domenica 29 aprile 2012

Insonnia e numeri

Ore 23.21
The end. Evviva! è finita la serie!
Si, adesso però vai a cercare quello che succede nella stagione prossima, dai, non dirmi che hai già sonno, esorta Brontolo.
E va bene....

Ore 00.01
Bla bla e bla....
Ok, ora è davvero tardi Brontolo, buonanotte.
Notte

Ore 1.51
Sguish.... qualcuno si infila nel lettone non invitato. 

Ore 1.55
Non è possibile, Dede, torniamo in camera tua non è proprio cosa dormire così...
Mamma, per convincerlo, si sdraia nel lettino di 1.60 tutta raggomitolata, con un gomito (non suo) infilato nello sterno e un braccio (suo) ripiegato a fisarmonica sotto il corpo.

Ore boh...
Mamma si trascina in camera dopo essersi forse addormentata un'oretta in quella posizione degna di un contorsionista, e dopo aver fatto tappa da Macco per mettergli un maglioncino in più

Ore boh più qualcosa di indefinito
Mamma si trascina in camera sua, ma non trova la spondina del lettino di Dede da scavalcare, né trova la porta là dove dovrebbe essere. A tentoni scopre una tenda al posto della porta, e dopo un normale disorientamento realizza che la mancanza della spondina può essere spiegata con la stessa motivazione della sparizione della porta: Mamma era già in camera sua...

Ore 4.02
Sguish...
No tesoro, torna di là subito!
"Ma mamma prima non ci sono stato per niente, adesso devo proprio rimanere un po' qui"
Se deve proprio...

Ore 5.15
Mamma preleva il fardello russante e lo deposita nel suo lettino, sfinita.
"No mamma, non puoi andare di là. Devi stare un po' con me adesso"

Ore 5.18
Finalmente Mamma si sdraia nel suo letto, e si addormenta in un attimo. Sogna di andare a vedere una casa col terrazzo insieme ad un agente immobiliare, al civico 33, ma quando arriva all'indirizzo stabilito scopre che tutto intorno ci sono solo palazzoni e cantieri e gru, e del numero 33 neanche l'ombra...

Ore 6.18
Sguish...
NO, NO E POI NO. BASTA DEDE.
"Ma mamma, io devo fare la pipì!"
E allora andiamo in bagno, perché ti infili nel mio letto per fare la pipì?

Ore 6.22
Mamma torna ancora una volta a sdraiarsi, piena di sonno e di frustrazione.
Un pensiero si affaccia, e poi un secondo, e poi ancora e ancora, e il sonno svanisce così.

Ore 6.40
Mamma ricorda un trucco che un tempo lontano lontano aveva funzionato: contare da 100 fino a 1 concentrandosi su ogni numero, per liberare la mente e potersi addormentare. La versione moderna dell'obsoleto conto delle pecore, in pratica.  
93...92...91... Come li visualizzo bene questi numeri, brava, funziona funziona.
89...88...87... Uh, alcuni sono colorati di rosso, alcuni verdi, guarda che buffo!
76..75...74... sono nata io, sono nata io!
38...37...36... certo che sono diventata vecchierella, mamma mia quanti anni ho...
12...11...10... in genere a quest'ora sono già addormentata... boh...
7...6...5... sembra capodanno, ma ora mi addormento, vedrai
2...1...0... Ecco. 
E adesso?

Per fortuna il buon Macco ci ha pensato lui a tirare fuori Mamma da questa impasse.

E poi si chiedono come mai Mamma continui a deperire... 

venerdì 27 aprile 2012

E' l'ora

Quando pulisci accanita la verdura appiccicata sulla tovaglia, e solo dopo molto tempo che strofini ti accorgi che era soltanto la foglia dei fiori disegnati sopra;
quando cerchi allarmata tuo figlio nel centro commerciale gremito di gente, e solo dopo che te l'hanno fatto notare ricordi che ce l'avevi seduto sulle ginocchia;
quando anziché imboccare il bambino infili il cucchiaino nel boccone dello zio che lo sta tenendo in braccio;
quando perdi le chiavi di casa sempre, ovunque, e ogni volta le ritrovi puntualmente nello stesso posto, ossia cadute sul pavimento, dove giureresti anche sotto tortura che un attimo prima non ci fossero;
quando fai il bucato e riapri la lavatrice 6 o 7 volte per infilarci dentro ogni volta qualcosa di sporco che non avevi ancora notato;
quando compri il lievito istantaneo e lasci lievitare la pizza per ore, imprecando perché l'impasto non si è ancora gonfiato;
quando infili le scarpe invertite ai figli, e le gambe nello stesso buco dei pantaloni, e cerchi di tirar via la maglia con forza senza sbottonarla e ti arrabbi quando sporcano le cose appena lavate;

quando fai queste cose e smetti di riderci su, è proprio arrivata l'ora di una bella vacanza.
Non necessariamente per lei.
Magari per i bimbi e per Brontolo, che se la meritano proprio.

Mamma rimarrebbe sola a casa a meditare su cosa farsene di tutto quel tempo senza impegni ed incombenze, ovviamente inconsolabile e disperata.


(P.S. Mamma non vuole prendersi il merito di tutte le chicche elencate: un paio sono della sua ancor più svanita amica M)

giovedì 26 aprile 2012

Sangue freddo e sangue caldo

Un urlo diverso.
Questa volta è successo qualcosa, è troppo strano il pianto.
Mamma corre e trova Dede abbracciato come un koala alle spalle di Macco, il quale urla in una maschera di sangue.
Sangue sul pavimento, sangue che cade a goccioloni, sangue in bocca e sul naso.
La prima reazione è urlare "Che cosa gli hai fatto?", e precipitarsi a prendere in braccio il cucciolo ferito.
Mamma ignora i dolori alle spalle, le proteste di Dede e le urla di panico di Brontolo, e corre al lavandino per sciacquare il viso tinto di rosso e cercare di fare una valutazione dei danni.
Mentre tampona delicatamente naso e bocca di Macco, lo coccola, addolcisce il tono per non spaventarlo, gli dice che non è niente e di stare tranquillo, e sta attenta che i goccioloni di sangue non le sporchino la maglia di cachemire. Vada per la camicia, pensa in un istante, ma chi la smacchia più questa maglia beige?

Piena di vergogna per tali pensieri di volgare materialismo casalingo, Mamma non ha ancora capito se questo è sangue freddo o se è proprio ghiacciato.

Brontolo corre avanti e indietro urlando improperi contro Dede, viene a vedere Macco, si spaventa e torna a rincarare la dose contro un bambino sempre più intimorito e umiliato, che urla qualcosa dalla sua stanza, che a intuito dovrebbe suonare "non l'ho fatto apposta, stavamo solo giocando".
Lei lo richiama indietro quando sente che è davvero troppo, mentre lo straccio che usa per tamponare il viso di Macco è già tutto intriso di sangue.

Com'è caldo il sangue del proprio bambino, mentre ti gocciola sul braccio... pensa.

Il naso non si è rotto, il sangue è scemato a poco a poco e Macco si è calmato fra le braccia di una mamma sorridente (che fatica, quei sorrisi).
Il labbro invece è rotto, e gonfio come solo il chirurgo estetico di Nina Morich saprebbe fare.

Infine Brontolo l'ha sgridata per averlo rimproverato davanti ai figli e per aver messo a fare un bucato di indumenti insanguinati, Macco ha fatto due volte la cacca e Dede ha preso a ridere convulsamente a più riprese.
Le acque si sono calmate, ma il sangue freddo di Mamma non si è più scaldato.
Ora ha un groppo pesante che le serra lo stomaco, e vorrebbe solo piangere un pochino.

Avrebbe tanto bisogno di qualcuno che le dica brava, è tutto risolto, ora vieni che ti coccolo io.

martedì 24 aprile 2012

Aiuto, le femmine

Dede è un bambino tranquillo, capace di giocare per ore da solo senza fare un capriccio, adora leggere libri e farsi fare le coccole da Mamma.
E' il classico bambino mammone, orgoglio di una mammà che lo adora, e non le ha mai dato motivo di rimpiangere la figlia femmina che Mamma ha sempre sognato.

Dede ha due amiche del cuore, oltre a due amichetti: Gegécaca e Aia, come le chiama Macco.

Gegécaca ha una cascata di riccioli folti e selvaggi, a volte legati con dei codini, e indossa maglioni di pizzo lavorati ai ferri o ricamati a mano.
Mamma adora lavorare a maglia e ricamare, e per questo invidia tanto la sua mamma: non puoi proporre un maglione ricamato ad un maschietto, o fargli i codini quando sei stanca di vederlo con la solita pettinatura...

Aia invece è di quelle bimbe che indossa vestiti con fiocchi rosa e sbalzi di tulle, che colora solo album delle principesse e non tollera mettere oggi gli stessi vestiti che aveva ieri.
Mamma invidia tanto la sua mamma, soprattutto da quando ha visto il nuovo guardaroba primavera-estate 2012, e quando si è soffiata il naso sui suoi fazzoletti profumati con Hello Kitty stampigliata sopra, è andata letteralmente in brodo di giuggiole.

L'altro giorno Mamma e Dede sono rimasti a casa insieme tutto il giorno, e Dede è stato il solito Dede, l'adorato e tranquillo maschietto. Hanno disegnato trenini, li hanno ritagliati e incollati sui binari attaccati al muro. Hanno giocato con le macchinine, hanno tirato fuori tutti gli animali di peluche.

Poi gli è scattato qualcosa dentro.
"Se fai così allora io non gioco più" ha gridato con voce rotta spingendo in avanti il labbro inferiore, corrugando la fronte e incrociando le braccia, e se ne è andato nell'altra stanza senza voltarsi.
Mamma è rimasta a bocca aperta, con i colori ancora in mano.
Non era successo assolutamente nulla!
"Tu sei cattiva" ha urlato poi scuotendo la testa, tornato sui suoi passi.
Pochi minuti dopo si è rifiutato di indossare il bavaglino del giorno prima, asserendo che non poteva assolutamente usare una bavaglia già usata.
E quando infine è scoppiato a piangere urlando "Voglio il mio papà, tu sei cattiva, voglio solo il mio papàààà" senza alcun motivo plausibile, Mamma si è ripresa dallo stupore iniziale ed è sbottata.

"Ma che fai, ti comporti come Gegécaca e Aia?" gli ha chiesto irritata, rivedendo in lui tutti i capricci delle amichette. Insomma, a loro possono essere anche passati certi capricci, hanno i vestitini rosa, ma a lui...
Il broncio gli è passato in un istante, la crisi d'identità è svanita e Dede è tornato il pacioso bambino di sempre. "Tu ti chiami Amore, mamma", le ha detto sorridendo dentro un grande abbraccio.

Mamma voleva una femmina tutta fronzoli e moine, l'ha sempre desiderata.
Ma le sono bastati quattro minuti di capricci femminili, e il celeste è diventato il suo colore preferito, la sua nuova bandiera.
E pensandoci bene anche il fantastico trenino Thomas, in fondo in fondo, non ha nulla da invidiare a Hello Kitty e a quelle smorfiose principesse.

Me ne rendo conto solo ora, poveri maschi, che cosa dovete sopportare con queste donne...

lunedì 23 aprile 2012

Amore mio...

Perché quando si tratta di andare a letto vuoi sempre vedere una puntata in più della nostra serie tv, dicendo che tanto non sei stanco e insinuando che sono una morta di sonno se alle 23.30 mi sono già trasformata in zombie?
E perché non appena rifiuto e parto per il giro di controllo dei bimbi, ti sento che già russi beatamente?

Perché quando Macco piange nel sonno e aspetto, sonnecchiando, che si riaddormenti da solo, tu mi prendi a calci il piede e appena bofonchio "Uh?" mi comunichi seraficamente che Macco sta piangendo?

Perché quando mi sdraio per terra accanto a lui, e finalmente dopo tanto riesco ad addormentarmi, tu ti prendi la briga di venire fino alla sua stanza, di svegliarmi scuotendomi la gamba, e dirmi che ora posso anche andare a dormire?

Perché quando Dede viene nel nostro letto e ti infila un piede in bocca, senti l'impellente bisogno di svegliarmi per dirmi che non ne puoi proprio più e che va riportato nella sua camera? E perché non batti un ciglio quando in trance mi alzo, lo prendo in braccio, lo porto in camera sua e ci resto finchè non si è riaddormentato?

Amore mio, è vero che la nostra serie tv mi ha intrippato parecchio; capisco che da un orecchio ci sento pochino e tu ritieni di dover colmare questo mio deficit, temendo che possa sfuggirmi qualche pianto dei pargoli; è vero che Dede nel lettone è una grande seccatura perché non sta un attimo fermo e russa come un vecchio ubriacone...
Ma è anche vero che la carenza cronica di sonno porta a scompensi mentali che potrebbero condurmi - che so io - all'uxoricidio.

Uomo avvisato...

venerdì 20 aprile 2012

Sintomi "preoccupanti"

Ore 12.08
"Pronto, parla la mamma di Macco? qui è l'asilo"
"Oh ciao... che succede?"
"Macco è un po' strano oggi, e pensavamo che forse...beh... sarebbe il caso di venirlo a prendere"
"Arrivo subito, ma che cos'ha?"
"Mah... non gioca, è mogio, dice che ha male ai denti e... ecco... non ha mangiato!"
"OH CASPITA!"
"Eh già..."

Nonostante sintomi così preoccupanti, a Mamma viene concesso di lasciarlo fare la nanna lì, dove siamo sicure che dormirà, e di precipitarsi a prelevarlo al suo risveglio.

Ore 12.50
"Pronto, parlo con la mamma di Dede? qui è l'asilo"
"Ah. Pure! che succede?"
"Dede è un po' lamentoso oggi, e pensavamo che forse...beh... sarebbe il caso di venirlo a prendere"
"Questa scena l'ho già vista... Arrivo, ma che cos'ha?"
"Mah... piagnucola sempre, dice che vuole solo la mamma e... ecco... non ha mangiato!"
"OH CASPITAAAA!"
"Eh già..."

A che servono termometri e affini, di fronte all'estrema gravità di due brambillini inappetenti?

giovedì 19 aprile 2012

Sciopero!

Pare che all'asilo di Dede sia molto di moda scioperare.
Non passa mese che non ci sia una chiusura straordinaria, e se chiedi lumi sui motivi di tali chiusure nessuno sa darti una risposta.
Devo ammettere che Mamma ha l'animo profondamente rompiscatole, e in generale non riesce a stare zitta e ingoiare bocconi che non le vanno giù. Ma quando chiede le motivazioni di uno sciopero lo fa per solidarietà, non per vuota polemica: se scioperi e nessuno sa perché, il tuo gesto è perfettamente inutile. Questo pensa Mamma.

Ogni mese, quindi, si esce prima o si entra dopo, o non si pranza, o non si va affatto.
O tutte queste cose assieme.
Una volta è l'assemblea sindacale (che dura un'ora ma si chiude per quattro), una volta è lo sciopero dei mezzi (ebbene si), un'altra addirittura lo sciopero di Trenitalia. Ieri c'era sciopero nazionale, e ubi maior asilo cessat.
L'asilo chiude, Mamma chiede ma nessuno risponde.
E non intraprendo qui il discorso sulle ferie...

Per carità, è tutto un diritto sacrosanto di ogni lavoratore, Mamma non ne dubita.
Ma si domanda soltanto una cosa.

Quando arriva finalmente il mio turno?

mercoledì 18 aprile 2012

Vanità di vanità

"Mamma tu sei più bella véro?"
"Di chi sono più bella?"
"Del papà, del nonno Buno... véro?"
"Certo amore! Ma forse io sono proprio più bella di tutti, non pensi?" (dai, godiamoci questo minuto di adorazione...)
"Si, véro. E anche la nonna Tonia"
"Si certo, ma la mamma è la più bella, dai"
"Véro..."
(tripudio)
"... e anche la nonna Tonia"
"Nonna Tonia cosa?"
"Anche nonna Tonia è la più bella"
"Giusto. Ma la mamma è un po' più bella anche della nonna, no?"
"Véro."
"Ecco."
"Ma lo è anche la nonna Tonia. Vero mamma? Anche lei è più bella"

Mamma ora sa esattamente che cosa ha provato quella povera Grimilde di fronte all'insensibile specchio delle sue brame.

martedì 17 aprile 2012

Risvegli

Mamma ascolta la musica mentre spignatta in cucina.
Questa è una novità e Macco osserva ammutolito il computer, inaccessibile sulla mensola, da cui la Nannini sta cantando una delle sue canzoni più commoventi.
Mamma rivive con lei i timori, i sogni e la magia della sua prima attesa.

Amor che bello darti al mondo, conclude lei in un crescendo di emozioni.
Amor che bello averti al mondo, pensa Mamma con le lacrime agli occhi, e guarda il suo piccolo compagno di vita, in pigiama sul bruco verde con le rotelle e il volante, la bocca spalancata sporca di cioccolato e il biscotto ancora stretto in mano.
Mamma non riesce a far altro che commuoversi, pensando al panico provato quando la lineetta rosa si era colorata su uno stick di tanto tanto tempo fa, e all'amore che oggi le esplode dentro.

"Senti, Dede vuole te. Ha un moccio gigante nel naso e dice che glielo può togliere soltanto la mamma".

Brontolo ha la dote rara di riportare sempre Mamma con i piedi per terra.
Che romantici risvegli!

lunedì 16 aprile 2012

Felicità

Ore 20 in casa brambilla.
Il duenne Macco ha una crisi di astinenza da tatta, e Mamma gliela dà vinta volentieri, dato il fastidioso gonfiore dopo 24 ore dall'ultima poppatina.
Lui la prende per mano e la guida verso il lettone anziché nella sua cameretta, l'aiuta a sistemare i cuscini sulla testiera del letto, spegne la luce e si mette "còngodo" (comodo) seduto in braccio a lei.
Dopo un paio di minuti fa capolino Dede: "Posso? Eh mamma, posso venire anch'io a dormire con voi?"
E trotterella felice sul letto al segnale di assenso. Una debole luce filtra dalla tapparella quasi del tutto abbassata.
Macco abbandona la tatta, i tre si sdraiano divertiti sotto-coperta e fanno finta di dormire.
Russano che è una meraviglia!
Poi Mamma inizia il gioco della caverna e tutti si nascondono sotto le coperte, al buio, ridendo ognuno a modo suo: urlando AHAHAH -Dede-, col vocione e strillini acuti- Macco- e proprio di gusto -Mamma.
I piccoli si abbracciano (si abbracciano!), ridono, baciano appassionatamente la loro dea-madre, si annusano i capelli appena lavati e i giochi vanno avanti una mezz'ora senza nemmeno un intoppo.
Una Mamma incredula si è goduta ogni istante di questi irripetibili momenti.

E' stata l'esperienza più vicina alla pura felicità che Mamma abbia mai provato nella vita intera.

giovedì 12 aprile 2012

Meteoropatia

Vi capita mai che piova, sulla vostra casa, sulle vostre rose, sul vostro umore?
Piove fuori e dentro, e non c'è modo di restare asciutti.

Vi capita mai di avere così tante incombenze addosso, e così tante risposte da dare, da desiderare soltanto che vostra madre vi dica sorridendo "Non preoccuparti, ti scrivo io la giustificazione"?

Avete mai sognato di non essere qui, sotto questa pioggia incessante, e di aver fatto scelte completamente diverse, come l'invidiato amico che se ne andò per mesi alle Maldive, e lo pagavano pure?

Saluti a tutti, statemi bene, io vado.
Il mondo può procedere anche senza di me, lasciatemi in pace in un angoletto all'asciutto, dove non arrivi nemmeno l'eco di questo acquazzone assordante.

Piove sulla macchina appena lavata, piove sul fiammante triciclo di Macco, piove sulla bicicletta legata all'albero col seggiolino di Dede.
Piove perfino sui loro sorrisi, ma qualcuno asciugherà tutto per loro.
Piove su questo silenzio, piove sulla mia casa di nuovo vuota, piove sui biscotti troppo dolci e sul prosciutto in vaschetta che non ha nessun sapore...

Dicono che domani tornerà il sole.
Vi è mai capitato di non crederci proprio, e di pensare che tutto il resto sarà soltanto una lunga, lentissima e interminabile pioggia?

mercoledì 11 aprile 2012

La zanzara

Dede e Macco hanno l'immensa fortuna di abitare a ridosso di una ferrovia, cosa che rende la loro passione per i treni molto facile da coltivare.
Basta soffermarsi con lo sguardo per qualche minuto fuori dalla finestra della cucina per veder passare qualche interessantissimo treno merci, o negli orari giusti anche i treni dei pendolari, gremiti di passeggeri.

Al di là di questa fortuna sfacciata, c'è un piccolo risvolto negativo ad avere una ferrovia intera come vicino di casa, non immediato da realizzare: le zanzare.
Si, perché nessuno si è mai sognato di disinfestare il terrapieno, né di tagliare cespugli e arbusti che fioriscono rigogliosi e selvaggi, per la gioia di intere colonie di zanzare tigre che ivi bivaccano senza disturbo.
La casa dei brambila è trincerata dietro spesse zanzariere, ma quando viene Tony tutto sfugge al controllo maniacale di Mamma e Brontolo, e le suddette vengono rigorosamente spalancate assieme alle finestre.
Inutile parlare delle immediate conseguenze.

Ieri sera Mamma ha visto un'ombra sospetta aleggiare accanto a Brontolo.
"Eccola, è li! Tu controlla dove va, io corro a prendere la racchetta elettrica!" grida agitata, e si precipita nell'altra stanza a prendere la preziosissima arma, comprata dai cinesi un paio di anni or sono e per cui ancora li ringrazia.
Nella fretta di tornare in tempo sbatte contro il comodino, aggiunge un ennesimo livido alla conta e arriva trafelata in sala.
Lo trova di spalle a guardare il muro con un plico di fogli arrotolati in mano.
Calzettoni a metà polpaccio e pantaloncini corti.
Gambe larghe e bocca aperta per concentrarsi meglio.

"Allora, hai visto dov'è?" chiede speranzosa.
Perfettamente modulato col tono da guerriglia di Mamma, Brontolo risponde bisbigliando: "No!"

In un cartone animato la zanzara sarebbe stata alle spalle del nemico a ridere a crepapelle, facendogli anche qualche gesto poco galante.
Nella realtà è stata Mamma a ridere a crepapelle (che altro poteva fare?), rassegnata al suo destino, di fronte a quell'energumeno in ciabatte gabbato da un centimetro di bestiola.
E dopo la risata, con un solo movimento ha seccato al volo la sanguisuga alata.

Dopo tutto, se non ci fossimo noi donne il mondo sarebbe infestato di zanzare sghignazzanti.

martedì 10 aprile 2012

Villa Delirio

E' Pasqua, e come ogni festa comandata i brambilla si sono spostati in massa verso i lidi più caldi e soleggiati della terra natia di Mamma.
Con loro anche Sua-Sorilla è scesa dalle brume del nord, e tutti insieme sono ospiti dei nonni a Villa Delirio.
Il felice termine è stato coniato da Brontolo, in combutta con un ansiogeno cognato, in una  giornata estiva particolarmente movimentata, e da allora è rimasto negli annali.

A Villa Delirio bisogna stare attenti a come ci si muove, perchè in ogni stanza trovi sempre qualcuno che sta dormendo.
A Villa Delirio si pranza non prima delle 14 e non si cena prima delle 21.30, e comunque mai tutti seduti contemporaneamente.
A Villa Delirio mentre mangi c'è sempre qualcuno che sparecchia, e mentre sparecchi c'è sempre qualcuno che apparecchia nuovamente, perchè non ti eri accorto che mancava all'appello e non lo avevi aspettato per mangiare.
A Villa Delirio ci sono sempre un paio di bambini in lacrime o un paio di genitori urlanti.

Da Villa Delirio tutti vorrebbero scappare, ma tutti vi rimangono ipnoticamente invischiati, immancabilmente in ogni periodo di vacanza.
La Direttrice di Villa Delirio, identificabile anche come nonna materna di Dede e Macco, è capace di uscire a far la spesa persino tre volte nella stessa giornata, e la sera esclamare "Perchè non ordiniamo una pizza che non c'è niente da mangiare?".
I sospetti sulle sue uscite sono ormai diventati una certezza: Nonna Tonia si rifugia al supermercato per la semplice necessità di non essere costretta a Villa Delirio; non  importa cosa si compri, l'importante è uscire!

Ma i pupi sono contenti, sono nel loro ambiente, loro.
Più c'è chiasso, più ne creano. Più si litiga, più fanno dispetti. Più si piange, più si picchiano.
E in questo marasma di castighi, sculacciate e punizioni sparse generosamente a destra e a manca, non si dorme mai nè ci si riposa un istante; ma si ritorna sempre.

Al di là dell'affetto per i propri cari, ci deve essere del forte masochismo che alberga in ciascuno di noi...

sabato 7 aprile 2012

Futuro poco... rosa

Dede ieri ha fatto il suo primo discorso da maschio.
Il maschio per Mamma è quella persona senza età che valuta il mondo attraverso i suoi sensori monodirezionali, e non ritiene possibile che al mondo esistano cose altrettanto importanti di quell'unica che lo interessa con passione dalla nascita alla vecchiaia inoltrata.

Dede dunque è un maschio, e ieri c'è stato il primo discorso che gli sancisce l'ingresso a pieno titolo nel club.
"Mamma, ti devo dire una cosa nell'orecchio"
"Dimmi tesoro"
"Pisello... puzzolente!"
Trionfo nello sguardo, a conclusione della elaboratissima frase.

Poco dopo il fratello rideva sguaiato ad appoggiare il pisellino contro il bordo freddo della vasca da bagno, mentre Brontolo faceva apprezzamenti da caserma sulle rotondità di Mamma.

In un istante Mamma ha realizzato che il suo sarà un futuro molto, molto ma molto duro.

venerdì 6 aprile 2012

Un mostro si è svegliato

Mamma è un mostro.
Erano tutti a tavola i brambilla ieri sera, si mangiava polenta al sugo, ovviamente, e ad un certo punto Dede le ha dato un improvviso schiaffone ridendo.
Non c'è stata reazione, o almeno così Mamma credeva.

Finchè non ha guardato la sua mano destra e il viso del piccolo dipinto di stupore, e ha realizzato che in un istante anche la sua mano ha fatto ciaf sulla guancia vellutata dell'amore della sua vita.
Allibita ha fatto finta di nulla, e ha chiuso ogni potenziale strascico con un naturalissimo "così siamo pari".

Ti va ancora un po' di polenta tesoro di mamma? ha cinguettato poi, mentre le sue dita si disegnavano nitide sulla guancia della creatura indifesa.
Lui le ha dato un bacio e ha detto "D'accordo amore mio"

Mamma è un mostro e si sente ancora disperata dal suo gesto.
Punitela, incarceratela, torturatela.
E poi vi prego, ditele che può capitare, senza per questo doversi sentire ad un passo dall'infanticidio...

mercoledì 4 aprile 2012

Pregi e s-pregi

Dede ricorda tutto, é la mia memoria perenne. 
Non c'è nome che gli sfugga, e grazie a lui non faccio più figuracce con nessuno. Ma non solo: ricorda i nomi anche dei bambini incontrati al parco giorni prima, o dei cagnetti che portano a passeggiare sotto casa nostra, e Mamma fa veramente un figurone con tutti quanti.

Macco invece trova tutto, è il mio occhio sempre vigile. 
Nota ogni dettaglio e lo registra finchè un bel momento torna utile, e quando Mamma si chiede già innervosita "Ma dov'è finita la tal cosa?", lui si illumina di immenso, spalanca gli occhioni blu e con il dito cicciotto puntato verso destinazioni misteriose parte alla meta dell'oggetto cercato dicendo "Eccolo!"
E puntualmente Mamma gli è grata fino alle lacrime.

Brontolo unisce entrambe le doti in un miscuglio particolare. 

Ricorda la formazione di ogni squadra di calcio degli ultimi 8 mondiali, ossia da quando ha iniziato a capirci qualcosa. Riconosce un film da un fotogramma e sa dirti cast, regia, anno di uscita, presidente della repubblica e formazione completa dei ministri di quell'anno, ecc. ecc. in un crescendo di virtuosismi quasi fastidioso. (Mamma è in grado di rivedere un film per la sesta volta, e se ne accorge solamente quei 20 minuti prima della fine, giusto in tempo per rovinarle la sorpresa del finale).
Credo che conosca a memoria la tavola periodica per suo diletto personale, e sa citare vita morte e miracoli di tutti i personaggi le cui vite lo hanno interessato.
PERO'...
Però non ricorda ancora dove teniamo la biancheria dei bambini, o come si accende la lavatrice per fare il bucato scuro. Non sa se le tovaglie si trovino nell'unico cassetto della cucina o chissà dove nascoste per casa, e ogni volta che finiscono i pannolini di Macco e gli chiedo di prenderli nuovi, puntualmente mi chiede dove siano (nell'armadio), e altrettanto puntualmente sbaglia armadio e apre quello del corridoio.
Considerando che in genere li ripone lui negli scaffali più alti, questa sua dimenticanza selettiva potrebbe essere oggetto di studio.

Per quanto riguarda il notare, riesce a dire in un istante se Mamma ha pettinato il ciuffo più avanti del solito, nota ogni differenza di trucco, di biancheria, addirittura se ha tagliato le unghie o messo lo smalto. Certo, sono soddisfazioni che in genere un uomo non dà alla propria moglie, e Mamma glielo riconosce.
MA...
Ma non trova nulla nemmeno se glielo metti in mano, ed è sempre convinto che sia io a fargli quotidiani dispetti nascondendo le cose e facendole ricomparire soltanto quando arrivo a cercarle.
E non ha ancora imparato che se una pianta viene annaffiata come lui è solito fare (ossia mai), questo in breve tempo la uccide. 
O meglio, questo l'ha imparato, ma non si accorge proprio quando la pianta anziché svilupparsi in altezza si sta sciogliendo sul tavolo.
I brambilla hanno una bella piantina in bagno su una mensola, così in alto che soltanto lui può arrivarci senza far fare a Mamma strane manovre. E' quindi addetto al suo sostentamento.

Ogni tanto lei lo richiama all'ordine, e lui l'annaffia. Ma il suo pentimento per la dimenticanza è tale che la pianta ormai non sa più se morire di sete o piuttosto annegata.
Proprio ieri, dopo mesi di agonia, Mamma ha sostituito quel che resta della piantina con una nuova, stesso tipo e stesso vaso.
I suoi quattro stecchi sono stati ricoverati in un luogo più accessibile per essere risanati, e al loro posto c'è un tripudio di foglie verdi e in salute.
Brontolo non ha commentato nulla.
Alla domanda diretta, ha spalancato gli occhi: "Ma davvero l'hai cambiata? Ma pensa... credevo di essere stato io. Mi sono detto, hai visto che bravo che sono? e dire che lei si lamenta sempre..."

martedì 3 aprile 2012

Notti magiche...

Macco ha la febbre alta. Credo sia la sesta malattia, nulla di preoccupante ma gli effetti si fanno sentire eccome.
Ecco il delirio di un duenne nuovo di zecca.

"E' mia appua, mia, mia appua! Bevo tolo io!" (rivendica il possesso assoluto dell'acqua mentre sogna)
E poi cantando: "Lalla lalla là"
"E Ico? Nanna Ico? Ico! ICOOO!"
Tesoro, Ico fa la nanna ma se continui così la sua nanna dura ancora poco... perché non proviamo a dormire un po'?
"NO. Ahahah! Lalla lalla là. LA'!"
"Bitto io tenno" (l'ho visto prima io il treno)
"Tatta tatta ta. (cantando) TA'. TAAA' (gridando)!"
"Ahio! Eheheh! Poppo poppo po. PO'!"
Macco, perché non facciamo la nanna e ti metti giù tranquillo? Dai amore è così tardi...
"NO! tengo tengo tengo! chengo chengo lalla chengo (cantando e snobbando l'implorazione di tregua)
"Tatti anguli io Macco! Lalla LA', LA' LAAAA'!"
"E' caàllo chetto" (è un cavallo questo). "Prrrrrrrrrr"

E così siamo andati avanti ad oltranza, fra una cantata, un pianto, un lamento.
Mamma si è sdraiata accanto al lettino dell'agonizzante, e lì ha passato il resto della notte, tenendogli la mano a richiesta, come uno zombie in corto circuito.

Brontolo al mattino "Ma fino a che ora sei stata di là?"
"Praticamente sempre"
"No... ti ho sentita che sei venuta a letto"
"Si è vero, dalle 3.30 alle 5"
"Ah, ecco. E come hai fatto a dormire prima delle 3, sdraiata per terra?"
"E chi ha mai parlato di dormire?"
"Ah, ecco."

Dopo otto ore di delirio e passione, la partecipazione dimostrata dall'adorato Brontolo è davvero commovente...

lunedì 2 aprile 2012

Buon compleanno

Oggi è il compleanno di Macco, è già arrivato alla soglia dei due!
Mamma non riesce ancora a credere che due anni siano passati così, un po' perché le sembrano volati, un po' perché le sembra che siano durati una vita, e le pare impossibile che sia esistito un tempo senza Macco intorno.

Macco che si sente grande e vuole fare tutto da solo, ma non riesce nemmeno a concepire che si possa stare un giorno senza tatta.
Macco che ride come un avvinazzato col vocione, e poi ti reclama con quel filo di voce bianca che te lo mangeresti di baci.
Macco che non ha ancora chiaro cosa significhi arrivare per primo, perché dopo ogni corsa grida esultante  "plimo io", facendo impazzire di rabbia il fratello che lo precede.
Macco che è nella piena fase del tutto mio, e ti fa commuovere quando punta il dito in alto e dice serio al vento "E' miiia mamma".

Oggi Macco compie due anni, e ieri è stato festeggiato alla grande.
Ha tanto apprezzato la sua torta che ha spento le candeline quattro volte, in barba ai superstiziosi per cui: non si festeggia in anticipo,
non si spengono più candeline del dovuto,
non si spengono candeline già bruciate.

Noi delle superstizioni ce ne freghiamo, ma oggi Macco ha la febbre, e so già che qualcuno sta proprio pensando "te l'avevo detto io"...