mercoledì 31 ottobre 2012

La sveglia (sequel)

Mamma ieri sera ha fatto la pizza, e ha deciso di provare il pomodoro, per verificare se veramente quest'allergia le dà disturbi reali.
Bene, l'ha verificato.
Alle 23.40 era in cucina a farsi del bicarbonato, e a mezzanotte e un quarto accendeva la luce perchè non riusciva ancora a dormire.
Quando finalmente il suo stomaco le ha dato tregua, qualcun altro ha deciso per lei come proseguire la nottata.

"Mamma cacca, veni, aiuto, veni subito". Il solito grido di Macco, ma impossibile ignorarlo questa notte, pena denunce dall'intero vicinato.
A mezzanotte e mezza lei e Macco erano dunque sul water, ovviamente a vuoto, con la testolina del piccolo che non riusciva a stare su per il sonno.
Ma non appena lei ha provato a rimetterlo a letto, si sono aperte le tendine del giorno.
Solo per Macco chiaramente.

Càmela mia... càmela tua... no, càmela papà... e le ore svolazzano liete fra un trasferimento in una stanza e un ritorno nell'altra.
E poi bicarbonato anche per lui (Vuoi mai? Macchè, inutile), e poi mal d'orecchio e tante lacrime (Sciroppino subito... ma inutile), e poi camomilla (Droghiamolo pesante), e tante coccole (e minacce di infanticidio).
Quella povera fata della notte è stata nominata così tante volte che avrà pure deciso di cambiare mestiere.

Alle 3.20 Macco si è finalmente addormentato nel lettone, e alle 6 era già pimpante in piedi, pronto per la graditissima lotta mattutina tatta si-tatta no.

Ok.
La prima che mi si lamenta che non ha sentito la sveglia, è una persona morta.

martedì 30 ottobre 2012

Un post a parte

Un post a parte lo merita il disegnino nuovo che alcuni di voi hanno già notato qui a destra.
E' la caricatura della Sciura Brambilla vista dagli occhi di Scleros, mitica disegnatrice della bloggosfera.

La Sciura è ritratta con un amuleto al collo che prende il  nome di Criptonichel, e con una tavoletta di cioccolata e una girella in mano.
Solo a guardare il disegno, Mamma è stata già presa dalla smania, e fra poco cederà alla tentazione di una merendina, ma si, dai.

E il sorriso a 48 denti della Sciura è tutto dedicato a Scleros, che è stata così simpatica da disegnarle la caricatura!

Grazie Scleros, sei bravissima!

La festa di Halloween

Certo che si fa fatica ad organizzare una festicciola per bambini.
Cucini per due giorni e prepari meringhe a forma di ossa, pizzette a forma di teschio, topi rognosi di cioccolata e altre amenità del genere, ma che importa la fatica, se poi loro saranno felici?
Ti ribaltano la casa, a correre su e giù mangiando in ogni stanza e ridendo come pazzi, ma che fa, se li senti divertirsi con gli amichetti?
Domenica è stata una giornata di preparativi stancanti, ma vuoi mettere il piacere di farlo per loro?

Ogni lunedì la maestra chiede a tutti i bambini di raccontare cosa hanno fatto di speciale nel weekend.
"Amore, allora cosa hai raccontato alla maestra di questo weekend?", chiede Mamma dopo l'asilo, piena di aspettative.
"Eh. Ehm... che sono andato al cinema!"
"Cosa? Al cinema? Ma Dede, quello è stato due settimane fa!"
"Uh? ah si..."
Mamma fa un respiro profondo e poi torna all'attacco, con tono di disperazione implorante.
"Ma veramente dici? Che cosa hai detto dai, dì a mamma, cosa hai detto stamattina alla maestra?"
"Eh. Ho detto che sono andato al cinema a vedere l'Era glaciale 4"

E mentre Mamma raccoglie ancora le briciole della festa di domenica, pensa che ne è proprio valsa la pena.
Sono davvero grandi soddisfazioni, queste!

lunedì 29 ottobre 2012

La multa


Mamma ogni giorno prova ad insegnare ai bambini la differenza fra il bene e il male.
Fra giusto e sbagliato.
Fra buono e cattivo.

"Mamma, ma è vero che se passi col rosso e c'è un vigile, poi ti fa la multa?
"Eh si Dede. Se è rosso, ci si deve fermare"
"Però... però... se poi noi gli offriamo una bella tazzona di caffè, poi lui è contento, vero mamma? Il vigile mamma, e la multa non ce la fa più, eh?"

Mamma ha solo detto che ci prova.
Ciascuno di loro, poi, impara a modo suo...

venerdì 26 ottobre 2012

Bolle di sapone

Fffffffffff...
Una, dieci, venti bolle iridescenti galleggiano nell'aria.
Il bambino ne prende una col bastoncino e ci soffia sopra.
Fffffffffff...
Da una bolla ne escono altre cinque, dieci, aleggiano lente indugiando un po', si allontanano lievi.

Tu pensi "ora è finita", ma lui non le lascia disperdere, ne sceglie una, la segue paziente e infine la prende con delicatezza.
Fffffffffff...
Ne escono ancora a decine.
Anche dalla bolla più piccina.
(Stupefacente!)

E ancora, finchè diventano sempre meno iridescenti, sempre più eteree, delicate e fragili.
Ma continuano a dare.
C'è un momento in cui sono la filigrana di se stesse, come lo scheletro dorato di una foglia decomposta.

Un ultimo soffio, un guizzo lieve, uno schizzo fresco, e poi il nulla.
Hanno dato tutto.


(Non vi sembra una delicatissima analogia con le mamme?)

giovedì 25 ottobre 2012

Da grande

Ieri mattina i brambilla si sono preparati presto per uscire, e hanno accompagnato i bambini all'asilo prima del solito. All'apertura dei cancelli, Mamma e Dede sono stati i primi ad entrare, e poco dopo le 9 lei e Brontolo erano in auto alla volta di una meta speciale: una lezione universitaria da seguire.

Hanno attraversato il caotico traffico mattutino spingendosi verso la profonda periferia milanese, dove le case sembrano sorgere senza alcun rigore geometrico, addossate a casaccio l'una all'altra, alcune scrostate e alcune piene di piante selvagge, e formano angoli sbilenchi con vicoli di cui non si riesce a vedere la fine, perchè qui la nebbia domina ancora come una volta.

La scorsa settimana  Mamma era stata ad una conferenza, e aveva scoperto che quello che le sembrava un bellissimo gioco o una effimera passione, è in realtà un lavoro scientifico a tutti gli effetti, con tanto di corso apposito alla facoltà di Architettura.
Si tratta di Archeoastronomia, una scienza nuova che l'ha fatta tornare a sognare: lo studio di monumenti archeologici alla luce di ipotetici collegamenti astronomici.
Seduta al primo banco fra decine di ragazzi, ha provato a fingersi giovane, ha provato a fingersi importante, e si è dimenticata di chi fosse veramente.
Ascoltava rapita, immersa nel filo del discorso, e fra uno sbadiglio e l'altro (è pur sempre la madre di due pestiferi sonno-repellenti...) ha fatto tante domande e ha imparato cose entusiasmanti.

L'archeoastronoma Rachele (astronoma di diritto, archeo per via dell'età), per la prima volta è stata felice di vivere a Milano, e per la prima volta dopo tempo si è accesa di passione e ha sognato di poterci lavorare anche lei, entusiasta come non le succedeva da tanto.
E' quello che le piacerebbe fare "da grande".

Sulla via del ritorno, in autobus, Mamma ha poi incontrato se stessa e ha dovuto guardare in faccia la realtà.
E' quello che le sarebbe piaciuto fare, se non fosse -ahimè- troppo tardi.

mercoledì 24 ottobre 2012

La sveglia

Nella classe di Dede quest'anno c'è un primino che ha una sorellina di sei mesi.
"Guarda com'è piccola, mamma, guarda che carina!" le dice OGNI giorno Dede, che ultimamente è irrimediabilmente attratto da ogni essere vivente che non sappia fare molto di più che agitare le mani.
E' la madre che lo accompagna, lo prepara, lo viene a prendere, e Mamma le sorride di solidarietà, immedesimandosi.
Arriva con il suo fardello rosa appollaiato nell'ovetto e prepara il figlio per l'asilo, saluta, scende le scale e se ne va con il fardello rosa ancora al suo posto.
Nel frattempo la vedi correre per il corridoio con l'ovetto in mano, sospirare affaticata, ogni tanto sbuffare, guardare silenziosamente il cielo a cercare la calma dentro di sè per fronteggiare le più svariate situazioni.
Mamma la guarda e le sorride, solidale ma lieta che quel periodo di fuoco sia ormai passato.

Stamattina Mamma e Dede incrociano per strada i tre, e procedono verso l'asilo insieme.
Lei ha gli occhi sbarrati sul mondo, e un'espressione di rassegnazione mista a voglia di scappare che Mamma ben conosce.
"Ciao Ale!" esclama Dede al bambino.
"Ehm, abbi pazienza con Ale stamattina, si è svegliato storto e senza lingua, è una giornataccia...", risponde la madre per lui.
Mamma le dice "Vedo, vedo. Riconosco quello sguardo perso che hai stamattina"
"Si, non dirmi niente..." Mamma annuisce.
Lei prosegue: "...Non dirmi niente. Lui è proprio nervoso" Mamma annuisce ancora.
"...E siamo pure in ritardo" Mamma capisce e sorride.
"...Ho dovuto fare tutto di corsa" Mamma capisce perfettamente e sorride di più.
"...Sai, stamattina non ho sentito la sveglia e mi sono alzata alle otto. Ho dovuto correre come una matta".
Mamma si blocca sulle scale.
"Hai detto alle otto?" chiede a voce bassa corrugando le sopracciglia.
"Si, devo aver spento la sveglia. La metto alle 6.30 per far andare avanti la baracca"
"Cioè tu mi vuoi dire che metti la sveglia alle 6.30 altrimenti andresti avanti a dormire ad oltranza? E i bambini pure?"
La donna non capisce, la guarda interrogativa.
"No, vedi, io sono anni che non mi sveglio alle 8... e nel mio caso spegnere la sveglia sarebbe gravemente illegale... Ma lasciamo stare" dice Mamma, senza sorridere più.

Procede per le scale prendendo per mano Dede e accelera il passo.
L'invidia è una gran brutta bestia...

martedì 23 ottobre 2012

Mal di testa

Mamma da qualche giorno ha il mal di testa.

Bei tempi quando potevi andare a letto per fartelo passare...
E quando avere l'influenza era quasi bello, tutto il giorno a letto a viziarti e coccolarti.
Quando se non avevi voglia, non facevi nulla.
Quando programmavi qualcosa per il weekend, e a nessuno venivano strane bollicine il venerdi sera.
Quando andavi a far la spesa una volta alla settimana ed era più che sufficiente.
Quando tornavi a casa dopo la spesa "grande" scandalizzata perchè avevi speso ben 30 euro.
Quando se volevi andare in vacanza, non avevi limiti spazio-temporali.
Quando ti svegliavi alle 9 di domenica mattina ed era troppo presto.
Quando se arrivavi con le occhiaie al lavoro, tutti ti facevano l'occhiolino.
Quando potevi ridere in faccia a chiunque ti avesse proposto di guardare i Tele Tubbies.
Bei tempi quelli.

Ma nessuna persona, piccina piccina, ti si era mai aggrappata al collo stringendoti la vita con le gambe, la testolina poggiata sulla spalla, dicendoti con un sospiro che sa di biscotto "Ti amo tanto mammina..."
E allora di quei bei tempi ti crogioli nel ricordo, lasci che ti facciano sognare un po' ma li ricacci indietro senza alcun rimpianto.
Perchè i tuoi bei tempi, ora, sono questi.

E tanto, per fortuna, hanno inventato il paracetamolo.

lunedì 22 ottobre 2012

Quando è l'ora di fare la nanna

Ore 20.30, i bimbi sono nei lettini dopo un intenso weekend di sole e di giochi.
Ore 20.35, i bimbi sono in bagno a fare poche gocce di urgentissima pipì.
Ore 20.45, Mamma è sdraiata vicino al letto di Macco e tiene una zampa al coniglietto di peluche.
Ore 20.48, Mamma è sdraiata sul letto di Dede e lo coccola un pochino. Lui le dice che è mooolto stanco.
Ore 20.50, Mamma è sdraiata per terra davanti alla porta e aspetta ancora qualche minuto prima di lasciare la stanza. Dede si alza e le dà un bacino, poi lei esce.

Ore 21.00, Macco urla che vuole il latte. Mamma gli porta il biberon.
Ore 21.10, Macco strilla che vuole la camomilla, e Mamma va in cucina (una camomilla ad un insonne non si nega mai)
Ore 21.13 Dede piange.
"Rachele, c'è Dede che piange", le dice Brontolo con il telecomando in mano brandito come uno scettro, dal suo divano.
"Brontolo vai tu, sto facendo la camomilla per Macco"
Detto fatto: "Vai viiiiiiiaaaaaa! Vojo la mamma, ho chiamato mamma mica papà!" e piange ancora sommessamente.

"Tesoro, cosa c'è?" chiede preoccupata Mamma, subito accorsa.
"Ecco mamma, volevo farti una domanda ma tu non venivi.... buaaaaaahhhhh..."
"Dimmi amore, adesso sono qui! Che domanda?"
"Perchè ci sono dei monopattini che hanno quattro ruote e altri ne hanno solo due e altri invece tre?"

venerdì 19 ottobre 2012

Figurine

Una volta è stata un'amica sposata da qualche mese.
Mamma le ha posato graziosamente la mano sulla pancia rotonda e le ha detto "Che bella pancina!", convinta senz'ombra di dubbio che il bambino tanto cercato fosse finalmente in viaggio.
L'amica l'ha guardata con occhio da triglia e le ha risposto imbarazzata: "Bè, sai... il matrimonio... uno si rilassa e allora..."
"E allora?" ha chiesto Mamma ottusa.
"Mette su chili"
Gelo.

Una volta è stata la compagna di stanza dopo il parto di Dede.
Lei era entrata in vestaglia seguita dai parenti con le valigie, e aveva sistemato delle cose nell'armadio toccandosi di tanto in tanto la pancia.
Quando sono rimaste sole, Mamma le ha chiesto quando dovesse nascere il bambino, col sorriso ebete di chi proprio non capisce.
Anche lei con un lieve imbarazzo ha risposto:
"E' nato ieri, ma sai, mi hanno tenuto due giorni in corsia perchè non avevano stanze..."

Una volta ancora è stata la mamma di una compagnetta di asilo di Dede.
Aveva un pancione enorme e non si era più vista per tre giorni. Quando è rispuntata ad accompagnare la piccola, da sola e con la sua bella pancia, Mamma le ha detto serafica "Ma come? Pensavo fosse nato!"
Ormai avvezza a quel tipo di imbarazzo, quando si è sentita rispondere "Infatti è nato. E' nato venerdì", Mamma era già pronta a sprofondare dalla vergogna.
Esattamente come le altre volte.
Ma imparare a tacere, no.

Se è vero che errare è umano e perseverare diabolico, per favore tappatele la bocca, perché a quel povero Belzebù, Mamma, ha davvero tanto da insegnare...

giovedì 18 ottobre 2012

Non dovevi

Sono la tua mamma, e per questo sorvolo su tante cose.

Sorvolo sulle nausee, e il vomito, e l’insonnia gestazionale.
Sorvolo sul mal di schiena, le ragadi da allattamento, i numerosi punti del parto.
Passino le notti insonni da due anni e mezzo a questa parte.
Passi pure lavare pantaloni che definire immondi è una gentilezza, da quando hai deciso che la cacca nel wàttele non fa per te.
Passino i panni di santa pipì addosso che un alcoolizzato probabilmente puzzerebbe di meno.
E passi la lotta quotidiana tatta si-tatta no, che spero stia arrivando al capolinea perché mi sta esasperando un po'.
Accetto pure che non ho più una vita reale da quando la mia realtà siete diventati voi...

Ma strillare “Mamma cacca!” proprio mentre stavo sognando Brad Pitt, no.
Questo no.

mercoledì 17 ottobre 2012

Dubbi amletici

Oggi Mamma è in vena di alta filosofia. Le capita, a volte.
E dunque si chiedeva:

Ma perché uno dovrebbe aprire un hotel e chiamarlo "Hotel Milano"? o magari Hotel Bologna? E per giunta in città che non corrispondono nemmeno al nome dell'albergo?
Insomma, potrei giustificare un paio di Hotel Belvedere in tutta Italia, ma sembra che alcuni nomi orribili vadano per la maggiore, tanto che in ogni città non può mancare un Hotel Excelsior, esattamente come la Via XX Settembre o la Via Roma.

E si chiedeva inoltre.
Ma perchè i cassetti, anzichè essere lunghi come tutto il mobile, finiscono almeno 15 cm prima, togliendoti utilissimo spazio che inesorabilmente viene sprecato?

E perchè, quando tiri l'acqua del water, questa non scende dappertutto ma ti lascia dei posti all'asciutto, così se per caso ti ci finisce della carta igienica proprio lì, poi la devi togliere con le mani?

E perchè gli autogrill li hanno piazzati tutti dopo i caselli di uscita delle città? Non era meglio metterli prima, così se sei indeciso sull'uscita da prendere puoi fermarti un secondo a leggere la cartina, o se devi darti una sistemata perchè hai un appuntamento, hai l'autogrill proprio a due passi dal luogo dell'incontro?

E perchè nella metropolitana ci sono corridoi e corridoi da percorrere prima di arrivare alla banchina del metrò? Non potevano fare l'entrata direttamente sopra, che bastava una rampa di scale (o la banchina direttamente sotto l'entrata), e risparmiarsi tutti quei lavori, e la luce, e lo spazio impegnato? Sembrerà banale, ma provate a prendere la linea Gialla un giorno che avete fretta...

Infine una domandina piccina picciò, nata davanti ad un cartellone pubblicitario: ma la Manuela Arcuri, al di là di due doti molto evidenti, per quale motivo avrebbe avuto tanto successo?

Il momento amletico si chiude qui.
Se si dice che chi va con lo zoppo impara a zoppicare, Dede è stato proprio un gran maestro.

martedì 16 ottobre 2012

In crisi esistenziale

Mamma di recente è entrata in modalità "crisi esistenziale".
Fra le scriteriate cose folli che non si sarebbe mai sognata di fare, c'è aver parcheggiato la bicicletta da giorni e fare un uso sconsiderato dell'automobile. Va in auto anche a prendere Macco all'asilo, e quando non trova parcheggio arriva a lasciare la macchina nel primo luogo che le capita, con le famose quattro frecce che a Milano significano "faccio quello che mi pare tanto torno subito".

Sta inoltre facendo razzia di Kinder Brioss, e ha addirittura comprato il pollo al supermercato.
Se vi dico che ha comprato perfino il salame, ho detto tutto.

Mamma in crisi significa che arrivano le 19 e non ha la più pallida idea di cosa cucinare. E si è recentemente avveduta che non è affatto facile improvvisare, con quegli stomaci senza fondo che si ritrova per congiunti.

Crisi esistenziale significa sperare che il pomeriggio piova, così da non dover portare i bambini a spasso e magari preparare una teglia di biscotti.

Mamma in crisi dice "lo faccio domani" per qualsiasi cosa le venga in mente, anche la pipì. Ma poi si accorge che, nonostante il proposito, è riuscita a completare opere che erano rimaste in sospeso da mesi.

Assorta in pensieri sui destini del mondo, si toglie la fede la sera e la posa nella specchiera, e la mattina dopo non la trova più.
E non la troverebbe mai più, se non fosse che ha avuto la fortuna di dormire soltanto 5 ore, e la fede non ha avuto tempo di sprofondare completamente nella crema per il viso in cui l'aveva sofficemente riposta, senza accorgersene.

Da quando ha iniziato la dieta anti nichel, Mamma non si riconosce più: le hanno minato tutti i punti saldi del suo pseudo-veganesimo, e non sa più da che parte voltarsi. E' per questo che sdrammatizza, mangiando formaggi e Big Babol, merendine come pranzo e banane a merenda, e usa i figli per sfornare biscotti, visto che lo zucchero pare essere una delle rare cose concesse.
Ma Mamma non la sopporta proprio più, e da domani tornerà ai suoi dolci senza zucchero-uova-burro, alle sue belle verdure di stagione e alle zuppe di legumi che adora.

Da domani però, perchè al momento sta festeggiando la fine della dieta mangiando un ciambellone dalle dimensioni vertiginose che ha trovato su internet, e che ha preparato in un pomeriggio di pioggia con i figli.

lunedì 15 ottobre 2012

La prima volta

"Mamma, mamma! Ma perchè quella bambina aveva la farfalla sui capelli? Eh mamma?"
"Mamma! Ma perchè si rompe tutto il ghiaccio? Eh mamma?"
"Mamma! Ma cosa voleva fare la tigre? Eh mamma?"
"Mamma! Ferma tutto! Ma.. ma... eh... non ho capito, eh mamma?"
"Mamma! Spiegami tutto, voglio sapere tutto mamma! Subito!"
"Dede... si, ti spiego, ma calmati! Dammi il tempo di rispondere almeno ad una domanda prima di farne un'altra..."
"Uh... mamma, guarda. Ma perchè lo scimmione è così cattivo?"
"Dede, guarda il cartone, così capirai tutto. Devi guardare per capire! E non urlare, ti prego"
"Ma mamma! Eh?"
"Dede, per favore, smettila di saltare sulla poltrona. Mettiti giù e stai tranquillo. Quando finisce, se non hai capito, ti spiego ogni cosa"
"Si. Ok. Sto zitto. Ma solo una cosa. Mamma!"
E ancora... e ancora... per un totale di 105 minuti di domande, incomprensioni e spiegazioni.

Normale amministrazione, per noi.
Forse non per le altre duecento persone sedute nella stessa sala.

Per quanto mi riguarda, oggi Dede è andato al cinema per ben due volte: la prima e l'ultima.
E forse (forse!), abbiamo bruciato un po' le tappe...

venerdì 12 ottobre 2012

Se non vedo...

"Andiamo a letto ora bambini, così quando passa la fatina della notte siamo già tutti a nanna!"
Questo ha creato ieri la fantasia di Mamma, unita all'esasperazione di una buona notte che sembrava infinita.
"La fatina della notte? E chi è?"
"E' una fatina buona, che passa la notte nelle case a controllare se i bambini dormono. Se dormono, dà loro un bacino che gli fa fare bellissimi sogni. Tu cosa vorresti sognare Dede?
"Io? Ehm... ah, si, voglio sognare dei topi. Tanti topi mamma, questo sarebbe proprio un bel sogno. Un po' bianchi e un po' neri come i miei peluche"
"Fantastico (yiiiik...)! Tanti topi tutti per te Dede. Allora dormi ora"
"E se non dormiamo?"
"Se non dormite...bè, allora si arrabbia molto, agita il suo sedere e sparge sui bimbi svegli una polverina magica scura, che li fa diventare capricciosi, piagnucolosi e maleducati. Ecco perchè dobbiamo andare a nanna subito!"
"Ma mamma, ma cosa dici? Non agita il sedere, agita la bacchetta magica!" corregge Dede.

Macco invece è terrorizzato. L'idea che qualcosa di invisibile possa passare a sua insaputa in casa lo sgomenta. Fila dunque nel lettino con gli occhi sbarrati e si tira su le coperte, in un istante. "Mamma, du è fatina? non vojo fatina nera io, fatina cattiva"
"Ma no tesoro, non è cattiva, e non è nera! Lei è molto buona, è solo che se vi trova svegli si arrabbia. Un po' come la mamma no? Anche io mi arrabbio se di notte state svegli, ma vi amo tanto lo stesso"
"Non vojo fata nera cattiva io" ribadisce.

Dede ci pensa un po' su.
"Mamma, ma la posso vedere?"
"Uhm, non credo tesoro, loro sono invisibili sai?"
"Mamma ma... è vera?"
"Cosa amore?" prende tempo Mamma, pensando ad una risposta decente.
"La fata. E' vera?"
"Certo tesoro, lei è magica e vive nel mondo della fantasia"
"D'accordo, d'accordo. Ma è vera o no?"

Dede, quattro anni, un animo da scienziato che se non vede, non crede.
Ed è già profondamente ateo.
Perfino sulle fatine magiche.


giovedì 11 ottobre 2012

La casa

Brontolo è il fortunato possessore di un appartamento.
Ha soltanto dovuto avere un grosso incidente in moto ed essere risarcito, per poterlo comprare. Ma non è nulla una vertebra rotta e quattro mesi di immobilità, se poi hai vinto una casa, di questi tempi. O no?

Poi Brontolo è partito per la Germania, e di quella casa si è occupato qualcun altro.
Qualcuno in buona fede, qualcuno che godeva della fiducia incondizionata di Brontolo, e che quando ha proposto di cederla in comodato a delle persone in difficoltà che venivano da lontano, ha avuto la meglio anche sullo scetticismo genetico di Mamma.
Quando Brontolo è tornato e ha chiesto gentilmente di riavere la sua casa, le persone in difficoltà hanno deciso che ci stavano troppo comode, e che gli altri appartamenti erano troppo più costosi per poterli prendere in considerazione.
E poiché qualsiasi cifra è più costosa del nulla, lì sono rimasti.

Siccome Brontolo è il fortunato possessore di un appartamento, anche tutto questo passa in secondo piano. O no?
In questi anni ha avuto la fortuna di compilare i nuovi bollettini dell'IMU, di pagare le relative rate, le tasse dei rifiuti, le spese condominiali, i lavori straordinari, lo scaldabagno nuovo e pure la lavastoviglie. Come se non bastasse, essendo un proprietario immobiliare, non ha avuto alcuna riduzione delle tasse negli asili, perchè il solo possesso lo fa entrare automaticamente nella fascia di reddito massimo.
Ma che cosa sono queste quisquiglie di fronte ad una casa intera tutta tua!

Certo.
Poi è intervenuto un avvocato.
Poi un giudice.
Poi ancora l'avvocato, e questi poveri signori venuti da lontano inseguendo chissà quale sogno di felicità, sono ancora lì, nonostante la sentenza che intimava loro di andarsene in settembre.
Ci hanno che detto un anno e mezzo non è nulla per liberare una casa, che passeranno diversi altri mesi e che non possiamo farci niente, perchè in Italia funziona così.
Che l'Ufficiale Giudiziario prima o poi manderà una pattuglia, e poi una seconda, e una terza, e ancora pattuglie a vuoto, finchè qualcosa arriverà dal cielo a sbloccare la situazione (un fulmine? Si, ti prego ti prego ti prego!)
Ci hanno detto di mandare con loro un fabbro, un medico, l'avvocato, e la cosa strana di questa società è che tutti questi signori hanno l'abitudine di NON lavorare gratis. E dunque sarà ancora tutto a spese dei brambilla.
Perchè la giustizia tutela il più debole, e il più debole in questo caso non siamo noi, essendo fortunati proprietari di una fantastica casa.
Ci hanno perfino proposto di offrir loro dei soldi, per lasciare libera una casa che in realtà è già nostra, ma in quanto a spese è come se la stessimo comprando per la seconda volta.

E poi finalmente la buona notizia: possiamo sperare che gli venga assegnata una casa popolare, così dovranno andarsene.
Ovviamente continueremo a pagare loro l'affitto attraverso le nostre tasse, ma per lo meno questa volta le spese saranno equamente divise fra tutti i Milanesi!
Finalmente la giustizia trionferà.
O no?

P.S.
Mamma chiede scusa per questo post di oggi, ma doveva proprio sfogarsi.
E quando prima o poi se ne andranno, se mai se ne andranno, potrà finalmente vedere, per la prima volta in quattro anni, questa fantastica casa che ci ha reso una famiglia di ricchi proprietari immobiliari.

mercoledì 10 ottobre 2012

La pioggia dal deserto

Questa è una di quelle mattine che mi piace definire "esotiche".
Ha piovuto nella notte, e le strade sono ancora umide.
E' scesa lieve, per questo le gocce sono ancora intatte sulla carrozzeria delle auto.

Ma uscendo di casa, la sorpresa: si respira aria di mare!
L'aria è tiepida e carica di umidità, l'odore salmastro ti avvolge e fa sognare.
Chiudi gli occhi, su, sei alle Maldive! Basta un piccolo sforzo di fantasia...

Adoro questa strana pioggia: sfuma di rosso il cielo e sporca le macchine di sabbia impalpabile.
E' la sabbia del Sahara.

Quanta strada ha fatto per arrivare fin qui! Ha superato l'Africa, ha galleggiato sospesa sul mare, ha attraversato l'intera Italia. Intrappolata in una nuvola leggera.
Forse qualche serpente ci aveva strisciato sopra, o qualche cammello ci aveva bivaccato.
Bruciata dal sole più torrido, sollevata dal vento impazzito, ora ricopre la vostra macchina.
E lasciamo stare che magari l'avevate appena lavata, che cosa vuoi che conti di fronte a tanta bellezza?

Tutta questa strada, tutto questo fascino... per poi piovere giù a Milano.
Sul camioncino sgangherato del piastrellista dell'impresa edile, sotto le ruote di un SUV del bauscia di turno.
Che fine ingloriosa.
Ma per fortuna, la sabbia del deserto non può accorgersene...

martedì 9 ottobre 2012

Il video

Vorrei parlare del parto, che purtroppo non ho provato così come natura vuole, ma che è un momento straordinariamente indelebile nella vita di una donna.
Vorrei parlare dell'emozione che dev'essere stringere il proprio ranocchio nel momento successivo alla sua nascita, senza che qualcuno te lo porga solo per dargli un fugace bacino.
Vorrei parlare dei papà, di che cosa si provi a sentirsi all'improvviso un'appendice superflua in un momento tanto esclusivo.
Vorrei parlare delle mamme, che seppure spaventate e doloranti, non riescono a smettere di sorridere dall'esatto momento in cui guardano il loro bimbo per la prima volta.

Ma oggi non ho bisogno di parole.
Amiche mie, guardate questo video, dice già tutto.


lunedì 8 ottobre 2012

L'energia

Com'è caldo il mio bambino mentre dorme!

Il suo corpo abbandonato, le sue mani alzate, le sue gambe molli. 
Com'è caldo il suo corpo addormentato in braccio a me. 
E' morbido e profumato, e il suo respiro regolare trasmette serenità.

Qualche scattino tipico di quando cede al sonno, e una sensazione di pace mi invade. 
Il suo calore si allarga sulle mie gambe come un flusso di energia che si spande con amore. 

Ore 14, Macco si addormenta sdraiato in braccio a Mamma.
Due minuti dopo la romanticona della madre, persa nell'incanto del momento, finalmente realizza che quel flusso caldo non ha bagnato soltanto le sue gambe, e non è propriamente "energia"...

sabato 6 ottobre 2012

Lasciatemi mangiare

Macco è un biondissimo frugoletto dagli occhi azzurri, bello come il sole, sveglio e simpatico.
Ogni scarrafone sarà pure bello a mamma sua, ma lui lo è per davvero... Parola di Mamma sua.
L'unico difetto è quel pancione prominente tipico dei tedeschi all'ultimo stadio dell'alcolismo, ma non è strano considerando la bassa frequenza delle sue "uscite" e l'ingente quantità delle sue "entrate".

Macco aveva appena un giorno di vita e già Mamma aveva ingorghi mammari per quanto succhiava forte. Macco aveva tre mesi e aveva già abbondantemente raddoppiato il peso della nascita.
Macco aveva nemmeno un anno emmezzo e si mangiava un piatto di crauti fermentati da solo. Roba da far inorridire perfino Brontolo.
Per non parlare del fratello, che probabilmente è l'unico essere vivente nel suo asilo (maestre comprese) a mangiare cavoletti di Bruxelles, fagioli e minestrone chiedendo pure il bis.

Ora i bimbi stanno crescendo e Mamma non sa più come star dietro al loro appetito. Si ritrova tre voracissimi minatori da sfamare nella sua casa, non due bimbi e un marito sedentario.
Mamma cucina e cucina, e senza che lei faccia in tempo a sedersi a tavola, i piatti sono già vuoti.
Compreso il suo.
E compreso il suo stomaco.

Ieri sera ha preparato le lenticchie alla cingalese. Quelle con tanto curry e latte di cocco e peperoni e cipolla, per intenderci. Cibo leggero insomma. Stava per metterci il peperoncino, ingrediente fondamentale, quando ha indugiato pensando ai bambini.
Il sorriso le si è fatto furbo in volto e ne ha versato un cucchiaino intero. Poi ci ha ripensato e ne ha aggiunto ancora.
Mamma è arrivata a tali bassezze infami pur di eliminare la concorrenza, ebbene si.

Pensate forse che sia servito a qualcosa?
Non appena si è alzata per preparare il bis di focaccia per Dede, Macco si è approfittato dell'abbandono del piatto per fare razzia di lenticchie di fuoco, pur con le lacrime agli occhi per il bruciore.
Un po' sono finite sputate sul pavimento, un po' sulla maglia, molte nel suo pancione e pochissime in quello di Mamma.
Per finire, dopo aver bevuto la sua acqua, la belva è passata al bicchiere della rassegnata madre, sputacchiandoci dentro fior di pernacchie e tingendo l'acqua di un denso color poltiglia.
Quando Mamma ha manifestato l'intenzione di bere dal bicchiere di Brontolo, l'offesa è stata cocente: Macco si è ribellato con forza pretendendo che lei si riprendesse il torbido bicchiere, e non ha smesso di urlare finchè non è arrivata la frase magica... ti posso dare un biscottino, tesoro?



Ho aggiornato questo vecchio post perchè mi sembrava perfetto per partecipare al blogstorming del mese.

venerdì 5 ottobre 2012

Darwin docet

"Mamma, ma perchè le tartarughe hanno il guscio?"
"Perchè in questo modo si difendono dagli aggressori", risponde Mamma, e per la prima volta decide di cimentarsi in un discorso sull'evoluzione della specie.
E' molto soddisfatta di come glielo ha spiegato, e spera che quella testolina che macina, macina domande a non finire, abbia colto il senso della questione e che da lì si possa ripartire la prossima volta, alla prossima domanda.

"Ho capito... E perchè le foche fanno Onk!Onk!, eh mamma?"
"Perchè è il loro verso Dede. E' lo stesso motivo per cui gli uccellini fanno cip cip..."

Lui si illumina:
"Ah! Ho proprio capito! Allora è lo stesso motivo per cui le scorregge fanno PRRRRRR!"

Ma povero Darwin...

giovedì 4 ottobre 2012

Caro mi costi!

Al rientro delle vacanze, Mamma ha trovato la portafinestra della cucina che non si chiude più.
Solo Tony, il mitico, o la SS possono aver compiuto il fattaccio, ma ovviamente entrambi negano. La cosa poco importa, visto che i cocci li raccoglie comunque Mamma.

Dopo aver chiamato un fabbro, Mamma si sente più tranquilla. Lui lavora e smanetta, e chiede di vedere altre finestre, e smadonna, e dopo oltre un'ora di duro e incessante lavoro di meningi, conclude che non c'è nulla di rotto nella finestra che non si chiude, e dunque propone di chiamare qualcun altro per sistemarla.
"E questo pezzetto di metallo che è caduto da là sopra?" chiede Mamma.
"Non ne ho proprio idea, provi a chiamare quelli che gliele hanno montate"
"Se lo dice lei... quanto le devo?" chiede Mamma mogia.
"Bè, non avendo fatto il lavoro non mi deve nulla" risponde lui guardandola storto.
"Ma no, che centra, lei è comunque stato qua. Per il disturbo... quanto le devo?"
"Nulla, nulla."
"Che gentile! Almeno si faccia offrire un caffè..."
"Bè, si grazie. Mi dia venti euro, và. Per il caffè"

Alla strafacciazza del caffè e della boccaccia mia che non sta mai zitta!

Forse dovevo chiarire che di caffè volevo offrirgliene uno, e non un rifornimento per l'intero parentado?
O forse se lo andrà a prendere in Piazza San Marco, il caffè, dove costa 15 euro a tazzina? Si forse è così.
E i brambilla, in questo caso, gli pagano pure il treno.

mercoledì 3 ottobre 2012

Malinconia autunnale?

Mamma sente profondamente l'autunno.
Ancora le foglie degli alberi sono verdi e rigogliose, le piantine nei vasi sul balcone sono fiorite che è un piacere, Dede la ricopre ogni giorno di fiorellini di campo, ma nessuno la può ingannanare con questi trucchi da quattro soldi: in autunno siamo, e autunno sia.

Fin da piccola il suo animo romantico-decadente ha sempre amato il mese di ottobre per il senso di struggimento infinito che la pervadeva inesorabilmente.
Tirare fuori le giacche pesanti, comprare il diario, tornare a scuola con l'eccitazione dei primi giorni, sentire l'odore delle foglie consumate dalla pioggia sul terreno, quello delle caldarroste quando passeggi per il centro, le lezioni di danza che ricominciano... tutto questo era autunno, nella sua città sul mare.

Ora si strugge come allora, anche se l'odore che si sente in questa città aliena è il medesimo in ogni stagione, anche se le foglie non hanno terreno per marcirci sopra, anche se nei supermercati ci sono già i primi panettoni e la cosa fa perdere alla stagione tutto il suo romanticismo.
Dunque si strugge scientificamente, grazie al suo animo new-age che le ha concesso questi periodi di depressione cosmica: ogni stagione ha le sue fasi che devono essere vissute appieno, nel bene o nel male, e dunque è giusto vivere appieno anche la malinconia.

Ma quanto le girano le scatole!

Perchè diciamocelo, un conto è romanticheggiare incantata alla scrivania con la penna in bocca a guardare il vuoto, sapendo che poi alle 18 te ne vai per il corso a fare su e giù con le amiche e puoi pure comprare un cartoccio di castagne, un conto invece è trovarsi incantata quando hai due pestiferi che si stanno infilando le dita negli occhi, o guardare nel vuoto mentre scorri gli scaffali del supermercato e la solita vecchina ti tallona col carrello, o decidere di comprare un retino di castagne e accorgerti che sbuccia sbuccia, alla fine della serata, non ne hai mangiata nemmeno una, mentre qualcun altro ha il panciotto bello satollo.

Dunque?
Dunque Mamma ha trovato un'alternativa.

Come superare l'autunno incipiente senza un set completo di stampini per biscotti a forma di zoo safari tridimensionale? Come affrontare le prime piogge senza lo stampo in silicone di un orsetto? E come fare a dire di no ad un termos a metà prezzo, anche se non ne hai mai sentito la necessità e nemmeno sai quando mai potrai usarlo? Volete mettere la soddisfazione di comprarsi una t-shirt lilla, o un astuccio a tre strati di Topolino, o 60 etichette adesive per i barattoli delle conserve?
Lo scaffale della pasta, in cucina, è ormai invaso da pacchetti di biscotti e merendine confezionate che Mamma non si era mai sognata di compare prima. "Invaso" significa che quando apri devi mettere una mano per evitare che gli 8 pacchi di biscotti, i 3 di merendine, le 5 marmellate più bizzarre che mai e le 2 confezioni di mikado cadano con effetto domino sul pavimento (ebbene si, li ho contati)

Ci sono grosse offerte in questi giorni negli ipermercati, e Mamma sente l'autunno.
Le due cose non possono continuare a convivere ancora a lungo...

martedì 2 ottobre 2012

Le fotografie

Mamma ieri è andata a prendere Dede all'asilo come ogni giorno, ma questa volta lui è su di giri dalla felicità. La prende per mano "Mamma, vieni subito a vedere" esclama ansimando.
Lei entra nello stanzone della sua classe e lui la porta davanti alle scatole in cui ciascun bambino può tenere le sue cose.
"Guarda mamma..." saltella impaziente mostrandole la propria foto che le maestre hanno attaccato sulla sua scatola. Poi osserva la madre soddisfatto: "Eh? eh?"
Lei batte le mani partecipando alla gioia del figlio.
Ma lui non ha ancora finito "Vieni mamma, con me!" e la trascina in bagno a guardare la foto attaccata anche alla maniglietta dell'asciugamano.
Il bambino è raggiante.

Mamma ha portato le fotografie all'asilo.
Mamma ha portato le fotografie all'asilo, dopo un anno.

C'è bisogno di spiegare come si è sentita, questa Mamma degenere, davanti a tanta pura felicità?

lunedì 1 ottobre 2012

Primo sciopero

Venerdi mattina.
"Tesoro, oggi devi restare a casa con mamma perchè le maestre scioperano"
"D'accordo" (e per favore evitiamo polemici commenti sul loro diritto inalienabile, perchè dopo ben 20 giorni di scuola mi sembra doveroso dare il via al rituale sciopero mensile)

"Allora, che ne dici di uscire un po' io e te?"
"Urrà!"
"Bene! dove vorresti andare?"
"All'Ipercoop!"
"Ehm... Dede, ma sei sicuro?!"
"Si, si, voglio proprio andare all'Ipercoop"
Attimo di silenzio.

"Senti tesoro, se è per andarci col cavallino possiamo andare al parco, col cavallo, mi sembra meglio"
"Uh? No grazie, non sarebbe altrettanto divertente"

Ho creato un mostro, ho creato un mostro, ho creato un mostro, ho creato un mostro, ho creato un mostro, ho creato  un mostro, ho creato un mostro............