giovedì 29 gennaio 2015

Inverno

Me la ricordo la pioggia, e il vento che urlava fra i rami spogli.
Mi ricordo la nebbia notturna, e il lamento della sirena del porto che mi faceva compagnia nel silenzio della mia cameretta, nella casa d'infanzia.
Era l'inverno, e portava neve a volte, e pioggia a secchiate, e umidità sul sellino della bicicletta; ma poi usciva sempre il sole.

Me la ricordo la foschia, e la pioggerella sottile che ti sporca la macchina anche se le hai appena dato la cera.
Mi ricordo l'ombrello sempre a portata di mano, le pozzanghere che non si asciugavano mai e l'asfalto lucido a tutte le ore. Ricordo i lampioni che rischiaravano l'umidità nel buio troppo presto della sera.
Ricordo che a Milano fosse brutto l'inverno, ma ogni tanto usciva anche il sole.

E ora non posso fare altro che ricordare la luce, il cielo, e la speranza che ti accende il cuore quando intravedi uno spiraglio di sole fra le nubi.
Ricordi lontani, perché da mesi non so più che cosa sia un cielo azzurro.
Il grigio circonda questa parte di mondo, la notte ti inghiottisce nella sua nebbia fitta e al mattino tutto è bagnato, piatto, stropicciato.

Questo è l'inverno quassù, e Mamma si trascina nell'attesa che finalmente, anche qui, torni presto il sole.


domenica 25 gennaio 2015

Parolacce e figuracce

"Mamma senti cosa dico? Vafanculo!"
"Ommioddio Dedeeeee! Ma cosa dici amore?"
"Vafanculo!"
"Ma tesoro guarda che è una parolaccia! Di quelle che dicono solo le persone molto maleducate! Dove l'hai sentita creatura mia questa cosa così brutta?"
"Da te mamma!"
"Si da te mamma" fa eco l'altro saltellando contento.

"Da me? Ma come? io dico vaffanciullo! o magari vaffancubetto! o cose del genere"
"No no mamma, tu dici proprio vafanculo"
"Si proprio vafanculo" ripete il fratello soddisfatto.

"Sigh, vuol dire che mi è scappato… mi dispiace bambini, l'avrò detto una volta senza accorgermi e…"
"No no mamma, tu lo dici tutti i giorni"
"Proprio tutti i giorni!" ripete Macco annuendo con la testa.
"Ma non è possibile, dai! Non c'è nemmeno traffico qui, non ne avrei motivo!"

La situazione è critica, e Mamma non può nemmeno dare colpe ai compagni di classe di Dede, cruccofoni fin dal primo vagito.
Resta il fatto che ora è tormenta da un enorme dilemma: glielo deve dire o no che quella-parola-lì si dice con due effe?


martedì 20 gennaio 2015

A teatro

"Allora, Dede, sei stato a teatro stamattina con la scuola! Come ti è sembrato? è bellissimo vero?"
"Ehm… mamma… lo sai che quando hanno spento le luci le strisce delle mie scarpe brillavano?"
"Ma che bello! forse perché sono catarifrangenti. Ma dimmi, ti è piaciuto?"
"Eh… mamma… si, insomma, però il film è più bello. Mica c'era la giungla vera qui"
"Bè immagino Dede, non potevano fare una giungla sul palcoscenico… Lo sai che io adoro il teatro? Quando si spengono le luci prima dell'inizio dello spettacolo mi vengono tutti i brividi e mi scendono anche le lacrime da quanto mi piace!"
"Eh, mamma, ma lo sai che quando si sono spente le luci e si è accesa quella luce speciale anche la mia maglia si è illuminata ? Guarda, tutte queste scritte qui mamma"

Speriamo che quando la maestra chiederà loro che cosa gli sia piaciuto, abbia il buon senso di trincerarsi dietro il paravento dell'incomunicabilità...

martedì 13 gennaio 2015

E' sabato

Sabato mattina.
Mamma fa le coccole a tutti poi si alza, cambia le lenzuola ai bambini, sistema i letti, prepara la colazione, beve il suo latte, mette le tazze in lavastoviglie, prepara il borsone per la piscina, veste e lava se stessa e i bambini, mette a posto i Lego nella loro scatola e finalmente chiede a un Brontolo ancora in mutande: "Brontolo, io ho finito, andiamo? O non sei ancora riuscito a vestire te stesso?"

Lui alza gli occhi dal cellulare e si affretta a nasconderlo: "Rachele non mi mettere fretta: è sabato anche per me"

Tutto a posto.
E' solo il significato di quel "anche" che un tantino le sfugge…

venerdì 9 gennaio 2015

Classica… iniziazione

"Mamma ma che cos'è questa musica? Spegni la radio"
"Dede, è musica classica, non canta nessuno perché bisogna ascoltare solo la bellezza della melodia. Ascolta!"
Mamma tace e lascia che l'auto si riempia delle note di un'orchestra intera.
"Senti com'è bella Dede?"
Mamma tace ancora e aspetta che il bambino ascolti.
Un pianoforte trilla la sua cascata di note mentre i violini sembrano svolazzare leggeri in un cielo sereno.
"Ti piace amore? Lascia che la musica ti faccia venire in mente qualcosa, lascia liberi i pensieri e fatti trasportare dalle sensazioni. Senti che bello?"
Mamma sta guidando con un sorriso beato stampato sul volto e la giornata piovosa si mescola con i flauti che la fanno sentire come su un prato assolato.
In bambino è silenzioso: buon segno.
"Allora? Che cosa stai pensando Dede?" chiede lei estasiata dal momento.
"Eh!"
"Dimmi amore, che cosa ti è venuto in mente?"
"Eh… mi è venuto in mente un signore…"
Il piccolo è portato, sta già visualizzando qualcosa! I violini crescono ancora e riempiono l'aria di gioia.
"Si? Dimmi, un signore?" incalza Mamma.

"Un signore che suona il violino mamma"

Ecco.
Perché fantasiosi si nasce.