giovedì 25 dicembre 2014

Gli auguri dei piccoli filosofi

"Buon Natale bambini!" ha detto Mamma ai piccoli di casa, dopo l'apertura dei regali. "Ma cosa si festeggia oggi, lo sapete?"


Marco, 4 anni: Il Natale! Ma perchè non c'è la neve? Non mi piace il Natale senza neve...

Alessandro, 4 anni: Io lo so! che è nato Gessù bambino

Federico, 6 anni: Maddai, non è possibile, e quante volte è nato questo Gesù? Si festeggia la vigilia di Natale! E anche Babbo Natale.

Fabio, 7 anni: Pasqua? Babbo Natale? Gesù?


E da Villa Delirio Mamma augura una buona vigilia, una buona Pasqua e un felice Natale senza neve a tutti voi!

domenica 21 dicembre 2014

Colazione

Le candele accese, una per ogni settimana di avvento, bruciacchiano la punta degli aghi di pino che le circondano, in un bel centrotavola natalizio.
Quell'odore un po' di resina un po' di fumo accompagna ogni pasto da tre settimane a questa parte.
Le luci sono spente ed è ancora troppo presto perché il sole possa illuminare bene la stanza, ammesso che riesca a farsi largo fra le nubi gonfie.
L'orologio in cucina ticchetta regolare, mentre qualcuno bussa alle finestre: c'è tanto vento da piegare gli alberi, e fa gonfiare le tende che si agitano al rallentatore fuori dalle finestre della casa di fronte.

Lui la guarda con quell'aria irresistibile e le dice che lei è il suo amore.
Il miele luccica appiccicato alle sue guance fresche di infanzia e gli occhi gli brillano in quella penombra rossastra.
Mamma sorride e sospira, ferma in una bolla di felicità.

mercoledì 17 dicembre 2014

Feste "particolari"

Lei ha tante piccole lentiggini sul viso quanta energia in corpo.
E' una ragazza tosta, di quelle che vedi una sola volta e ti dici "questa si che è tosta", perché ne ha viste tante ma ne ha superate egregiamente altrettante. Una che guarda avanti e non si spaventa, non si piega, non si scansa, ma procede sicura e senza rallentare.
Mamma era nel suo ristorante a chiacchierare in una fredda mattina di dicembre, quando un signore sorridente è entrato a prenotare una "festa del lutto".
"Sai cos'è?" le ha chiesto lei non appena il cliente è uscito, e dopo le spiegazioni, a Mamma si è aperto un mondo nuovo.

Perché quando muore qualcuno, qui è usanza organizzare una festa subito dopo la sepoltura. Una vera e propria festa con panini, caffè e torta finale.
Una festa con invitati, foto ricordo, candele e risate fra le lacrime.
C'è chi proietta filmini, chi appende poster giganti e mette su la musica, e sarebbe una grave scortesia e una mancanza inaccettabile il non organizzarla.

E così Mamma ci ha pensato su, e ha pensato che forse un po' le piace.
Perché una festa può essere un ricordo dolce, è calore che può sciogliere il gelo ed è tristezza che si può condividere. E' un po' come essere ancora tutti insieme, per l'ultima volta, in una pausa di quiete nel grande dolore.
E infine una chicca: si possono commissionare statuette di plexiglas con il profilo dell'amato stampato col laser all'interno.
… E' o non è una vera sciccheria?

giovedì 11 dicembre 2014

Non portarmi nel bosco di sera…

Tornava verso casa nel buio della notte ma erano solo le 17.30.
Quando fra gli alberi, nel fitto del bosco, Mamma vede delle luci.
"Bambini! Ci sono i signori che tagliano gli alberi! Andiamo a vedere?"
Un coro di si e lei fa inversione elettrizzata, poi si infila in una stradina sterrata che sprofonda nel buio e parcheggia subito prima che diventi troppo stretta.
A qualche decina di metri da loro, nel bosco, un enorme macchinario solleva tronchi di alberi abbattuti e li sistema in fila sul terreno.
Mamma scende dall'auto e trascina per mano due pupetti intimoriti, camminando nel fango verso il cuore della foresta. Uno di loro brandisce la spada dei corsari come arma di difesa dai cinghiali.
Il mostro meccanico solleva dal suo rimorchio tronchi giganteschi come fossero fuscelli, e li posa a terra con la stessa grazia con cui un violinista manovra il suo archetto.
E' arte anche quella, pensa Mamma ammirando la maestria dell'operaio invisibile, con le scarpe sprofondate fra le foglie zuppe.
Poi il mostro parte verso di loro, i bambini scappano terrorizzati, Mamma indietreggia ridendo e quello curva infilandosi in un sentiero che si perde in un'altra direzione.
Due ciclisti silenziosi si immergono anche loro nel bosco e spariscono, lasciando intravedere due lucine rosse nel nero più nero.
"Mamma per forza è buio: questa è la Foresta Nera e DEVE essere nera!" precisa Dede mentre lei ammira ad alta voce il fascino magnetico di un bosco di notte.

Quando torna alla macchina, canticchia felice. Sente il sangue che ribolle e la sua natura da strega che la richiama a gran voce verso quel luogo selvaggio, che la chiama, la chiama, la chiama…

lunedì 8 dicembre 2014

Tanto freddo

"Mamma ho freddo!"
"Non è possibile che tu abbia freddo Dede, siamo appena scesi dalla macchina"
"Ma io ho freddo lo stesso"
"Forse perché vieni da dentro l'auto, e faceva caldo"
"Voglio andare a casa" piagnucola lui.
Dieci passi dopo:
"Ma mamma! io ho freddo"

Ha la calzamaglia, i pantaloni termici, gli stivali imbottiti per la neve, la canottiera, la maglietta col collo alto, la maglia termica e il maglione di lana, giacca a vento, guanti, sciarpa e berretto.
"Ma Dede! Mi vuoi dire dove senti tutto questo freddo?"
"Nella faccia mamma"

In effetti il bambino ha ragione: la prossima volta questa madre snaturata dovrà regalargli un passamontagna integrale con respiratore annesso. Ad aria riscaldata s'intende.


P.S.
No, i brambillen non sono partiti per la Lapponia: si sono semplicemente vestiti per andare a vedere i mercatini di Natale...

giovedì 4 dicembre 2014

Bulli si diventa

"Con questi compagni di classe mi diverto sai mamma? Non fanno come Jan e Lennard che l'anno scorso mi davano gli spintoni e ridevano"
"Cosa? E quando facevano questa cosa quei due?"
"Eh, all'asilo mamma, lo facevano tante volte"
"E tu non me l'hai mai detto? Perchè non me lo hai mai raccontato?"
"Eh, forse tu non me lo avevi chiesto…"
"Come no, ti chiedo tutti i giorni com'è andata e se è successo qualcosa di bello o di brutto! Ma dimmi un po' di quei bambini... Ti buttavano proprio per terra?"
"Si mamma, mi buttavano per terra e poi ridevano"

Mamma rode e ribolle.
"La prossima volta raccontamelo così ci pensiamo insieme a cosa gli devi fare, ai bambini che ti trattano così ok?"
"Perché, cosa gli dovevo fare mamma?"
Lei immagina i bambini esanimi per terra e Dede con un piede appoggiato sulle loro pance, mani ai fianchi, a posare per una foto ricordo.
"Ehm… adesso non ci pensare. Se ricapita me lo dici e poi valutiamo insieme, ok?"

Mamma ha preso tempo per cercare qualcuno, qualsiasi persona, purché riesca a vedere la cosa in modo razionale e pacifico e non le compili una lista di "100 modi + 1 per eliminare il nemico"
Perché a quella, ci ha già pensato da sola.

mercoledì 3 dicembre 2014

Il fascino dei numeri

Un mercoledi-pizza come tanti, il buon Dede si esibisce come al solito. Hanno iniziato a fare le addizioni a scuola, e questo influenza ogni sua affermazione.

"Guardate! Siamo quattro maschi e una femmina!"
"Guardate! Siamo quattro grandi e un bambino!"
"Guardate! Siamo due giovani e tre vecchi!"

Silenzio: i commensali sollevano gli occhi dal piatto e aspettano che si riveli ciò che per loro non è poi così ovvio.
"Ma certo! Voi tre siete vecchi, no? Io e la mamma invece siamo gli unici giovani…" e la stringe a sé  sospirando d'amore, mentre i suo occhi si schiudono a forma di cuore.

Svelato l'arcano, quei maschi grandi e vecchi tornano a parlare di camini come se niente fosse.
Lei invece ancora gongola: questa scuola sta iniziando a dare risultati davvero eccellenti!