venerdì 31 agosto 2012

Sul gelato

Il gelato è una cosa seria.
Sul gelato non si scherza, perchè rappresenta la coccola perfetta in ogni circostanza.
Dolce quanto basta per lenire i momenti amari, morbido nella voluttuosità della panna montata per mitigare i momenti duri, fresco ma senza far stridere i denti, sempre disponibile nei momenti di crisi, è l'emblema stesso del migliore amico che tutti vorremmo avere.

E dunque col gelato non si scherza.

Gli unici a non averlo ancora capito sembrano Macco e Brontolo, e non sanno che stanno giocando col fuoco.

"No, il gelato non mi va. Ne prendo un po' del tuo" dice lui ogni volta che siamo davanti ad una gelateria.
"Ma proprio no! Prendine uno tutto per te" ribatte Mamma.
"Lo sai che non sono goloso, non mi va un gelato intero..."
"A ME SI INVECE! Anzi, facciamo così che è meglio: prendine uno e quello che non ti va lo lasci e lo mangio io dopo il mio. Ok?"
Alcune volte si convince, altre no ma ogni volta si ripete la stessa scenetta.
E spesso pretende pure di scegliere lui i gusti del mio cono.

Macco non si discosta molto dal copione precedente, seppure per motivi opposti.
Slurpa la sua pallina in un nanosecondo, si pulisce bocca e mento col dorso della mano, e ancora con la cialda impastata in bocca mi dice tendendo la mano verso l'alto "E ora il tuo!"
"Scordatelo!" ringhia Mamma.
Poi si ricorda che quello è il suo bambino, carne della sua carne, sangue del suo sangue ecc ecc, e cerca di far passare per una lezione di educazione il suo rifiuto.
"Tesoro, hai già mangiato il tuo, questo è della mamma, lo sai. Ognuno ha il suo."
"Ma non puoooi!" urla l'infame fingendo singhiozzi e lacrime, così lei dà un'ultima leccata di addio al suo gusto preferito e cede con dolorosa rassegnazione il suo amato cono alla viscida sanguisuga.

Più distante, Brontolo finisce la sua coppetta senza battere ciglio, in santa pace.
E ovviamente, senza averne lasciato nemmeno un cucchiaino a Mamma.

giovedì 30 agosto 2012

Insonnia cap.2

In queste settimane di silenzio telematico, Mamma ha smesso di soffrire d'insonnia.
Evviva.
Ma mica troppo, visto che ad oggi è rimasto comunque invariato il numero di ore che dorme.

"Mamma, non voglio dormire da solo di là. Stai un po' con me?" chiede Dede a ragione, visto che gli altri tre sono tutti insieme in una stanza è lui è da solo in un'altra.
La creatura non sa che Mamma pagherebbe per essere nei suoi panni, ma come ben si sa, chi ha il pane non ha denti.
Così lei gli promette di raggiungerlo più tardi nel suo letto, e lo fa addormentare nel lettone, vicino al lettino di Macco.
Questo accade non prima delle 22.30, e ora che lei si svaga un pochino è quasi arrivata mezzanotte.

"Rachi, non voglio mica dormire da solo. Stai qui vero?" chiede Brontolo rivendicando il suo diritto di marito, più antico rispetto a quello del figlio, nel suo modo di vedere.
Mamma allora porta Dede in camera sua e torna nel letto coniugale a far compagnia al marito. (Forse ha paura dei mostri pure lui?)
Quando lo sente beatamente russare, si alza quatta quatta e va a sdraiarsi accanto a Dede.

"Mamma, mammina, dove sei?" strilla senza riguardo Macco ogni volta che fa un sogno brutto, e questo capita un paio di volte per notte: attorno alle 2.30 e attorno alle 4.
Mamma si alza dal letto di Dede e si trascina di nuovo in camera, tiene la mano al piccolo e si sdraia quando lo sente dormire.

All'alba si alza a chiudere tutte le tapparelle per non far svegliare i bambini con la luce.

Puntuale alle 7, poi, la bestiolina sguscia nel lettone per la Tatta del risveglio, e dopo pochi minuti, ancora ubriaco di sonno, se ne va in cucina e pretende che lei faccia altrettanto.
Mamma lo segue come uno zombie e resta con lui finchè non arriva Brontolo.

Pensate sia finita? Troppo facile!
Dal momento che Dede, se si sveglia e non la trova, si alza piangendo spaventato, Mamma si infila silenziosamente nell'ultimo letto del tour, quello in cui rimane a pensare, o a sonnecchiare un po' fino al risveglio del primogenito, verso le 9.
Che poi le regala sempre qualche dolcissima saggezza, tipo: "Mamma, ne sono sicuro: quando mi sveglio mi vengono le bricioline negli occhi!"

Credo che qualsiasi puericultrice la bacchetterebbe per tanto daffare notturno.
Mamma pure, ma tant'è, e finchè restano nella casa delle vacanze si è rassegnata a questo vagare senza fine.

Il risultato?
"Ma non dirmi che hai sonno!" esclama Brontolo la sera, dopo mezzanotte.
"Ma non è possibile! Ma se hai dormito fino alle 9 stamattina..."

mercoledì 29 agosto 2012

Io, tu e lei

Sorilla si lamenta del fatto che questo blog sia scritto in terza persona.
Le dà proprio fastidio, tanto che me lo ha già ripetuto più volte, accusandomi di copiare questo o quest'altro libro, che tra l'altro non ho mai letto.
"Allora leggili", risponde lei.
Inutile spiegare a Sorilla che se pure scrivessi in prima persona, copierei probabilmente la metà dei libri pubblicati al mondo.

Ma il vero punto della questione è che Sorilla non può capire.

Lei è mamma di un bambino che a 10 mesi già l'aiutava ad apparecchiare portando a tavola la bottiglia da 2 litri, che a un anno quando aiutava a zappare la terra faceva lavori migliori di quanto potrebbe lei stessa, che a due anni ha iniziato a parlare e si interrompe soltanto per dormire, e che a tre rimproverava la signora delle pulizie perché non aveva fatto bene qualche lavoro.

Lei non sa cosa significhi avere un bambinone pacioccone.
Di quelli a cui si dice "Non piangere, ora la mamma ti dà un bacino e passa tutto", o anche "Vieni da mamma amore che ti stringo forte forte".
Di quei bambini che fino a poco tempo fa se gli chiedevi "La pasta la finisco io o tu?" lui rispondeva "tu" per dire "io", e allora sì che erano tragedie...
Quindi Mamma ha dovuto imparare a parlare di sé in terza persona, per evitare equivoci, e questa abitudine è dura a morire.
Io sono Lei da quattro anni, e Lei è Mamma.

Sorilla, capisco il tuo disappunto, suffragato da quegli psicologi che inorridiscono perché in questo modo non si insegna al bambino ad avere sufficiente coscienza di sé come individuo...
Ma tu capisci ammè.

Se ti consola ci sta pensando Macco a darmi una ridimensionata.
"Amore?" gli ha chiesto Mamma tutta affettata dopo averlo messo in macchina"lo sportello lo chiude Macco o deve fare mamma?"
Lui la guarda come se fosse una stupida e le risponde: "Chiudo io!"

Sbam.

martedì 28 agosto 2012

Un normalissimo pomeriggio

A Villa Delirio:

qualcuno ha deciso di fare altri 30 kg di passata di pomodoro, giusto per non perdere l'allenamento in vista del prossimo anno;
qualcuno ha versato nel water del sugo di pomodoro da buttare, forse per non intasare il lavandino;
qualcun altro ha poi deciso di fare la pipì e, alzandosi dal medesimo water e vedendo tutto quel rosso, si è quasi preso un infarto;
nel frattempo qualcuno ha trovato in giardino un pentolone vuoto formato alberghiero, e ha deciso che era proprio un bel posto per fare altra pipì;
qualcuno ancora suonava un mandolino a due corde e cantava a squarciagola "Allarmi! Allarmi! Allarmi siam borghesi...";
qualcuno molto isterico lottava contro delle assetatissime vespe, che cercavano di bere dai capelli di tutti quelli che li avevano bagnati;
qualcuno sbatteva un martello contro la vetrata, in coppia con qualcun altro che lo seguiva a ruota con un rastrello;
infine, dopo una malattia durata giorni e giorni, qualcuno abbaiava scodinzolando, e per la prima volta i suoi latrati riempivano di gioia Mamma.
(No, non era Brontolo: lui per fortuna è guarito prima)

lunedì 27 agosto 2012

Mea culpa


Nei giorni scorsi c’è stata la fiera nella città del mare dei brambilla.
Mamma adora la fiera, anche se ormai ci si trovano sempre le stesse identiche cose di ogni estate. Memore dell’esperienza tremenda dell’anno scorso, con i pupi che scappavano ovunque e Brontolo che brontoleggiava, questa volta Mamma si è fatta furba, e gli ha chiesto di rimanere con i bimbi a Villa Delirio, mentre lei faceva un giretto da sola fra le bancarelle.
“Vedi di impiegarci poco però”, ha acconsentito lui, sprizzando gioia da tutti i pori.

Tabelle: Precipitazioni estive nella città del mare:                 Ore di libertà diurna dai bimbi:
GIUGNO:                           0 mm                                                                  0 ore
LUGLIO:                            1 mm                                                                    1 ora
AGOSTO:                           0 mm                                                                  0 ore
26 AGOSTO:           500 mm                                              2 ore

Mamma è arrivata alla fiera con la sua bicicletta ed il vestitino vintage a pois alle 10.53.
Ora delle 11.02 una leggera pioggerellina si è abbattuta sul lungomare, rovesciando sulle bancarelle tutta l’acqua che mancava da mesi e mesi in tutte le città italiane messe insieme.
Lei ha perseverato, con la calotta cranica coperta da un ombrellino di Winnie the Pooh fortunatamente acquistato in quei 7 minuti per Macco, e col vento che la spingeva avanti fra le pozzanghere senza bisogno di pedalare.
Dopo aver girato metà della fiera in un tempo da record ed essersi inzuppata ogni elemento tessile che la ricopriva, oltre ovviamente ad ogni parte scoperta del corpo, ha dovuto cedere le armi e ripararsi sotto ad un balcone, in compagnia di altre persone più sagge di lei, e dunque completamente asciutte.
Il vento sollevava pericolosamente i tendoni delle bancarelle, nonostante i proprietari fossero attaccati in coppia ai pali per tenerli fermi, senza successo, e tutti quanti avevano già messo al riparo la merce, chi nei camioncini e chi sotto a dei grossi teloni impermeabili.
L’inferno si scatenava. Una tromba d’aria in piena regola.
Appena il vento è scemato, Mamma ha comprato un ombrellino anche per Dede, ha inforcato la bicicletta e si è diretta verso casa, cantando con ispirazione sotto la pioggia e tremando come una foglia.
È seguita una doccia lunga lunga e calda calda, dove il corpo di Mamma reagiva pungendo tutto come le mani dopo aver giocato con la neve.

Come potete vedere nella tabella poco sopra, il cataclisma meteorologico e l’uscita in solitaria di Mamma coincidono in maniera molto sospetta.
Faccio ammenda e chiedo scusa ai bancarellisti per quanto è successo: è tutta colpa mia, e me ne assumo ogni responsabilità.


venerdì 24 agosto 2012

Italianità


Oggi Mamma non parlerà dei brambilla, ma della bella Italia in cui viviamo. 
Così per riderci un po' su. (Amaramente?)
Lungi da lei qualsiasi polemica...

Tatiana è la badante di nonna Tina.
La segue fra alti e bassi ormai da diversi mesi, e ci siamo affezionati un po’ tutti a questa donna rotondetta di mezza età, col viso senza una ruga e la vocina di bimba.
Da qualche giorno però è in ospedale, per via di un’inspiegabile anemia. I primi 3 giorni è rimasta nella corsia del pronto soccorso per mancanza di posti in reparto, e se sei soltanto in corsia non hai diritto agli esami diagnostici. Ti curano soltanto i sintomi, senza indagare la causa.
Per lo meno pare che qui funzioni così.
Poi finalmente ha ottenuto un letto tutto suo.
Non avendo parenti qui, è nonna Tonia che ha sollecitato il ricovero, sta parlando con i medici, le fa visita e contemporaneamente tampona alla sua assenza con nonna Tina.

Ieri squilla il cellulare di nonna Tonia alle 17 circa.
“Signora? Qui è l’ospedale della città del mare dei brambilla”
Subito allarmata, nonna Tonia chiede con ansia “Che succede?”
“Ci scusi tanto ma non sapevamo chi chiamare. Vede, Tatiana è sparita dalla sua stanza.
Non la troviamo, la stiamo cercando dalle 14. Ci sa aiutare?”
“Ma com’è possibile? Uhm, l’ho chiamata stamattina e in realtà non mi ha risposto… strano in effetti… Ma avete cercato in giardino?”
“Si signora, abbiamo cercato e aspettato fin’ora. Se non si trova entro breve chiamiamo i carabinieri per denunciare la fuga da luogo di cura”
“Ma i suoi vestiti sono in stanza?” chiede nonna Tonia dietro suggerimento di un’astutissima Mamma detective.
“Si, e il cellulare è sul comodino”
“Ma allora sarà a fare una passeggiata! Provate in geriatria, ha un’amica che lavora lì”
“Bene signora, le diamo ancora mezz’ora. Poi chiamiamo i carabinieri”

Mamma e nonna Tonia si guardano perplesse.
Già la immaginano a vagare per le strade della città in camicia da notte rosa. Scalza o in ciabatte non lo sanno ancora.
Quel che è certo è che per come è fatta Tatiana, l'idea della fuga non è poi così bislacca...

Nonna Tonia chiama tutte le persone che potrebbero aver avuto contatti con Tatiana nelle ultime ore, ma nessuno ne sa nulla dalla mattina.
Lei vuole credere che sia veramente dalla sua amica infermiera a fare due chiacchiere, ma a Mamma una conversazione di tre ore con qualcuno che sta lavorando sembra un tantino eccessiva.

Passano dieci minuti e telefona di nuovo l’ospedale.
Troppo presto per i carabinieri, pensa Mamma.
“Signora? Qui è ancora l’ospedale. Ecco, vede… la buona notizia è che abbiamo trovato Tatiana, e che non la denunciamo più”
“Oh! Menomale! Era dalla sua amica?”
“No, ecco… ehm… vede, alle 14 l’abbiamo accompagnata a fare delle indagini. Lì hanno tardato per via di un macchinario che non funzionava bene... e l’hanno fatta aspettare un po’.
Poi ci siamo dimenticati tutti che fosse lì… Ma per fortuna l’hanno riaccompagnata loro proprio poco fa…”

Tutto è bene quel che finisce bene, no?

P.S.
Lo sapete che il cimitero di Napoli è chiuso per ferie fino al 3 di settembre, per tutto il mese di agosto?
Poveri defunti, avranno diritto ogni tanto a riposare in pace…

mercoledì 22 agosto 2012

La regina di casa

“Mamma, con questo vestito sembri quasi carina!” dice Dede tutto ispirato, e Mamma non ha ancora capito se ringraziare o prendersela un pochino.

“Amore, supponiamo per assurdo che -non si capisce bene perchè- Brad Pitt si innamori di te…” ragiona Brontolo senza rendersi conto del fumo dal naso di Mamma.

“Mamma, c’è bimbo qui?” incalza Macco, facendo pat pat sulla panciotta rotonda di Mamma, che probabilmente è l’unica persona al mondo a mettere su chili in estate.

Una volta, quando ha saputo di aspettare il secondo maschio, una sua amica le ha scritto “Non preoccuparti, sarai la regina della casa e saranno tutti innamorati di te”.

Non c'è che dire: è stata profetica…

martedì 21 agosto 2012

Le ferie marziane

Non lo so. Forse siamo noi troppo pesanti, o forse sono loro davvero troppo leggeri…
Quello che penso a volte, però, è che il buon Darwin potrebbe aver detto un giorno un gran mucchio di fesserie, e loro potrebbero veramente provenire da Marte.
E per curiosi motivi innamorarsi di noi, splendide venusiane.

Insomma, a parte le coppie senza figli, per cui è tutt’altra storia…
Chi di voi non ha aspettato per tutto l’inverno le agognate ferie estive, facendo il conto alla rovescia nelle ultime settimane, sospirando col proprio Brontolo domestico “Ah…quando saremo in ferie…”?
E a quante è capitato, circa due giorni dopo l’inizio delle suddette, di desiderare che l’uomo di casa tornasse immediatamente in ufficio?

Ecco, a quelle di voi che non sanno di cosa io stia parlando dico che sono delle fortunatissime mosche bianche.
Perché in genere i mariti, quando vanno in ferie, fanno esattamente questo: chiudono per ferie.

Vediamo qualche esempio di Brontolo e di alcuni amici che vengono senza dubbio dal pianeta rosso.
"Mica vorrai fare un altro bucato?! Maddai, che bisogno c'è proprio ora? Non vedi che ci sono qui io? ...Lo farai dopo, no?"
E "Guardali tu i bambini, io mi vado a prendere un caffè al bar, sono o non sono in ferie?"
E poi "No, non chiedermi di uscire anche oggi pomeriggio, preferisco restare qui sul divano a guardare la tv, mi rilasso così io. Anzi, perché non vieni un po’ qui anche tu e mi fai pure due coccole?"
(E chissene importa se le belve sono sempre più isteriche, chiuse in casa senza nulla da fare e con una temperatura da scioglimento dell’Antartide. Di fronte alle ferie non ce n’è per nessuno.)

Poi si passa alla fase due, in cui inevitabilmente iniziano a sentirsi inutili.
Allora credono che il loro modo di farsi sentire sul pezzo sia quello di dare suggerimenti strategici e saggi per ogni cosa, che nel linguaggio venusiano significa né più né meno che rompere le scatole da mattina a sera.
E allora tu per prima inizi a suggerirgli di andarsi a prendere un caffè al bar, e di far pure con molta calma, o di stendersi sul divano a guardare la tv, e lasciare te e le belve libere di uscire in santa pace e "sbagliare" a modo vostro nella vostra quotidianità, ormai rodata nei restanti undici mesi dell’anno.

Per fortuna nel brontolesco caso c'è anche una fase tre, quella in cui il pensiero di tornare al lavoro lo rende dolce e gentile, affettuoso e nostalgico.
E allora Mamma tira finalmente un sospiro di sollievo e può iniziare a godersi le ferie.

domenica 19 agosto 2012

La gioia della settimana e considerazioni


Forse non è la malattia improvvisa di Brontolo, che ci ha fatto tremare le gambe per due giorni ma poi per fortuna si è risolta soltanto con una forte dose di antibiotici;

forse non è stata la sensazione di paralisi che l’ha assalita quando non sapeva come fare per portare lui in ospedale, e poi in ospedale non ci sono nemmeno andati;

forse non è la nuova colonna sonora che Brontolo ha creato questa settimana “Ce la farò ad uscirne?”, che prima ti fa ridere, poi ti spaventa e infine ti fa terribilmente arrabbiare;

forse non è solo perché a quest’ora dovevano essere su un aereo diretto verso il dolce far niente, ed era già tutto pronto, comprese le aspettative di Mamma, ma hanno dovuto annullare ogni cosa;

forse non è nemmeno la convivenza con due bambini sempre più insonni e isterici, sempre più difficili da tranquillizzare quando sei in queste condizioni, e la gestione di una famiglia che richiede ogni energia ogni giorno, senza soluzione di continuità, nonostante tu le energie le abbia esaurite da un pezzo...

Forse non è nessuna di queste cose da sola, ma ogni gocciolina che cade in questo vaso già così pieno, scivola lentamente fuori dal bordo, riga le mie guance e mi toglie la voglia di ridere.


La gioia di questa settimana è stato il sorriso di mia nonna, quando è stata portata davanti alla sua torta di compleanno e con gli occhi sorpresi ha spalancato la bocca contenta, senza parole.


La torta-cucito per il compleanno di nonna Tina, in pasta di zucchero

domenica 12 agosto 2012

La gioia della settimana e aggiornamenti #2


Seconda settimana di ferie e d’aria buona per i brambilla.
Il pater familiae è in seria astinenza da PM10, e comincia ad accusare il colpo.
Mamma invece comincia ad accusare il desiderio di dare un colpo (ben piazzato) al pater familiae. Ma andiamo per ordine.

Lunedi e martedi sono finalmente stati a Fiabilandia, regno di bruchi-mela, giostre e draghi cinesi. I piccoli acclamavano “Evviva, yuppy, urrà!” ogni volta che si faceva un gioco (anche per la sesta volta consecutiva), mentre Brontolo iniziava ciascuna giornata bofonchiando “Ma andiamo via presto, vero?”, e ripetendo il mantra propiziatorio ogni trenta minuti, o comunque, ad ogni ripetizione dei giochi.
Venerdi sera sono andati a vedere un castello invaso di folletti e fatine, rievocazione storica medievale per bambini. I piccoli esclamavano di gioia incantati o spaventati, mentre Brontolo iniziava il tragitto in macchina biascicando “Comunque stiamo un’ora e poi a casa, eh? Devono andare a letto presto loro”, e ripetendo la solfa ogni dieci minuti.
Sabato hanno finalmente raccolto le more, come da tradizione d’Agosto di tutta la gioventù di Mamma. Sono andati nel posto speciale di ogni anno, e Mamma raccoglieva, i bimbi mettevano nella busta, e Brontolo dava il ritmo ogni dieci more raccolte, dicendo: “Adesso possono bastare, no? Andiamo a casa ora?”.

Mamma si è divertita come i suoi bimbi, a volte forse di più, e ha avuto conferma che la parte infantile che c’è in ciascuno di noi è ancora ben attiva e presente in lei, regalandole momenti di gioia pura davanti alle montagne russe, di commozione allo spettacolo di Peter Pan e di incanto davanti al giardino delle Fate.
Brontolo fa da colonna sonora borbottante della vacanza e le ricorda tanto il buon Agenore, il papà di Wendy, Gianni e Michele.
Lui alla fine si convertiva.
Mamma spera e che si converta pure lui, e di non dover intervenire con atti violenti sul consorte.

(E comunque, per fortuna, allatta ancora la piccola bestiaccia: così può avere le attenuanti...)

La baia di Peter Pan e il galeone dei pirati, a Fiabilandia

domenica 5 agosto 2012

La gioia della settimana e aggiornamenti


Ed eccoci di nuovo qui, dopo la prima settimana di vacanza dei brambilla al gran completo.

“Lunedi e martedi si va a Fiabilandia”, aveva esordito Mamma domenica scorsa, carica di entusiasmo, facendo la spesa per il pranzo al sacco da portare al parco dei divertimenti.
Lunedi il buon Dede aveva portato la colonnina blu del termometro a 39.4 gradi in meno di 30 secondi, e Mamma ha reputato superfluo continuare per altri 4 minuti e mezzo la misurazione della febbre.
Martedi, con ancora 39.4 in pieno pomeriggio, Dede si stendeva a tappetino su Mamma, e con una temperatura esterna solo di poco inferiore alla sua le chiedeva “Mammina mi riscaldi un pochino?”. Mamma sudando e boccheggiando tirava su quasi piangendo una coperta sul figlio avvinghiato a lei.
Mercoledi la febbre era sparita, e Mamma ha sentenziato:
“Venerdi e sabato si va a Fiabilandia”

Nemmeno a dirlo, sabato a Villa Delirio si è fatta la salsa di pomodoro.
E quando si fa la salsa a Villa Delirio si parla di cento o centocinquanta chili di pomodori da lavare, tagliare, scolare, condire, cuocere, passare, invasare e sterilizzare.
La salsa di pomodoro mobilita tutto il parentado, e ogni anno si scatenano liti e guerre intestine e crisi esistenziali degne della migliore telenovela sudamericana.

Mentre un bambino cadeva e continuava a fare pipì addosso, uno scappava per tutto il giardino nascondendosi ovunque, un altro gli correva dietro dicendo “Scusa mamma, ma adesso devo proprio correre dietro di lui” (indovinate chi?) e uno stava attaccato come un koala al padre (indovinate chi?); Brontolo sedeva accanto a nonno Buno (perché nonno Buno si è rifiutato di fare la salsa prima di Ferragosto, per oscuri motivi etico-superstizioso-religiosi) a guardare i pargoli e le olimpiadi.
Mamma e Atili hanno tagliato e svuotato diverse decine di chili di pomodori, nonna Tonia li ha cotti, zio Paio li ha frullati e invasati, Sorilla li ha lavati e ha cambiato svariate mutande pisciate, mentre lo zio Mario compariva sull’uscio giusto il tempo di comprendere appieno il significato profondo del nome “Villa Delirio”, e scappava immediatamente dopo.

“Domenica e lunedi si va a Fiabilandia”, ha continuato imperterrita Mamma, per poi sentire al TG che metà Italia si riverserà nelle autostrade per andare in vacanza in quei giorni, e l’altra metà ci si riverserà per tornare dalle vacanze. Il bollino nero previsto l’ha scoraggiata solo momentaneamente, e senza battere ciglio ha concluso la settimana con una frase già nota: “Lunedi e martedi si va a Fiabilandia”.
Questa volta però non ha bisogno di fare la spesa, perché è già tutto in dispensa da giorni pronto ad essere cucinato.


La foto-gioia di questa settimana, è il Carnevale sul mare.
Si, perché nella città delle vacanze dei brambilla non ci si fa mancare niente, nemmeno il carnevale in agosto, e Mamma è riuscita a trascinare alla parata i tre maschi della famiglia. Il miracoloso evento l’ha esaltata al punto da non curarsi di tutto quello che le veniva bofonchiato attorno:
uno si è lamentato piagnucolando che c’era troppa confusione e voleva tornare a caaaasaaaa, salvo poi incantarsi davanti ai carri illuminati e maestosi e chiedere solo un gelato con la panna.
Uno si è lamentato piagnucolando che non voleva tornare affatto a casa, incantato dalle ballerine e dalla musica (e lui è la speranza che illumina il futuro sociale di Mamma).
L’ultimo, il più lamentoso, il più Brontolo di tutti i bambini, si è lamentato dall’inizio alla fine che voleva tornare a casa, accusando svariati malori, con una lieve interruzione del mantra soltanto durante il passaggio delle ballerine brasiliane.

Ora che lo sa, Mamma ha intenzione di contattare una qualsiasi di quelle belle figliole, e implorarla di fare un giretto in costume e piume da queste parti, ogni tanto, giusto per dare una silenziosa tregua alle sue orecchie.


Alcuni carri della sfilata di carnevale

giovedì 2 agosto 2012

Blog in vacanza

Immagine di Laila: http://rovistando.blogspot.it/


Arrivederci a domenica per "La gioia della settimana"!

mercoledì 1 agosto 2012

Ritorno al mare

La famiglia brambilla è tornata al mare.
Sono tutti e quattro in vacanza per circa tre settimane.
Le serate sono calde e ventilate, i grilli cantano e i cieli sono ricchi di stelle e piccole meteoriti che strisciano luminose nella notte.
Roba da pazzi, per dei milanesi doc!

Mamma può finalmente chiacchierare con il suo Brontolo, fisicamente presente.

Oggi spengo il computer, e lascio che si accenda il cielo.


P.S.
A tutti voi un augurio di buon proseguimento di estate, e a presto risentirci!

Rachele