mercoledì 24 settembre 2014

Il primo vero giorno

"Sono tornato in anticipo, non potevo perdermi l'uscita da scuola del primo vero giorno di Dede!"

Brontolo era agitato già dalla sera prima per l'inizio scolastico del primogenito, e voleva mettere la sveglia all'alba per essere sicuro di non tardare all'evento.
Ma Mamma ha decenni di esperienza in corse all'ultimo minuto, così è riuscita a spuntare l'orario perfetto per arrivare davanti al portone della scuola esattamente con due minuti di anticipo.
"Troppo tardi, così vado in ansia", ha ansimato l'omone con la cartella di Madagascar sulle spalle, mentre Dede si guardava in giro distratto, alla ricerca di lumache.
Le lezioni dei bambini di prima iniziano alle 8.30, e solo a quell'ora apre il portone: che senso ha arrivare in anticipo? Finiscono alle 12.20, e due maestre stanno all'ingresso a controllare che l'uscita proceda regolarmente.
Decine di bambini vanno e vengono da soli sui loro monopattini, con zainoni e buste gonfie che li fanno sembrare ancora più piccoli.

Alle 12.15 dunque erano li, Mamma e Brontolo, ad aspettare l'uscita del primo vero giorno di Dede.
Macchina fotografica per immortalare il momento, ma alle 12.30 ancora di Dede non c'è traccia.
Erano le 12.38 quando Mamma ha iniziato a manifestare i primi sintomi di panico e cedimento, alleviati un poco dal fatto che non era solo Dede a mancare, ma tutta la sua classe.
E dopo svariate congetture su rapimenti di massa e smarrimenti fra i boschi, i bambini escono semplicemente dalla palestra.
"Dai, sembra sereno!" ha detto Brontolo notando il sorriso del figlio non appena li ha scorti sul piazzale.
"Mamma! Pensavo non saresti più venuta a prendermi!" ha esclamato lui sospirando di gioia (serenissimo!).
"Ma ora andate via per favore. Devo tornare a casa da solo."

I due se ne sono andati soli, seguendo a debita distanza quel bambino minuscolo che tornava verso casa cercando grilli fra l'erba.
Quasi quasi l'indipendenza non è poi così male…


domenica 21 settembre 2014

A scuola!

Per le strade te lo ricordano anche i cartelli: "Rallenta! Ricomincia la scuola!", e ad ogni ora della giornata vedi bambini sui marciapiedi sprofondati dentro enormi zaini colorati.
Bambini da soli, ovviamente, perché a scuola non si va accompagnati.
Gli unici a non avere ancora iniziato la scuola erano i primini, che hanno avuto una settimana di ferie in più.

E' già da un mese che a casa brambillen giace una grande busta per Dede, con le comunicazioni sul materiale da comprare e il programma esatto del primo incontro stampato su fogli colorati, oltre ad una spilla arancione che indica la sua classe: la 1 B.
In soldoni, il foglio giallo diceva:
"Venerdi l'appuntamento è alle 15 in palestra per festeggiare insieme. 
In seguito i bambini saranno riconosciuti dalle maestre grazie all'apposita spilla che dovranno indossare, e andranno ciascuno nella propria classe per conoscersi. 
I genitori rimarranno in cortile ad aspettarli fino al rituale lancio dei palloncini"

Alle 15 in punto i brambillen erano lì, con l'enorme cono di cartone comprato l'ultimo giorno in cartoleria, accolti dalla direttrice con un sorriso incoraggiante.
Non immaginiate le vostre palestre delle vostre scuole, per favore, perché fareste fatica sprecata: immaginate quattro delle vostre palestre messe insieme, nuove e lucide, luminose e pulite, circondate di vetrate colorate e gradinate perfettamente in ordine.
Immaginate le gradinate gremite di genitori con coni di cartone dalle dimensioni spropositate, e bambini con i capelli a spazzola pieni di gel e camicette e cravattini educatamente seduti ai loro posti.
Immaginate 60 alunni di seconda elementare vestiti da animaletti, seduti in uno scenario di tessuti e cartone degno di uno spettacolo teatrale in vera regola.
E immaginate i bambinetti che inscenano uno spettacolo in onore dei primini, recitando, ballando, cantando, con il loro pubblico in adorazione.

Mamma piangeva seduta sulle gradinate fra i genitori, Dede sbadigliava appoggiato addosso ad un enorme signore con la camicia a scacchi, Brontolo era perso chissaddove fra la folla e Macco dormiva a bocca aperta fra le gambe di Mamma.
Poi ogni bambino di seconda è andato a prenderne uno di prima per farlo ballare, mentre Dede continuava a sbadigliare addosso allo stesso signore, senza accennare ad alzarsi.
Quando finalmente è stato trascinato nella mischia, un solo gruppo di bambini non riusciva proprio a ballare, rallentato da un compagno riottoso e distratto, ma Mamma non vi dirà mai quale fosse il gruppetto nè chi fosse l'imbranatissimo bambino.
Consegnato da Mamma fra le mani della maestra, Dede è poi sparito dietro al suo zaino verso l'interno della scuola, fra decide di bambini saltellanti ed emozionati.

E siamo qui.
(E' andato, e tu non sei con lui!)
"Mamma, non voglio andare senza di te!", diceva, e mentre tu lo spingevi incoraggiandolo pensavi che non è giusto, vorrei esserti accanto anche io in questo momento!
Siamo qui ad aspettare che torni, con il cono di cartone in mano che sembra quello di un terremotato in confronto alle creazioni spettacolari degli altri. Tutto riempito di cioccolatini e palline di carta, e colori nuovi e vermi acidi gommosi che gli piacciono tanto. (Che cosa poi ci abbiano messo gli altri Mamma lo ignora, ma prima o poi se lo farà raccontare e per Macco sarà più preparata)
Siamo in cortile con il suo palloncino con il nome e l'indirizzo, che se qualcuno lo troverà glielo spedirà indietro un giorno, forse, mentre la direttrice racconta della scuola, delle ferie, e invita i genitori a non accompagnare i figli se non per i primi tre giorni, perché è importante che imparino presto a fare da soli.
Dopo il suo ritorno un mare di foto, un paio di bretzeln, il regalo di una vicina di casa, il lancio dei palloncini, l'apertura del cono, la cena al ristorante, e finalmente... la nanna.

"Allora? ti è piaciuta questa festa amore? Sei stato contento dei festeggiamenti?"
"Mamma, in verità mi sono annoiato parecchio, non ho capito niente di quello che dicevano e ho anche dovuto sprecare un palloncino molto bello per farlo volare via..."
Silenzio della madre; lui si affretta ad aggiungere "Però mi è piaciuto il ristorante mamma, e anche i cioccolatini!"

E meno male, cuore di mamma sua!



venerdì 19 settembre 2014

Schule beginnt!

Cartella… presa.
Occorrente per la scuola… presente tutto.
Cono di carta tradizionale… comprato e riempito di cioccolata e schifezze varie.

"Dede, come ti vuoi vestire per il tuo primo giorno di scuola?"
"Non lo so mamma… dopo"
"Ma che cosa provi? Sei emozionato? Contento? Preoccupato?"
"Uhm, in realtà no"
"Ma sei almeno un po' curioso?"
"Ah, ecco si, sono curioso. E adesso lasciami finire il cartone per favore"

La scuola inizia fra 15 minuti.
Meno male, altrimenti tanto entusiasmo avrebbe potuto -chissà- fargli del male…


domenica 14 settembre 2014

Pensieri che sfuggono

"La la lalallala!" grida Brontolo col suo vocione, credendo di cantare.
La dote canora, ecco, è proprio qualcosa che gli manca da sempre.
"Papà, basta!" gli fa eco Dede da dietro al suo seggiolino in auto.
Brontolo si zittisce un istante, poi riprende più gracchiante di prima:
"La lalala lalla laaaaa!"
"Papà baaastaaa!" insiste Dede.
"LA LA LALALLA!" lo ignora la cornacchia, ispiratissimo.
"Papààààà! Smettila! Mi impedisci di pensareeee!"

Mamma l'adora doppiamente quella creatura, sia per il voler far cessare la terrificante tortura canora, sia per la sua nobile motivazione.
Chissà a cosa pensa, si chiede commossa da così tanto cervello in un unico bambino.

Brontolo tace un istante. Poi chiede "E a che cosa stavi pensando?"
"Alla canzone di Calimero! E se tu strilli così non mi vengono le parole!"

Insomma, che volete… ognuno ha i suoi nobili pensieri, no?

lunedì 1 settembre 2014

Il fiore

Scena: una festa di compleanno.
Personaggio principale: un animatore per bambini con i palloncini artistici.

Fabio: "Guarda zia! Mi sono fatto fare una pistola!"
Macco: "Guarda mamma! Io ho voluto una spada!"
Ale: "A me invece ha fatto il fucile!"
Desiree: "Anche io ho avuto un fucile!"
Dede: "Mamma guarda che bello il mio palloncino!"

"Dede… un fiore?"
"Si mamma, hai visto che bello?"
"Dede… ti sei fatto fare un fiore?"
"Si mamma, però l'avevo chiesto con i petali rossi e invece mi ha fatto le foglie rosse, non è molto giusto vero mamma?"
"Dede… un fiore?!?" ripete Mamma sorridendo a 54 denti, lievemente stridula, dopo essersi schiarita la voce.
"Si mamma… me lo sono fatto fare per te! Ti piace il mio regalo?"

Fiuffff!
A volte un figlio così romantico ti mette in testa strani pensieri...