri! In galeeeeeera! In galeeeeeera!" grida la vittima, senza alcun segno di ferita.
Mamma disinfetta zio Paio, che ha un taglio sulla mano che continua a sgocciolare macchie ovunque, poi porta una maglia al Budda, sempre tutto nudo e impolverato.

"Quelli mi volevano uccidere! Chiamate la poliziiiiiia!" prosegue Ale sempre più melodrammatico, poi zio Paio compare alla vista del figlio.
Quello strabuzza gli occhi, spalanca la bocca, gli si gonfia la vena in collo e dopo aver preso fiato grida "Ancora qui sono questi duuuuue? Non sono nemmeno finiti in prigione! Non è giuuuuusto! Ora mi avete proprio fatto imbestialiiiiire!"
"Ale, amore di zia, dimmi una cosa: ti andrebbe di mangiare una caramella? Eh? O preferisci un biscottino? O pensi di non farcela perchè stai troppo male?"

Le parole magiche sortiscono un effetto immediato, il Budda inizia a masticare biscotti soddisfatto e smette di inveire oltre, scongiurando l'ictus.
Zio Paio guarda Mamma, fa spallucce, sorride: "E' proprio una brava persona… Una bravissima persona…"

Le cose non vanno sempre come uno vorrebbe.
Per esempio, questi due: ma è mai possibile che nessuno li abbia ancora rinchiusi in galera?

giovedì 11 giugno 2015

Interpretazione dei sogni

"Lo sai perchè sono venuto a dormire nel tuo letto stamattina? Perchè ho fatto un brutto sogno…"
"Davvero? E che cosa avevi sognato amore? Te lo ricordi?"

E' importantissima l'interpretazione dei sogni: attraverso i sogni il nostro inconscio ci parla, e soprattutto nel caso dei bambini potrebbe svelarci le cose che nascondono, che non li fanno stare sereni e che hanno bisogno di esternare.
E poi diciamocelo chiaramente: un bambino la cui massima aspirazione è esalare il suo ultimo respiro abbracciato allo scheletro della madre, qualcosina da analizzare ce l'avrebbe pure…

"Dimmi Dede, raccontami il sogno brutto"
"Eh… era proprio brutto" dice lui concitato.
"Te lo ricordi ancora vero?" chiede lei con un velo di ansia nella voce.
"Si, si, ecco. C'eri tu…"
"Ecco. Le madri sono sempre la rovina dei figli maschi… lo sapevo che era colpa mia"
"C'eri tu mamma e poi… e poi…"
"E poi? Cosa facevo? Eh amore?" incalza lei ma senza pressarlo troppo.
"Eh… tu finivi di guardare Star Wars senza di noi! E vedevi anche la puntata in cui Anakin diventava Darth Vader e io me lo perdevo! Non si fa così mamma!"

"Terribile Dede, davvero terribile"

Questa donna deve essere davvero snaturata per segnare in tal modo l'inconscio del proprio figlio...

domenica 7 giugno 2015

Bello da morire

"Mamma, noi staremo sempre insieme e moriremo abbracciati va bene?"
"Ma no tesoro! Tu mica devi morire quando morirò io! Io morirò ben prima di te"
"Mamma, allora quando tu sarai morta e io no, ti abbraccerò sempre, come scheletro. E poi quando morirò io, morirò abbracciato al tuo scheletro. Bello così?"

Bello…

venerdì 5 giugno 2015

Foto-viaggiando: Gouda e Utrecht

Ore 9.30: "Mamma! c'è tutta la macchina piena di cotone..."
Bene, constatato che i pioppi sono molto sputacchiosi anche qui.


Ore 10.30: "Mamma ho fame! Ma cosa siamo venuti a fare qui se non mi prendi nemmeno uno di questi formaggi tutti rotondi?"
Arrivati a Gouda per il mercato del giovedì del famoso formaggio. Se avete mai assaggiato il gouda del supermercato… dimenticatelo! Questo è tutt'altra cosa.




Ore 11.30: L'orologio del palazzo centrale fa un piccolo spettacolino musicale.
"Ma quando andiamo a casa? Il formaggio ormai l'abbiamo mangiato..."



Ore 12.30: Inerpicandosi per le scale ripidissime di un vero mulino olandese, ancora funzionante per fare la farina. I tre la seguono. "Mamma, non puoi andare da sola, ovunque andrai tu io DEVO essere sempre con te. Quindi adesso andiamo a casa?"



Ore 13.30: Esaltatissima dall'esperienza del mulino, Mamma si dirige alla volta di un altro.
"Adesso però possiamo andare a casa? Eh? Basta con tutte queste vacanze… "



Ore 14.30: L'altro mulino è bellissimo ma chiuso: forse ci vivono delle persone. Mamma ammira a bocca aperta, i tre russano in macchina, a bocca aperta pure loro.


Ore 15.30: Cotone! Cotone ovunque!


Ore 16.30: Arrivati alla stazione di Utrecht. "Ma non è possibile! Ancora in centro? Ma cosa dobbiamo fare sempre in centro di tutte queste città? Qui non c'è nemmeno il formaggio…"



Ore 17.30: "Tu mi devi spiegare perchè vuoi andare in tutte queste chiese! Sempre chiese, ancora chiese ma cosa ci trovi in queste chiese mamma?"
Il duomo è decisamente impressionante. Certo che se qualcuna di queste chiese fosse anche aperta sarebbe tanto più bello…



Ore 18.30: Specialità della zona: patate fritte con la maionese. Quando si dice "alta cucina"…



Ore 19.30: "Ma se Macco cade giù e muore mamma? Sei contenta? Eh?"



Ore 20.30: Si torna a casa. La stazione di Utrecht è una cosa immensa, inverosimile, enorme. Immaginate fermarsi ad ogni negozio di patate fritte...



giovedì 4 giugno 2015

Foto-viaggiando: Amsterdam

E poi la Rachi si innamora.
Follemente, in un istante, a prima vista… ma andiamo per ordine, ecco, iniziamo dal risveglio delle 6 causa inondazione di luce in casa-senza-serrande. E sorvoliamo velocemente sulle tre vomitate mattutine di Macco, per arrivare direttamente alle

11.00: finalmente in treno alla volta di Amsterdam! Oltre due ore di ritardo sulla tabella di marcia, ma in questo caso non si poteva davvero uscire prima...


12.00: appena fuori dalla stazione, la chiesa di S.Nicola.
"Mamma, adesso torniamo a casa?"



13.00: "Vedete quanto sono stati bravi? Il marmo è una roccia durissima e non è facile romperla, ma ci hanno scolpito queste statue bellissime"
"Scommetto che Hulk se gli dà un pugno le rompe tutte!"
"Ma certo Macco, ovvio che ce la fa no?"
"Hai ragione Dede, Hulk ce la fa sempre. Mamma, ma quello dell'orecchio invece? Quando andiamo da quello dell'orecchio?"



14.00: Botteghe di formaggi e dolcetti a gogò… canali e ponti a non finire.
"Mamma, ma quando arriviamo da quello dell'orecchio?"

 


15.00: Ogni weekend vengono gettate nei canali di Amsterdam circa 50 biciclette. Questa ruspa è adibita a recuperarle. Pare che sia stato uno spettacolo entusiasmante per i due piccoli, a tratti fantasmagorico e degno di tutti i venti minuti che ci ha tenuti incollati alla ringhiera.
"Mamma, quand'è che andiamo da quello matto? Voglio vedere l'orecchio tagliato"




16.00: Dopo quattordici ore di camminata (no, per davvero erano solamente quattro?!), i pellegrini giungono ai musei. "Mamma, e quello dell'orecchio? Allora? Quando?"


18.00: Cacciati dal museo di Van Gogh. Ma solo perchè alle 18 chiude, non per cattiva condotta. Dell'orecchio tagliato, però, nessuna traccia. Ohibò.



19.00: Spettacolo da strada del batterista Dario Rossi. "Ma perchè gli dobbiamo dare i soldi mamma? Ma perchè quello gli ha dato una banconota da 100? Guarda mamma, te la faccio vedere"
"Sssshhh! No! Dede, ho visto, ho visto, ma rimetti giù i soldi, ti prego!"


20.00: Come poteva mancare una tappa qui? Stavamo quasi per non andarci, stanchi esausti come non mai, poi Brontolo ha insistito -mi domando come mai…- e Mamma è stata definitivamente stregata!
Perché Amsterdam è elegante, ricca, snob, altezzosa, ma contemporaneamente trasgressiva, romantica, alla mano, avviluppata nei suoi vicoli sempre più stretti e affollati, nelle sue abitazioni di lamiera galleggianti sull'acqua, nei suoi bar, ristoranti e caffè rumorosi e variopinti, luminosa al sole e maestosa fra le nuvole scure, meravigliosamente bella e incredibilmente affascinante.



"Lalla là! lallalalalla lalà! Lalallalala lalalalallala lalà!"
"Respira Dede, respira bene, la senti questa puzza acidula? Si lo so, sa di fumo amore, ma tu respirala lo stesso, non vedi come canti bello allegro adesso?"

martedì 2 giugno 2015

Foto-viaggiando

Caro lettore,
i brambillen sono partiti per qualche giorno, ma Mamma ha avuto un'idea furbissima: ad ogni ora scatterà una foto e la pubblicherà quando ha tempo, così saprete esattamente cosa-dove-come e quando, giusto per essere un po' qui con lei. Bello? Eh? Si?
Ne va da sé che se in quel momento dovesse essere in bagno, vi toccherà la foto del wc anziché del campanile del duomo... ma questo fa parte del gioco, altrimenti che gusto c'è?

Ore 9.30: si parte. Una sola ora di ritardo rispetto a quanto programmato: meglio di così?


Ore 10.30: Direzione nord…



Ore 11:30: Bel tempo e ancora bel tempo, eh?



Ore 12.30: Sempre più a nord…



Ore 13.30: Sosta pipì (una delle tre. Più una per la benzina, tre per cercare il distributore giusto, due per trovare un bancomat. Brontolo non è decisamente un tipo "diretto alla meta"…)



Ore 14.30: Olanda! Sparite le foreste tedesche e sostituite con fattorie a perdita d'occhio.



Ore 15:30: Davanti a casa a Utrecht. (Appartamento affittato su Airbnb, divertentissimo!)



Puliiiiiiito!

(Poi è venuto il proprietario a rifare il letto e cambiare le lenzuola, ma una bella oretta di crisi isterica alla vista dei letti non ce l'ha tolta nessuno)

Ore 16.30: Passeggiata nei dintorni di casa.



Ore 17.30: Di ritorno dopo una tappa fondamentalissima: la spesa di sano cibo autoctono. (Manca una scatola di biscotti alle mandorle finita ancora prima dello scadere dell'ora-foto)


Ore 18.30: a casa col proprietario che si sta portando via mezzo mobilio per trasferirsi. Ma ora usciamo di nuovo.

Ore 19.30: alla fermata del treno. Una sola fermata, andata e ritorno, per 4 persone: 32 euro. Sarà una politica olandese quella di disincentivare l'uso delle auto, ma in questo modo non sono proprio sulla giusta strada…



Ore 20.30: giretto in centro a Utrecht con due pupi troppo stravolti. Facciamo giusto in tempo a vedere una libreria privata di almeno millemila ripiani.




Ore 21.30: Ma che cos'è questo?!



Ore 22.30: La luce non se ne vuole proprio andare… Difficile dormire, ma buona notte a tutti!