lunedì 30 novembre 2015

Un invito specialissimo

In seguito alla vicenda del Pronto Soccorso, all'omaggio ripetuto di scamorze e panettoni (per tenersi buona la belva), ogni volta che incontra Brontolo ora l'Orco si allarga in un sorriso semi sdentato e gli dà amichevoli pacche sulle spalle.
Non fa altrettanto con Mamma, verso la quale continua a mostrare un approccio alquanto formale, forse per via dell'incomunicabilità a cui sono soggetti.

Sabato mattina presto, mentre Mamma era ancora a letto, i bambini gridano che qualcuno sta bussando alla porta.
In effetti qualcuno sta tempestando di pugni la porta, visto che i Brambillen staccano il campanello ogni sera e non c'è altro modo di farsi sentire dal di fuori.
Brontolo corre ad aprire e lo trova sullo zerbino, una volta tanto completamente vestito (in tuta), tutto sorridente. Mamma sente un gran parlottare in dialetto e distingue soltanto "Il prossimo sabato, che ne dici?".
Brontolo risponde imbarazzato, con poco entusiasmo, poi saluta, ringrazia e chiude la porta.

La proposta del secolo: "Ho pensato di invitarti fuori città il prossimo sabato. Facciamo la spesa insieme! Ci sono un Aldi e un Lidl con i prezzi più bassi. Ce ne andiamo io e te, che ne dici? Eh? Scriviti un bigliettino per ricordartelo, mi raccomando!"paccata sulla spalla.

Per fortuna c'è ancora un'intera settimana perchè il tapino riesca a farsene una ragione.
O magari, perchè una brillante scusa gli sorrida all'ultimo minuto...

domenica 29 novembre 2015

Un messaggio d'amore

"Cosa state facendo col mio telefono? Se vi becco ancora… Lasciatelo subito!"
I bambini tirano indietro le mani come da un oggetto bollente e poi scappano in camera loro ridacchiando.

Qualche giorno dopo registro una memo vocale per non dimenticare un pensiero fatto al volo, in macchina, ferma ad un semaforo. E noto diversi messaggi che non mi appartengono.
"Mamma… tu sei il mio amore!
Mamma… sei bella come un fiore!
Mamma… tu sei il mio girasole!"
Canzoni d'amore appena inventate, frasi dolcissime e voci zuccherine che bisbigliano nel microfono, per non farsi sentire dall'altra stanza.
E poi un brusco: "Cosa state facendo col mio telef…" e la registrazione s'interrompe.

Mando il tergicristallo alla massima velocità, ma la visuale non accenna a schiarirsi...


mercoledì 25 novembre 2015

La figlia dell'Orco

L'Orco è un bell'uomo tedesco che abita dall'altra parte del pianerottolo dei brambillen.
Anzi, in realtà non è bello.
E no, forse non è nemmeno un uomo.
Dunque l'Orco è un Tedesco che abita di fronte ai brambillen, dalle sembianze umane sotto la folta peluria. Come fa a sapere Mamma della sua peluria è presto detto, visto che il soggetto vive in pantaloncini e ciabatte ogni giorno dell'anno.
E capita a volte che sia sul pianerottolo solo in mutande, tanto per cambiare abbigliamento.
Dunque Mamma conosce ogni piega della ciccia della sua pancia, ogni ciuffo di pelo selvatico che spunta sulla sua schiena, oltre che i suoi glaciali occhi celesti che a volte brillano di (poca) intelligenza sotto i sopracciglioni neri.
Un puzzo malefico di cadaveri ammuffiti esce dalla sua casa, contribuendo alla leggenda.
Dopo mesi di paura da parte di Mamma -che voleva trasferirsi altrove nel timore che potesse introdursi in casa loro e sbranarli nel sonno- Brontolo aveva appurato che il soggetto non era pericoloso: "Se vedi sua moglie, capirai tutto", gli aveva detto l'amministratore tranquillizzandolo. E una volta vista l'Orchessa, i brambillen avevano capito.

La figlia dell'Orco è invece una splendida bambina, discreta e gentile, anche se quando parla Mamma non capisce una parola.
"Parla dialetto, parla velocissima" la consola Brontolo traducendo per lei.
Martedi sera entra in casa brambillen con il pigiama e le ciabatte-tigre di peluche, e si guarda intorno con gli occhioni spaesati. Mamma le offre tutta l'ospitalità di cui è capace, poi ricorda che i bambini crucchi vanno a letto presto: "Vanessa quando sei stanca puoi sdraiarti qui da noi e dormire, finchè non va via il dottore" le dice verso le 21.30.
La bambina sorride e ringrazia, spiegando che non è ancora stanca.

Dopo quasi un'ora Mamma manda Brontolo a chiedere ai vicini se hanno bisogno di aiuto, ma non c'è più nessuno in casa.
"Siamo in ospedale in attesa di fare le lastre", spiega l'Orco per telefono dopo svariate chiamate senza risposta.
E così Vanessa inizia ad accusare stanchezza.
"Io andrei a dormire allora. Posso andare a casa mia a prendere la cartella?" chiede senza che Mamma ne capisca mezza.
Torna dopo poco con tutti i vestiti per l'indomani, la cartella e le scarpe.
"Posso dormire qui?" Mamma annuisce sorridendo e le prepara il letto.
"Domani devo svegliarmi alle 6" conclude allegra la bambina, "entro alla seconda ora!" Mamma smette di sorridere.

Il bello dei Tedeschi è che quando hanno bisogno di aiuto te lo chiedono, non si fanno troppi problemi.

Sono gli orari in cui suona la loro dannatissima sveglia, che andrebbero costituzionalmente rivisti...

lunedì 23 novembre 2015

E' caduta

I brambillini hanno il permesso di interagire con monitor e apparecchiature elettroniche solo in determinati (pochi) momenti. Il martedì sera, per via di un impegno di Mamma, c'è un appuntamento fisso con lo schermo per i due, che hanno il permesso di guardare un film intero.
La casa era quieta e silenziosa, dunque, quando suona il campanello: il vicino di casa chiede di lasciare la figlia da loro perchè sta arrivando il medico per visitare la moglie incidentata.

"Bambini! Salutate Vanessa!" dice Brontolo ai figli ipnotizzati, entrando in camera con la bambina.
"Aao…" mastica uno senza alzare gli occhi dal monitor.
"Hallo…" biascica l'altro senza voltarsi.
"E' venuta da noi perchè la sua mamma è caduta per terra" spiega Brontolo.
Dling! Qualcosa scatta in una delle testoline.
Due occhi si accendono nel buio, le orecchie si rizzano.

"E' morta?" chiede Dede voltandosi eccitato.
"Ma no! è solo caduta!"
Gli occhi si spengono nuovamente, il film torna ad essere prepotentemente la cosa più interessante nel raggio di un chilometro.

Ci sono poche cose che catturano l'attenzione di un maschio davanti alla tv.
Una vicina stramazzata al suolo potrebbe essere una di queste. Ma nulla di meno.

giovedì 19 novembre 2015

Ti ricordi?

Ora di cena, a casa brambillen.
"Mamma ti ricordi quando ci mettevamo sul divano e giocavamo con il tablet tutti e tre?" (nel senso che Mamma giocava e i bimbi facevano il tifo per lei)

"Eh… si che mi ricordo, era bello! Ma non riesco più ad avere il tempo per giocare perchè devo cucinare, fare la spesa, sistemare la casa…
Il fatto è che voi volete mangiare ogni giorno bambini! Pensate se invece non mangiaste sempre! Pensate a quanto tempo risparmieremmo! Non dovrei apparecchiare, cucinare, sparecchiare, riordinare tutto, pensate a quanto tempo in più avremmo per giocare e fare tante cose belle sul divano noi tre!"

Silenzio.
"Mamma, io non ho molta fame oggi"
"In effetti nemmeno io mamma, non ho proprio bisogno di mangiare stasera!"

Potere della droga-videogiochi.
E modestamente, di un sottilissimo quanto eccellente lavaggio del cervello.

martedì 17 novembre 2015

Il purè dell'asilo - aggiornamento

Mamma ha incrociato la cuoca sulla porta dell'asilo questa mattina.
E ovviamente non ha resisto a interrogarla sul purè, mentre quella la guardava con tanto d'occhi.

La sera stessa racconta tutto ai figli: "Macco, ho chiesto alla tua cuoca come fanno il purè, visto che ti piace tanto. Lo sai cosa mi ha detto? Che arriva un preparato già pronto della ditta Appetito! Hai visto? Poi loro ci aggiungono il latte e lo zucchero."
Mentre Mamma racconta Marco risucchia l'abbondante salivazione e le chiede con gli occhi fuori dalle orbite di farglielo subito ugualissimo.
Contemporaneamente una vocina mormora disgustata: "Ma che schifo!"

Per fortuna almeno uno è davvero figlio suo…

lunedì 16 novembre 2015

(Poco) magre consolazioni

Oggi Mamma aveva qualche motivo per essere giù, e ha iniziato la giornata sospirando: Brontolo è partito per lavoro, e i risultati di un esame che aspettava da giorni non sono ancora arrivati. Come se non bastasse il marito le aveva buttato via i volantini delle offerte dei supermercati senza che lei avesse potuto leggerli, e chi vive da queste parti sa bene che droga sia sfogliare ogni settimana i giornaletti delle promozioni in atto.
Era pronta quindi a trascinarsi attraverso i prossimi giorni di attesa, senza entusiasmo alcuno.

Ma poi il cielo dell'alba è passato dal rosa al celeste, il sole è uscito deciso e colora le foglie variopinte dell'autunno.
E poi la svolta finale: Mamma è andata al suo Lidl!
Lì ha trovato i prodotti per le feste che propongono ogni anno, e ha trovato a sorpresa finocchi freschissimi, mozzarella di bufala, ravioli fontina e spinaci, pasta fresca al tartufo, i tortini ai broccoli e patate che la fanno svenire dal piacere… e il burro salato di Natale (che forse andrebbe più propriamente chiamato sale burrato)!
Non averlo saputo in anticipo ha ingigantito il suo entusiasmo, e ha girato ipnotizzata per tre volte attorno agli stessi bancali, con un sorriso beato alla "Gollum davanti al suo tesssoro".
Dominata dall'ebbrezza di poter finalmente scegliere, si è dedicata ad uno shopping compulsivo a cui in Italia non avrebbe mai ceduto, e ha riempito il carrello di tali rarità.

Passerà comunque i prossimi giorni nell'attesa del ritorno e nell'attesa dei risultati, ma per lo meno mangerà beatamente masticando al sole.

martedì 10 novembre 2015

Ma il purè dell'asilo...

"Allora era buono il purè dell'asilo Macco? Finalmente hai mangiato un purè buono, visto che dici che è molto meglio di quello della mamma, eh?"
"Uh uh" annuisce lui.
"Era più buono del mio allora?" chiede lei pungolandolo.
"Mamma… ma poi tu ci rimani male? Il tuo è… però… insomma... se ci resti male il tuo è buonissimo mamma"
"Ma no che non ci resto  male" risponde Mamma ridendo. "Ma dimmi, all'asilo lo fanno meglio anche di quello di Mery?"
"Si mamma, all'asilo è il più buono di tutti!"
"Allora non ci credo, non è possibile. Quello di Mery è buonissimo" conclude lei decisa.

"Ma mamma! Ma che colpa ne ho io se loro usano materiali più saporiti?" (sic!)
"Certo! Usano il purè in bustina! Invece noi usiamo le patate vere" dice lei giocandosi il jolly.
"E allora usa le bustine pure tu, no?" ribatte logico lui.
"Ma no, il purè in busta è veramente una schifezza!"

"E allora fallo nella busta solo per me che mi piace di più! Facile no?"

Cuoca umiliata -spiazzata e vinta- non preparerà più purè per anni a venire.