mercoledì 26 novembre 2014

Tutto da sola!

Di fronte all'appartamento dei brambillen parcheggia un'auto bianca con una scritta sopra: Pflegedienst. Un cuore rosa stilizzato è il logo che accompagna la dicitura, insieme ad una frase d'effetto
"La scelta migliore della tua vita"

"Uhm…" ha detto fra sé Mamma proprio ieri pomeriggio, leggendo quel termine sconosciuto per l'ennesima volta e accarezzandosi il mento come i grandi pensatori.
"Brontolo mi ha detto una volta che il tedesco è molto logico, e che si possono costruire parole a piacere componendole con altre parole in un'unica più lunga. Allora vediamo… Pflegen si trova sulla lavatrice, è il lavaggio dei capi delicati. Pflegen si trova anche sulle creme per il viso, quelle per le pelli delicate. Quindi Pflegen significa delicato! Logico, no?"
Mamma ha sorriso del suo acume.
"Dienst invece è il lavoro, e questo è facile perché lo so"

Un lavoro delicato!
Chissà che cosa può significare… Certo non è termine immediato, un po' come televisione che in tedesco si dice Fernsehen, cioè "guardare lontano": non è che uno possa capire subito che cosa significa, no?
Allora Mamma ha ragionato, perché lei non si arrende.
Per prima cosa si è immaginata qualcuno che di lavoro stura le tubature intasate. Insomma, un water intoppato è una cosa più che delicata, ha pensato, deve essere questo.
Poi ha continuato a ragionare, perché a lei piace far andare il cervello.
"Forse quelli delle tubature intasate si presentano con un camioncino, non con una macchina bianca. Il lavoro delicato deve essere un altro. Uh! Oh! Ci sono! Oddio ho capito!"

Mamma non stava in sé della gioia, certa di aver scoperto il significato del termine. Ed è per questo che ora vuole condividere la sua scoperta con voi.
Il lavoro misterioso? Non può essere altro che un investigatore segreto.
Un investigatore segreto!
Che altro, senò?
Esiste qualcosa di più "delicato" che cercare gli amanti delle persone?

Dai, su, ammettiamolo: Mamma è troppo avanti, e quando una ne sa, ne sa… in fondo lo sapevamo già che è una donnina in gamba, no?


P.S.
E ora per favore almeno voi non fate i guastafeste, e non cercate sul traduttore…

giovedì 20 novembre 2014

A sei anni

A sei anni ti tirano giù i pantaloni e ridono di te.
A sei anni non ti ascoltano -non ti sentono nemmeno!- e non ti ubbidiscono più.
A sei anni vogliono ancora le coccole ma se le prendono con forza, urtandoti ovunque con quel corpicino di ossa spigolose.
Fanno ricatti continui e dispetti ripetuti, e ogni giorno ti sembra di ripartire dallo stesso punto del giorno prima.
A sei anni ridono sguaiatamente di nulla e fanno i pagliacci, riscuotendo lo stesso successo di quei mosconi che pungono d'estate e non si allontanano mai.
Raccontano barzellette appena inventate per quattro, otto, dieci volte di fila, e naturalmente non fanno ridere nemmeno la prima volta.
Dimenticano la buona educazione, e ti sembra di avere di nuovo un poppante con cui ricominciare da capo.
A sei anni non sai più se sono loro ad essere così, o se sono soltanto i sei anni.
E allora speri che arrivino presto i sette, perché così davvero basta, per carità!

E dopo sei anni di infinita pazienza dici d'accordo, in fondo ne ho due, posso pure strozzarlo che va bene lo stesso…

lunedì 17 novembre 2014

Se l'ha fatto lui...

"Mamma! Quasi dimenticavo! Uh! Una cosa importantissima!"
"Dede che succede?"
"Guarda cosa abbiamo fatto oggi a scuola! Guarda, l'ho fatto io!"
E tira fuori dalla cartella un grosso barattolo di vetro.
"Che cosa hai fatto tu amore?"
"Questa cosa qui dentro, guarda l'ho fatta proprio io!"
Mamma apre il barattolo e ne annusa il contenuto "Bello!" gli dice, "e cosa dobbiamo farci?"
"La maestra ha detto che se volevamo portarlo a casa potevamo, e io l'ho portato"
"Hai fatto bene, sono contenta" risponde lei poco convinta.
"Gli altri bambini non l'hanno preso, ma io si! lo sai che si mangia? l'abbiamo messo sui brezeln e li abbiamo mangiati. Senti, sa di panna!"
"Si tesoro, ma non è panna... E' burro sai? Si fa con la panna se la sbatti fortissimo"
"Burro!? E cos'è il burro mamma?"

Quando i tuoi principi alimentari si scontrano con la realtà che ti circonda, non sai se sentirti una rarissima mosca bianca o una pericolosa estremista a piede libero…

mercoledì 12 novembre 2014

E' buonissimo

"Mamma, ti offendi se ti dico che questo latte fa schifo?"
"Perchè Macco? Non ti piace? Ma l'ho fatto come quello della nonna che ti piaceva tanto..."
"No, tu dimmi se ti offendi prima"
"Non mi offendo tesoro, però mi dispiace"
"Allora è buonissimo mamma!"

Mamma scoppia a ridere mentre il piccolo trangugia latte (d'avena) e caffè (d'orzo).
"Dai tesoro, dimmi la verità, non ti piace? non ci rimango male, stavo scherzando"
"No mamma, la verità è quella"
"Cioè? Fa schifo?"
"E' buonissimo stai tranquilla. Proprio buonissimo, si"

Quando anche un complimento fa male all'autostima…

domenica 9 novembre 2014

L'ecografia

"Mamma che cos'è questa?"
Dede sventola con la mano un'ecografia trovata in un cassetto.
"Oh… E' la foto di un bambino che mamma aveva in pancia"
"Chi mamma? ero io o Macco?"
"In realtà nessuno dei due… era un bimbo che non è nato, vi ricordate che ve lo avevo spiegato che a volte può succedere, vero?"
"Si mamma, mi ricordo" fa uno.
"Si, e come si chiama?" continua l'altro.
"Macco, tesoro, era un piccolo ovulo piccino così e non aveva ancora un nome…"
"E dov'è adesso? Ancora in pancia?"
"No amore, non è più in pancia perché…"
"Ma non è possibile mamma, DEVE essere in pancia!"
"E perché Macco?"

"Perché guarda com'è grossa questa pancia mamma! Deve per forza esserci un bambino, non puoi mica essere così cicciona, eh!"

Maschi, tatto e sensibilità.

mercoledì 5 novembre 2014

Mamma sto male…

La scuola è stata chiusa per una settimana in occasione dei Santi, e i brambillen sono tornati in patria per una vacanza di lavoro matto e disperatissimo che le ha provocato ben due torcicollo.
Dopo diversi giorni di giochi, invece, per i brambillini è finalmente arrivata l'ora del rientro a scuola.

"Mamma, non posso andare all'asilo oggi, mi sento male"
"Macco, andiamo su, fai colazione" risponde lei conoscendo il suo pollo.
"Non posso mangiare, ho mal di pancia"
"Ok, non mangiare se non vuoi, ma vestiti" continua inflessibile.
"Non posso, devo proprio vomitare"
Mamma scruta con attenzione quell'espressione da attore moribondo e decide di non cedere.

Ma dopo appena mezz'ora dall'averlo accompagnato:
"Pronto? Frau brambillen? qui è la maestra di Macco. Il bambino ha appena vomitato e piange, dice che vuole la mamma…"
Mamma torna subito sui suoi passi ed entra mortificata all'asilo.
Si sta scusando con la maestra quando lui la vede e cerca di trattenere un sorriso che proprio non vuole saperne di restare confinato nel viso.
"Mamma, come mai sei già qui? Cosa ho fatto per farti tornare?"
Mamma gli spiega il motivo ridendo e lo aiuta a vestirsi, mentre lui saltella e grida di gioia senza ritegno, davanti alla maestra perplessa.

Per la strada ride e corre avanti e indietro per la felicità.
"Ho detto che volevo la mamma ma non mi capivano… Poi ho detto che avevo mal di pancia e poi ho pure pianto! Quindi è stato il vomito a farti tornare?"
"Amore, ma stavi davvero così male?" chiede lei sentendosi in colpa.
"Per niente mamma, lo dicevo solo per farti tornar… Anzi no… stavo proprio male mamma. Che bello che sei arrivata così presto, sono proprio felice! Prendiamo un gelato adesso?"

Mamma ha già paura di come proseguirà questo nuovo anno scolastico.
Ora che ha capito il metodo, non lo fermerà più nessuno…

P.S.
"Allora, chi aveva ragione stamattina? Dì un po'? Eh?
Mamma, allora? Rispondi! Chi aveva ragione? Hai visto?"

lunedì 3 novembre 2014

Deviazione

Un pugno di case dal tetto aguzzo e scuro.
Un campanile che svetta come di guardia al silenzio del lago.
Un battello con le bandierine e le sedie di ferro scrostato.
Una coppia che fa dondolare il bambino passeggiando sul lungo lago.
Un vecchio curvo sul bastone.
Una casa di legno con le persiane gialle, e una bianca con le persiane rosa e i gerani rossi.
Un lago profondo e plumbeo di cui si distingue anche il fondale.

A volte è bello abbandonare l’autostrada per scoprire paesi addormentati sul lago di Lucerna.