venerdì 28 marzo 2014

Il topolino

"Mamma, guarda! Un topolino!"
Dede si accovaccia a guardare il piccolo cadaverino che ha scovato sotto casa, di prima mattina.
"Mamma, guarda com'è bellino! non avevo mai visto un topolino, posso accarezz... ehm, posso osservarlo?" si corregge poi, notando lo sguardo fulminante della madre.
"Sono proprio belli i topi, vero mamma? continua entusiasta.
"Magari da vivi si amore..." risponde lei domandandosi che cosa ci fa un topino morto sul marciapiede della loro palazzina.
Poi "Oh, Dede, guarda ce n'è un altro qui" gli dice lei andando un metro più avanti.
"E un altro ancora qua..." continua un po' impressionata, tralasciando di indicargli la testina mozzata di un quarto topo campagnolo, poco distante.
(Il gatto deve essersi molto divertito questa notte)
"Oh mamma, come sono fortunato a vedere tutti questi topi! Siamo proprio fortunati ad abitare qui, vero mamma?"

Fortunati. Dede le ha proprio tolto le parole di bocca.

giovedì 27 marzo 2014

Piccolezze

E un giorno un'amica ti invita a pranzo, e ti prepara le lasagne.
E poi ti arriva una cassetta di carciofi direttamente dalla Sicilia.
E poi trovi nel telefono nuovo che hai preso per casa la stessa suoneria di Villa Delirio.
E vedi in un giardino lo stesso prunus rosso fiorito che ha accompagnato la tua infanzia.
E scopri che fra i nuovi prodotti del supermercato hanno messo i nostri tortellini, e le merendine che adora Dede.

E per un attimo ti senti a casa, e tutto questo essere straniera sembra alleggerirsi come in un soffio...

mercoledì 26 marzo 2014

Indovina il film

Testa la tua cultura cinematografica!
Indovina il film dalle domande che ha fatto Dede.
(E già che ci sei, indovina anche lo stato d'animo di Mamma, alla fine del film)

1) Ma lui parla con noi? Si, parla proprio con noi! E perchè mamma?
2) Ma perchè volano via? Eh? Perchè?
3) Ma perchè quella signora ha parlato col cane? Il cane non sa parlare. Eh?
4) Ma quello è cattivo? E allora perchè spara?
5) Ma perchè guarda li dentro? No, mamma, io non ho capito! Ferma tutto! Perchè cerca il foglio? e perchè ce l'ha lei?
6) Ma il papà vuole bene ai suoi bambini?
7) Ma con questo balletto svegliano tutti vero? 
8) E perchè ballano?
9) E perchè cantano?
10) Ma come fa a salire le scale così? Eh? Come? Come fa mamma?
11) Ma perchè ballano sul tetto? Il tetto è pericoloso! Perchè? Ma perchè?
12) Perchè il bambino ha detto "Ehi c'è nessuno?" Perchè? Perchè?
13) Perchè quel signore voleva i suoi soldi? Lui voleva dar da mangiare agli uccellini!
14) Perchè cammina così tanto? Perchè non usa mai la macchina?
15) "Tieni papà, ti regalo i miei 2 penny" Perchèèèè? Ma perchè? Ci voleva dar da mangiare ai piccioni! 
16) Ma cosa va a fare il papà in banca? Lo spazzacamino?
17) Ma perchè M.P. vive su una nuvola perchè è magica, e non ha nemmeno un posto per mangiare, per fare la pipì... niente? Perchè? PERCHE'?

(Ma perchè Mamma si ostina a fargli vedere capolavori per l'infanzia, quando sa che poi lei stessa arriverà ad odiarli, dopo averli adorati per decenni?)

martedì 25 marzo 2014

Flohmarkt

Erano quattro anni che Mamma si domandava che cosa fosse un Flohmarkt.
Perchè fin da quando vivevano in Germania, anni addietro, periodicamente la città si tappezzava di cartelli che ne indicavano la data, e Brontolo non le sapeva dare risposte soddisfacenti.
Il mercato delle pulci? L'antiquariato? La vendita dell'usato? Mamma aveva capito all'incirca di cosa si trattasse, ma doveva testare con mano.

Così una volta sono andati al mega-Flohmarkt nella gigantesca piazza dove si tengono le fiere, e nel giro di quattro minuti l'intera famiglia aveva cercato parcheggio, era scesa dall'auto, aveva visitato tre bancarelle e mezzo ed era tornata in macchina senza nemmeno voltarsi indietro.
Gente che vendeva di tutto, in tutte le condizioni, e poveri diavoli disposti a comprare di tutto, in tutte le condizioni. Mamma aveva il cuore stretto come una nocciolina, e aveva giurato di non tornarci più.

Ma sei  mesi fa il cruccasilo aveva organizzato anche lui un mercatino dell'usato, nella palestra vicino a casa brambillen, e in bacheca erano appese liste di chi preparava dolci, liste di tavoli da allestire e liste di volontari per sistemare la palestra prima e dopo l'evento. Mamma non vedeva l'ora di vedere come funzionasse questa cosa nuova.
Così si era caricata in bici un figlio ed era andata baldanzosa nel luogo preposto, salvo poi rendersi conto che era in ritardo di almeno ventiquattr'ore.
La delusione era stata così cocente che l'evento è entrato nei memoriali della famiglia: "Ti ricordi mamma quando volevi andare al mercatino con la bici e invece hai sbagliato giorno?"

Facile immaginare che quando sono spuntati i cartelli per un nuovo Flohmarkt al cruccasilo, la settimana scorsa, Mamma si sia appuntata l'evento in ogni dove per non rischiare di sbagliare.
Così i brambillen sono andati in pompa magna nel giorno giusto e all'ora giusta.
Così Mamma ha visto tavolate piene zeppe di vestiti per bambini separati per sesso ed età, lavati, stirati, piegati e profumati; scarpe divise per taglie e stagioni; giochi dalla primissima infanzia all'età più "matura"; libri, pattini, seggiolini per auto, e infine la paradisiaca tavolata dei dolci.
Hanno assaggiato torte alla nocciola e banana, alle mandorle e ciliegie, e al cioccolato, e Mamma non voleva più andar via, abbracciata a quel tavolo che incarnava i suoi sogni più proibiti e a cui si sarebbe volentieri incatenata, ma è arrivata l'ora della chiusura.
Nel giro di pochi minuti, di tutto quel ronzare di persone non è rimasto che un via vai di scatoloni che venivano portati via, e tavoli vuoti e smontati. Alle 16, spaccato il minuto, non era rimasto più nulla.

Così Mamma ora sa che cos'è un Flohmarkt, evento così importante che la gente conserva le scatole e le confezioni di ogni cosa per anni, nell'attesa di rivenderle.
E ha pensato a tutte le cose riposte nella cantina milanese, dalle api per la culla al box, dal marsupio porta bebè a tutti i vestitini che invadono gli armadi di Villa Delirio...
E ha capito che no, non ce la può fare (mi spiace nonna Tonia!), perché l'idea di dar via un pezzo di storia dei suoi piccoli la sgomenta come se dovesse dar via un pezzo di mano.

E quindi per ora si limiterà a frequentare i Flohmarkt da acquirente.
E soprattutto, da divoratrice di torte.


sabato 22 marzo 2014

Piccoli filosofi #10

La domanda della settimana è sembrata difficile ad alcuni.
In realtà per i bambini è tutto molto semplice, e non esistono domande difficili!
Come vedrete, le risposte sono state spettacolari.

Perchè ci si sposa? E che cosa succede dopo essersi sposati?

3 anni
Marco:          Non lo so perchè... Dopo il matrimonio si hanno tanti regali"
Gilberto:       Perchè i bambini devono nascere. E dopo si butta il riso e qualche bambino nasce
Alessandro:  Perchè volevano andare a casa dell'Andrea, e perchè si sono fatti la cacca addosso
Alessia:        Perchè due persone si vogliono bene. Succede che si va al matrimonio e si mangia la torta
Matteo:         Perchè il maschio deve regalare l'anello alla femmina
Lorenzo:       Ci si sposa con un'amica... e dopo ci si innamora
Matteo:         Succede che eravate amici e vi siete conosciati, e poi si ride e ci sono i fiori
JF:                Perchè vogliono essere fidanzati. Poi da sposati si arrabbiano!
Camilla:       Con cosa? Con chi? perchè fono mmorate...

4 anni
Jacopo:         Non lo so... Il Massi è sposato con la mamma. E poi nascono i bambini
Nicolò:         Per andare nel castello e mettere il semino nella pancia

5 anni
Davide:       Per fare i bambini. Ci si sposa, poi si fa una gita... sul lago... e nascono i bambini!
Alessandro: Perchè siete innamorati! e poi dopo che ci si sposa si mangia la torta
Edoardo:     Perchè non possono vivere la loro vita da soli
Livia:          Per avere i soldi, e dopo che ci si sposa si comprano le bomboniere
Matilda:      Perchè così almeno hai un bambino

6-7 anni
Federico:      Ci si sposa per fare i bambini. E dopo nascono i bambini. ("Ma Dede, ci sono anche degli sposi che invece non hanno bambini..."). Oh, è vero. Non ci avevo pensato!
Alberto:        Per fare i bambini
Flavia:          Perchè vi siete innamorati. Poi avete fatti i bimbi e poi per comandare!
Alessandro:  Perchè se continuavo a stare solo nel tuo cuore non avresti mai potuto abbracciarmi, baciarmi e farmi le coccole che mi piacciono tanto! Ma a te piace farmele vero?
Daniele:       Si sposano perchè sono inanmorati. Poi vengono i bambini e poi certi si trovano altri fidanzati perchè non si amano più. Uno po' come te e papà...
Olindo:        Per stare insieme e ottenere altre creature. E poi si fanno tante belle attività. Senà non esisterebbe più nessuno sulla terra...
Pierluigi:     Perchè ci si vuole bene. E poi nascono i bambini

> 7 anni
Filippo:        Per fare i bambini. E' l'unione che fa la forza!

venerdì 21 marzo 2014

Vita da strega

Preambolo:
C'era una volta la maestra so-tutto-io al cruccasilo di Dede.
I brambillen grandi l'avevano soprannominata Frau Strunz, da un termine notoriamente francese, ed era il motivo di tante ansie mattutine di Mamma.
C'era una volta il bungalow del cruccasilo dove era stata distaccata la classe di Dede, con grande rammarico di Mamma e figlio perchè il bungalow sembra una roulotte per sfollati mentre il vero asilo è molto simile ad un paradiso.
Una sera la Frau Strunz perdeva Dede alla festa delle lanterne, e in seguito lo lasciava da solo ammalato nel bungalow.
Mamma se lo portava via sciolto in lacrime e furibonda meditava vendetta; una vendetta servita molto fredda, a distanza di giorni, durante un colloquio con la direttrice.

Aggiornamenti:
Poi un giorno Mamma ha deciso di cancellare le note dolenti dalla sua vita, e si è concentrata moltissimo, cercando di immaginare un mondo senza quelle ombre.
Subito dopo è stato scoperto un covo di topi nel terreno sottostante il bungalow, e ora la classe di Dede è in pianta stabile nell'enorme palestra del mitico cruccasilo.
Dopo il colloquio con la direttrice, inoltre, la Frau Strunz non si è più vista in giro, e di recente un cartello ne comunica il licenziamento con effetto immediato.

Conclusione:
Sull'onda dell'entusiasmo, Mamma ora si concentrerà su qualcos'altro, vuoi mai che abbia dei super poteri di cui era all'oscuro!
Voi intanto, così per scaramanzia, state ben attenti a non farla arrabbiare...

giovedì 20 marzo 2014

Olio su tela

Vagolando un po' in rete, Mamma si è fatta convincere dalle brave mamme artiste a preparare un pensierino per la festa del papà.
Non per altro, ma collezionare tutta quella serie di regalini da asilo è una cosa che le piace tantissimo, e siccome in Germania il 19 marzo non si festeggia ha avuto la brillante idea di prepararlo da soli in casa.

Facile, dolce, divertente.

Ha comprato le tele, i colori ad olio, poi ha pensato e ripensato a che tipo di dipinto far fare ai bambini, immaginando il disastroso risultato.
Così ha optato per delle coloratissime impronte di mani e piedi, ad imperitura memoria, e già che avanzava lo spazio ha addirittura disegnato un cuore a mano libera, tutto da sola, sentendosi molto vicina allo stimato collega Claude.

Facile a dirsi.
Facile pure a farsi.

Ma poi Mamma ha imparato sulla sua pelle la differenza fra colori ad olio e acrilici.
E anche sulla pelle di Dede ad essere sinceri.
E anche sulle piastrelle del bagno, e sul divano bianco, e sui pantaloni celesti, e sulla porta, e sul pavimento, e sulla tuta dei bambini, e sui calzini, e... insomma, chiaro no?

Mentre i pupi venivano pitturati a turno e poi invano strigliati nel lavandino (perchè i colori ad olio, per definizione, sono idrorepellenti), la tela si riempiva di un'opera d'arte unica e irripetibile, che fra 30 anni probabilmente farà commuovere.

Per il momento, dopo il bilancio di tele, colori, abiti da buttare, prodotti per smacchiare e casa da bonificare, la sua opera d'arte le fa venire solamente da piangere...

mercoledì 19 marzo 2014

Ti saluto...

Eri tu che mi dicevi ogni anno "Il giorno che mi dimenticherò del tuo compleanno, allora sarà successo proprio qualcosa di grave!", e mentre io ti prendevo in giro tu mi rispondevi serio che mi volevi troppo bene per poterlo dimenticare.
E poi un giorno te lo sei dimenticato, e non ho potuto resistere a rinfacciartelo.
Ridevo io, mentre tu ti giustificavi per qualcosa che non ricordo più, dispiaciuto e mortificato.
E ieri ti ho pensato ancora. Studiavi tedesco per pura passione, ai nostri tempi, e volevo scriverti che mi servirebbe proprio il tuo aiuto ora che sono qui, e che potresti anche venirmi a trovare, già che ami viaggiare, e chissà se avete poi avuto bambini?
E che mi manchi, e anche se ti sei dimenticato di me io non l'ho fatto. Perchè ti voglio ancora bene, caro amico.
Ah, si! E che ti sei dimenticato ancora del mio compleanno!

...

Caro Stefano,
perdonami se non ti ho cercato prima, e se non mi sono preoccupata quando non ho ricevuto i tuoi auguri.
Perdonami se ti ho scritto di rado e non ho dato peso all'assenza di risposta, perdonami se mi sono dimenticata di insistere, se il tuo numero è rimasto sul vecchio cellulare e non l'ho più usato.
Non mi avresti risposto comunque, ma io avrei saputo prima.
Perdonami se l'ho scoperto solo ora, se sono stata una pessima amica, perchè tre anni di silenzio sono tanti!
Ma ti voglio bene, te ne ho sempre voluto e ti ricorderò per sempre.

martedì 18 marzo 2014

Se il temp è matt...

E' il diciassette marzo, ed è chiaro come si debba andare vestiti in questo periodo.
Mamma indossa una maglia di lana col collo alto, il cappotto, la sciarpina e il berretto. E già che va a prende i figli all'asilo, si infila anche le mani in tasca, vuoi mai una corrente d'aria...
In fondo siamo in Germania, mica ai Tropici.

Quando arriva all'asilo a prenderli, i bimbi sono fuori a giocare.
Cerca fra i compagnetti una conferma al suo gesto inconsulto: oggi ha mandato i bambini a scuola senza berretto, e imbacuccata com'è lei, si sente una pessima madre. Ma a guardarli, anche le altre mamme devono essere pessime, e si sente sollevata.
Arrivata in giardino, li identifica subito.
Anzi, lo identifica.
Il bimbo magrolino e completamente sdentato che zappa nella sabbiera con la delicatezza di un neurochirurgo, è il suo. Infagottato nella giacca a vento di mezza stagione.
(Brava creatura. Ma come mai non hai il maglione sotto? Non hai freddo? Sicuro di non aver freddo? Fà un po' sentire le mani)
E Macco? Macco dove sei? E Macco dov'è? Macco non c'è?
Ma Macco è là, a tre passi da loro.
Senza giacca.
Senza felpa.
In maglietta, come tutti gli altri bimbi.
Orrore!
(Ma non hai freddo? Sicuro che non vuoi la giacca? E la maglia? Nemmeno la maglia? No, questo non è figlio mio...)

E lascia stare che il giardino è invaso dalle api, e sono già in piena frenesia estiva.
E lascia stare che ci sono 21 gradi.
"Se il tempo è matto, io non sono matta!", dice Mamma citando il saggio padre.

Poi prende i bimbi per mano, infila il maglione a uno, allaccia il giaccone all'altro, e finalmente si sente in pace.

sabato 15 marzo 2014

Piccoli filosofi #9

La domanda della settimana era:

Dove va a finire l'acqua del rubinetto?

L'idea della domanda era carina, purtroppo quasi tutti i bambini conoscevano già la risposta, dunque non hanno dato sfoggio della loro fantasia!
Ometterò pertanto le risposte "giuste" indicando solo quelle più buffe, che appartengono come sempre ai più piccoli.

3 anni:
Marco:      Non lo so mamma. Me lo dici tu?
Gilberto:   Secondo me va a finive nel mave!
Riccardo:  No o so... da quacche patte... forse nei cespugli!
Nicola:     Nel pozzo

5 anni
Greta:    Nel tombino

6-7 anni:
Federico:  Nel mare! Anzi, nel lago. Anzi, nel fiume. Anzi... mamma?
Chiara:     Nei tubi sotterranei


La domanda per la prossima settimana è questa:

Perchè ci si sposa? Cosa succede quando si è sposati?


venerdì 14 marzo 2014

Beviamoci su

Brontolo torna a casa dopo il lavoro, e Mamma non fa in tempo a nascondere il bicchiere.

"Ciao! Ma che fai? Che stai bevendo a quest'ora?"
"Perché? mi andava" risponde Mamma sulla difensiva, con aria di sfida. Sapeva già che lui non avrebbe gradito.
Lui non risponde, lei finisce di bere e poi se ne prepara un altro.
"Ancora? Ma sei matta, a quest'ora? Non abbiamo ancora cenato, eddai"
Lei per tutta risposta si volta di spalle, chiude gli occhi e sorseggia lentamente.
"Ho avuto una giornata terribile, ne avevo davvero bisogno"

Dede è stato dal dentista per quella che doveva essere l'ultima volta, ma le cose non sono andate esattamente come auspicato. Dopo aver trovato un dentista fantastico, Mamma aveva creduto che tutto fosse risolto, finchè il bambino è entrato in fase di sciopero.
"Mi dispiace, ma oggi non posso fare nient'altro", l'ha congedata il dentista mettendole in mano il nome di un collega che opera in anestesia totale.
Tutto quello che ho fatto, tutti i dentisti che ho girato, tutto lo stress accumulato per non farlo operare, e proprio all'ultimo dentino lui non collabora più! L'anestesia totale ora è una presa in giro, non posso accettarla...

Mamma ha trascorso un pomeriggio nell'attesa che qualcosa di apocalittico succedesse al dente di Dede curato per metà, ma per fortuna il mostro è rimasto dormiente.
La sera, si sente a terra come un palloncino sgonfio.
"Embè?" riprende Brontolo: "Ti rovini la cena, non puoi bere adesso quella roba, mi sembri scema"

Ma Mamma aveva bisogno di un abbraccio, un abbraccio gigante, e l'unica cosa che la fa sentire veramente coccolata è quella.
Perchè come si torna bambini davanti ad un bicchiere di latte caldo con i biscotti sciolti dentro, non ti succede con nessun'altra cosa al mondo...

giovedì 13 marzo 2014

Quarantadieci!

"Che cosa fai?"
"Voglio scrivere gli auguri per una mia amica amore, è il suo compleanno oggi"
"Compie 40 anni?"
"No tesoro, lei è un po' più grande di me"
"Quarantadue, quarantatré, quarantasette, quarantotto, quarantanove, quarantadieci..."
"Bravo Macco, è proprio così amore"
"Ma è tedesca o italiana?"
"E' italiana Dede"
"Bè, allora dille che è bella come un panda, sarà contenta"
"Uhm, penso anch'io, si"

E allora cara Anto,
a te che sei bella come un panda,
a te che compi quarantadieci anni e da almeno trenta fai parte della mia vita,
a te che non hai mai perso la capacità di sognare,
sei sempre pronta al sorriso e hai la poesia nel cuore che ti riempie di dolcezza,
a te che sei splendida in ogni cosa che fai

tantissimi auguri, amica mia.

mercoledì 12 marzo 2014

Assassina!

Coro sinfonico di prima mattina, in casa brambillen.

"Mamma! Vogliamo sistemare i puffi sul telefonino!"
"Vogliamo sistemare il gatto Tom sull'ipaid!"
"Eddai, hai detto che potevamo!"
"Eddai, solo cinque minuti!"
"Non è giusto, tu non sei il capo!"
"E io ci gioco lo stesso!"
"Anche io, perchè senò cosa ci fai?"

"Bambini, ho detto di no. Di mattina non si gioca col computer, i puffi li sistemerete quando tornate dall'asilo"
Il coro si esprime al meglio delle sue possibilità, facendosi udire probabilmente dall'orco, dalla russa, dalla signora vedova e dal resto del circondario.

Poco più tardi, in macchina verso l'asilo, implorano ancora.
Mamma sbotta "Insomma, state diventando dei drogati! Se diventate dipendenti dai giochini come vostro padre, vi uccido!"
Silenzio.
"Mamma, ma tu hai ucciso papà?"
Silenzio.
(Mamma cerca di non ridere)
"Ma che dite? E' andato in ufficio! E poi non lo posso mica uccidere papà!"
"Perchè?"
"Si, perché?"
(Già, perchè?)
"Mamma smettila di ridere e rispondici!"
Mamma finge una tosse improvvisa per camuffare le risa offensive, e poi: "Perchè non si possono uccidere le persone! Non si può uccidere nessuno!"
Silenzio.

Poi Dede: "Ma per davvero o è un modo di dire?"

Probabilmente, quando avrà finito di ridere, Mamma dovrà fare un piccolo discorsetto a questo serial killer in erba...


martedì 11 marzo 2014

Il regalo

"Carino, grazie!" dice Mamma.
"Vero che è bellissimo? Ti piace? E' bellissimo vero? E' giada!" fa lui.
"Si, a me piace tantissimo la giada" risponde lei.
"Bè, ma è molto bella, no? E' di giada! Certo, è solo un pensierino... ma spero ti piaccia quanto a me" insiste lui, mentre lei si rigira fra le mani un grappolone d'uva gigante.
Di giada.
"Si, adoro la giada! Grazie amore!" conclude lei.
(E ora dove la metto 'sta cosa? Che me ne faccio di 'sto catafalco? E se staccassi tutti gli acini e ci facessi fare una collana?)
"Davvero ti piace?"
"Si... è carino!"

No, dai, non è ipocrisia la sua: è gentilezza! Perchè le hanno insegnato che un regalo è sempre un regalo, e no, non sta bene rispondere che fa proprio inorridire.
"Sei molto carina a dirmi che ti è piaciuta questa schifezza!" ride infine Brontolo; poi sparisce, e si ripresenta con un nuovo pacchetto. Il regalo vero.
(E non è di giada)
Mamma lo indossa al collo con vero piacere questa volta.

Mamma-malinconica tiene i bambini a casa dall'asilo, riesce a piangere un paio di volte, a strillare tre o quattro e a dimenticare l'evento in una lattiginosa giornata di sole.
"Voglio mamma e papà!" dice poi con una lacrima, e viene presa maschiamente in giro da Brontolo, sopraggiunto per il pranzo.
Perché che senso ha compiere tanti anni, se poi festeggi da sola?
E che senso ha compiere tanti anni, se poi non festeggi neppure?

Ma lui la conosce e probabilmente, in fondo in fondo, le vuole anche un po' di bene.
E lui che la conosce, aveva previsto tutto.
E lui che le vuole anche un po' di bene, aveva pensato ad una sorpresa.
E così la sorpresa è arrivata, dopo pranzo, nel silenzio di una casa mezza vuota.
"Và un po' a vedere il tuo regalo, l'ho lasciato per le scale" dice lui con faccia furba.

E così fra le valigie e gli abbracci Mamma piange ancora. Ma questa volta di gioia.

sabato 8 marzo 2014

Piccoli filosofi #8

Complessa la domanda di questalla settimana, ma meritava senza dubbio sentire le risposte che hanno dato i nostri bambini!

"Secondo te è possibile avere due mamme oppure due papà?"

Doveva essere posta nel modo più adatto all'età del bambino, ma senza specificare altro.
Direi che la risposta è stata decisamente unanime, com'era prevedibile visto che loro fanno riferimento alla propria esperienza!

3 anni
Macco:       No! Non si può. Anzi era anche più meglio avere solo te, vero? E poi è difficile parlare con due mamme, e anche con due papà, molto difficile..."
Riccardo:  ... e anche due nonni!
JF:              Non si può: non ci sono abbastanza pance
Alessandro: No! Il papà, la mamma e il Davide
Nicola:       Si...
Tommi:   Non è possibile perchè se chiamo la mamma dopo non so qual è la mia mamma! E poi se una mamma è vettita come te, normale, l'altra è vettita come papà??
Leo:        Mamma non dire sciocchezze!


5 anni
Soraya:    Nooooo!!!
Davide:   Penso che non crescerei... perchè cioè... se hanno le voci uguali poi quando chiamano "Davide" io non capisco chi è l'uno e chi è il due!
Alberto:  No! Perchè tu mi fai tante coccoline, e l'altra no


6-7 anni
Federico:  Non lo so... ma no! La mamma è solo una!
Vic:         Non si possono avere due papà: i due papà discuterebbero sul cognome. Le mamme, se sono cicciottelle, poi non ci stanno nel letto. Però si possono avere due mamme

>> 7 anni:
Alex:  Si, grazie a quel progetto che pubblicizzavano in televisione con cui vai a studiare all'estero e vieni adottato da un'altra famiglia... ma geneticamente no


Franci (gemellimonelli) propone una nuova domanda per la prossima puntata:
Dove va a finire l'acqua del rubinetto?

Buon fine settimana a tutti!

giovedì 6 marzo 2014

Che botta...

E' solo qualche anno fa che hai festeggiato il compleanno vestita in maschera.
Solo qualche anno fa la nonna Tina aveva preparato la focaccia, la nonna Gianna la crostata e la zia Grazia la torta con la glassa bianca, mentre mamma Tonia imbandiva tavolate memorabili.
Sembra ieri che sorridevi davanti alla torta all'obiettivo di papà Bruno, con due dentini in meno ed i codini alti, travestita da Pierrette.

Invece pochi giorni fa era tuo figlio con due dentini in meno e il ciuffo spettinato, travestito da panda davanti alla torta.
(Ma dove sono fuggiti tutti questi anni?)

Ogni compleanno è sempre tempo di bilanci.
Ma quando gli anni diventano tanti, fa un certo nonsochè confrontarsi con l'immagine dell'adulta che pensavi saresti stata, e vedere che non combaciano.
Perchè ti senti ben lontana da quel numero, e resti sempre la Pierrette con i codini, una lacrima dipinta sulla guancia e il sorriso sdentato.
Anche con un nuovo zero.

Inizia un nuovo decennio!
(Che freccatura...)

mercoledì 5 marzo 2014

Carnevale

E' arrivato il martedi grasso, ultimo giorno di festeggiamenti carnascialeschi.
Mamma ha mangiato la minestrina di verdure della sera prima e ha deciso che no, non si può, non di martedi grasso. Aveva quindi tutta l'intenzione di rifarsi assaggiando uno dei famosi Berliner, che poi non è altro che il modo locale di chiamare normalissimi krapfen.
Qui non usano le chiacchiere, le castagnole, la cicerchiata e tutto l'arsenale di dolcissimo colesterolo a cui l'aveva abituata da bambina la nonna marchigiana, ma si godono vassoi ricolmi di krapfen.
"Vado a prendere i bambini e poi ci prendiamo un krapfen, vuoi che non li vendano al carnevale?" aveva pensato prima di uscire.
Ma si sbagliava.

Mamma era anche abituata ad essere difesa con le unghie da un nonno Bruno suo coetaneo quando veniva portata al carnevale nella città del mare, e si aspettava le ben note scene di isteria generale al lancio dei dolciumi, con ombrelli aperti all'insù per raccoglierle al volo, spintoni di chi saltava più in alto, pedate degli adulti sulle caramelle per terra per non farle raccogliere dai bambini più rapidi, e lancio di schiuma e uova sulla folla.
"Brontolo, è meglio se vieni anche tu, non si sa mai..."
E si ri-sbagliava.

Nessuna bancarella, nessuna vendita, nessuna fonte di guadagno. Solo centinaia e centinaia di persone vestite con maschere fatte in casa (bellissime!), o truccate, colorate di mille colori, sorridenti e allegre.
Gente di tutte le età: quelli di sesso maschile con in mano una bottiglia di birra sempre piena, quelli in maschera con buste pesanti di caramelle e popcorn da regalare, i bambini con altrettante buste zeppe di caramelle e popcorn ricevuti.
"Per di qua! Dede, lo scimmione ti regala un lecca lecca! Per di là! Macco, la strega ti dà le caramelle! Qui, venite, hanno tirato le caramelle gommose! Là, presto, hanno tirato i soldini di cioccolata!"
Mamma si è divertita come non mai.
I bambini si lanciavano a raccogliere da terra i dolcetti che tiravano dai carri della parata, accanto a signore attempate che prendevano con calma quelle che sfuggivano ai piccoli.
E poi gliele regalavano ridendo divertite.

Dopo due ore di musica a palla ("Mamma, ma perchè è così alto il volume? Per farlo sentire anche gli animali?"), di stelle filanti tirate esclusivamente dai brambillini e con cui hanno giocato tutti i bambini della città ("Brontolo ma non è che ci arrestano per aver imbrattato il suolo pubblico?"), di raccolta di caramelle e ringraziamenti, il panda e il leone sono stramazzati al suolo.
"Eddai, no, non potete mollare ora! Andiamo, balliamo, giochiamo, divertiamoci! Siamo giovani! Ah.. no? proprio a casa? così, senza nemmeno andare a vedere cosa c'è laggiù? Ok... ho capito. A casa"

Mamma è stata schiacciata da una manifesta inferiorità numerica, ed ha dovuto abbandonare il campo con due zainetti pesantissimi.
Le è spettato l'arduo compito di assaggiare le diverse qualità di caramelle (per il bene dei figli), e di buttare quelle schiacciate.

E alla fine della giornata, la tapina non ha nemmeno assaggiato un minuscolo, misero, e infinitesimo krapfen.
Si scusa per l'affronto, ma oggi dovrà decisamente rimediare all'astinenza.

martedì 4 marzo 2014

Rosenmontag

E' lunedi mattina.
Mamma si sente un po' come nella pubblicità della famosa crociera, immersa in una minuscola vasca da bagno col rubinetto e gli occhi che gocciolano (e non ci sono vasche da bagno in casa sua).
Non ha fatto cose speciali in vacanza, ma già il fatto di essere in vacanza ha reso tutto speciale.

E' lunedi mattina, dunque, e ricomincia la solita solfa: Vieni a lavare la faccia! Ancora non hai finito di mangiare? Infila la maglia, presto! Non puoi uscire senza scarpe! Non strillate per le scale! Ecco, come al solito siamo in ritardo...
Mamma è in depressione post-vacanza e non sa essere molto convincente nel consolare i bambini che si ribellano all'asilo. Ma poi tutto procede, tutto va come deve, e i tre si infilano in macchina ed arrivano al cruccasilo.
Appena entrano, sono osservati da decine di occhietti allibiti.
Gli stranieri guardano gli autoctoni, gli autoctoni guardano gli stranieri, e Mamma si batte una mano sulla fronte. "Lo sapevo, lo sapevo che dovevo portarmi dietro i vostri costumi di carnevale!"
Ogni essere vivente all'interno dell'asilo, dal bebè più piccolo alla Rottermeir più odiosa, è in maschera. A parte loro tre, ovviamente.

La direttrice è un impeccabile e serissimo funghetto, con i ciuffi di spore alle caviglie e il cappello rosso a pallini. Le maestre sono ballerine, fate, Pippicalzelunghe, infermiere, principesse... e i bambini sono un incanto, un po' per i travestimenti e un po' per la loro felicità.
E' il Rosenmontag, una specie di "lunedi grasso", il culmine del periodo carnevalesco assieme al giovedì e al martedì; è stata organizzata una piccola sfilata dell'asilo fino al municipio, dove vengono distribuiti krapfen e caramelle.
Così Mamma torna a casa a prendere il vestito da panda e quello da leone, torna all'asilo a travestire i due cuccioli e per la prima volta esce senza tragedie, lasciandoli a ruggire di gusto.
In giro, ogni giovane è travestito, o quantomeno truccato, e lei si sente scialba e triste nella sua giacca antracite.
La nostalgia da vacanza svanisce in nulla.




P.S.

Oggi pomeriggio, grande festa nell'intera città, con la parata dei carri per le vie principali.
L'ufficio di Brontolo è deserto: perchè qui, il Carnevale, è una cosa seria!