giovedì 31 gennaio 2013

La pipì delle rane (un post a richiesta)


Patapumf!
Passettini di gran corsa e poi LUCE.
Alle tre di notte.
"Dede! Ma che fai?" bofonchia stupita Mamma.
Rumore... tosse... sguosch!
"Non ci posso credere... ancora?" esclama preoccupata precipitandosi in bagno, dove un ometto in miniatura è infilato con testa e tronco nel water, in attesa del conato successivo.
Le si stringe il cuore a pensare che è diventato così grande da correre addirittura in bagno da solo, in piena notte.
Non ha sporcato nulla (e che se ne fa adesso lei, di tutta la sua perfezione?), è con la testa nel water e piagnucola sputacchiando.
Mamma piangerebbe con lui con il cuore piccolo come una noce, tanto lo ama in quel momento, il suo bambino grande.
Fra una corsa in bagno e l'altra, la notte zoppica via.

L'indomani pomeriggio lui le comunica saltellando sui sacchi di sabbia davanti al cancello:
"Ah, mamma, prima ho fatto un bisognone!"
Non c'è nemmeno bisogno di dire che Mammapprensiva l'ha immediatamente incalzato con un "E com'era amore?"
"Tranquilla mamma! (e risparmio la descrizione). Però ti devo dire una cosa" 
"Dimmi"
"Già che c'ero, ho fatto anche la pipì"

Poi ci pensa.
"Ma mamma, le rane fanno la pipì verde?"
Poi ci pensa ancora.
"Ma mamma. E invece gli astronauti di che colore la fanno, la pipì?"

Mamma non lo conosce il colore della pipì delle rane, e forse nemmeno quello degli astronauti. Per giunta solo di recente ha scoperto che i gatti la fanno a spruzzo. A spruzzo!
Insomma, Mamma ha realizzato di essere un totale disastro e che le mancano le basi per educare un vero maschio.

Se qualcuno ben più colto di lei conoscesse il colore della pipì delle rane, per favore, è pregato di illuminarla.
Sono ben accetti anche dettagli su quella degli astronauti.

mercoledì 30 gennaio 2013

Per fortuna si sono estinti...


"Mamma, giochiamo che tu mi chiamavi Euplocefalo anche se non è più vero?"
Mamma ha scoperto su internet che ci eravamo sbagliati a identificare uno dei suoi dinosauri, e questo ha lievemente destabilizzato le certezze della creatura.
"Ok. Ehi Euplocefalo, vieni qui!" dice lo spinosauro tenuto da Mamma al dinosauro che tiene Dede.
"Non sono più un euplocefalo! Adesso mi chiamo Saichània, non sono più un euplocefalo" risponde lui fingendosi molto arrabbiato.
"Ah si?" indaga lo spinosauro cauto.
"Si, perchè l'euplocefalo ha delle cose diverse che io non ho" continua con tono agguerrito il dinosauro.
"Ah si? e cosa?"
"Eh, NON LO SO!" conclude più arrabbiato che mai l'ex-euplocefalo oggi saichania.
Poi cambia scena.
"Allora. Mamma. La sorellina del triceratopo era uno stiracosauro. La mamma del saichania era un euplocefalo..."

Dede ha ancora poche conoscenze sui dinosauri, ma comunque chiarissime. 
Mamma invece non ha abbastanza neuroni per star dietro a questo Beautiful primordiale...

martedì 29 gennaio 2013

Il senso della vita

"Mamma, sai perchè io uso sempre l'ombrello con i dinosauri? Perchè è il mio preferito!"
"Certo che lo so amore. Te l'ho regalato proprio perchè so che cosa ti piace"
"Già. Anche io so che cosa piace a te, mamma"
"Davvero? E che cosa mi piace?"
"Ehm... i bacini!"
"Giusto! E poi ?"
"I cuori, mamma"
"Si, è vero!" e Mamma trattiene una risata.
"E anche gli abbracci" continua lui.
"Bravo, hai proprio ragione. Cos'altro mi piace?"
"La neve!"
"Tesoro! è vero! Bravo"
"E poi ti piace Macco, e me..."

Nascosto nel gioco di un bambino di quattro anni, tutto il senso della vita.

lunedì 28 gennaio 2013

Capricci, noi? Ma figuriamoci!

Sui capricci? Ancora?
Ma si, in fondo pare un argomento di moda. 
Chissà perché poi? in fondo i miei bimbi non ne fanno mai...
Probabilmente in giro ci sono bambini capricciosi.
Probabile.
Ma non guardate noi, eh?

Perché le urla che eventualmente sentiste dall'androne del palazzo, provenienti dal primo piano, magari sono dei bambini del piano di sopra.
Perchè gli strilli per le scale per essere presi in braccio, in realtà non sono capricci: è solo stanchezza.
Perchè quando qualcuno si butta per terra per un NO -in dicembre- alla richiesta di un ghiacciolo, sicuramente non è un capriccio: è gola arsa, e siccome il bambino si sa regolare da solo, forse ha proprio bisogno di rinfrescarsi un po'.
Perchè quando qualcun altro vuole guardare "Bappaapà" e prende a calci ogni cosa se non gli viene concesso, anche questo non è un capriccio: forse non lo stavamo stimolando abbastanza, è di sicuro colpa nostra.

"Ma tu li giustifichi sempre?" chiede il loro papà. "Non è possibile che siano semplicemente capricciosi, senza tirare in ballo sempre qualche strana motivazione?"

Ovviamente si sbaglia: i bambini di Mamma non sono capricciosi. 
E' l'età. O il sonno. O stanno covando qualcosa...
Di sicuro non sono capricciosi.

Ma nel dubbio, intanto, Mamma continua ad applicare la sua regola, che prima o poi -spera- darà i suoi frutti:

Ti spiego. Non basta?
Ti sgrido. Non basta?
Ti ignoro.

E poi aspetta: tanto prima o poi cresceranno.
No?



D.M. propone un argomento mensile di discussione.
Con questo post partecipo all'argomento di Gennaio.

venerdì 25 gennaio 2013

Signori si nasce

Lui è un guru della "turbolenza", ingegneristicamente parlando, uno di quelli che pubblica articoli su invito delle riviste prestigiose, uno di quelli che quando lo incontrano ai meeting gli stranieri gli fanno l'inchino, uno di quelli con lo sguardo vagamente spiritato del genio.
Ha oltre venti tesisti per volta, e progetti di ricerca attivi di cui è impronunciabile anche soltanto il titolo.
E ieri sera era a cena dai brambilli per la prima volta, accolto festosamente sulla porta da Teddy il peluche.

"Bello il tuo frigo! Me lo spieghi?" è stata la sua semplicissima domanda mentre cenavano.
"Bè... non so che dire... è grande. Invece per il forno è diverso. Quello è favoloso, l'ho scelto fra centinaia e ho voluto proprio lui" ha risposto Mamma guardando il forno adorato.
"Ah, bene. Spiegami quello allora per favore!"
Come si può rispondere ad un guru della turbolenza, con sete di dettagli tecnici, che le patate arrosto vengono una delizia e pure il pesce alle erbette, per non parlare della sofficità dei dolci?

E mentre lui infilava curioso la testa nel forno per cercare di carpirne i segreti, Mamma si rendeva conto di quanto è biecamente ignorante e vile utilizzatrice di gioielli di tecnologia avanzata.

Improvvisa nel silenzio, una vocina acuta da sotto al tavolo, dove le due pesti stavano giocando da un po':
"Insomma, d'accordo che le scorreggine sono divertenti Macco, ma adesso basta però!"

Mamma ha sperato che non li avesse sentiti, ma il guru ha riso.
Chi volesse prenderli a nolo per eventuali serate in compagnia di nobili di alto lignaggio, può senz'altro rivolgersi alla direzione.

giovedì 24 gennaio 2013

Su nel cielo

"Buongiorno ragazzi, mi chiamo Rachele e sono un'astronoma. Ma non faccio gli oroscopi"

Ieri c'è stata la prima conferenza di astronomia che Mamma tiene annualmente nelle scuole, davanti ad un centinaio di ragazzini alle soglie dell'adolescenza, e grazie alla precedente notte bianca, Mamma non ha avuto nemmeno il tempo di agitarsi un po' all'idea.
Ha parlato a lungo, con le tende socchiuse e le luci spente, e nell'auditorium non volava una mosca.
E' chiaro che i casi sono due: o erano tutti a bocca aperta e con la bolla al naso, o stavano veramente ascoltando, e parlando di tredicenni la cosa è in entrambi i casi un successone!

La sera prima, Mamma preparava i figli alla sua assenza dell'indomani.
"Domattina non ti posso accompagnare a scuola Dede, ti porterà papà"
"D'accordo. E perché?"
"Perchè vado nella scuola dei grandi a fare una lezione."
"D'accordo. E perché?"
"Perchè ti ricordi che la mamma ha studiato una cosa che si chiama astronomia? Ora la vuole spiegare anche a quei bambini grandi della scuola"
"D'accordo. Ma perché?"


(Ma non è ancora finita, questa benedetta fase dei perchè?)

"Ti ricordi che cosa c'è nel cielo, in alto in alto?" svicola lei.
"Uh?"
"Le stelle, il Sole... che cos'altro ti viene in mente che si trova nel cielo?"
"Le papere! Volano nel cielo le papere"
"Si tesoro, ma io intendo molto più in alto delle papere. Dove c'è la Luna per esempio"
"Ah! Ho capito mamma! Ora te lo dico nell'orecchio."

E dopo un bacino lievissimo, Dede le sussurra ad occhi chiusi:
"Gli aquiloni, vero mamma?"

mercoledì 23 gennaio 2013

Il Grufalò

Macco aveva una gran paura del lupo.
Ne aveva così paura che non riusciva a rimanere in una stanza da solo per più di trenta secondi.
Il lupo di Macco è poi diventato un mostro, si chiama Grufalò ed è sempre in agguato.
Spesso gli offre in dono parte dei suoi biscotti, e non è ancora ben chiaro se in questo modo, il ruffiano, stia cercando di farselo amico.

Anche Mamma aveva una grande paura fin dalla più tenera età.
E' cresciuta convivendoci e, diventata grande, è diventata tale anche la sua paura, tanto da potersi definire terrore puro.
Il suo Grufalò si chiama Varicella, ed è sempre stato in agguato.
Ogni volta che lo sentiva nominare lei tremava, ogni volta che vedeva dei puntini in giro trascinava via i figli, e quando ha mandato il primogenito all'asilo per la prima volta, era l'unica cosa che temesse veramente ogni sacrosanto giorno.

Ieri, finalmente, è arrivata la resa dei conti.

Macco non ha incontrato il suo Grufalò, ma quello di Mamma.
Lui è quello pieno di puntini, ma la lotta peggiore la sta combattendo lei con i suoi fantasmi.
Lei, che è risultata positiva all'esame degli anticorpi pur non avendo mai avuto alcuna bollicina.
Lei, che ha passato un trentennio a temerla senza sapere di averla avuta silente (invidiatela pure...).
Lei, che impossessata da un sacrosanto e inspiegabile panico, ieri notte non è riuscita ad addormentarsi un solo istante, e ha passato il tempo sdraiata per terra con la mano fra quelle del suo bimbo, incastrandola fra le sbarrette del letto.

Lui oggi è quello con un'acne adolescenziale estremamente prematura, e che quando si gratta ti chiede "cufa", nel suo modo buffo di scusarsi.
Lei è quella che non cammina più dal mal di schiena.

martedì 22 gennaio 2013

I fazzoletti

Era qualcosa di morbido quello che ha attutito il suo passo.
La scarpa di Mamma ha calpestato qualcosa di morbido e parecchio odoroso, giusto per essere diplomatici.
Ha subito immaginato un cagnolino dal pelo corto nero, tignosissimo, in piena concentrazione, accompagnato da un padrone distratto dal proprio cellulare o semplicemente troppo bucolico per raccogliere i frutti di tanta concentrazione.

Dopo aver notato che il carrarmato della sua scarpa aveva aggravato la situazione, Mamma ha provato a strisciare il piede sull'asfalto. Ha poi trovato sul marciapiedi un fazzoletto di carta usato, e dopo averlo utilizzato anche lei come zerbino di fortuna, ne è uscita più rasserenata.
Una pozzanghera profonda ha fortunatamente sostituito il lavello di casa, e striscia e ristriscia, Mamma ha notato enormi miglioramenti.
Con dei bastoncini trovati lungo la strada, poi, ha pulito i solchi della suola in modo sommario.
E poi è stata fortunata: un altro fazzoletto usato. E un altro ancora, tre, quattro, cinque, ehilà che bello! Il marciapiede è disseminato di aiuti per le suole sporche!
Mamma strisciava il suo tallone sulla morbida carta e passava al successivo, una decina di passi dopo.
Davanti al cancello del suo cortile, finalmente, il più era fatto, e Mamma si sentiva baciata dalla buona sorte.
"Ce ne vorrebbe ancora uno... giusto l'ultimo e poi sarebbe tutto a posto" aveva pensato.
Nemmeno a farlo apposta ha adocchiato un ultimo fazzoletto, bello grosso ma bello, bello grosso.
Lieta dell'ultimo colpo di fortuna, proprio davanti al cancello, si è avvicinata per strisciare il piede pure su quello.
Il rumore però era diverso.
Quasi plastificato direi.
Perchè il malloppo non era un semplice fazzoletto cari miei, volgarmente smoccicato.
Fino a lì sono capaci tutti!
Noi siamo davvero avanti, e non ci limitiamo agli zerbini a due veli.
Quello su cui Mamma ha strisciato il tallone quasi pulito era un assorbente tutto intero capitato davanti al cancello di casa per pura immensa fortuna!

Che bello abitare in una città zeppa di persone così altruiste, e tornare a casa con la suola pulita!

lunedì 21 gennaio 2013

Una giornata fortunata

"Che fortuna, bambini! Alla mamma una cosa del genere non era mai capitata in ventotto anni di vita (decennio più, decennio meno...), e invece a voi è successo già alla vostra età! Ma come siamo fortunati tesori miei!"
Mamma è seduta alla guida della loro auto, e si muovono in direzione Milano lungo la statale.
Macco è seduto accanto a lei, Dede dietro, sul seggiolino.
"Evviva, evviva, facciamo un filmino?"chiede lei battendo le mani.
E mentre i bambini annuiscono sorridenti, Mamma prende il telefonino e filma il loro viaggio.
Ad un certo punto Brontolo la chiama.
"Rachi, che strada dobbiamo fare secondo te?"
"Secondo me dobbiamo andare qui e poi lì..."
"Ecco, adesso siamo al semaforo" la interrompe lui. "Stiamo girando a destra dove c'è la farmac... ah, già, ma tu lo sai, sei qui dietro..."
Brontolo mostra il suo ingegneristico acume descrivendole la strada che sta percorrendo: lui è seduto accanto ad un signore col giubbotto giallo fosforescente, lei è alla guida della loro macchina, a motore spento, comodamente trasportata da un carro attrezzi luminescente.

E' sabato, e dopo aver rinunciato a farsi visitare dal dentista per i dolori in aumento, i brambilla hanno fatto il pieno e hanno deciso di portare i bimbi sulla neve per la giornata.
Dopo nemmeno dieci minuti l'auto si spegne, in corsa sulla statale. Una spia si accende intimando la riparazione del motore.
Provano a procedere ancora per un po', ma dopo sei spegnimenti consecutivi invertono il senso di marcia e "al novantanovesimo cancello" tornano indietro.
Due corsie senza quella d'emergenza non sono il posto ideale dove fermarsi in panne, e Mamma ha compreso totalmente il senso del farsela addosso dalla paura, ad ogni auto che li schivava.
Ma hanno avuto fortuna, e nessuno li ha colpiti.
Macco ha dormito per le quasi due ore di attesa fermi lungo la statale.
Hanno avuto fortuna, e hanno vinto un giro appollaiati su un carro attrezzi.
Inoltre l'officina, generalmente chiusa di sabato, è stata aperta da un gentilissimo dipendente che si trovava lì quasi per caso, e il guasto è stato tamponato: dopo aver fatto cinquanta litri di pieno e sostituito il filtro del motore, dovranno tornare in officina e farselo buttare via tutto, perchè la stazione di servizio ha messo in circolazione un gasolio pieno di scorie.

Arrivati sotto casa Mamma ha sentito Macco gridacchiare entusiasta: "Io gioco a palle di neve e tilo neve a tutti, ahahah! Ma du è neve?"
Dede ha risposto a ruota "Io invece voglio il panino della baita! Ma dov'è il panino?"

E' strano, ma non è stato proprio facile convincere i bambini che quella è stata una giornata fortunata.
Forse Mamma biascicava troppo per il mal di denti?

venerdì 18 gennaio 2013

Quattro vite a confronto

Dopo una mattinata intensa di trapanazioni al molare, Mamma si è consolata dallo sconforto post-dentistico con un pranzo insieme alle amiche.
Due erano in "pausa pranzo", le altre due soltanto "a pranzo".

Una racconta: "Ragazze! forse ho trovato un nuovo lavoro!"
"Ma dai! di già?! ma cerchi da nemmeno due settimane! è fantastico!"
"Si", prosegue lei,"mi hanno proposto di fare quello che facevo prima, con la differenza che qui avrei un gruppo tutto mio, e dovrei metterlo in piedi proprio io!"
E bla bla bla...

Un'altra, appena arriva il suo turno spara: "Invece io credo proprio che questo sarà l'anno del fatidico si! A Natale ho avuto l'anello!"
"Ma dai! ma è fantastico! un bel matrimonio è proprio quello che ci mancava! sei emozionata?"
"Oh, si: non faccio altro che pensare al viaggio di nozze!"
E bla bla bla...

La terza, tranquilla, beata, sorridente confessa "Io invece sono alla quindicesima settimana, ed è una bimba!"
"Ma nooooo! Evviva! Evvivissima è fantasticissimo!"
"Si, e l'ho anche sentita già muoversi. Tutte quelle bollicine mi hanno fatta squagliare..."
E ancora bla bla bla....

"E ora tocca a te", le hanno detto. "Che ci racconti? Stanno bene i bambini?"
"Oh si, grazie, hanno avuto la gastroenterite ma adesso va tutto bene"
"..."
"Ehm... Ora sono all'asilo..."

Coraggio, ammettiamolo: la vita di noi mamme, per il mondo senza figli, non è proprio tutta questa cosa eccitante e da brivido che vogliamo far sembrare...

giovedì 17 gennaio 2013

Dieci ottimi motivi

Qualcuno ha invitato le mamme del web a scrivere dieci motivi per cui si ritengono brave mamme.
Mamma ha dovuto pensarci su un solo, semplice, misero istante.
(Modestia a parte)
La risposta è stata così immediata quanto folgorante, e orgogliosa di sè ha deciso di condividere le sue motivazioni.
E' davvero una brava madre, non c'è dubbio, giudicate da voi.

Ecco la sua lista.

Rachele è una brava, bravissima mamma perché:
1) non li ha ancora strozzati
2) non li ha ancora strozzati
3) non li ha ancora strozzati
4) non li ha ancora strozzati
5) non li ha ancora strozzati
6) non li ha ancora strozzati
7) non li ha ancora strozzati
8) non li ha ancora strozzati
9) non li ha ancora strozzati
10) non ha ancora strozzato il loro papà...

E non puzza nemmeno di saliva!
Brava, eh?

mercoledì 16 gennaio 2013

Cronaca di una mattinata preistorica

Dede è a casa con la gastroenterite, e Mamma è messa a dura prova con giochi mai fatti in vita sua e scioglilingua complicatissimi: provate un po' a pronunciare quetzalcoatlo e triceratopo e stiracosauro e pachicefalosauro tutti di fila a memoria senza mai imbrogliarvi!

"Ciao plesisaruo" si inceppa Mamma ad un certo punto.
"Plèsiosauro" corregge implacabile Dede.
"Plèsiosauro" ripete Mamma diligente.
"Perchè mi copi?" fa lui corrugando la fronte.
"Perchè si..." non trova di meglio da rispondere lei.
"Ehi, non mi piace se una mamma fa un pappagallo!"

Sono le 11.30, e Mamma sta giocando ai dinosauri da almeno un'ora.
"Amore, la mamma dovrebbe lavorare un po'... ti va di giocare un po' da solo?
"Ehm, no mamma"
"E come faccio allora?"
"Lavori dopo, quando ci siamo stancati di giocare"
"Ho capito. E quando pensi che ci stancheremo?" chiede con voce tremula.
"Ehm... stiamo giocando tanto... ma abbiamo appena incominciato mamma"

Dopo quella che suona come una terribile minaccia, Mamma ha già capito che sarà una giornata mooooolto lunga...

martedì 15 gennaio 2013

All'appello

La settimana scorsa è stato il turno di Macco.
Il weekend è stato tutto per Brontolo, e la settimana è iniziata all'insegna di Dede.
Il secondo giro della gastroenterite ha acceso gli animi dei brambilli e ha visto la loro casa teatro di esternazioni fisiche di ogni genere.

Mamma conta e riconta, ma all'appello manca soltanto una vittima.
Inutile illudersi: ha i giorni contati.

lunedì 14 gennaio 2013

Nuovi giochi

In camera Mamma e i pupi stanno giocando amenamente con i recenti regali di Babbo Natale: dinosauri di ogni specie e il galeone dei pirati.
I dinosauri stanno nascondendo un tesoro, e i pirati devono andare a rubarglielo.

"Mamma, tu sei il capo! Fai il comandante mamma"
"Ok. Avanti miei prodi, andiamo a prenderci il tesoro! Ma in silenzio, così i dinosauri non se ne accorgono. Vedete che dormono?"
"Ma no mamma! dobbiamo prendere le armi e tu devi urlare all'attacco"
"Ok. Ciurma, prendiamo le armi! E adesso andiamo laggiù zitti zitti così i dinosauri non ci sentono"
"Ma perchè mamma?"
"Se loro non si accorgono noi possiamo tornare al galeone sani e salvi, no?"
"Ma no mamma, dobbiamo combattere"
"Ah si? e perchè?"
"Perchè dobbiamo ammazzare i dinosauri, mamma"
"Ah! è fondamentale? non si può giocare che li imbrogliavamo e poi dal galeone gli facevamo marameo?"
"Ma nooooo! Ma mamma, ma che gioco è se non muore nessuno?"

Il giorno dopo.
"Guarda Macco, quello è il T-Rex! adesso muore, guarda! Hai visto? è morto!"
"Siii! siii! è molto!"
"E adesso muore anche quello, guarda, eh? Ah ah! è morto, è morto anche lui!"
"Siii! Molto anche lui, ahah!"
Walt Disney forse non si aspettava tanto morboso entusiasmo quando animò Stravinsky in Fantasia, nell'evoluzione della vita sulla Terra.

Inconcepibile divertirsi se non muore nessuno, ovvio.
(Ridatele le sue Barbie per favore!)

venerdì 11 gennaio 2013

Rosazzurro

Una giornata in rosa.
Lava-vesti Dede-coccole-prepara la colazione- lava-vesti Macco-nuove coccole-ciao ciao.
Auto-tram-metro-tram.
Cassa-dentista-cassa-lastre-dentista-ancora cassa ("Mica mi farete fare la fila per la terza volta, vero?" "No, ormai la conosciamo, passi pure avanti")
Metro-panino camminando-agopuntore.
Picchi-buchetti-punture, una goduria immaginabile.
Ma Mamma è di nuovo bloccata con la spalla, e le prova tutte prima di cadere in una nuova depressione cosmica.

Metro-tram-auto-supermercato-asilo numero 1-asilo numero 2-spazio giochi.
Appollaiata al terzo livello della struttura di scivoli e palline, Mamma ha ripetutamente fatto da scaletta per Dede, da gru per Macco, da apripista nei tubi bui, carponi con la borsa appesa al collo, ha fatto lo scivolo a spirale ad una folle velocità, terrorizzata di schiacciare qualche bambino sulla sua strada, ha poi temuto per la sua vita quando una settenne di appena 80 kg ha rischiato di caderle sulla testa piovendo giù tutta contenta dal quarto livello.
Litigate-minacce-pianti furenti-insubordinazione-punizioni-ammutinamento, e finalmente a casa, ora delle 19.05.

Rifare i letti-cucinare-bucato scuro-questa pappa chifo- o questa o niente- bleah puah skiff- mamma io invece ne voglio ancora- pigiama a Dede- litigate-minacce-pianti furenti e finalmente pigiama a Macco- ancora cinque minuti e poi a letto- no no e no- io questo lo strozzo...

Una giornata in azzurro.
Asilo numero 1-asilo numero 2-auto-ufficio.
Lezione-pranzo-caffè-colloqui-thè-auto-casa.
Lavaggio mani ai bimbi-lavaggio piatti-videogioco coi bambini.

"Rachi, sono distrutto. Pensaci tu a loro adesso, almeno tu oggi hai potuto rilassarti..."

giovedì 10 gennaio 2013

La perfezione

Il segreto è quello di tenere ogni indumento da dietro, e strofinare i lembi fra di loro sotto il getto a spruzzo dell'acqua. Così non ti sporchi e pulisci bene tutto prima di lavare per bene.
Questa volta poi Mamma si è fatta furba, e ha usato il lavandino dove c'è il tritarifiuti: una mattinata a sturare tubi dai detriti è più che sufficiente nella vita per non ripetere l'errore.
Si strofina bene tutto, si infila in lavatrice, e voilà, il primo carico è fatto.
Spugna e spruzzino e voilà, il pavimento è pulito.

Macco stanotte ha fatto sguorp e ri-sguorp e triplo sguorp, e alle 3.50, dopo appena mezz'ora di lavori, lei aveva un bimbo pulito e profumato, lenzuola e coperte pulite e profumate e una stanza pulita (no, profumata davvero no...).
Alle 4.30, al secondo episodio, è riuscita perfino a non far sporcare il cucciolo nè le lenzuola (transeat capelli e pigiama di Mamma: la prossima volta non succederà più nemmeno quello, garantito!), e al terzo episodio, alle 5.33, non ha nemmeno dovuto accendere il cervello: le braccia hanno fatto tutto da sole.
Il timore di aver mescolato l'ordine degli eventi l'ha sfiorata per un istante, rischiando di trovare un bambino spiegazzato in lavatrice, delle lenzuola infilate in un pigiamino pulito e un pavimento piegato a metà e strofinato per i lembi, ma al risveglio, un'ora dopo, tutto era fortunatamente regolare.

E' con orgoglio e commozione che Mamma annuncia al mondo che in questo campo, modestamente, si sta avvicinando alla perfezione.

mercoledì 9 gennaio 2013

Il rumore

Ma voi conoscete il rumore che fa un piede che pesta una cacca?

No, non quello. Quello è troppo facile.
Io vi chiedo se conoscete il rumore che fa il piede di un bambino su una cacca.
Il piede di un bambino scalzo, che pesta una cacca in un pannolino.
Chiuso ovviamente.

Ci vuole molta abilità, ma se siete sufficientemente fortunati, avrete la possibilità di scoprire che genere di rumore genera il felice evento.

Dede, il nostro Dede, è stato bravissimo a pestare la cacca chiusa nel pannolino del fratello, che era stato posato in un angolo del bagno mentre il culetto dell'artefice veniva lavato.
Per sbaglio mamma, capita a tutti di sbagliare no?
E certo, creatura. Credo sia capitato più o meno a tutti di infilare un piede proprio lì, aprendo il pannolino con un unico gesto e facendolo richiudere col proprio piede all'interno.
Non pago, ha poi notato lo sporco sul suo tallone e ha girovagato per il bagno strisciandolo a più riprese per terra.
Per pulirsi, dice lui.
Amore di mamma, com'è igienico.
Erano le 22 e i bimbi strillavano non-stop dalle 7 della mattina. Mamma doveva ancora finire il bidet a Macco, lavare i piedi a Dede, cambiargli i pantaloni e disinfettare il pavimento del bagno.
Dopo quindici ore di passione, Mamma ha avuto un attimo di scoramento, indecisa se piangere, mollare tutto e scappare, strapparsi i capelli e diverse altre soluzioni più o meno edificanti che le sono balenate in mente.

Dicevamo: il rumore del piede scalzo che si infila su una cacca avvolta in un pannolino chiuso, non l'avete presente quel rumore?

Se foste capitati nei pressi di un bagno ignoto e aveste sentito uno spaventoso urlo belluino seguito da vetri che tremano, caduta di aghi di pino e cani che corrono a nascondersi bè, adesso lo sapreste anche voi: quello è il rumore.

martedì 8 gennaio 2013

C'è Belva e belva


“Ed ecco qui Camilla, detta la Belva” esordisce un’amica di Mamma accogliendoli in casa.
“Ma povera! Ma se è tanto dolce e carina” risponde Mamma guardando un batuffolo con i boccoli alto circa ottanta centimetri. Tutto vestito di rosa.
“E’ che voi non sapete di che cosa può essere capace…” conclude lei.

Dopo quasi due ore di soggiorno a casa di Camilla, i brambilla hanno sgombrato il campo, e hanno lasciato alle loro spalle una bambina in lacrime con i codini sfatti, tirati a quattro mani da due maschiacci maneschi, la Belva schiaffeggiata a più riprese da un Macco in gran forma, e quattro genitori sgomenti.
I primi due a consolare le figlie, con lo sguardo di chi reprime il desiderio di vendetta soltanto per rispetto all’amicizia di anni.
Gli altri due con la dignità calpestata e la vergogna del fallimento su tutti i fronti.
E mentre i selvaggi uscivano dalla casa ospite strillando per la punizione ricevuta, Mamma ha visto la sua amica coccolare la Belva, sbaciucchiarla e vezzeggiarla ringraziando il cielo che no, per fortuna tu non sei così amore mio, quelli sono solo dei maschi e sei proprio brava tu, amore di mamma…

E se lo dice anche la mamma di una Belva, ora c’è davvero da preoccuparsi.

lunedì 7 gennaio 2013

Un bambino grande


Alla festa della Desi, Mamma non l’ha neppure visto.
Più precisamente l’ha incrociato appena, al tavolo del buffet chiaramente, dove lui l’ha deliziata con un paio di bacini briciolosi e poi è sparito fra la folla per giocare con gli altri bambini.
Grazie a questa ventata di autonomia di Dede lei ha avuto modo di salutare la sua amica psicologa, madre di quattro-figli-quattro, che le ha chiesto con aria apprensiva “Allora, come stai?”. Considerato che all’età in cui lei festeggia il battesimo del quartogenito, con neanche un etto di troppo, Mamma era in attesa appena del secondo, e con svariati chili di troppo, la risposta non poteva che essere “Benissimo, grazie, in forma smagliante!" che fra le righe significa poi "potrò mica lamentarmi con te, che ne ho soltanto la metà?”

E mentre Brontolo le chiedeva a più riprese “Dov’è Dede?”, Mamma rispondeva beatamente “Non lo so!” e chiacchierava con l’amica avvocato dalla carriera lanciata, dal sorriso dolcissimo, le bimbe quasi bambole e l'invidiabile marito tuttofare.

La festa è stata piacevole, e Mamma ha potuto dedicarsi alle pubbliche relazioni e agli squisiti manicaretti, grazie a Brontolo che controllava a vista Macco.
Tornati a casa, poi, Mamma ha chiesto “Dede, amore, non siamo stati per niente insieme oggi, vuoi venire un po’ qui che ti faccio due coccole?”
Lui tutto educato, tutto compito, con la sua solita aplomb inglese le ha risposto “Ehm… Uhm… No Mamma, adesso sono troppo impegnato. Però ti posso dare un bacino”

In queste vacanze Mamma ha compreso di avere un bambino grande, che si muove da solo nel mondo e che ricorre a lei sempre in meno occasioni.
La cosa le suscita un divergente stato d’animo di piacevole libertà e sottile malinconia. 
(Fermati amore, non crescere ancora, rimani per sempre della tua mamma innamorata!)

Ma per fortuna può non disperare: ha ancora davanti un annetto per godersi la “cozzaggine” di Macco, che non ne vuole sapere di vivere neanche un solo istante lontano dalla sua “belliscima mamma, tutta mia! e non puzzi nemmeno di saliva!”
E davanti ad una dichiarazione d'amore così...

venerdì 4 gennaio 2013

Vacanze a Villa Delirio


Nelle vacanze a Villa Delirio Mamma non ha avuto la connessione a internet: aveva disdetto il suo abbonamento con la certezza che ne avrebbero attivati due in cambio, un po' come i fustini di detersivo della pubblicità, ma è rimasta simpaticamente a bocca asciutta.
Il riassunto è presto fatto:

Nelle vacanze a Villa Delirio, Macco ha avuto un po' di febbre.
E passi.
Inoltre non ha dormito più di quaranta minuti di fila perché non era nel suo lettino bello, nella sua bella camera della sua casa di Milano.
E passi.
E' stato sempre sveglio eccetto una notte. In quella notte, lo sfottente, ha russato beatamente senza alcun risveglio, e Mamma può dirlo con totale consapevolezza visto che è stata in piedi con Dede affetto da mal d'orecchi.
Ma passi pure questo.
"Voi avete un concetto particolare del non dormire..." ha addirittura ironizzato Sorilla dopo l'annuncio della terza notte bianca, pensando che Mamma esagerasse e che gonfiasse la realtà. Poi una notte ha dormito nella stanza accanto.
Il giorno dopo si scusava fra lacrime coccodrillesche che le scendevano copiose facendo slalom fra le occhiaie...

Dopo sei notti passate in piedi al freddo o sdraiata bocconi sul tappeto con la mano di Macco infilata indovinate dove, Mamma si è ammalata pure lei.
E passi, in fondo è stato un solo giorno di febbre alta e dolorosa, come un ALT imperioso del suo fisico che in alternativa contemplava soltanto la morte neurale.
Potendo scegliere qualsiasi giorno delle suddette vacanze, la febbre ha scelto proprio la mattina del 31 Dicembre, svanendo poi la sera del primo Gennaio.
E passi, ok, ma con un certo prurito questa volta, che Mamma si era portata pure le scarpe per andare alla festa.
Le è venuto un feroce mal di denti doppio.
E passi (speriamo presto però).

Le vacanze a Villa Delirio sono un must, ed il piacere della famiglia intorno e degli amici di sempre da riabbracciare è stato comunque compensatorio di quelle quattro piccole cose andate storte.

Ma che le si continui a chiamare vacanze! 
Per favore, la prossima volta aggiorniamo il vocabolario, che Mamma a questo punto si sente un pochino beffata...