martedì 30 luglio 2013

Pranzi selvaggi


28 luglio, 8 di mattina, Villa Delirio.
“Rachele che prepariamo oggi a pranzo?” esordisce nonna Tonia all’ora di colazione.
“Fa caldo... facciamo la pasta con le zucchine, quelle fresche tagliate alla julienne?”
“Ah, buona idea, me le hanno proprio date ieri appena raccolte!”

Ore 12.20, Villa Delirio.
Mamma e i suoi tornano boccheggiando dalla giornata più afosa dell’estate, e sentono profumo di sugo in cucina.
“Ciao siamo arrivati! Ma hai fatto il sugo?”
“Si, sto preparando la pasta al forno”
“LA PASTA AL FORNO? Con 38 gradi all’ombra?!”
Mamma sospetta che dietro tale decisione ci sia lo zampino della Mest, e non dice altro. Poi chiede il permesso di essere esonerata da tale pietanza e pasteggia goduriosamente ad anguria e gelato, mentre gli altri masticano e sudano copiosamente, alcuni seduti a tavola, alcuni in piedi, alcuni all'ombra dentro casa.

29 luglio, 13.02, Villa Delirio.
La temperatura si è assestata stabilmente sui 38 gradi di afa stagnante, ed è di nuovo ora di pranzo. Brontolo, al suo primo giorno di ferie, sogna pomodori, cipolle e mozzarella. Mamma si domanda se preparare la pasta alle zucchine, che le era rimasta la voglia dal giorno prima, mentre la tavola inizia a popolarsi di bimbi affamati.
Ma la nonna Tonia ci ha pensato lei: quattro piatti belli fumanti vengono portati a tavola. La pasta al forno del giorno prima, “Ce n’era tantissima, mica vorrai buttarla via?”.
E mentre Mamma prepara un passato di verdure tiepido per sè e per Brontolo, ciascuno fa il suo mestiere.
Atili apparecchia la tavola, Ale piange, Macco mena, Dede sfotte, Fabio tenta di giocare con un videogioco appena ricevuto, nonna Tonia prepara la “tana” col tavolino per i bambini, Sorilla boccia in pieno la tana e Mamma sposta tavolo e seggioline in posizione più consona. La Mest si siede a tavola con la bocca a deretano di gallina e scruta ora quel nipote ora l’altro, senza proferire parola ma rigorosamente con la fronte aggrottata.
I piatti belli caldi dei bimbi arrivano, Brontolo porta a tavola pomodori e cetrioli e si prepara un’insalata sedendosi al posto di nonno Bruno. La nonna arriva agitata dalla cucina e lo fa spostare, appena in tempo perché nonno Bruno rincasi, prenda il suo tovagliolo e se ne vada a pranzare dentro casa, perché in giardino fa troppo caldo.

A tavola mancano i coltelli, i cucchiai, i tovaglioli, ma in compenso ci sono almeno dodici bicchieri e tre bottiglie d’acqua per quattro adulti mai contemporaneamente seduti: Mamma è seduta a mangiare il suo passato di verdure, la Mest mangia fagiolini all’olio, Brontolo è in piedi a cercare altre verdure per la sua insalata, Sorilla addenta la pasta al forno mentre consola Ale che piange, nonno Bruno è sparito dentro casa, nonna Tonia fa avanti e indietro e mangia un po’ fuori e un po’ dentro.
Mamma ride guardando lo smarrimento dei nuovi arrivati, non ancora avvezzi al pranzo selvaggio di Villa Delirio.

Poi tutto si fa confusione, e dopo un attimo Sorilla sparisce coi suoi bambini, i brambillini svaniscono davanti alla tv spenta, la Mest e nonna Tonia scendono a riposare, nonno Bruno dorme già, e tutto resta nel silenzio.
Un tavolo abbandonato pieno di stoviglie usate, un tavolino con seggioline rovesciate, cannucce a forma di papera per terra, tovaglioli di carta che volano via col vento, la tovaglia sgocciolata di sugo: ecco quel che resta di un normalissimo pranzo selvaggio a Villa Delirio.

lunedì 29 luglio 2013

C'è chi nasce scienziato


Quando un bambino fa una domanda interessante ad un genitore “scientifico” tipo Mamma, è un po’ come un invito a nozze.
E Dede è talmente assetato di spiegazioni che Mamma con lui è come in un perenne banchetto nuziale, e non perde occasione di elargire perle di saggezza. "Mamma mi devi spiegare tutto!" la incita lui, e lei ovviamente non si fa pregare.
Ormai è talmente abituato alle sue spiegazioni logico-scientifiche, che ieri, dopo averle fatto una domanda, le ha esclamato “Aspetta mamma, mi è venuta in mente un’ipotesi!”, facendola squagliare in un brodo di giuggiole al gusto di vaniglia e fragola.

“Mamma, perché la barca galleggia?” ha chiesto una mattina il bambino, senza immaginare che gli occhi di Mamma avrebbero iniziato a brillare di eccitazione, e che la spiegazione sarebbe iniziata con un “Bene, Dede. C’era un signore che si chiamava Archimede…” e che sarebbe durata svariati minuti.
“Hai capito amore? E’ per questo motivo che tu non puoi galleggiare nella vasca da bagno, mentre in piscina invece si, e invece le navi in piscina non galleggiano, mentre nel mare si…”
(Brontolo, in seguito, avrebbe avuto qualcosa da ridire sulla spiega materna, asserendo che non è corretto parlare di corpi nell’acqua, bensì in fluidi di qualsivoglia densità. Ma tralasciamo...)
La creatura ha ascoltato ogni parola, e quando lei finalmente ha terminato, è parso soddisfatto. Poi probabilmente ha cancellato ogni informazione ricevuta ed è passato alla domanda successiva.

“Ma mamma, anche i grossi abitanti del mare quando sono fuori dall’acqua muorono? Tipo i pescecani, le balene…”
“Certo amore! e bla bla bla. Chi sono gli unici animali che invece respirano sia dentro l’acqua che fuori?”
“Gli anfibi, come le rane. Ma allora anche i girini vero mamma?”
“Ehm no amore, i girini no…” Poi ci ha pensato un attimo e gli occhi scientifici hanno ricominciato a brillare: “Tesoro, hai fatto proprio una bella domanda! Ora ti spiego tutto. E bla bla bla… I girini non sono ancora del tutto formati, capito? Non hanno ancora i polmoni, né le zampe per saltare…”
“Ho capito mamma, allora i polmoni sono nelle zampe!” risponde logico lui.
“No tesoro, era solo un esempio…”
“Ah, ok. Però ho fatto una bella domanda vero mamma?”
“Bellissima amore!”

“Mamma, anch’io vojo fale una domanda”, interviene l’altro invidioso. “E’ velo che le coccinelle volano?”
“Si certo Macco” ride lei.
“Ho fatto una bella parola anche io, eh mamma?”
"Si guarda, bellissima!"

C'è chi nasce scienziato e chi nasce primo della classe a prescindere.
Macco lo nacque.

venerdì 26 luglio 2013

La mest


La mest è un termine dialettale della provincia di Bari.
Indica la maestra, la comandona, la sapientona, quella che sa sempre tutto lei e tiene le redini di tutto ciò che le si muove attorno.
La mest è tosta e cazzuta, e non si può contraddire mai perché ha-sempre-ragione-lei.

A Villa Delirio, ieri è approdata direttamente da Bari la Mest per eccellenza, la sola e unica della famiglia: la zia ultranovantenne.
E' una prozia che non avendo avuto figli si è dedicata da sempre ai nipoti, e dallo scorso marzo, purtroppo, è anche senza marito. Così, su invito di Mamma, si è convinta a passare le vacanze a Villa Delirio.
Mamma la adora: è nata in casa sua, è cresciuta con lei ed è l’unica vera nonna che abbia mai avuto. Nonna Tonia la adora pure lei, e una vita senza la Mest sarebbe inconcepibile per entrambe.

Appena ieri ha messo piede a Villa Delirio, con il suo bastone e il passo incerto, ha rifiutato l’offerta di aiuto per scendere le scale rispondendo brusca di togliersi di mezzo, che lei non ha proprio bisogno di nessuno. E quando una mest comanda...
Dopo i convenevoli di rito, brevi e secchi, ha comunicato che le mamme di oggi sono delle vere schifezze, e che pure Mamma sbaglia tutto: “Troppe coccole, troppi vizi, che sono tutti ‘sti baci?”
Solo dopo li ha visti, i bambini, e senza battere ciglio ha sentenziato che sono troppo magri. "Dovrebbero restare seduti a tavola fino a sera, finchè non finiscono di mangiare tutto"
“Ma zia… quelli si sbranano pure il tavolo se li lascio fare…”
La risposta è stata una bocca chiusa a deretano di gallina e un inequivocabile gesto del capo da miscredente.
Dopo svariate altre gentilezze (“Ma come? Sei diventata disordinata come tua sorella?”, ed è riusicta ad  affondarne due con una frase sola), quando Mamma si è preparata per uscire a cena, l’ha squadrata da capo a piedi e senza possibilità di appello ha sentenziato: “Che è sta pancia che hai messo su? Non sarai mica incinta un’altra volta? No, eh?”  tirando su il dito perentorio.
(Che bello rivederti, zia! Grazie a te ho passato tutta la serata in apnea per tirar su la pancia, e nemmeno quello è servito granchè)

La Mest ha decine di nipoti, e una nipote prediletta che le fa brillare gli occhi solo a nominarla.
Fortunatamente questa è Mamma, altrimenti la zia non sarebbe stata tanto gentile con lei.
Mamma è felice di averla con sè a Villa Delirio.
Con la profonda consapevolezza che questi saranno giorni durissimi... e che il meglio deve ancora arrivare!

mercoledì 24 luglio 2013

Royal Mamy

Ok, d'accordo, oggi lascio la parola a lei.
L'invidia.
Perchè? non ha anche lei diritto di esprimersi?

Insomma, una partorisce -dopo milioni di anni che sta storia va avanti e si ripete sempre uguale-, e non c'è giornale che non ne parli. Come se fosse chissà che cosa...
Mamma invece partorisce e le tocca conservare il giornale del giorno per ricordare cosa accadde di più importante nel mondo. E tra parentesi, manca pure la prima pagina perchè la nonna l'aveva trovato e usato per pulirci i vetri.
E le tocca inviare decine di messaggini per farlo sapere agli amici, che le hanno risposto pure con "Ma dai! non sapevo nemmeno che fossi incinta!"

Quel marmocchietto nasce, e cinque miliardi di persone si rallegrano e dicono qualcosa in proposito. Fosse anche "chissenefrega", ma intanto lo dicono.
Mamma ne fa addirittura due, e quello che si sbilancia di più in convenevoli le chiede "E la femmina quando?", come se i restanti due siano giusto una banalità.

Nove mesi da modella, coi giornali che fanno a gara per fotografare un pancino che pare inesistente. E di sicuro all'uscita dalla clinica vedremo una Royal Mamy più smagliante che mai, sorridente, sana e luminosa.
E Mamma? già al terzo mese era così gonfia e pallida che la sua faccia sembrava la luna piena, e dopo il parto mesi di pancia flaccida, tanto che si consolava con chi le diceva che ci vuole anche un anno per tornare normali.
Embè? Ma gli ormoni fanno effetto soltanto qui, nei bassi ranghi? Cioè mi volete dire che Sua Altezza Reale non avrà nemmeno un pochino di stitichezza post partum? E nemmeno un'occhiaia di quelle toste, che noi povere plebee conosciamo tanto bene? E nemmeno un piantino isterico, o una piccola emorroide, o addirittura un'irrispettosa ragade al seno, quello fotografato un anno fa e che ha fatto il giro del mondo?

E adesso è incinta anche l'altra principessa, quella bella come il sole di luglio e il tramonto nel deserto. Magra come un'acciughina, elegante e composta, e nemmeno uno schizzetto di vomito fra un inchino e l'altro.

Non c'è proprio giustizia a questo mondo...

martedì 23 luglio 2013

Il mistero delle lenzuola bagnate


“Deve aver avuto caldo stanotte, il lenzuolo di Macco quaggiù è tutto bagnato poverino”
dice Mamma una mattina.

“Deve essergli caduta l’acqua nel sonno, in fondo al letto è tutto zuppo”
dice Mamma una seconda mattina.

“Ma guarda, questa sembra proprio pipì. Ma chissà com’è finita qui sotto, Macco non può essere stato! Anche perchè è tutto asciutto e addosso non se la fa più da un pezzo”
e siamo alla terza mattina.

Macco, il bravo Macco, il fantastico Macco che da un giorno all’altro non ha più voluto il pannolino, di notte non si è più fatto la pipì addosso. 
Perchè così ha promesso, e ogni promessa è debito.

Ce n’è voluto di tempo, ma finalmente una lucina si è accesa, e Mamma ora ha qualche sospetto sulle sue lenzuola bagnate e sul pigiamino sempre pulito.
Si potrebbe quasi pensare che qualcuno, nottetempo, si alzi in piedi sul lettino e si tiri giù i pantaloni, facendo la pipì lontana lontana senza nemmeno svegliarsi...


lunedì 22 luglio 2013

Le fasi


Tutto è iniziato con la fase delle capocciate: ogni volta che veniva contrariato, Dede si avvicinava ad un muro e lo prendeva ripetutamente a testate, fino a farsi venire bernoccoli blu.
Camminava appena, e quando non aveva un muro a portata di cranio si sdraiava per terra e rimbalzava la fronte sul terreno, ottenendo lo stesso risultato.
Memorabile fu la prima volta a casa di amici neosposi: quando i poveretti aprirono la porta ai loro visitatori, si trovarono di fronte un 18mesenne urlante che si precipitò in casa loro, si sdraiò a pelle di leopardo e prese a zuccate multiple il pavimento di marmo.
Lo sguardo allibito dei due è ancora fonte di ilarità nei momenti più bui mammeschi.

Poi c’è stata la fase dei capelli: una volta nato il fratello, Dede si strappava i capelli ogni qual volta il piccolo vagiva, e non è difficile immaginare lo stato della sua testolina, data la frequenza dei pianti del neonato. Per rendere più sofisticate le pratiche, arrotolava i ciuffi riccioluti attorno al dito e tirava tanto da crearsi tagli al dito indice.
Memorabile fu la volta che i capelli rimasero incastrati al dito e lui non riusciva più a districarlo, né a strapparli via, e chiamò in aiuto la mamma strillando in piena notte con la falangetta di un intensissimo color ciano. Soltanto le forbici riuscirono a sistemare l’impiccio.
“Passerà, è solo una fase”, sospirava Mamma.
E in effetti anche quella fase passò, e il bambino passò alla fase successiva: strappava i capelli di Mamma, e così si aprì una nuova era.

Poi ci furono i sassi, che raccoglieva ovunque con diligenza e trasportava in macchina tutti in fila. (Da allora l’auto di Mamma è diventata una discarica ambulante, e lei ha comodamente smesso di pulirla nonostante la fase dei sassi sia da anni superata)
Ci furono i morsi sul sedere, si passò attraverso gli innocui trenini, si arrivò ai rutti, alle puzzette, agli sputi con la saliva a yo-yo, fino ad arrivare alla violenza allo stato puro.
Al momento Dede grida nei timpani delle ignare vittime tanto da far loro roteare gli occhi, infila le dita negli occhi del fratello, tira schiaffoni ai cugini e ride divertito.
Ben lungi da essere fiera di questa evoluzione, Mamma le ha provate tutte: le minacce, le lusinghe, le punizioni, le super-attenzioni, ignorarlo, le coccole, le sculacciate, lo “specchio riflesso”…
Niente di tutto ciò pare funzionare, e Mamma è rimasta senza idee.

Perchè questa volta "Passerà" non è la risposta giusta, visto che attorno a lui sono tutti pieni di lividi e la fase successiva potrebbe avvicinarsi pericolosamente all'omicidio seriale.