lunedì 30 settembre 2013

Bello dormire?

Questa voce nella notte è di qualcuno che conosco... e forse la mamma chiamata dovrei essere proprio io...

I bimbi hanno ricominciato l'asilo, e di conseguenza Mamma ha ricominciato a passar notti insonni, suo malgrado.
Una volta è la pipì addosso, poi è l'acqua; ora fa freddo, poi un sogno brutto.
Dopo una settimana di spola lettone-lettini, Mamma è devastata fisicamente. Forse è per questo che i figli andrebbero fatti a 20 anni.
Buffo come da un anno all'altro sembra che non si facciano mai passi avanti: siamo sempre qui, avanti e indietro per il corridoio buio, con un piccolo che si sveglia e piange e un altro che ti sgattaiola addosso, impedendoti di dormire ancora con la sua scomposta invadenza.

Mamma è raffreddata, ha mal di gola e mal di spalla, e un nuovo risveglio all'alba dopo poche ore di sonno e nemmeno di filato, è inaffrontabile. Per fortuna Brontolo è già al pc, in piena crisi di astinenza  post-noctem da Quiz Cross, così Mamma torna a letto.

"Mamma, dommi?"
Mamma bofonchia un si e si gira dall'altra parte.
Dopo un tempo indefinito si apre la porta, e arriva una carezza e un bacino. Mamma ringrazia alla cieca il piccolo Romeo e si gira di nuovo dall'altra parte.
Ancora silenzio, e poi qualcuno si infila nel letto "Mamma è giorno? Ci alziamo?"
"Vai tu Dede, c'è già papà di là"
Mamma riprende a dipingere la cappella Sistina da dove l'aveva lasciata (perchè in quella fase onirica che precede l'addormentamento, questa volta, si è messa a fare qualcosina di grazioso), e prova a dormire ancora.
Ma due paia di occhi la fissano nella penombra, ridacchiano e spariscono allegri.

Sono le 9 quando si alza, e non perchè abbia finito di dormire ma perchè ha finito la speranza di poterlo fare.
Va in bagno e mette avanti una lavatrice, apre le finestre in camera ed entra in cucina.
Sbuccia e sistema in frigo il cocco rimasto in giro dalla sera prima e fa capolino in sala: i tre sono sul divano, e giocano machescamente con il tablet. Sono le 9.10 e le serrande sono ancora abbassate, con la tavola apparecchiata per metà.
"Mamma! Ti sei svegliata!" festeggiano i piccoli.
"Hai dormito, eh?" dice Brontolo fra una curva a gomito e un tornante in salita.
"Mamma adesso ci prepari la colazione!"
Mamma tace.
"Bello dormire fino a tardi, eh?" continua lui.

Mamma si butta a sedere come un sacco di iuta pieno di sabbia. Li guarda muta e non muove un dito: se è riuscita a delegare la fine dell'affresco a qualcun altro, forse anche tutto il resto può procedere senza di lei.
E ora si che la domenica può avere inizio!

venerdì 27 settembre 2013

Mattinata

Sono le 12 e 38 minuti.
Mamma è in casa, e il silenzio è accompagnato dal ronzio dell'asciugatrice, dopo l'ennisima pipì a letto.
Sul tavolo ancora le tazze della colazione, mentre fuori piove.
Lui ha già chiamato e fra poco tornerà per pranzo. Mamma prepara la carbonara con la ricetta di un'amica lontana (non si sono più sentite, da allora).

Ha fatto la spesa, ha ricomprato i pannolini dopo oltre un anno che non servivano più, rallentata dalle ultime notti insonni. Ha indugiato davanti a salviette detergenti e pomate per sederini arrossati, e un senso di struggimento e nostalgia ha scombussolato la sua calma normalità.
Spazza via i pezzetti di fango scivolati fuori dal carrarmato degli stivali di gomma, almeno i biscotti sbocconcellati li puoi togliere dal tavolo, lascia la scopa. Il mucchietto da raccogliere resta per terra, come sempre, mentre butta i biscotti mollicci.
Lui si lamenterà quando torna, come sempre, e andrà a prendere la paletta. Va bene così.

La casa è pulita e luminosa nonostante la pioggia: le piace.
Scaccia quell'ansia da abbandono che le chiude il cuore mentre piega i pigiamini, beve il the che è rimasto dal mattino nelle loro tazze con gli orsetti e mette su l'acqua per la pasta.

                                                                   ...

Sono le 14 e 14 minuti.
L'ansia da abbandono non si è fatta mettere in panchina neanche per un istante. Un bambino singhiozza in lontananza. Dunque piangono anche i bimbi tedeschi!
Mamma si prepara per uscire, non piove più.
Con l'umore più limpido va finalmente a riprendersi i suoi piccoli.
I suoi preziosissimi, dolcissimi, tenerissimi bambini.

giovedì 26 settembre 2013

Lo zoo

Dede saltella dalla felicità: ogni volta che vanno allo zoo per lui è una festa, e Mamma sta approfittando di questi tre giorni di sole tenendoli fuori più che può.
"Guarda mamma, che uccello è quello?" dice lui indicando qualcosa che potrebbe essere una civetta o un gufo, perchè Mamma non ha mai capito la differenza.
In compenso però ha notato che il bestione sta banchettando lautamente. Decine di topolini bianchi e pulcini paffuti sono invitati al pasto, ma per loro sfortuna siedono dalla parte sbagliata del "tavolo".
"Ma non è giusto mamma!" piagnucola lui quando nota le piccole vittime.
"Tesoro, se si vogliono tenere degli animali in gabbia bisogna nutrirli. E per nutrirli devi dar loro il cibo adatto" spiega lei trattenendo a stento la voglia di spennare il bestione pennuto.

"Eccoli mamma, gli elefanti! Oggi stanno mangiando tutti" si rallegrano i bambini osservando gli enormi pachidermi che mangiano piramidi di fieno con molto appetito.
Ce n'è uno che di solito non riesce a mangiare, perso dietro tic che lo portano ad arrotolare la proboscide svariate decine di volte nel mucchio di fieno prima di riuscire ad infilarsi in bocca il cibo.
"Ma non è giusto mamma!" si lamenta ancora Dede. "Perchè è così nervoso poverino? Ma ecco gli ippopotami! Perchè uno sta con gli occhi chiusi? E l'orso? Perchè fa sempre avanti e indietro? E quel maribù? perchè non vola mamma?"
"Credo che qui non ci sia abbastanza spazio per prendere la rincorsa, sai? Questi uccelli non voleranno mai via di qui"
"Come i cigni neri, vero mamma?"
"Proprio come loro"

"Mamma. Ma allora perchè li fanno gli zoo?"
Dede non saltella più.

Mamma non ha ancora deciso se, in caso di referendum per l'abolizione degli zoo, voterebbe a favore o meno. Perchè gli zoo non dovrebbero esserci. Ma è anche vero che se non ci fossero non avrebbe mai potuto imparare tanto. Perchè quando mai ti capita di vedere un barbagianni che si spilucca un pulcino? O come potresti imparare a riconoscere ogni animale dall'odore, anche ad occhi chiusi? Si vive benone anche senza, ma questi zoo sono davvero belli.
E poi... e poi arriva quella sensazione di sgomento, ogni volta che il leopardo ti guarda fisso negli occhi con tutta la sua angoscia, lo vedi respirare ad una spanna da te e capisci che è un essere che vive e che pensa, e ti porta a dire ma non è giusto mamma. 
Una tristezza sorda e soffocante ti scivola giù sul cuore, e capisci che davvero no, non è giusto.


P.S.
Mamma assicura che gli animali dello zoo di Karlsruhe sono tenuti benissimo e curati da gente che li adora, in condizioni più che dignitose e ciascuno in una gabbia in cui è stato ricostruito l'habitat ideale.

P.P.S
Nessun animale è stato maltrattato per scrivere questo post.

mercoledì 25 settembre 2013

La natura fra noi

E' bello vivere in mezzo al verde.
E' bella l'erba, gli alberi mossi dal vento, il cielo pulito che si tinge di viola per un attimo soltanto, la sera, prima di piombare nel buio.
E' bello uscire di casa e trovare un prato sconfinato, perfettamente tosato, e fra l'erba decine di nuovi insetti da studiare.
E' bello affacciarsi sul terrazzo e avere libellule e coccinelle che ti svolazzano intorno, respirando aria pura nel silenzio assoluto.

E' bello vivere nella natura, è molto bello, si.
E' molto meno bello, però, quando la natura vive da te.
E se non se la finiscono queste cimici giganti, queste blatte, questi ragni OGM con una nidiata di 25 ragnetti, questo sciame di moscerini famelici, di passeggiare non invitati nello spazio riservato agli esseri umani, bè, dalla prossima volta Mamma metterà giù il giornale con cui li trasporta galantemente fuori dalla finestra e tirerà su la ciabatta.
E poi giù, con un secco schiacc.

Perchè sarà anche tutto molto bello, ma quando è troppo è troppo.

martedì 24 settembre 2013

Buon pranzo

Ormai è noto: Mamma è una piccola maniaca dell'alimentazione.
Niente fritti che fanno male al fegato.
Niente carne rossa e solo ogni tanto un po' di pollo.
Tanti legumi e verdurine fresche, farine integrali e frutta di stagione. Tutto rigorosamente biologico.
Latticini no se non una tantum, le uova ci sono già nei biscotti, ed evitiamo troppe proteine che non bisogna esagerare.

Poi si è trasferita in Germania.
La patria del biologico! si diceva.
La patria dell'omeopatia e dei rimedi naturali! si ridiceva.
E poi ha inserito i bambini all'asilo, e ha capito dove aveva riposto le sue aspettative.
(Non a caso la Germania sembra essere pure la patria delle mozzarelle blu!)

"Allora cosa avete mangiato oggi bambini?" ha chiesto ieri Mamma ai pargoli, leggendo il menù del giorno, di cui non capisce ovviamente la metà.
"Il pane pucciato nella salsa" risponde Macco.
"Ah. Ecco. E poi?"
"Batta. Ho mangiato un panino e si doveva pucciale nella salsa"
"Ok... se lo dici tu. Dede tu cos'hai mangiato?"
"Un panino. Si pucciava nella salsa"
"Ah! Ma allora è vero!" dice Mamma un po' perplessa. Poi, siccome fidarsi è bene, ma in fatto di bambini è sempre meglio verificare,  "Maestra... mi scusi... che cos'è questo nome?" chiede indicando il pranzo del giorno.
E così ha scoperto che il pranzo del giorno era proprio un panino dolce servito con una crema di vaniglia.

Un panino dolce da pucciare nella salsa di vaniglia.
Il pranzo.
Quello.

"Ma poi hanno fatto anche merenda" ha aggiunto la maestra: "Pane nero a lunga conservazione con panna acida aromatizzata all'aglio. Ne hanno ripreso per tre volte!"
Ah, ecco! Adesso si che sto tranquilla...

"Ma ai bambini piace!" le ha detto poi Brontolo senza battere ciglio, mentre lei era quasi in preda ad una crisi isterica casalinga e pelava forsennatamente carote biologiche per bilanciare l'apporto vitaminico della giornata.

Mamma era un tantino fissata con l'alimentazione.
Ora ha capito che o soccombe lei, o c'è l'alternativa.

Se però qualcuno la aiuta a scoprire quale sia, questa benedetta alternativa, lei potrebbe esserle infinitamente grata.
E magari invitarlo a cena per una sanissima e coloratissima e saporitissima zuppa di carotine.
Biologiche, ovviamente.

lunedì 23 settembre 2013

Il parco dei pirati

E' domenica mattina.
Mamma è un po' acciaccata, ed è rimasta sul letto con Dede fino alle nove. Quando si alzano Brontolo li accoglie con un:
"Ho guardato sul sito delle feste in città, ce n'è una in un parco naturale qui vicino"
(Mamma non crede alle sue orecchie: ha davvero cercato una festa!)
"O altrimenti possiamo andare al Parco dei Pirati, è arrivata la pubblicità ieri" conclude lui mostrandole un volantino.

Poi apre il computer e insieme guardano le foto di entrambi i posti.
"Allora, al parco naturale c'è la giornata delle porte aperte. Dai pirati invece l'ingresso costa 39 euro"
"Direi che abbiamo già deciso allora", esclama lei senza troppe esitazioni.
"Si, ma guarda che bella laguna qui dai pirati! Ma... che dici... ma che posto è?" chiede Brontolo indugiando sulle foto: una ragazza sorride maliziosa da sotto al suo cappello col teschio, in costume da piratessa.
"Boh, saranno le animatrici, no?"
Brontolo continua a sfogliare le pagine del suo sito, mentre Mamma guarda il parco naturale.
"Guarda! ci sono anche i cerbiatti! Andiamo qui, i bambini impazziranno" dice Mamma.
"No! Guarda qua tu invece. O forse non è un posto per bambini?" si illumina lui passando da una ragazza carponi senza reggiseno ad una a gambe larghe a bordo piscina.
"Magari sono le hostess dei gioch... No, ehm, mi sa che hai ragione tu!" ride infine Mamma guardando anche lei quelle belle figliole in foto.

"Bambini! Andiamo al parco degli animali! Vedremo i cinghiali, le aquile, i cerbiatti, vi piace?"
"Ma mamma, io preferivo andare al parco dei pirati..." brontola Dede.
"Si amore, anche papà lo preferiva. Ma per stavolta andremo al parco naturale, ok?" conclude lei mentre il marito rimugina a voce alta "39 euro... Solo 39 euro"

E così, dopo una giornata bucolica fra falconi, giochi didattici, succo di mele a volontà, giri in pony e in calesse, i brambillen sono tornati a casa.
Due esaltati dalle carezze agli ermellini e dai cuccioli appena nati di cinghiale.
Una entusiasta di tutto quel verde e quel cielo così blu.
Soltanto uno non sembra completamente convinto dalla giornata. Ma Mamma è sicura che gli passerà. Con calma... ma gli passerà.


P.S.
In Germania le case chiuse sono legali, e ne è legale la pubblicità

venerdì 20 settembre 2013

Cose dell'altro mondo

Mamma aveva intuito di essersi trasferita in un altro mondo.
L'aveva intuito quando ha visto le macchine rispettare i limiti di velocità anche nelle campagne sperdute, anche quelli indecenti tipo 30 km/h nei centri abitati, e ne ha avuto conferma quando i segnali stradali l'hanno perfino ringraziata per non aver accelerato.

L'aveva intuito quando ha visto al confine con l'asilo un campo di fiori "self service", e ne ha avuto conferma quando una passante le ha indicato il coltellino da sempre a disposizione dei clienti, il salvadanaio per pagare alla mercè di tutti e un misero foglio sbiadito con il prezzo suggerito per ciascun fiore.

L'aveva intuito non trovando nemmeno un ricordino di cane in giro, e ne ha avuto conferma quando ha notato in ogni parco le buste gratuite per la raccolta dei simpatici prodotti canini.

L'aveva intuito anche quando ha notato che nessuno suona il clacson, per nessun motivo al mondo, e questo rende la guida crucca molto più rilassata.
Un altro mondo.

Ma poi si è fermata ad un semaforo rosso, e si è messa a cantare con i bimbi.
Si è messa a cantare e ha dimenticato di guardare il semaforo.
Nella sua vecchia Milano c'è sempre qualche automobilista che si premura di segnalarti il verde con un concerto in la minore, ma in questa landa troppo ben educata nessuno si azzarderebbe, e allora succede che Mamma si è ricordata di alzare gli occhi solo quando era appena scattato di nuovo il rosso.
Una fila di auto si snodava silenziosa e composta dietro di lei, e Mamma sarebbe scesa a scusarsi con ciascuno degli automobilisti, rossa per la vergogna.

Ora, un breve pensiero cova abbozzato nel profondo del suo cuore italiano.
Ma questi crucchi... secondo voi sono normali o sono mossi da qualche barbiturico di quelli pesanti?

giovedì 19 settembre 2013

La riunione di benvenuto

All'entrata dell'asilo.
La praticante maestra si avvicina a Mamma e le chiede: "Oggi alla serata di benvenuto con i genitori chi ci sarà di voi?"
"Viene mio marito" risponde semplicemente Mamma, pensando Ma secondo te?! che ci vengo a fare io se non capisco un accidente?
"E in quale classe va? Da Dede o da Macco?"
"Ah, non lo so. Metà tempo e metà tempo?"
"D'accordo. Parlo con le mie colleghe e le faccio sapere dopo, quando viene a prenderli"

All'uscita dell'asilo.
"Abbiamo pensato che è meglio se suo marito stia tutto il tempo da Dede. Per lui è l'ultimo anno e poi andrà a scuola, è più importante lui"
"D'accordo. A stasera allora"
Poi mamma, incoraggiata da questa brillantissima conversazione, si esprime nel suo miglior tedesco anche con la maestra di Macco.
"Mi scusi, questa sera viene mio marito. Ma le signore da Dede dicono mio marito deve andare da Dede tutto il tempo. Io dico metà tempo Dede e metà tempo Macco, ma loro dice solo Dede. No Macco. Va bene?"
"Ehm... si, infatti oggi siamo andati in giardino e hanno giocato insieme. Sono stati molto bravi! Super!"
"Ah... bene" Era proprio quello che volevo dire...

La sera all'asilo, serata di benvenuto dei genitori.
Brontolo esce sbuffando dopo cena e non ha proprio voglia di andare. Mamma lo consola dicendo che durerà poco.
E' durata ancora meno del previsto: la sala è deserta, non c'è nessuno in giro.
Nel buio dell'asilo, una maestra fa capolino e gli comunica allegramente che la serata dei genitori è soltanto la prossima settimana.

Forse è arrivato il momento che Mamma metta da parte l'illusione di imparare il tedesco sul campo e si metta a studiare la lingua.
Forse però, eh?

mercoledì 18 settembre 2013

Perla trash

Si sconsiglia la lettura di questa perla alle persone di animo delicato.

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"Bambini!!!!!!!!"
Questa volta Mamma è davvero arrabbiata. Li va a prendere mentre giocano in camera loro e con passo deciso li porta davanti al muro della sala.
"Chi è stato a fare questa cosa quassù? Eh?" dice a voce alta indicando il muro.
Un coro di "Io no" segue alla sua domanda.

"Dede, non sei stato tu? Guardami un po'" incalza lei indicando la fila di mocci appiccicati alla parete.
"No Mamma. Lo sai che io quando trovo una caccola nel mio naso me la mangio" risponde lui tutto serio e con gli occhi sinceri.
"Argh! è vero!" conferma lei inorridita. "E allora tu Macco? che mi dici?"
"No! Non sono tato io. Limani solo tu mamma. Devi ploplio essele tata tu"
"Si mamma, sei stata tu!"

Una logica stringente.
E pensare che quella scarica barile di Mamma ha pure cercato di far ricadere la colpa sui figli...

martedì 17 settembre 2013

Gente del Nord

La gente del Nord ha due braccia e due mani.
Come tutto il resto del mondo, all'incirca, ma dal momento che al Nord piove di tanto in tanto... o meglio, dal momento che al Nord piove abbastanza spesso... e va bene, diciamolo, dal momento che qui piove praticamente tutti i giorni, se si uscisse sempre con l'ombrello sarebbe come avere soltanto una mano.
Dunque, a meno che non ci sia uno scroscio d'acqua da far straripare il Reno, la gente del Nord esce senza ombrello per godere dell'uso di entrambe le braccia.

Mamma, da che vive al Nord, ha deciso di mimetizzarsi e adattarsi ai loro usi e costumi: si è munita di mantellina impermeabile per sè e per i bambini e ha lasciato l'ombrello nella scarpiera di casa.
"Oggi andiamo allo zoo", ha poi comunicato a Brontolo fra i saltelli di gioia di Dede.
"Ma sei sicura? Guarda che nuvole, pioverà fra poco"
"Che piova pure, noi usciamo lo stesso. Non possiamo passare l'inverno in casa per due gocce" ha concluso lei stoica, mentre accompagnava il marito in ufficio.
Prima di entrare allo zoo ha quindi infilato in borsa la mantellina, ha consegnato due piccoli ombrelli ai pupi e tutti e tre sono saliti sulle gondolette per il giro del lago.
Erano circa a metà lago quando i nuvoloni hanno compiuto il loro dovere sindacale, e si sono rovesciati sul mondo.
Ma Mamma era preparata, e ha sfoderato la sua mantellina impermeabile col ghigno soddisfatto della nordica furbissima.
Dopo gli elefanti, gli ippopotami, i fenicotteri, le foche e le imprecazioni mentali, Mamma è finalmente tornata alla macchina. Con calma, perchè la gente del Nord non corre mai sotto la pioggia.

Bilancio di una giornata nordica: uno scarpa di Macco finita interamente in una pozzanghera, tutti i calzini bagnati, i pantaloni di Dede zuppi fino al ginocchio, mani ghiacciate a gogò, ciuffi di capelli di Mamma sgocciolanti fuori dalla mantellina, e doccia bollente a casa per riprendersi dallo shock termico.

Sarà anche perfettamente integrata ora, ma questa sensazione di stupidità estrema, fra uno starnuto e l'altro, non riesce proprio ad abbandonarla.

lunedì 16 settembre 2013

Maulbronn

"E adesso dove andiamo mamma?" chiedono i due mangia-patate alla fine di un' abbuffata di Kartoffel in una birreria tipica.
"Adesso andiamo a vedere una nuova città!" risponde allegra lei, dopo aver passato la domenica mattina a spulciare la lista delle sagre paesane.
"Ah si?" chiede Brontolo con un tono di voce che ricorda quasi perfettamente Homer Simpson.
"Si" risponde lei accendendo il navigatore in macchina.
I quattro partono verso la meta imposta, con un entusiasmo che si può soltanto immaginare.

"Eccoci qui! parcheggiamo, c'è la festa laggiù al chiostro, che bello!" dice lei dopo quaranta minuti di strada, scaricando sul passeggino di emergenza un fardellino addormentato e un altro che desidera solo fare pipì.
Il posto è favoloso: un'abbazia del 1100 circondata da mura del 1400, e tante casette in stile alsaziano dalle finestre azzurre, rosse e gialle che si ergono nella piazza non asfaltata. Gli stand della fiera hanno prodotti tipici: Flammkuchen, panini coi wurstel, vino, dolci ungheresi, e si trova anche uno stand di miele con un alveare intero all'aria aperta che ti svolazza fra i capelli. "Tranquilla, fa freddo, se non le disturbi non ti fanno niente" le ha probabilmente detto il ragazzo della bancarella mentre lei saltava all'indietro terrorizzata. Ma non fidandosi ancora del suo quasi perfetto tedesco, nel dubbio remoto di aver capito male, Mamma si è data alla macchia.

"Dede, vieni qui, saliamo questa scaletta di legno e andiamo sulla cinta muraria. Papà resta qui con Macco" dice Mamma carica di aspettative.
Dede è accovacciato per terra e cerca insetti. Riottoso segue la madre, inginocchiandosi ad ogni ciuffo d'erba per scovare forme di vita strisciante.
"Dede, insomma, non puoi fermarti in continuazione!"
"Ma mamma..."
"Lascia stare quei vermi e vieni a vedere che posto stupendo" dice lei sperando di contagiare il figlio col suo entusiasmo.
"Vermi?! Ma qui c'era un porcellone di terra grossissimo, non era un verme" piagucola lui offeso.
Nuova sosta.
"Ancora? Basta con gli insetti, ti prego!"
"Ma questa è una splendida bella di giorno, non vedi? Non è un insetto", dice lui mentre sale la scaletta, frugando fra le tegole del tetto vicino.
Quelle tipiche tegole piatte, su un tetto così appuntito e così squisitamente nordico. Ma non trovandosi alcun essere animato fra esse, la cosa pare aver entusiasmato soltanto Mamma.

"Macco, ti sei svegliato" dice lei al suo ritorno, vedendo il piccolo in piedi vicino al padre con lo sguardo ancora assonnato. "Hai visto che bel posto amore?"
"Mamma, io ho solo fame" risponde lui musone.
"Brontolo, ma hai visto che bello qui? ti piace?"
"Bello. Possiamo andare a casa adesso?"

Alla fine del pomeriggio Mamma ha girato in lungo e in largo quel patrimonio dell'Unesco e ha scattato decine di foto.
Dede ha trovato tre enormi lumache senza guscio e un rospo morto.
Macco ha avuto il suo dolce con la cannella, e Brontolo è riuscito a tornare a casa prima delle 18.

La domenica dei brambillen ha riservato a ciascuno la sua piccola dose di felicità.

venerdì 13 settembre 2013

Contro natura

L'asilo è contro natura.
Questo ha capito Mamma ieri mattina, quando è stata esentata dall'asilo-ripetenza e definitivamente allontanata dall'aula ora di un figlio, ora dell'altro.
Un uomo della preistoria non avrebbe mai lasciato un bambino che strilla, ti chiama implorante e piange disperato solo perchè deve fargli imparare il tedesco, e tutto quello che non farebbe un cavernicolo, per Mamma, è contro natura.

Due maestre hanno braccato il piccolo disertore, mentre il cuore di Mamma si frantumava.
Pensava di aver terminato con il calvario degli inserimenti dolorosi, e invece eccola lì, in macchina, a piangere mestamente mentre si allontana dal giardino col drago, dal tendone circense con i giochi di sabbia, dalla palestra di 170 m2 con decine di palloni e tappeti elastici, e da tutto quello che in condizioni normali sembrerebbe il paradiso degli asili.

Perchè in realtà non serve la stanzetta della colazione, se vuoi la mamma.
Te ne freghi del giardino dotato di biciclette e risciò, se vuoi soltanto salire in macchina con lei.
E a nulla servono le tre maestre e i venti compagnetti di classe, se l'unica persona che vorresti accanto sta andando via con gli occhi lucidi.

E così, mentre l'inserimento di Dede riserva splendide sorprese (nonostante i risvegli all'alba) e oggi si fermerà perfino per pranzo, quello di Macco ha fatto arricciare il naso alla giovanissima Signorina-Rottermaier e distrutto i timpani dell'intero Kindergarten.
Dopo essere stata allontanata nonostante non fosse palesemente il momento migliore, Mamma ammette che questo le provoca una sadica e italianissima soddisfazione.

giovedì 12 settembre 2013

Il frigorifero

Hai presente l'ansia da frigo vuoto, quella che ti prende quando è ora di iniziare a preparare la cena e realizzi con sgomento che non hai assolutamente niente da preparare? Provi a spremere le meningi, ma ogni piatto che ti viene in mente richiede almeno un paio di alimenti refrigerati, e l'ansia non fa che aumentare.
E hai presente il dolore all'arto fantasma, quello che duole anche quando viene amputato, facendo impazzire i mutilati di guerra?
Bene, Mamma li conosce alla perfezione entrambi. Perchè ogni giorno di permanenza in quel di crucconia è stato funestato dall'ansia da frigo vuoto unita a quella dell'arto fantasma, perchè Mamma un frigo in realtà non ce l'ha.

E dunque?
Dunque Mamma fa la spesa ogni sera, e meno male che c'è un Penny Market a 150 metri da casa, il suo sogno di sempre. Vuoi mettere che comodità, quando ti accorgi che ti sei dimenticato il latte?
(Che poi non si sa bene perchè sia sempre il latte che deve essere dimenticato, per esempio Mamma si scorda sempre i limoni, ma quelli non fanno lo stesso effetto del latte e non li cita mai nessuno)
Dunque sei al Penny, e appena guardi un ingrediente e pensi "faccio questo", subito dopo realizzi che ti manca la metà di ciò che servirebbe. La tua fantasia culinaria va troppo veloce per quest'angolo di mondo, pensi frustrata.
E poi... poi passi nel reparto surgelati cercando un semplice minestrone.

Ed esci dopo trenta minuti con biscottoni con pepite di cioccolato, una confezione famiglia di Flammkuchen, otto brezeln da cuocere in forno, una tavoletta di cioccolata in offerta, noccioline speziate, patate western precotte, banane e mele per mettere a tacere la coscienza.
E ancora senza limoni.

Ogni santo giorno dal primo di giugno.

Ma da ieri i brambillen sono finalmente frigo muniti.
Fegato e intestino ringrazieranno.

mercoledì 11 settembre 2013

Al cruccasilo

Mamma ha iniziato l'asilo lunedi.
L'ha iniziato anche lei, visto che l'attività la sta coinvolgendo anima e corpo e a tempo pieno, con tutto lo stress che ne consegue. 
Perchè chi dice che l'asilo non è stressante è soltanto perchè se lo è dimenticato, parola di Mamma asilo-ripetente.

Due mattine di asilo dunque, e due ingressi in ritardo.  (Metterà pure i calzetti sotto i sandali, ma l'italianità radicata nel suo midollo viene fuori nonostante tutto)
In quelle due ore di permanenza in classe, Dede le si arrampica addosso nemmeno fosse una pertica, e non la molla un istante. Ma Mamma è ottimista, perchè ci sono ampi margini di miglioramento: peggiorare al momento sembrerebbe impossibile.
Macco invece parla italiano indistintamente e risponde alle domande a caso, curioso e divertito dalle reazioni che sortisce.
Mamma fa da spola fra un'aula e l'altra, e gioca a biglie con uno e agli animaletti con l'altro, quasi ignorata dalle maestre con cui non riesce a mettere in fila più di sei parole.

Ma è stata brava Mamma: ha imparato il nome dell'asinello e quello del cucciolo di leone. Non chiedetele della scimmia però, perchè lì non ha capito niente.
E' stata brava anche quando ha risposto alla domanda di Julie, la compagnetta di asilo di Dede, che si sa, a 4 anni parlano proprio male. 
"Io mi chiamo Rachele!", le ha detto, senza rendersi conto che alla bambina non interessava neanche lontanamente sapere come si chiamasse. 
E' solo dalla sua espressione che Mamma ha capito che no, forse non le aveva chiesto il suo nome. 
E dunque, osservata come una mera imbecille, Mamma ha capito che doveva semplicemente dirle l'età di Dede, cosa che ha poi fatto con la coda fra le gambe. Perchè per un bambino non esiste un adulto che non capisce la sua lingua: esiste un adulto che non capisce. Punto.

Ma noi adulti lo sappiamo che la colpa non è di Mamma! Perchè si sa: i bambini di 4 anni parlano proprio male... Vero?

martedì 10 settembre 2013

Il lusso

Che lusso passare finalmente un'ora da sola in casa, dopo tre mesi che non succedeva, il giorno prima della partenza.
Che lusso riempire la vasca da bagno dopo averla appena lavata e immergersi velocemente nell'acqua bollente, prima di proseguire con le valigie.
Che lusso sdraiarsi per terra e tenere i bambini sulla pancia la sera prima di partire, fregandosene della polvere e del mal di schiena.

E poi che lusso viaggiare senza scarpe, con i piedi allungati e lo schienale abbassato, che tanto sta guidando qualcun altro e puoi addirittura chiudere gli occhi.
Che lusso arrivare a casa e avere tuo marito che per la prima volta prepara la cena mentre tu sistemi mezza dozzina di valigie negli armadi, e fare la spesa e trovare a sorpresa tre Flammkuchen nella confezione da due.
E non è altro che un lusso svegliarsi la mattina inondati di sole, nella casa piena di vetrate, quando le previsioni davano pioggia per tutta la settimana.

L'anno è iniziato, l'estate è finita e i brambillen sono soli in questa città perduta nel verde, dove qualcuno ha persino trovato del petrolio e sono iniziate le trivellazioni.
E' o non è un lusso quello di vedere un enorme impianto a poca distanza da casa, senza doversi sobbarcare un viaggio fin nel deserto africano in caso ti venisse l'impellente curiosità di vedere come si estrae il greggio?

Mamma confessa di essere stata un pochino nervosa negli ultimi giorni, e di aver fatto qualche piantino liberatorio qua e là. Ora però è tutto passato, e non le resta che godere dei piccoli lussi disseminati sul suo sentiero.
Ma primo fra tutti, Mamma non può non citare il supremo lusso del vivere in Germania: indossare dei tedeschissimi sandali infradito, e quando fa freddo infilarsi senza ritegno i calzettoni in bella vista.
Oh, questo si che è un vero lusso!

lunedì 9 settembre 2013

Turbamenti notturni

"Mamma, ma l'occo mi chiaccia?"
Ha impiegato parecchio tempo Mamma, ieri sera, prima di capire cosa turbava Macco prima di addormentarsi.
Perchè  quella volta che gli ha detto che accanto a loro abita un orco, e che è meglio non farsi sentire strillare per non farlo arrabbiare, ha colpito nel segno.
"Tesoro, no che non ti schiaccia! l'orco non può entrare in casa nostra"
...
"Mamma, ma l'occo è buono o cattivo?"
"Tutte e due le cose credo. Quando è calmo va tutto bene, ma quando si arrabbia diventa un po' spaventoso. Ma tu stai tranquillo perchè non vi può fare niente, e se solo prova a farvi del male la mamma lo ammazza"
...
"Mamma, ma tu ammazzi l'occo?"
"Se ti vuole fare del male si, ma se è buono lo lascio stare. Ok? Adesso però dormi e pensa alle cose belle che hai visto oggi. Abbiamo visto le mucche, ti ricordi?"
"Mucche e cavalli"
"Bravo! E poi?"
"Mucche e cavalli, e poi mucche e cavalli"
"Ehm si. Poi abbiamo visto anche... ah, si, le nuvole in mezzo alla foresta"
"Mucche, cavalli e mucche. Mucche, cavalli e nuvole"
"Hai ragione Macco. In effetti la Svizzera è un tantino monotona come paesaggio"
Mamma ridacchia cercando invano di ricordare qualche evento interessante del loro lungo viaggio verso la crucconia, mentre Dede ronfa sfinito.

Ora che sono arrivati in Germania, l'avventura può cominciare sul serio!

giovedì 5 settembre 2013

A Milano

Ed eccoli a Milano in formazione completa, i brambilla.
Il posto dove l'estate è ancora tosta e si suda di giorno boccheggiando la notte.
Il posto dove cedi il passo alla macchina in direzione opposta alla tua e anziché ringraziare vedi che sta imprecando contro di te per oscuri motivi.
Il posto dove la signora delle mozzarelle è capace di non fare un sorriso nemmeno per sbaglio nonostante le battute di Mamma e di un'altra cliente.
Il posto dove si accumulano le bollette e i solleciti di pagamento, dove l'Agenzia delle Entrate le ha mandato un ultimatum vano, visto che lei era fuori città, e ora le toccherà pignorare la macchina per saldare la sanzione.
Il posto dove la vicina di casa ha partorito una bimba e nessuno nel palazzo sapeva che fosse incinta.

Eccoli a Milano, i brambilla.
Ma per fortuna, questa volta, soltanto per poco!

mercoledì 4 settembre 2013

Partenza

Oggi i brambilli si mettono in macchina e tornano a Milano ad incontrare papà Brontolo. 

Il compleanno del cuginetto si è portato via l'estate, e come ogni anno tutto si chiude dopo la sua festa.
Via i cuscini dai divani, svitata la rete del tappeto elastico, chiusa la casetta del piccolo carpentiere.
Il buio arriva presto la sera, e quando le ombre si fanno lunghe Mamma si copre rabbrividendo e rincorre i bambini per fare altrettanto.
L'aria fresca del mattino annuncia la stagione che muore, e si fa largo lentamente rinfrescando anche le ore più assolate.

Via il cibo dal frigo, chiuse le persiane, nessun gioco sul tappeto.
Una casa nel silenzio è una casa senza vita.
Il cielo si bagna di rosa e l'aria si impregna di umidità, mentre le rondini stridono nell'ultimo tramonto in collina.

Ti saluto, Villa Delirio.

martedì 3 settembre 2013

Parenti fetenti

Macco è da sempre un bambino con l'intestino pigro.
Fin da neonato elargiva così tanto parsimoniosamente i suoi prodotti corporei, che Mamma viveva costantemente con questo pensiero, nonostante le avesse provate tutte. All'inizio si disperava per la mancanza di risultati, poi ha capito che l'intestino del figlio funzionava perfettamente e puntualmente ogni sabato, e si è dovuta rassegnare ai suoi ritmi.
Il venerdi mattina il bottone dei pantaloni stentava ad allacciarsi, ma la domenica il bambino tornava magicamente nella sua taglia.
Ultimamente pare invece che la tendenza stia cambiando, con notevoli sospiri di sollievo di Mamma.

"Mamma, ho fatto un pezzettino piccolo e uno glande" annunciava da principio.
"Mamma, ho fatto mamma e figlio", è diventato in seguito.
"Mamma, quetto ela Dede, adesso manchi tu", si è evoluto infine.
Ormai siamo all'intero albero genealogico, e dall'alto del suo trono cita tutti i parenti che gli vengono in mente.

Plif "Quetto ela Dede"
Plof "Quetto ela Macco, più bilichino"
Plif "Quetto ela Ale. Adesso alliva Fabio"
Plof "Eccolo Fabio. Invece mamma quando faccio un pezzettino tutto tondo è lo zio Malio"
"Bene, sarà contento lo zio di esserci anche lui! Hai finito adesso?"
"Nooo. Ola mancano ancola mamma e papà e la zia e..."

Mamma sa perfettamente quanto sia lusinghiero essere citati in queste occasioni dalla creatura.
Se qualcuno desiderasse entrare nella rosa dei prescelti, si accolgono le richieste e Mamma provvederà di conseguenza.

lunedì 2 settembre 2013

Madre Natura

"Ma mamma, ma perchè le farfalle della notte sono nere?"
"Perchè vivendo di notte, quando è buio, è più facile per loro mimetizzarsi se sono scure"
"E chi le ha disegnate così, un artista?"
Mamma sorride, lo ama da morire e risponde "Bè, quasi tesoro! è stata Madre Natura"
"E chi è!?" risponde lui sentendosi preso in giro.
Mamma sorride ancora. Gli siede vicino e spiega "In realtà non esiste una persona vera che si chiama Madre Natura, è il modo di chiamare l'entità che potrebbe aver creato il mondo. Ma non si sa nemmeno se esiste qualcuno che ha creato il mondo. Molto probabilmente si è creato da solo, sai?"
Lui ingoia il biscotto dopo averlo inzuppato nel latte e fa una risata sguaiata.
"Ahahah! Ma che dici? Questa è proprio bella!"

Creazionismo innato vs evoluzionismo indotto: 1-0