venerdì 30 maggio 2014

Cicogna in arrivo a casa brambillen...

E' puntualissima: dopo ogni pioggia si presenta nel giardino dei brambillen e si sbafa lombrichi a volontà.

… perché? Cosa avevate pensato?


Una delle due cicogne che ci vengono a trovare tutti i giorni di pioggia


… E per fortuna torna sempre il sole!

P.S.
Nuova decisione nella testolina di Mamma: da ora in poi ha pensato di pubblicare un post ogni domenica, così, tanto per non perdere il vizio.
Ve lo dico solo per vostra cultura personale! :)


domenica 25 maggio 2014

Scalatori di alberi

Ha finito di piovere, ed è uscito il sole.
Qui non è come a Milano che il cielo resta grigio per giorni: qui quando smette, smette.
Il cielo si apre d'azzurro come per magia, e il sole trasforma il mondo in un luogo completamente diverso da soli cinque minuti prima.
E' appena finito un acquazzone, e la famiglia brambillen è andata a fare due passi al parco del castello.
Non sono mai stati nella zona Est, e si incamminano sovrappensiero in quella direzione, chiacchierando con degli amici.
"Guardate bambini, c'è una fontana che sembra un lago. Ci andiamo?" dice Mamma notando l'acqua, e mentre si dirige in quella direzione le si presenta imponente uno spettacolo imprevisto: un albero ultracentenario si erge accanto alla fontana-lago, lasciandola a bocca aperta.
Non lo aveva notato prima, e le toglie il fiato.
Il sole filtra fra le sue fronde fitte (*) e tinge di verde l'aria.
Mamma ha sempre amato gli alberi di un amore viscerale, di una passione sanguigna, e le basta vederne uno sufficientemente adulto per andare in brodo di giuggiole.

"Oddio guardate che albero!" esclama estasiata infilandosi sotto le fronde e accarezzando il tronco col naso all'insù.
"Macco, vuoi arrampicarti? Dede, vuoi arrampicarti? venite qui vi aiuto io!"
Macco si dilegua, Dede saltella annuendo verso di lei e si piazza in posizione tirami-su-tu-che-faccio-prima.
"Coraggio, un piede qui e una mano là! Forza tirati su" esorta lei.
"Mamma non ce la faccio… voglio scendere"
"Ma che dici? Sei a dieci centimetri da terra! Dai, sarà bellissimo! stringi bene quella mano e tirati su"
"Ok, ma mi spingi tu il sedere?"
"D'accordo, fatto, ora sali ancora! Ma che fai, ti siedi lì? Dede non puoi fermarti, guarda che albero stupendo!"
"Si mamma ma ora preferisco scendere"
"C'è un bel ramo enorme proprio qui, ce la puoi fare… ti tengo io se vuoi!"
"No grazie mamma, fammi scendere. Sai, mi sono già venute le vertigini…"

Mamma tira giù dalla vertiginosa altezza di un metro e venti l'impavido scalatore e desiste.
Chi si è inventato il DNA, probabilmente avrebbe dovuto conoscere prima i brambillen...


(*) E' o non è un capolavoro quest'allitterazione?



Il secolare Noce alato del Caucaso

domenica 18 maggio 2014

Un traguardo gioioso

Finamente il sole, dopo settimane di tempo impazzito.
Finalmente si può uscire senza che il cielo cambi idea di continuo, passando dalla bufera al sole almeno una dozzina di volte al giorno.
"Andiamo nel bosco con le biciclette!" ha proposto Mamma, incurante del fatto che il primogenito ancora non avesse mai posato le delicate chiappe di bimbo su alcun sellino.

Quando sono scesi in cortile, Brontolo aveva già sfoderato l'arsenale di monopattini e biciclette per far scegliere ai pupi il mezzo preferito, e Mamma aveva sfoderato l'arsenale di magliette, maglie, maglioncini e giacchette perché in fondo non si sa mai.
Poi ha preso la bicicletta bassa di Macco e l'ha infilata fra le gambe di Dede.
"Ora tu impari ad andare in bici e ce ne andiamo nel bosco"
E così Dede ha ceduto, senza possibilità di scelta.
Dieci minuti dopo erano tutti e quattro nella stradina fra i campi diretti verso il lago, con un Brontolo in testa, un Macco brontolante per la fatica, una Mamma sbilanciata dalla montagna di maglie, e un Dede che gridava "Yuhu!" sbandando allegramente fra l'ortica.
La domenica più bella!

Quando la sua amica Giusi mise sull'altalena il figlioletto per la prima volta, anni fa, era commossa nel dirle "Sapessi quanto ho sognato questo momento!".
Perché ci sono piccole cose che hai sempre immaginato che avresti fatto un giorno con i tuoi figli, cose talmente insignificanti che vivendo le dimentichi.
Ma quando ti ci trovi un bel giorno, inaspettatamente, ecco che ti torna in mente quel lontano desiderio nascosto e ti invade con la sua semplicità, e non puoi fare altro che lasciarti andare alla felicità.
Mamma ha sempre sognato questo momento; accompagnati dal sole, dal vento del lago, dal profumo del bosco che sboccia, i brambillen hanno avuto la loro gita in bicicletta e Mamma il suo traguardo di gioia.
Fra uno starnuto e l'altro e lo stropicciarsi degli occhi per l'allergia.
Fra un "Mamma guarda che bel fior…" e una caduta, "Mamma un topo mort…" e un'altra caduta.
Fra un "Sono troppo stanco..." e un "Vediamo chi arriva prima!"

Ora, tu che leggi, chiederai "Ma non aveva deciso di non scrivere più?"
E chi scrive ti risponde che si, è vero, questa era l'idea e lo è ancora.
Ma ogni tanto è bello farsi sorprendere da un gesto non programmato, senza pensarci troppo. E decidere che qualche volta chi li ama deve sapere che cosa succede oltralpe, a questa famiglia lontana,
che vive in un paesino sperduto al limitare del bosco, e che nonostante la distanza sta facendo un'esperienza davvero meravigliosa...








lunedì 12 maggio 2014

Conclusioni

Sono due anni e due mesi che mi aggiro per questo prato con i soffioni bianchi.
Alcune persone sono state con me fin dal primo giorno, alcuni si sono accostati al mio mondo percorrendo un tratto di strada insieme, per poi proseguire per altre direzioni.

Sono due anni e due mesi che dedico il mio tempo a questo blog, e all'inizio era sufficiente anche solo la gioia dello scrivere.
Poi si è aggiunta la gioia della condivisione e dei commenti: persone che dedicano parte del loro tempo a risponderti, quale soddisfazione più grande per chi scrive un blog?
Ma ora sento che questo non mi basta più, e che le "energie" spese nel blog sono superiori alle "soddisfazioni" che mi dà.
Ho voglia di percorrere nuove strade e dedicare il mio tempo a qualcosa di nuovo, fosse anche solo respirare la primavera e lasciar spento il computer.

Questo blog chiude, o almeno per il momento.
Grazie per aver condiviso con me questo pezzo di strada, è stato bellissimo giocare insieme!

Rachele

venerdì 9 maggio 2014

La macchia

Arrivata ad udire il suono della sua quarantesima campanella, Mamma ormai aveva perso le speranze.
Sapeva che una vera donna deve essere in grado di fare tutto, ma lei aveva un limite enorme e insormontabile, e non poteva sentirsi veramente a posto: non ha mai saputo smacchiare alcunché.

Le sue tovaglie sono da sempre un campo di battaglia, ed è possibile notare macchie di ogni colore e dimensione sotto la perfetta stiratura e il profumo di pulito.
Dalle magliette dei bambini è possibile riconoscere l'alimentazione degli ultimi tre anni dell'intera famiglia, così come sui pantaloni, inspiegabilmente.
Nulla può il sapone di marsiglia, il bicarbonato, lo smacchiatore, e nemmeno la candeggina pura funziona, con lei.
Mamma non ci credeva ormai più, soprattutto dopo essere riuscita a costellare di indelebili ricordi anche l'ultima e costosissima tovaglia anti-macchia.

Finchè un giorno si è sgocciolata la maglietta preferita di Dede, quella con gli Angry Birds ovviamente.
Nonostante il prodotto giusto e il lavaggio giusto, uscita dalla lavatrice la patacca era esattamente come prima.
E allora no, Mamma si è ribellata e ci si è messa d'impegno, motivata da un bene superiore stavolta.
E ce l'ha fatta!

L'evento è talmente significativo e rivoluzionario nella sua vita tanto da dovergli dedicare il post odierno.
Da ora in poi Mamma può entrare di diritto nel club delle vere donne.

Si richiede comprensione e giubilo, grazie.

giovedì 8 maggio 2014

La Rosi

"Mamma, ma voi vi potete sposare ancora?"
"Chi? io e papà?"
"Si, vi potete risposare?"
"Uhm… (in effetti quasi quasi, un bel giovanotto nuovo…) ma dici con qualcun altro Dede? o fra di noi?"
"No, fra di voi, vi potete sposare di nuovo?"
"Tesoro non ha senso sposarsi ancora, siamo già sposati. Ma se vuoi possiamo fare una bella festa per l'anniversario, vuoi?"
"No, vi dovete risposare così fate un altro bambino! io voglio un fratellino"
Pausa.
"Ah! Ecco!"
Mamma ci pensa.
"E se invece poi venisse una sorellina?" prova a confonderlo poi.
"Uhm… va bene lo stesso, d'accordo. La chiameremo Rosi. Allora mamma? Questa sorellina?"

Mamma deve ancora decidere se è stata più esilarante la domanda o il nome scelto per la fortunata nascitura.
O magari lo sguardo terrorizzato del caro sposo, dopo aver udito la richiesta…

mercoledì 7 maggio 2014

Pieni d'amore

La signora di sotto torna a molestare i brambillen in un piovoso pomeriggio primaverile.
"I suoi bambini corrono l'intero giorno, ogni santo giorno, e non è più possibile vivere così"
"Mi dispiace, ma questo è impossibile", riesce a rispondere Mamma, "sono all'asilo tutti i giorni fino alle 16..."
Lei grida e punta il dito, poi guarda i bambini spaventati, sorride e se ne va.
Più tardi litiga anche con Brontolo e gli sbatte la porta in faccia, gridando che nessuno potrà mai farle lasciare la sua amata casa.

La sera, a letto, Mamma fa le sue considerazioni filosofiche con i figli.
"Amori miei, nella vita ci saranno sempre persone maleducate e cattive che proveranno a farci del male..."
"Ma no mamma, Fabio non è cattivo!" la interrompe Dede immediatamente.
Mamma ride e gli spiega che non stava affatto parlando del cugino, che ultimamente sembra essere un suo pensiero fisso.
"Non possiamo evitarlo, l'unica cosa che possiamo fare è stringerci fra di noi e volerci bene, perché se hai una famiglia serena allora tutto il male del mondo non ti toccherà mai troppo. Capito bambini? è importante avere una famiglia piena di amore"
Mentre Mamma pensa al calore che c'è in quel letto e al suo mondo ricco di fatica ma straripante d'amore, i bambini elaborano la lezione di vita.

"Mamma, se viene uno a farci del male io lo mando via"
"Si, anche io. E poi gli dò una botta sulla testa. Anzi, tre"
"E io invece lo sfascio"
"E io allora lo sparo col fucile"
"E io invece gli tiro la porta sulla faccia"
"Invece io prendo una catapulta… e gli tiro gli Angry Birds addosso"
"Si! anche io! Quello a bomba!"
"Si, e poi quello a triangolo con le punte che fanno più male"
"Si, e io quello gigante e lo schiaccio!"
"Lo sfasciamo, vero Dede?"
"Si Macco, lo sfasciamo tutto mamma!"

Ecco: amore puro, proprio come diceva Mamma…


martedì 6 maggio 2014

La vacanza perfetta #2

La giornata era all'altezza di ogni aspettativa: nuvoloni carichi di pioggia rotolavano in cielo spinti dal vento sferzante, tanto che oltre alla mantellina per la pioggia i brambillen avevano indossato maglioni di lana e giacche pesanti.
Hero li aspettava nel parcheggio oltre il Reno con i walkie-talkie per comunicare da macchina a macchina... e gli occhiali da sole.
Mentre Mamma lo salutava, stringendosi la giacca alla gola per il gran vento, realizzava di aver dimenticato il monopattino a casa.

Troppo lontani per tornare indietro a prenderlo, si sono messi in viaggio. Destinazione: i Vosgi, monti francesi non troppo distanti da Karlsruhe. On y va!
Abbandonata l'autostrada, il viaggio li ha ben presto portati in un fitto bosco pianeggiante, che strada facendo andava sollevandosi e incurvandosi, diventando come un'onda verde di altissime piante.
E alla meta, nel silenzio della foresta incontaminata, quasi spettrali contro il cielo plumbeo si stagliavano i ruderi di un castello medievale.
I brambillen hanno parcheggiato, mangiato pain au chocolat e gateau au chocolat comprati lungo la strada, e si sono inerpicati pazientemente verso il castello intravisto fra gli alberi: il castello di Fleckenstein, dimora del 1100 quasi interamente scavata nella roccia che domina il paesaggio.

Dire che esiste il colore verde è limitativo, quando un oceano di alberi si sdraia ai tuoi piedi, e ciascuno sfoggia un verde diverso dall'altro a perdita d'occhio.
Dire che il luogo è quasi magico sembra banale, e attingendo all'energia ancestrale della foresta, Mamma zoppicava senza tregua davanti al gruppo, trascinandosi su e giù per i passaggi segreti e scattando fotografie che nemmeno un giapponese.
Là in cima capisci che cosa sia l'infinito, ti senti minuscolo e dominatore nello stesso tempo, e non saranno le innumerevoli scalinate scoscese a fermarti, né il vento più pulito che mai a impedirti di affacciarti alla balaustra più elevata e guardare giù verso l'abisso verde.
Nemmeno con un piedone-one, nemmeno con i bimbi aggrappati a te sulle scalinate, nemmeno con un freddo quasi invernale.

I brambillen erano di ritorno a notte fonda, dopo una vera cena francese e un incantevole viaggio nel buio fitto del bosco, con i bimbi addormentati a bocca spalancata.
Se non è una meraviglia tutto questo...

lunedì 5 maggio 2014

La vacanza perfetta

"Ce ne andiamo qualche giorno in montagna in questo ponte?"
"Bello! Solo che Rachele ha il piede ingessato…"
"E che problema c'è? Affittiamo una baita, noi andiamo in giro con i bambini e lei e mia moglie preparano qualcosa di buono da mangiare. Che ne dici Brontolo?"
Mamma ha riso della proposta di Hero, e ha risposto senza mezzi termini che non si sarebbe mai piegata ad una vacanza del genere.
Brontolo ha incassato deluso e declinato l'invito.

"Allora ce ne andiamo in montagna a fare una passeggiata nel fine settimana?"
"Bello! Però Rachele ha sempre il piede ingessato…"
"E che problema c'è? Lei resta a casa a riposare e voi venite in montagna con noi. Che ne dici?"
Mamma ha grugnito verso il marito in attesa di risposta, e ha concluso che non avrebbe passato il weekend da sola, dopo l'intera settimana da reclusa.

Hero continuava a proporre e i brambillen a nicchiare, finchè Mamma ha rotto gli indugi: lei avrebbe posato il piedone sulle due ruote del monopattino e li avrebbe seguiti dappertutto.
Gli amici tedeschi hanno gridato di gioia e sembrava fatta, finchè: "Si va sabato", ha comunicato Hero.
Pioggia, vento e fulmini in ogni pagina del meteo.
"E che problema c'è? Portate le giacche da pioggia!"
Mamma ha borbottato per due giorni guardando sul meteo la nuvola nera del sabato e il sole splendente della domenica, e poi ha capitolato rassegnata.

Perché non c'è dito rotto che tenga, né pioggia che giustifichi un rinvio: quando un tedesco decide di fare una gita, la gita si fa.
In fondo che problema c'è?

(continua)