venerdì 29 novembre 2013

Eins, zwei, Polizei!

"Ma che bel giovanotto tutto vestito di nero! che ci fa nel parcheggio dell'asilo? Uhm, deve avere dei pantaloni belli caldi, guarda lì come sono pesanti, li voglio anch'io..." pensa fra sé Mamma ieri mattina, portando i pargoli all'asilo.
"Guten morgen, Polizei" fa il giovanotto di nero vestito, con un sorriso incoraggiante.

"Oh, buon giorno" risponde Mamma "Le dico subito che non capisco un accidente di tedesco, ma se parla adagio adagio magari ce la posso fare" risponde Mamma per nulla intimorita dalla simil-Gestapo.
"D'accordo non si preoccupi, devo fare solo un controllo. Intanto lei parcheggi e mi aspetti in auto" sillaba lui.

Sfrontata come non pensava di poter mai essere, e con la faccia più tosta che mai, lei sorride a 31 denti (perchè lo ricorderete, uno l'ha lasciato al dentista) e chiede:
"Senta, visto che sono in ritardo di almeno 15 minuti, non è che posso portare uno dei bambini all'asilo e poi torno subito per il controllo?"
"Nein, parcheggi e mi aspetti lì. Devo controllare proprio i bambini"
Eeeeehhhhh? si domanda Mamma. Controllare i bambini?

Così Mamma parcheggia e aspetta.
E' tranquilla per il ritardo, perchè scusa migliore del controllo poliziesco non avrebbe potuto trovare.
Il giovanotto arriva e le spiega che deve verificare che i bambini siano al sicuro in macchina.
"Le cinture, i seggiolini, devo controllare che non ci siano pericoli per loro", e così dicendo le chiede il permesso di aprire la portiera di Macco.
Ma si, và, ho passato l'asirabriciole giusto due settimane fa...
Lui è legato come un salamotto, il poliziotto tira le cinture, prova a sbatacchiare il seggiolino e poi le dice che è molto contento e che il bambino ha un ottimo seggiolino.
Fiufff!
Poi aggira l'auto e va da Dede.
Che ovviamente si è già slacciato tutte le cinture e lo aspetta più libero che mai.
Momento di panico.
"Dede!" grida Mamma pensando per un secondo di farsi spedire le arance siciliane direttamente in gattabuia. "Ma che fai? Riallacciati subito!"
Il poliziotto ride e dice che non ci sono problemi, lo fa scendere e testa il seggiolino.
Tutto a posto, gli piace pure quello.
Documenti? patente? bolli? Macchè.
"C'è solo una cosa signora. Questo finestrino: tutto pieno di ghiaccio non va bene. Prima di partire deve grattarlo via bene"
Ma Mamma è italiana (e probabilmente ubriaca di sonno), e non sa tacere nemmeno di fronte all'evidenza.
"Ha ragione, ma... è quello dietro di me. Li ho puliti tutti ma quello a che cosa mi serve?"
Lui le spiega educatamente che non importa, i finestrini vanno puliti ugualmente; poi le tende la mano, la saluta e le augura una buona giornata.

Mamma va dalle maestre con la sua scusa spettacolare per il ritardo, poi torna al parcheggio.
Loro non ci sono più.
Incontra di nuovo i poliziotti lungo la strada, hanno fermato altre persone e le fanno un cenno di saluto mentre passa.
Nessun blocchetto per le multe, solo il desiderio di correggere, spiegare e insegnare.
E' così che deve essere, accidenti.
E' proprio così che dovrebbe essere...

giovedì 28 novembre 2013

Gioca!

Il Mercoledi Mamma va a prendere i pupi dopo pranzo per fare una piccola uscita insieme. Ieri però non è stato possibile uscire, e non tanto per via della temperatura siberiana, quanto piuttosto per l'arrivo del tecnico per la lettura del contatore, tra le 14.30 e le 15.00.
Quando i tre arrivano a casa, trafelati, sono le 14.35.
Incrociano il tecnico sulla porta che se ne sta già andando, dopo aver fatto la lettura di tutti gli altri appartamenti.
"Salve, mi scusi, siamo i brambillen, dell'ultimo pia..."
Lui è già sparito, e l'aspetta davanti alla porta guardandola torvo. Legge il contatore di tutti i termosifoni senza dire una parola, e uscendo la apostrofa con un "Adiòs amigos".

"E adesso giochiamo ai bestioni?" viene subito richiamata al dovere, non appena chiude la porta.
"No tesori miei, coi bestioni da guerra ci giocate col papà. Al massimo io posso giocare ai puffi, anche se oggi preferirei pitturare. Che ne dite, pitturiamo?"
"D'accordo, giochiamo ai puffi!"
Mamma resiste tre minuti, poi vaga con la mente.
"Mamma! Gioca!" la rimprovera il piccolo con tono imperativo.
"Ok, va bene, guardiamo tutti i puffi allora"
"Ma che guardiamo! Mamma ci dobbiamo giocare non guardarli"
"Ah... però sono carini anche da guard..."
"No! Gioca!"
Passano altri tre minuti, ma Mamma non è proprio in vena.Ha mal di testa e le si chiudono le palpebre, e puffo dormiglione sdraiato sul materasso è l'unico che vorrebbe far giocare con lei.
"Mamma, devi giocare di più" la apostrofano irritati i suoi cerberi mentre lei muove puffetta e baby-puffo.
"Volete... per caso... che ne so... guardare i puffi alla tele? Eh?" chiede lei sentendosi misera e meschina.
"No mamma, vogliamo giocare coi puffi!"
Acc...

E poi il computer fa PLIN. Un messaggio.
Chissà chi è. Ma si, dai, un secondo posso guardare. Toh, è Velma! Ora le rispondo...
"Mamma! La vuoi smettere con questo stupido computer? Chiudilo subito, non lo vedi che ti stai già rincretinendo?" 

Tutti hanno un momento in cui vorrebbero scappare di casa.
Ecco, per Mamma i tempi sono maturi.

mercoledì 27 novembre 2013

L'autista perfetto

Sono andati e tornati.
Toccata e fuga, mordi e fuggi, insomma, un lampo.

Nel giro di tre giorni hanno fatto in tempo a ricordare come si vive nel traffico e cosa significa avere dei negozi forniti, e hanno sperimentato la dolce felicità della famiglia intorno e la confusione nevrastenica della casa invasa dai bambini.
Lasciando una città che si crogiolava sotto i 15 gradi di un sole quasi primaverile, Mamma ha provato l'assurdo desiderio di non partire.
"Magari sarà caldo anche li...", ha provato ad incoraggiarla nonno Bruno, dimenticando la tormenta di neve che hanno attraversato nel viaggio di andata.

E poi si fa il momento di salire in macchina.
"Abbiamo dimenticato l'acqua!" realizza Mamma d'un tratto.
"No, tranquilla, c'è" risponde Brontolo-eroe.
"Sicuro?" chiede lei incredula.
"Si, l'ho presa io", e facendoci caso attentamente, si può notare il petto di quell'uomo tuttofare gonfiarsi d'orgoglio.

Così arriva il momento di partire.
"Mamma ho sete!" annuncia Dede al primo semaforo.
"Brontolo, dove hai messo l'acqua?" trilla lei.
"Eh? L'acqua? E che ne so"
"Hai detto che l'hai presa tu. Dov'è?"
"Io? No!"
(Io no?!?)
"Non l'ho mica presa... dicevo così, c'è sempre dell'acqua in macchina, no?"
(E certo... e chissà come ci finisce, in macchina)
"Però dai, anche tu: perchè hai tolgo la bottiglia dell'andata?" conclude lui.

E così arrivano al cuore del viaggio.
"Vuoi il cambio? ti vedo un po' distratto oggi" chiede lei.
"Ma che dici, sto benissimo, non mi serve niente" risponde lui osservando le montagne a destra e a sinistra con lo sguardo vacuo.
"Allora chiudo un secondo gli occhi se non ti dispiace", conclude l'illusa.
Brontolo guida, e guida, e guida dritto (anche quando dovrebbe imboccare l'uscita), e va avanti ancora ("Tò guarda, un nuovo hotel laggiù, bello eh?"), e sono quasi a Berna anzichè a Basilea, ma che fa tanto inizia sempre per B...
"Rachele che dici? Abbiamo sbagliato strada?" dice lui davanti ad un cartello stradale sconosciuto.
Mamma apre gli occhi. (Abbiamo?!?)
Sbuffa un paio di volte ma non dice nulla. (Inspira... espira... e ora taci... ispira ancora...)
Brontolo chiede scusa e fa ammenda.
Lei continua il suo training autogeno e ci sta quasi riuscendo.

"Si, però dai è anche colpa tua! Perchè non me l'hai detto che dovevo uscire prima?"
E così fu che Mamma ha rotto il suo silenzio.
Povero Brontolo...

martedì 26 novembre 2013

Dal dentista dei bambini #2

Ci riproviamo.
Questa volta deve essere quella giusta, pena la scomunica e la fustigazione in sala mensa.
Mamma si è incisa data e ora dell'appuntamento sull'unico neurone ancora funzionante, e questo le ha impedito di usarlo per qualsiasi altra attività, rimanendo nel black out totale per giorni.
Ma puntuali, quella mattina, loro erano lì.
Certo, dopo una controllatina all'agenda, perchè non si sa mai.
E anche perchè all'ultimo momento non si ricordava più a che ora dovessero andare, dal dentista.
E nemmeno più del codice del bancomat.
Ma questo importa meno.
Dicevamo? Ah, il dentista.

La dentista e il suo pancione sono arrivati più belli che mai.
"Lei si accomodi là, tu invece sali sulla poltrona. Guarda, fa su e giù, ti piace?"
Dede sorride e Mamma lo guarda dalla sua seggiolina in fondo alla stanza.
"Ora ti metterò una pomata per fare addormentare la gengiva"
"D'accordo. Tiro fuori il pisello?"

Oddio, queste mi denunciano ai servizi sociali se non gliela spiego... ride come una scema Mamma.
Poi ridendo spiega all'infermiera italo-tedesca che il pediatra gli aveva prescritto una pomata per un'infiammazione, ecco perchè era già coi pantaloni calati.
Loro non sorridono nemmeno un po'.

Poi la dentista fa l'anestesia, buca, cura, sciacqua, asciuga e sigilla mentre Mamma non resiste e si accoccola ai piedi del bambino, tirati su a martello per la tensione, per stringergli la manina calda.
Ad ogni nuova tortura lui la guarda, cerca la sua espressione per capire se deve avere paura.
Mamma sorride e annuisce, gli dice che è bravissimo e lui si tranquillizza.
Ogni volta che la dentista si ferma lui racconta del nuovo dentino caduto, del regalo del topolino e di tutti i suoi insetti, mentre Mamma lo guarda con tenerezza.
Loro portano gli occhi al cielo per l'impazienza.

Dopo una mezz'oretta Dede è come nuovo, ed è stato bravissimo.
"Allora amore, com'è andare dal dentista?" chiede Mamma.
"Bello!" risponde lui.
"Oddio, dai, non esagerare..."
"Ok. Bellino" si corregge col suo regalo in mano.

La dentista però non è d'accordo: non è stato sufficientemente bravo, a suo dire.
"Si muoveva", pare abbia detto alla fine, storcendo il naso.
Si muoveva. Assurdo in effetti.
Perchè in fondo, agli occhi di una che i pazienti li addormenta e li intuba, anche la sola velleità di respirare può risultare fastidiosa.


P.S.
La prossima volta si raddoppia: anche Macco sarà sotto i ferri, e verrà aggiunto al gruppo dei bambini che "si muovono".
Fin da ora Mamma ha il neurone impegnato.
Quindi per piacere, ora che lo sapete, portate pazienza...

lunedì 25 novembre 2013

Non ho un regalo

Non è un compleanno come gli altri, è una cifra "tonda" questa.
Sembrano sempre più importanti delle altre, ma chissà perché, in fondo ogni anno vissuto dovrebbe essere festeggiato come gli altri, no?
Certo, però, questo è cifra tonda.

Ma io non ho ancora un regalo per te.
A parte le quattro parole che ti scrivo da lontano, in una giornata scintillante di ghiaccio e di sole.
Perchè vorrei un regalo che rimanga, qualcosa che si distingua dagli altri.
Un regalo che dica ehi, io sono speciale perchè sono per un uomo speciale, in un giorno "rotondo".
Un regalo che non si possa dimenticare, per qualcuno che ha lasciato il segno su chiunque abbia toccato col suo sorriso lieve.
L'uomo che insegna onestà e purezza semplicemente con l'esempio della sua vita.
Quello che mi ha fatto capire cosa sia la correttezza con gli amici, la comprensione e il perdono.
Il mio esempio di coerenza e serietà, di dedizione e amore.

A te che assomigli a Kevin Costner ma in realtà sei molto più bello,
tanti auguri, papà!

mercoledì 20 novembre 2013

Il segreto

Volevamo sapere quale fosse il trucco, per avere dei bambini ubbidienti e tranquilli.
E così eccolo qui, "il segreto" tanto atteso.
Anzi, IL segreto, con la i maiuscola e la l pure.
Perchè dopo tre mesi di crucconia, Mamma finalmente lo ha carpito!

La scoperta sensazionale è che i bambini tedeschi, prima ancora di sapere di essere tedeschi, sono bambini.
Sembra una banalità, ma per chi vive qui frustrato dalle proprie incapacità di educatore non lo è affatto.
Piangono, si stancano, fanno capricci e scappano nei supermercati, esattamente come tutti gli altri. (Mamma l'ha visto con i suoi occhi altrimenti non ci avrebbe creduto)
E non solo: disubbidiscono perfino, e anche di questo è stata testimone.
Ci sono voluti tre mesi, sia chiaro, ma alla fine ha visto ben due-casi-due.

Caso 1) Un bambino nel carrello. La madre infila dentro dei babbonatali di cioccolata e lo lascia lì, continuando la spesa. Questa probabilmente si può definire istigazione a delinquere, e infatti il pupo non resiste e ne scarta uno enorme.
Reazione della madre: "Te l'avevo detto di non farlo, guarda qui che disastro" e prova a infilare il cioccolato nella stagnola strappata.
Reazione del figlio: nessuna.
Reazione di Mamma: gioia sadica allo stato puro.
Reazione del cassiere: "Nessun problema signora: sono bambini"
Proviamo ad immaginare la stessa scena a Milano: "E quello? Guardi che lo deve pagare lo stesso, cosa crede? E visto che il codice a barre non è più leggibile per favore me ne va a prendere un altro? Lasci pure qui il carrello, ma faccia in fretta che c'è la fila", fra le occhiate di condanna dei clienti dietro di lei e il figlio che strilla abbandonato.

Caso 2) Una mamma alla cassa. Un bimbo di circa due anni e mezzo, più carrozzina con bimba urlante di una decina di giorni. Il bambino cammina verso l'uscita da solo.
La madre lo ammonisce, il figlio la ignora. (Incredibile, lo so)
Mamma sorride e guarda attentamente la scena, per non perdere nemmeno un dettaglio.
Il bimbo continua a disobbedire, la madre lascia la fila e va a prenderlo. Qualcuno in coda dietro di lei culla la carrozzina.
Lei torna e il bambino scappa di nuovo, giocando con il cancelletto della cassa.
Il cassiere lo rimprovera fermo e gentile, una signora vicina all'uscita lo prende per mano con fare deciso, gli spiega che non deve allontanarsi da solo e lo riporta dalla madre. Tutti le sorridono comprensivi.

Immaginiamo la stessa scena in un supermercato di Milano.
Mamma lascia la carrozzina con titubanza, e si lancia trafelata a inseguire il figlio controllando la carrozzina, la borsa, i potenziali borseggiatori e i potenziali rapitori di minore.
Acciuffa il piccolo con mille occhi puntati addosso e torna in fila litigando con la vecchietta che era dietro di lei che le è ovviamente passata avanti nella fila.
Cerca di tollerare la signora che sbuffa che ai suoi tempi i bambini non erano così, e si accorge con sgomento che quel piccolo disubbidiente è scappato di nuovo, e gioca col cancelletto della cassa. Dalla carrozzina urla fameliche, il resto del mondo la guarda torvo.
A quel punto il cassiere le dice brusco "Per favore signora, stia attenta a suo figlio" e lei diventa rossa. Di vergogna, di rabbia e di frustrazione.
Il bambino arriva quasi alla porta, dei signori lo schivano lesti e Mamma lo vede già sul marciapiede, schiacciato da qualche auto in cerca di parcheggio selvaggio.
"Che vuole che sia, ne ha già uno nuovo nella carrozzina", le dice qualcuno per consolarla.

Mamma cancella questa immagine, guarda la donna serena con la neonata in braccio e le sorride.
Ora ha capito.
Si arrende.

martedì 19 novembre 2013

All'alba

Le notti in casa brambillen sono ancora movimentate: verso le 3 qualcuno lamenta una grande nostalgia della mamma, e prima dell'alba qualcun altro sgattaiola sotto il piumone dei genitori, scoprendo poi tutti quanti verso le 6, quando gli viene troppo caldo per restare coperto.
Mamma si trascina di qua e di là, come ai bei tempi delle poppate, e la mattina sembra fresca come una rosa grazie al nuovo correttore per occhiaie che ha trovato al supermercato.

Ultimamente però ha iniziato ad abbandonare il campo: vieni nel mio letto? ok, allora io vado nel tuo.
Non tiratele in ballo la tata per piacere, perchè quella dorme sonni beati da svariati anni, e non può capire, non può proprio capire.
E così quando iniziano le manovre di scoperchiamento dalle coperte, lei si infila nel letto di Dede e va avanti a dormire fino al risveglio di Macco, che generalmente avviene non troppo tempo dopo.
Infatti sabato mattina Macco si svegliava alle 7, mentre gli abitanti del lettone si alzavano pigramente alle 9.
"Stavolta non mi freghi caro Brontolo", gli ha detto Mamma coricandosi la sera: "Quando arriva Dede tu vai nel suo letto, e io resto con Dede fino alle 9"
Detto fatto.

Ore 7.38 di domenica mattina.
"Mamma? Mamma! Quando moriremo?" le bisbiglia Dede nell'orecchio.
(Ah, ecco. Un semplice "devo fare la pipì" non bastava)
Chiaramente devi rispondere ad una domanda così, che cavolo, mica puoi solo mugugnare.
E già che ci sei, ci infili pure dentro della filosofia spicciola, così, tanto per non aver reso il risveglio vano.
Soddisfatta la curiosità del bambino, Mamma chiude di nuovo gli occhi.
"Mamma? ti racconto la favola del bosco del tuc tuc?"
"Sgrung? mmh mmh"
"C'era una volta.... e bla bla bla..." per altri cinque o sei minuti buoni sottratti a Morfeo.
"Bravo... ora dormiamo ancora un po' vero?"
"Perchè? è giorno, vuoi fare la pigrona?"
"Mmh mmh"
"Mamma? Mamma!"
"Dimmi Dede..."
"Come si scrive mmh mmh?"

PS
Grazie alla puntualità scientifica della legge di Murphy, Macco si è svegliato oltre un'ora dopo, e Brontolo con lui sbadigliando a trentadue denti.
Ma questo lo immaginavamo già tutti, vero?

lunedì 18 novembre 2013

Le frasi della mia vita

"Se non puoi essere un pino sul monte, 
sii un cespuglio nella valle. 
Ma sii il miglior piccolo cespuglio sulla riva del ruscello"
Questo è stato l'"addio" della maestra delle elementari di Mamma, quando ha lasciato la classe in seguito ad un trasferimento, e le ha segnato la vita comparendo nel suo cuore ad ogni scelta importante.

"Se sei ad un bivio e non sai che strada scegliere, prendi quella più ardua. 
Questo perchè tu non debba mai pentirti un giorno, qualora si rivelasse la scelta sbagliata, di aver preso decisioni dettate dalla pigrizia"
Anche questo messaggio ha risuonato nella vita di Mamma da sempre; e nelle sue decisioni, nelle sue indecisioni, le ha indicando il percorso da seguire ad ogni bivio.

Ma questo piuttosto vuole trasmettere ai suoi figli, sperando che indichi loro la strada più giusta nelle scelte che faranno:

Fai ciò che ami.
Non per essere il migliore, non per dimostrare di farcela ad inerpicarti sui sentieri più ripidi.
Fai ciò che ami ovunque questo ti porti, anche se sarai l'ultimo cespuglio del cortile, perchè se questo ti rende felice è già abbastanza. 
Segui la tua arte ad ogni costo, e vedrai che le strade in salita non ti affaticheranno.
E non importa se sarai in panchina quando segneranno il goal della vittoria, l'importante è che ti brillino gli occhi di gioia.
Perchè non c'è vita più insensata di quella di un vincente 
che ha seguito i sogni di qualcun altro.

venerdì 15 novembre 2013

Il veterinario

"Lo sai mamma? la cosa che faccio io è la più bella e la più importante del mondo"
"E cosa fai di così bello tesoro?"
"Io salvo gli animali..." risponde ispirato Dede con una coccinella sul dito.
"Allora forse da grande vorrai fare il veterinario!" dice lei allegramente.

Dopo avergli spiegato in cosa consiste il mestiere, Dede si illumina, e da quel momento è stato amore incondizionato.
E veterinario sia.

"Com'è fatto un mostro marino mamma?", le chiede ad un certo punto.
"Non posso darti una risposta sai?" e gli spiega il motivo facendo molti esempi. Poi continua "Come potrebbe essere un mostro marino secondo te? Dai, lavora con la fantasia"
"Ma io lavoro con la natura mamma, non con la fantasia" risponde serio come Puffo Quattrocchi.

Il piccolo veterinario-che-lavora-con-la-natura ieri ha infine avuto il suo lieto evento: quattro camole del miele hanno deciso che in casa brambillen si sta sufficientemente bene per diventare pupe.
Una decina di loro ha deciso di tirare le cuoia, bontà loro, ed è stata fatta volare giù dal terrazzo.
Un'altra decina è ancora bianca e strisciante, nonostante il digiuno di oltre tre settimane.
E infine queste magnifiche quattro sono diventate rosse e dure, pronte per la trasformazione in veri mostri non-marini.

Veterinario è bello.
Ma forse, quasi quasi, Mamma avrebbe preferito un altro ingegnere.

P.S.
Ha detto quasi quasi...

giovedì 14 novembre 2013

Lo stupido

"Voglio la mamma!" urlava Dede scalciando fra le braccia dello zio Paio, in un pomeriggio non troppo lontano di cui abbiamo già parlato.
"Ma scusa c'è lo zio che ti aiuta a lavare le mani, perchè non puoi farlo con lui?"
"Perchè lo zio è uno stupido!"

Due giorni dopo...

"Salta! Schiva! Curva! Bravooo!" dice Mamma saltellando innervosita: i videogiochi non sono cosa per lei, non regge la tensione nemmeno quando a giocare è qualcun altro. "Ma che bravo che è papà con questo gioco, vero bambini?" chiede ammirata ai figli.
Loro sono a bocca aperta incollati al video, e non si perdono una mossa dell'eroico genitore.
Poi una risposta emerge fra la musica incalzante e i plin dei punti guadagnati:

"Per essere un papà un po' stupido è proprio bravissimo"

Temo che Mamma abbia un tantino esagerato nel trasmettere ai figli il concetto di innata superiorità femminile...

mercoledì 13 novembre 2013

San Martino

Mamma ha scoperto che l'estate di San Martino c'è anche in Germania. Bello no? Il sole splende da due giorni e le temperature diurne sciolgono la brina che rende i campi immacolati. La mattina ogni ramo sgocciola acqua, così come le insegne stradali e le finestre di casa.
Il ghiaccio si scioglie, e il mondo diventa lucido e brillante.

Lunedi sera c'è stata la festa delle lanterne al cruccasilo, dopo un'organizzazione durata settimane: si festeggia il nobile gesto di S.Martino (che donò metà del suo mantello ad un mendicante), facendo un trenino di lanterne che porti luce e calore nel mondo.

Ogni bambino ha costruito e pitturato la sua lanterna, e Mamma ha procurato dei bastoni selvatici per reggerla. Si sono vestiti ben pesanti e nel buio fitto delle 18 sono andati all'asilo.
I Tedeschi, dal canto loro, avevano comperato bastoni da veri professionisti, illuminati come alberi di natale, e indossavano un semplice impermeabile sopra le felpe.

Lumini colorati in tutto il giardino, candele sui muretti, un falò scoppiettante, e nell'aria l'odore dolce del Glue Wine intriso di cannella.
Mamma ha consegnato Dede alle maestre, che gli hanno acceso la candelina. Poi ha accompagnato Macco nella sua classe. Emozionato e contento, Dede non riusciva a smettere di contemplare la sua fiammella.

"I bambini faranno una processione con le lanterne accese fino ad uno spiazzo erboso dove canteranno delle canzoni. I genitori li devono aspettare all'asilo"
Mamma era già in ansia ma sulla carta, per i Tedeschi, funziona così.
Ma poichè separare Macco dalla mamma è impresa titanica pure per le crucche, hanno optato per un politicissimo "Perchè non viene anche lei insieme a noi?"

Mamma faceva filmini e sorrideva a tutti, quando la maestra di Dede, trafelata, le ha chiesto dove fosse finito il bambino.
"Con voi, naturalmente" ha risposto Mamma sorridendo e facendo filmini.
"No, pensavamo fosse con lei".
"Sta scherzando, vero?" ha chiesto Mamma in italiano, senza sorridere nemmeno un po'.
Provate per un secondo a mettervi nei panni ben pesanti di Mamma e provate a sentire cosa combina il vostro stomaco. E poi il vostro cervello. E poi osservate dove corrono le vostre gambe, e come grida la vostra voce. Provate da soli, così Mamma evita di rivangare.
E poi un pianto acuto che ti pare di riconoscere, un "Mammaaa" che si confonde fra le mille voci, e Dede che tira su col naso per mano con un'altra maestra.
Gli si era spenta la candelina ed era andato a cercare la mamma "perchè dirlo in tedesco era troppo difficile, ma la mamma non c'era più..."

E così la carovana si è messa in marcia, con la maestra che piano piano tornava a respirare e riprendeva colore, e tutti i genitori che rimanevano in giardino.
Tutti tranne due.
Indovinate?
Bravi.

Un freddo becco. Una camminata nel buio con lucine che si spegnavano, lanterne che cadevano e maestre perfettamente all'altezza della situazione. Da noi ci sarebbe stato un altissimo tasso di invecchiamento precoce fra le insegnanti, ma loro erano perfettamente tranquille in mezzo a bambini silenziosi e ordinati.
Tutti tranne due.
Indovinate?
Bravi.

Nel mezzo dei canti, mentre Mamma sorrideva e filmava, una vocina gridava "Guardate tutti! Faccio le nuvole di fumo!", un'altra "Mamma pecchè non andiamo a mangiale?" e  due voci adulte bisbigliavano "Sssssshhhhh!" piene di vergogna.
Una volta tornati nel giardino illuminato a festa, i brambilli se ne sono andati alla chetichella, intirizziti come ghiaccioli nei loro giacconi pesanti, nei 2 gradi centigradi di questa caldissima estate di San Martino.

martedì 12 novembre 2013

A nascondino

"Mamma, posso giocale con le macchinine di papà? ha chiesto Macco appena sveglio, domenica mattina, dopo meno di 6 ore di sonno.
Le macchinine di papà sono un videogioco a cui assistono come pubblico adorante tutte le sere mentre Mamma cucina.
Lei glielo aveva detto che non era il caso di esagerare con il computer, ma Brontolo ha risposto che era tutto sotto controllo... e così Macco è entrato nel tunnel della video-dipendenza. E la disintossicazione, ovviamente, se la sorbisce Mamma.

"Mamma! le macchinine" ha smaniato per tutto il giorno, singhiozzando e strappandosi i capelli e mettendosi le dita in gola e poi anche picchiandola. ( In casa brambillen pare vada molto di moda ultimamente bastonare la madre quando dice di no a qualche richiesta. E suddetta madre deve fare una grande fatica per non bastonare a sua volta gridando "Qui non si danno mazzate!")
L'ha inseguita per tutta la casa, ora aggrappato alla sua gamba, ora correndole dietro, senza darle un istante di tregua.
Ma lei, lesta come una faina, ad un certo punto è riuscita a seminarlo e a nascondersi dietro allo stendino dei panni, dileguandosi come un'ombra.

Cerca che ti ricerca, quando il grido "Mamma dove sei andata?" è diventato tendente al terrorizzato, Mamma ha lasciato trapelare la sua posizione emettendo un suono, ed è stata trovata.
"Ancòla mamma, ancòla!" ha gioito il piccolo trovandola, ancora col lacrimone a mezza guancia, sollevato per non essere stato abbandonato e divertito a posteriori per il gioco. Così Mamma si è nascosta per un altro paio di volte.

E poi l'ideona di Dede: "Mamma, adesso tu ci cerchi e ci nascondiamo noi!"
E zac, si sono fiondati dietro il divano.

"Ma dove saranno maaaai?" ha esordito lei rimanendo improvvisamente libera e guardandosi attorno con un sorriso incredulo.
Poi ha bisbigliato a Brontolo "Psss... corri, possiamo rifare il letto!"
"Bambiiiiini, siete quiiii?" e ha sbattuto le lenzuola.
"Forse sotto il leeeettoooo?" e ha sistemato il piumone.
"Accidenti, come vi siete nascosti bene..." e si è sdraiata col marito, con il sorriso diabolico che se non c'erano le orecchie le faceva il giro della testa.
Qualche risatina soffocata da dietro il divano.
"Papàààà, hai per caso visto i biiiiimbi?" ha continuato lei, la falsa, la strega, la madre da galera.

Alla fine li ha dovuti trovare: quel dannato coso, come si chiama, ah si, il senso di colpa le strillava troppo forte che era ora di trovarli.
E così il gioco è finito.
E così Macco ha ricominciato a lagnarsi.
E così tutto è tornato come prima.

Ma da oggi Mamma ha un alleato nuovo e una consapevolezza in più: chi ha inventato il nascondino, la sapeva veramente (ma veramente) lunga...

lunedì 11 novembre 2013

Post in trasferta

Il post di oggi lo potete trovare al seguente indirizzo:

http://bbmag.babybazar.it/index.php?id=9671

Si tratta di un magazine online per mamme con cui pensavo di collaborare ogni tanto, condividendo qualche esperienza della mia vita da espatriata.

Buon lunedi!



http://bbmag.babybazar.it

venerdì 8 novembre 2013

Dannata tecnologia

Una vera sciagura si è abbattuta ieri in casa brambillen.
Mentre caricava l'aggiornamento di un software, Brontolo ha avuto dei problemi con il computer.
Apriti cielo!

E' l'ora di pranzo, lui è in piedi in cucina col capo chino sul monitor, e lo guarda fisso e torvo.
"Non è possibile, si è sputtanato tutto!" ripete ossessivamente.
"Il lavoro di mesi..." balbetta incredulo.
"Non mi riconosce nemmeno quando voglio accedere, e adesso come faccio? COME FACCIO?"

Mamma risponde serafica che se avesse fatto come lei, che il computer lo aggiorna soltanto tre mesi dopo l'uscita di un nuovo aggiornamento, non avrebbe avuto alcun problema.
Ma lui non è dello stesso avviso e, pena il suo onore, quando esce un aggiornamento deve assolutamente istallarlo al più presto.
Dopo diverse parolacce, imprecazioni e tentativi vani, Brontolo abbandona il prezioso pc e torna in ufficio.

La sera a casa è ancora con la giacca e lo zaino in spalla quando si precipita a controllare.
"Non funziona ancora" esordisce innervosito prima ancora di salutare.
"Bè, non è che in tua assenza si sistemi da solo... Hai provato a chiudere il programma in background?" chiede lei.
Ma lui ha una soluzione degna dell'informatico più avanzato: "Spengo e riaccendo, vediamo come va"
Momenti di pura tensione.
I bambini cercano di arrampicarsi alle sue gambe, ma lui riesce a scalciarli via senza nemmeno guardare dove cadono.
Il caldo lo fa sudare, me lui non perde tempo a spogliarsi per non mollare la sua posizione di estenuante lavoro.
"Speriamo, speriamo, speriamo... non ce la posso fare senza quel programma... EVVAI, FUNZIONA! SI! Ho recuperato la versione vecchia! ... Che dici? Ci riprovo ad aggiornarlo?"
L'aria si fa più leggera e il suo sorriso torna rilassato.
Mamma scuote la testa e tace rassegnata.

Ha rischiato veramente grosso, ma per fortuna Quiz Cross ha ripreso a funzionare senza che Brontolo perdesse nemmeno una posizione in classifica.
La tecnologia moderna a volte rischia davvero di mandare in frantumi il precario equilibrio psicofisico dei più sensibili...

giovedì 7 novembre 2013

Dal dentista dei bimbi

Martedi notte, ore 23.50
"Rachele perchè non dormi?"
"Sono agitata per il dentista di Dede, domani... non riesco a rilassarmi"
"Si, anch'io sono un po' preoccupato. A che ora devo venire?"
"Alle 15"
"Ok, alle 14.50 sono lì" risponde Brontolo, e poi silenzio.

Ore 24.10 Click.
"Ehi Brontolo che fai con la luce?"
"Mando una mail ad un mio collega... Suo figlio ha curato dieci denti, gli chiedo consiglio che dici?"

Mercoledi mattina.
Panico, terrore, ansia da più giorni.
Mamma ha il mal di stomaco da quando si è alzata, come nell'attesa di un esame all'università.
"E' solo una carie, solo una carie" si ripete da tempo, ma questo mantra non deve essere sufficientemente convincente visto che non serve a tranquillizzarla nemmeno un po'.
"Brontolo, che tu sappia sono mai morti dei bambini per curare un dente da latte?" ha chiesto poi, sentendosi dare della pazza dal marito.

Ore 13.57
Ok, ora spengo il pc e vado a prenderlo. Oddio sono in ritardo! Mamma è in anticipo di oltre un'ora, ma non riesce più a rimanere ferma. Infila in borsa il regalino per Dede, va all'asilo e abbraccia suo figlio come se stesse partendo per la guerra dei cent'anni.
Sospiri di pancia e sorrisi forzati, "Amore vedrai che non è proprio niente di che, devi solo essere un po' paziente e tenere la bocca aperta d'accordo?"

Ore 14.45
Dlin dlon

Ore 14.46
Dlin dlon

Ore 14.47
Dlin dlooooon
"Pronto Brontolo, ma qui non c'è nessuno! Aspetto un po' in macchina e ti richiamo"

Ore 15.05
Le tapparelle dello studio medico sono ancora abbassate, e un ritardo di tutto lo staff è cosa tanto improbabile da rasentare l'impossibile. Mamma tira fuori il foglietto dell'appuntamento per telefonare.
"Avrà avuto problemi la dentista. In fondo è incinta, magari è successo qualcosa..."
E poi trasecola: appuntamento ore 10.15.
Ma non è possibile! 

E invece si, è tristemente possibile. L'orario delle 15 le piaceva così poco che dopo diverse insistenze era riuscita a farselo cambiare. Ma questo passaggio, ovviamente, è stato immediatamente rimosso dall'ipotalamo mammesco, che ha registrato solamente l'appuntamento sbagliato.
Mamma strilla tutta la sua indignazione e frustrazione a telefono col marito, poi si affloscia come un palloncino bucato.
Il suo cervello fa acqua da tutte le parti, non si può più fidare di se stessa, senza contare che aver dato un bidone colossale ad una tedesca (pure incinta) la terrorizza ancor più della cura della carie.

"Oddio e adesso come farò?"
"Mamma! Mamma" fa una vocina discreta dal sedile posteriore.
"Amore mio, dimmi tesoro, la mamma ha combinato un pasticcio..." dice lei con le lacrime agli occhi.
"Mamma, e adesso..."
"E adesso non lo so! Domani chiameremo la dentista e sentiremo come fare"
"Si mamma, ma adesso..."
"Adesso non possiamo fare più niente, non c'è nessuno qui. Andiamo a prendere Macco"
"Si, ma ecco... non è giusto..."
"Tesoro hai ragione, sono disperata ma..."
"Non è giusto mamma: e adesso come faccio ad avere il mio regalo?"

In questi drammatici frangenti, ognuno è flagellato dal proprio terribile dilemma.

mercoledì 6 novembre 2013

Amiche speciali

E poi ci sono le amiche speciali.

Quelle che senti tutti i giorni, e sono sempre lì appena le cerchi.
Quelle che ti prendono in giro per una frase uscita male, e non se la smettono per tutta la giornata.
Quelle che il giorno dopo ti si stringono intorno se stai male, e creano un cerchio caldo di affetto che non ti fa sentire sola.
Quelle che ci passi una serata intera a ridere e scambiarti foto della pancia, e la mia è la più grossa di tutte, è inutile gareggiare.
Quelle che scoprono di aspettare un bambino e lo dicono a te prima di chiunque altro, per superare la sorpresa, o lo shock, per elaborare insieme.
Quelle che "ho bisogno di voi oggi", e tutte sanno cosa sta passando senza bisogno di spiegare.

Quelle che scegli per vicinanza di spirito, e non di luoghi.
Che fanno parte della tua società segreta, o che partecipano alla tua vita leggendoti dal blog.
Quelle che ti sembra strano chiamare amiche, ma come altro definire un rapporto così speciale?

Perchè non sai nemmeno che volto abbiano, ma sai che cosa hanno nel cuore, e questo è l'importante.

Amiche virtuali le chiamano, ma non hanno nulla di meno di un'amica in carne ed ossa perchè quando hai bisogno, sono loro che rispondono. E quando vuoi divertirti, è con loro che puoi ridere dicendo stupidaggini una dietro l'altra.
Conseguenze di una società sempre più individualista, che ti isola forse ma poi ti avvicina nei modi più impensati.

Amiche virtuali, si.
Ma amiche.

(Grazie!)

martedì 5 novembre 2013

Perle di logica

Al parco delle capre, Macco si è punto con l'ortica. Dopo qualche giorno, anche Ale si è punto la manina. E' un'ortica bisbetica, perchè cresce bassa bassa e si mimetizza fra i cespugli di foglie che i bimbi raccolgono per le caprette.
Fra i pianti, Mamma spiega agli infortunati che l'ortica punge se viene toccata, e che si formeranno delle piccole bollicine là dove si sono fatti male.
"Mamma" chiede la sera successiva Dede, ispirato da quella fase del dormiveglia che ti fa creare i sogni più bizzarri. "Nell'acqua frizz c'è l'ortica vero?"
"Che dici amore? Nell'acqua frizzante l'ortica? e perchè?"
"Ma si, pizzica e fa le bollicine... proprio come hai detto tu. Deve per forza esserci l'ortica mamma"

"Mamma, hai  mai visto un pesce balena?" chiede ancora Dede fra altre mille domande, mentre Mamma lo veste per andare all'asilo.
"Dal vivo no amore"
"Uhm, ma dal morto?"

Mamma lo sa, lo sa bene che tutti i bambini hanno delle uscite fantastiche, che però si perdono nelle pieghe dell'oblio se non vengono scritte.
E' per questo che chiedendo scusa vi fa sorbire quelle del suo, di bambino, ogni tanto.
Siete liberissime di provare a superarlo se ci riuscite.

lunedì 4 novembre 2013

Nuove visite

In una Villa Delirio tedesca, la truppa quasi al completo ha trascorso il ponte di Ognissanti all'insegna della purificazione fisica e dell'allegria familiare.
Sorilla e i suoi sono arrivati dalla ridente Milano, e "Niente cucina italiana", si è raccomandato zio Paio ancora prima di partire. Una volta arrivato, ha subito intrapreso un percorso tisanoreico insieme a Brontolo, autoinfliggendosi l'eroico compito di bere almeno un litro di birra ad ogni pasto. Purificante per corpo e spirito pare.
I bambini si sono festeggiati con grandi sorrisi e giochi felici, e per i primi due giorni la gioia di essere insieme è stata più forte dell'innata competizione infantile, fra risate e rincorse dalle 7.30 del mattino senza sosta fino alle 22.

Hanno mangiato patate in tutte le salse, sfamato con cetrioli e carote un reggimento di capre, preso pioggia e vento e visitato borghi caratteristici.

E poi arriva l'ultimo giorno.
Un Dede stravolto dalla stanchezza si arrabbia con Mamma e la picchia su una gamba.
Mamma reagisce con una punizione reclusiva, e Dede urla.
Ale salta addosso a Macco braccandolo col suo stile da rugbista, mentre Mamma torna in cucina e Brontolo spazza per terra.
Zio Paio prova a calmare Dede. "Vattene viaaaa! voglio la mamma!" è tutto quello che ottiene in cambio, oltre a calci e lacrime.
Mentre Mamma sistema la tavola, chiacchiera tranquillamente con Sorilla.

"Sai che qui accanto abitano dei ragazzi italiani? Proprio nel palazzo accanto al nostro"
(Ale: "Buaaaa! Macco mi ha dato un mooooorsooooo")
"... Brontolo li conosce, gli ha detto che abitiamo qui anche noi e gli ha chiesto di vederci qualche volta"
(Macco: "Non è velo! E' ttato lui a falmi male pel plimooooo!")
"... Loro hanno una bambina, sarebbe bello farli giocare insieme, no?"
(Fabio: "Ho detto che voglio giocare col compuuuuteeeer")
"... Ma gli sono sembrati titubanti, e infatti non ci hanno mai più contattato"
(Dede: "Voglio la mia mammaaaaa, HAI CAPITO? VATTENE VIAAAA!")
"... bo, non capisco, in fondo non hanno motivi per volerci evitare, ci siamo visti soltanto una volta tre anni fa ed era andata bene"
(Ale: "No è tutta colpa tua! AHIAAAA! MAMMA VOGLIO IL GHIACCIO!")

"Ma dimmi", fa Sorilla pensandoci su "Esattamente quanto distanti sarebbero, questi italiani?"
"Proprio quella finestra lì, si vede dalla sala, vedi?"
(Macco: "NON E' VELOOO NON GLI HO DATO UN MOOOLSOOOO!"
"Ah, ecco. E dimmi. Hanno una bambina hai detto?"
"Si, dell'età di Dede o poco più"
(Fabio: "BASTA! ORA TI AMMAZZO! CARICAAAAA!")
"Ah, ecco. Magari di quelle tranquille e carine che si siedono a giocare con una barbie per tutto il pomeriggio?"
"Uhm, non ricordo ma mi pare di si. Perché? Ecco, non capisco, davvero non capisco..."
(Ale, Dede, Fabio, Macco: "AARGH! MAMMA! FAME! GHIACCIO! MORSO! VIAA!"
Brontolo: "ADESSO BASTAAAA! PUNIZIONI! SILENZIO! SCHIAFFONI!")

"No... Davvero non riesco a capire nemmeno io..."