domenica 26 ottobre 2014

Bimbi e motori

"Mamma, cos'è questa macchina con i quattro cerchi?"
"E' un'Audi amore"
"E questa con il cavallo?"
"Non è un cavallo, è un leone… si chiama Peugeot, il cavallo è tutt'altra cosa!"
"Ah, vero, è la Ferrari. E questa con la stella?"
"Una Mercedes"
"E la W?"

Mamma ha dato sfoggio con i bambini della sua cultura automobilistica, e non credeva di essere così brava. Di solito si è sempre limitata a descrivere una macchina dal colore, e se proprio servivano particolari aggiuntivi sapeva dire se c'erano o meno i seggiolini per bambini.
Mentre gongolava, dunque, meditando sulla sua bravura, arriva questa domanda:

"E questa mamma? Questa con la faccia felice?"
"Una faccia felice? Dove? Non l'ho vista!"
"Si mamma, un cerchio che è la faccia con dentro la bocca che ride felice"
"Forse intendi una Toyota Macco? O una Mazda? Vedi, come quelle laggiù"
"No, no, quello è un fulmine mica una faccia felice!"
"O forse era un adesivo?"
"Ma no! niente adesivo, era proprio lo stemma della faccia felice"

Ora Mamma invoca la cultura e la fantasia di chi legge per aiutarla, perché ha scoperto di non essere poi così brava.
Ma se proprio vi serve un piccolo indizio, ebbene: la macchina era rossa!

mercoledì 22 ottobre 2014

Io torno da solo

E poi stranamente un giorno si fa tardi.
Tu sei sul terrazzo a guardare la strada alla ricerca di quella figurina colorata che arriva saltellando, ma la strada è ancora vuota.
L'orologio è pazzescamente avanti, e non riesci più a rimanere ferma ad aspettare.
"Brontolo, Dede non è ancora arrivato" scrivi, e inizi a contorcere le mani sullo stomaco senza staccare gli occhi dalla strada deserta.
"Brontolo, sto mettendo le scarpe, scendo a cercarlo" dici, e tiri la porta dietro di te senza nemmeno prendere la giacca.
"Brontolo, mi sento male. Per strada Dede non c'è!" ansimi correndo, e senti che lui dall'altra parte del telefono risponde tranquillo, e quasi ti dà fastidio ma lo sai che ha ragione.
Perché di sicuro non è successo nulla, lo sai che in trecento metri di strada, che poi strada non è ma prevalentemente prato, non può essersi perduto, sai che nessuno può averlo adescato perché non è tipo da dar retta agli sconosciuti... Sai tutto.
Ma quando ti scatta il panico c'è poco da ragionare, ed è inutile che ti sforzi di capire, uomo, solo una donna può comprendere!

Quando entri a scuola è già passata mezz'ora dalla campanella, la sua classe è già chiusa e buia e la sua giacca e la cartella non ci sono più.
"Oddio muoio" pensi guardandoti in giro, e poi un nanerottolo sprofondato sotto uno zainone dei cartoni animati ti tocca il sedere e dice sorridendo "Perché sei qui dentro mamma?"

Mamma cade in ginocchio davanti a lui e lo abbraccia senza riuscire a dire una parola, senza riuscire a smettere di tremare.
"Ho avuto così tanta paura" dice alla direttrice sopraggiunta a controllare, cercando di evitare la scena di pianto alla de Filippi.
Poi esce con Dede in braccio, gli dice che è quasi morta di paura e lui si mette a piangere.
Quanto pagherebbe per potersi defilippizzare e singhiozzare insieme a lui, avvinghiati come due koala!
"Ma dove eri finito?" chiede finalmente mentre tornano a casa.
"Eh… ero distratto e non mi sono accorto che dovevo uscire"
"Dede! Ma non hai sentito la campanella?"
"Si, ma poi non mi sono ricordato di uscire"
"E cosa facevi?"
"Eh… ero seduto e pensavo"
"Pensavi? A cosa pensavi amore?"
"Ai fatti miei"
Mamma ride "E posso sapere quali sono questi fatti a cui pensavi così intensamente?"
"Si mamma, mi stavo immaginando una nuova puntata di un cartone animato!"

Chissà se anche alla mamma di Walt Disney sono venuti tutti questi capelli bianchi...

lunedì 20 ottobre 2014

Il leone

"Lo sai mamma che vorrei essere un leone io?"
"Bello! E come mai?"
"Perchè così posso mangiarti, mamma"
"Ah, però! E perché vorresti mangiare la mamma?"
"Non solo te mamma, poi mangerei anche papà"
"Ecco, a posto allora…"
"E poi io e Dede potremmo giocare sempre con l'ipad, e non solo di sabato come ci fai fare tu"
"Ma i leoni non giocano con l'ipad tesoro…"
"No, ma dopo avervi mangiati tornavo Macco"
"E allora se tornavi Macco ti portavano in prigione tesoro" ribatte logica lei.
"E perché?"
"Perché non si può mangiare la mamma e il papà, è vietato lo sai?" conclude con un pizzico di soddisfazione.
"Ma se hai sempre detto che tanto i bambini non li portano in prigione?!"

40enne battuta da 4enne su tutta la linea.

giovedì 16 ottobre 2014

Pizza e cultura

A tavola, Mamma è al ristorante con gli amici del mercoledì e Dede le sta appollaiato accanto.
I grandi parlano di giocatori di scacchi.
"Mamma! Ma perché quel bambino gli ha dato un gatto bianco e invece lui voleva un gatto nero? Eh mamma?"

Si parla di mentalismo e illusionismo.
"Mamma! Ti ricordi che gli Angry Birds hanno trasformato un angry giallo in un maiale? Eh? lo sapevi?"

Si parla di tasse e contributi.
"Mamma, lo sai che la mucca ha quattro stomachi? Eh?"

E poi silenzio per un attimo, mentre tutti masticano la propria pizza.
Una vocina squillante: "Mamma! Ma perché i papà ne devono mettere tantissimi di permatozoni?"

Il boccone le va di traverso, il colorito si fa rubino ma ci prova lo stesso a rimediare il salvabile: "Ma che dici amore? non capisco proprio di cosa parli..." Poi sottovoce, nell'orecchio del bambino"Ne parliamo dopo Dede, ok?"
"Ma mamma! Va bene ma dimmi solo come si chiamano i semini del papà? Non mi ricordo bene, e perché ne deve mettere tantissimi? Eh mamma?"

Qualcuno diventa paonazzo, qualcuno ridacchia, gli altri non hanno ancora colto.
Le spiegazioni di educazione sessuale del mese scorso hanno sortito un simpatico effetto a scoppio ritardato.
Mamma sprofonda nella vergogna e rinuncerà alla pizza del mercoledì a tempo indefinito.


domenica 12 ottobre 2014

Castagne!

"Che facciamo questo fine settimana Rachele?"
"Andiamo a raccogliere le castagne! Lo dico da giorni, non ti ricordavi?"
"Ah... Che ne dici di un bel giro in bici invece?" prova a chiedere Brontolo come da copione.
"Non ci sono castagneti raggiungibili in bici, dobbiamo per forza andare in macchina"
"Ho un'idea: perché non invitiamo qualcuno a mangiare qui?"
"Perché voglio andare a raccogliere le castagne! E adesso non propormi le pulizie di casa…" risponde lei con sguardo minaccioso.

Appena scoperto l'indirizzo del bosco delle meraviglie, Mamma ha infilato le scarpe ai bambini, spruzzato a destra e a manca spray anti-zecche ed è salita in macchina. A ruota seguiva un Brontolo ancora non troppo convinto.
40 km dopo Mamma spalancava gli occhi, la bocca e la busta, e iniziava a raccogliere il lucidissimo frutto dei suoi sogni con l'entusiasmo di un bambino in una cioccolateria: era almeno dai tempi dell'università che desiderava andare in un castagneto!

Là dove inizia la "Via del Vino", filari di vigne a perdita d'occhio si sdraiano sulle colline illuminate dal sole tiepido dell'autunno. L'aria profuma di erba e di montagna, e i cavalli brucano tranquillamente nei loro recinti di legno. Poco più sopra inizia un bosco fitto di altissimi castagni, e continui tonfi sordi segnalano che nuovi frutti sono pronti poco più in là. E che forse era bene portarsi un caschetto...
Mamma e Dede raccoglievano di buona lena mentre Macco dava lezioni di obbedienza all'amichetto dueenne che li aveva accompagnati, e Brontolo manifestava i primi sintomi di cedimento dopo soli venti minuti.
Dopo tre ore di pura ed immensa gioia Mamma tornava a casa con la busta carica e il cuore pieno di felicità.

Bilancio di una ricca raccolta: castagne arrosto, castagne bollite e per la prima volta nella sua vita, il famoso dolce "monte bianco".
I pollici di Mamma, feriti da chili di bucce infilate sotto le unghie, ora implorano pietà!

martedì 7 ottobre 2014

All'Oktoberfest

Venerdi è stata festa nazionale in Germania: si festeggiava la riunificazione di Est e Ovest.
Mamma non ha capito bene per quale motivo, ma tutti erano in costume tipico: gli uomini con pantaloni marroni al ginocchio e le tipiche bretelle a forma di H, con camicia rigorosamente a scacchi. Le donne con corpetti bianchi che mettono in mostra le abbondanti grazie tedesche, e vestitini corti colorati col grembiule davanti.
La cosa le è piaciuta così tanto che quasi quasi per il prossimo anno se ne procurerà uno anche per lei e i suoi ometti. Gli ometti piccoli, perché Brontolo in pantaloncini e bretelle sarebbe uno spettacolo che solo al pensiero le viene già da ridere.

"Una nuova giornata in casa non posso sopportarla. Partiamo, qualsiasi posto andrà bene" ha esordito Mamma quella mattina.
"E se facessimo un giro in bici?" ha provato a proporre il pigro marito.
"Ma no… io voglio partire!" ha ripetuto lei con il muso minaccioso di chi non ammette repliche.
"Uhm… e se pulissimo la casa?"
"Tu sei completamente matto! Andiamo a Stoccarda invece, non l'ho mai vista"
Mamma pensava di aver stroncato le obiezioni con la sua secca decisione, ma Brontolo è tornato all'attacco.
"Ma non è niente di che, l'ho vista una volta…" ha mugugnato.
Ma lei aveva un jolly grosso come una casa: "Si, immagino... Però c'è la Voksfest, la festa delle birra: è la seconda al mondo dopo l'Oktoberfest di Monaco! Ora decidi tu... "
Brontolo si è convinto in un istante, e nonostante le previsioni di code chilometriche si è messo in viaggio senza rimostranze alla volta di Stoccarda, la capitale del loro Stato Federale.

I quattro hanno gironzolato per il centro città gioendo dei musicisti sparsi per il viale alberato e dei giochi per bambini disseminati ovunque.
Mamma ha goduto di una città vivace e piena di gente, di caffè con i tavolini all'aperto, di negozi dalle vetrine scintillanti e palazzi di vetro in stile modernissimo, così diversa dalla sua città assopita.
Brontolo ha goduto dei costumi tipici delle tedesche, strizzate dentro i corpetti immacolati, e i bambini non hanno goduto di nulla, lamentandosi e piagnucolando dal primo istante all'ultimo.

Nel pomeriggio, alla Volksfest, il Paese della Cuccagna: un luna park che definire enorme sarebbe limitativo, con giochi pazzeschi che arrivavano a sfiorare il cielo e Mamma che aveva i brividi soltanto a guardarli. Luci colorate, musica altissima, zucchero filato, würstel e palloncini… e gigantesche case di legno con centinaia di giovani in abiti tipici che cantavano e ballavano in allegria, completamente ubriachi.
Ma anche da ubriachi, i Tedeschi, sanno essere ordinati e composti, chiedono "scusa" e "per favore", e i brambillen hanno passeggiato tranquillamente in quella fiumana di gente in festa comprando lecca-lecca e würstel lunghi quanto un braccio. Dopo diverse ore di bighellonaggio, i quattro erano riversi al suolo dalla stanchezza e avevano visitato appena metà della fiera.
Una volta in macchina, finalmente Brontolo ha aperto bocca: "Quando arriviamo a casa, però, vado a prendermi una birra in birreria"
Solo in quel momento Mamma ha realizzato che il suo stoico marito non aveva bevuto nemmeno un goccino di quel biondo nettare che scorreva a fiumi.
(Roba da matti)

Da ora in poi Mamma non si stupirà più di nulla…

domenica 5 ottobre 2014

Mal di pancia

"Ho mal di pancia… hai visto che il latte mi fa male?"

Disse il bambino dopo aver inzuppato nel suo caffè d'orzo (macchiato)
2 prinzen al cioccolato,
4 cucchiai di succo d'agave,
8 maddleinette,
16 digestive
e 32 bucaneve...

mercoledì 1 ottobre 2014

La pizza del mercoledi

Il mercoledi è la giornata della pizza.
E' da quasi un anno ormai che ogni mercoledì Mamma, Brontolo e alcuni amici italiani vanno a pranzo "Da Bruno", e passano un paio d'ore di relax che rendono piacevole la settimana.
Lei scandisce il suo tempo in base alla pizza del mercoledì, stabilisce il menù in base a quello e dal lunedì mattina inizia a contare i giorni che la separano dal lieto evento.

Mercoledi mattina, dunque, davanti alla porta di casa.
"Dede, infila le scarpe che sei in ritardo!"
"Uffa mamma non mi va!"
"Eddai che la scuola dura poco. Alle 12.30 sei già fuori"
"Uffa… Ma che giorno è oggi?"
"E' mercoledì amore! Il giorno della pizza!" risponde lei con un sorriso radioso che le illumina il viso.
"Ah"
"Come ah? andiamo a mangiare la pizza oggi, non sei contento?"
"E' che… vedi mamma, non è che a me la pizza sembri tutta questa gran cosa…"

Mamma richiede urgentemente esame del DNA.
Devono averle infilato in pancia il figlio sbagliato...