sabato 30 giugno 2012

La gioia della settimana


Erano giorni che si preparava.
Ogni sera un po’ più alto, ogni mattina una foglia in più.
E poi, un pomeriggio, senza chiedere permesso ad alcuno, senza avvertire nessuno, si è aperto al mondo.  
I petali si sono aperti al sole, come il mio cuore si è schiuso alla gioia.
Ho lottato contro il desiderio di tenerlo per me, nella mia casa, ma ha vinto la vita ed è rimasto al suo posto a rallegrare il ciglio della strada.

Il girasole di tutti

Stasera non c’è più.
Qualcun altro non ha vinto la stessa lotta contro il suo egoismo.
Nemmeno un coltello, nemmeno una forbicina: lo ha strappato alla base, le foglie cadute, il gambo sfibrato.
I rovi, lì accanto, regnano indisturbati.

Valeva la pena essere coì belli?


venerdì 29 giugno 2012

Che sensibilità


Mamma e i pargoli fanno una gita istruttiva in campagna. Passeggiano fra oggetti visti soltanto sui libri, fino ad ora, da dei veri brambillini di città.
“Guardate bimbi, il trattore del nonno. Ci saliamo?”
“Ecco un decespugliatore, come quello del vostro libro”
“Una lucertola! E una coccinella! Ed ecco l’albero dei fichi. Vedete i fichi lassù?”
“E qui… oh, bimbi, venite a vedere… un uccellino morto. Deve essere caduto dal nido perché non sapeva volare. E’ morto, poverino, vedete?”. 
Mamma approfitta dell’occasione per introdurre ai bambini un concetto che è ancora così lontano dalle loro menti, perché pensa che non sia mai troppo presto per parlarne, visto che fa parte della realtà delle cose.

“Oh, poverino” mormora Dede.
“Poveino” fa eco Macco.
“Poverino, vero?” conclude Mamma senza troppi fronzoli.
“Povero cucciolo” aggiunge di nuovo Dede, tutto compito.
 Che sensibilità questo bimbo, pensa compiaciuta Mamma.

“Andiamo Mamma?” trilla Dede, uscendo dal trance. “Ne cerchiamo altri?”
“Di cosa amore? Di uccellini morti?”
“Si! Si! Bello! Andiamo? Eh?”

Stavamo dicendo? Ah, ecco, la sensibilità...

giovedì 28 giugno 2012

Comunicazione estemporanea

Ore 20.40.
Inizia l'inno.
E stasera i bimbi col piffero che li porto a letto all'ora X!


Quando la realtà...

Dopo una fantastica notte ristoratrice, Mamma scende in spiaggia, leggiadra e colorata.
Il lido è ancora spopolato, e sebbene agli albergatori la cosa non faccia piacere, per chi va al mare questa tranquillità è invece molto piacevole.
Si sdraia sul lettino, e dopo un mini abbiocco sereno riesce a finire un libro che doveva terminare da tempo. Col sorriso ancora sulle labbra va a fare un bagno.
L’acqua è tiepida e limpida come solo nei giorni di scirocco, e Mamma nuota di gusto dopo tanto tempo.
Quando esce, il sosia di Matthew McConaughey le si avvicina con una scusa pretestuosa e attacca bottone.
Più tardi, i due sono seduti al bar sulla spiaggia davanti ad un cocktail alla frutta ghiacciato...

P.S.
Nulla di tutto ciò è avvenuto veramente (nè mai avverrà ahimè), tanto meno la leggiadria, ma ho pensato che raccontare dei 3 body, 3 lenzuola e un coprimaterasso sporcati di diarrea, oltre ai 2 body, una federa e un lenzuolino svomitazzati da entrambi i pupi fra le 4.35 e le 8.20 di mattina fosse mooolto meno edificante…

P.P.S.
Lo sapevate che a quell'ora il cielo è già chiaro?

mercoledì 27 giugno 2012

Cresceranno

Cresceranno, e la mattina farò fatica a buttarli giù dal letto, e si potrà dormire finalmente.
Cresceranno, e la mia schiena avrà un minimo di sollievo.
Cresceranno, e faranno la cacca da soli nel water, pulendosi e lavandosi autonomamente, cosa per cui pagherei.
Cresceranno, e non rischieranno ogni volta di farsi veramente male picchiandosi a "ping pong".
Cresceranno, e smetteranno di strillare come aquilotti impazziti per un nonnulla, chiedendo di venire in braccio.
Cresceranno, prima o poi, anche se sembra impossibile.

E allora mi mancheranno tutte queste pesantissime ma dolcissime cose. 

martedì 26 giugno 2012

Hai lavato il collo e le orecchie?

Brontolo: "Hai cambiato il pannolino a Macco?"
Mamma: "Si, venti minuti fa"
B: "Ma no, andava cambiato ancora"
M: "Eddai, non importa, lasciamoglielo ancora un po'..."
B: "Stai scherzando? Fa una puzza! Va cambiato subito"

Dede: "Mamma! non ci siamo ricordati di lavarci i denti!"
Mamma: "Oh, è vero... non importa, dai, per stasera non li laviamo. E' già tanto tardi..."
D: "Ma cosa dici Mamma? Poi mi cadono. Andiamo subito a lavarci, eddai"

"Hai lavato il collo e le orecchie?" è stata la tormentosa colonna sonora di ogni risveglio della sua infanzia, e Mamma pensava che una volta cresciuta avrebbe potuto gestire tutte le aborrite incombenze igieniche semplicemente in base alla voglia del momento.
Per un felice periodo così è stato: quando Dede era solo un fagottino incapace di ribellarsi, Mamma si è resa conto che era passato il primo mese di vita e non gli aveva ancora mai fatto il bagnetto. Fantastico!
Non si pensi male: il cordone tardava a cadere, e così si è placata la coscienza.
Poi si è imposta di lavarlo almeno una volta alla settimana, giustificandosi col fatto che l'acqua di Milano era troppo calcarea per la sua pelle delicata.
Vedendo però quanto si divertono i piccoli in acqua, è ben presto arrivata ad un bagnetto a sera. E viste le premesse, questo supera di gran lunga ogni più rosea previsione igienica.

Per fortuna i brambilla non sono finiti qui, e l'ultimo nato ha nel sangue molti geni della spartana madre.
Macco:" No paulino, tieno pocco io" (non cambiare il pannolino, lo tengo sporco)
Mamma: "Dai amore, non ti faccio il bidet", e Macco si convince subito.
Macco: "Nooo! non lavare faccia, no vojo. Cativa mamma"
Mamma: "Eddai, solo la bocca! Sei tutto impiastricciato di marmellata. Stai tranquillo che le orecchie non te le lavo. E il collo nemmeno, non ti preoccupare: sei un bimbo fortunato, tu..."
Quando si dice intendersi alla perfezione.

lunedì 25 giugno 2012

Azzurri


“Stasera partitona, eh? Ce la guardiamo vero Ra?” chiede Brontolo.
“Humpf…”
“Come no? Imperdibile!”
“Vedremo, vedremo…”

I brambilla sono in campagna con l’intenzione di guardare la partita insieme ad alcuni parenti, ma Mamma già sa come andrà a finire.
Infatti alle 20.30 Macco inizia a dare grossi cenni di cedimento. Alle 21 Dede ha già pianto quasi tutte le sue lacrime ed è rauco dalle urla isteriche.
“Andiamo a casa a dormire, bambini?”
“Siiii!” trilla Macco, e la cosa ha già dell’incredibile.
“Adesso?!?” fa eco Brontolo con voce rotta.
Alle 21.05 Mamma saluta tutti, Brontolo compreso, e carica in macchina la prole sfiancata dal sole, dal mare e da tre giorni d’insonnia.

Lui si mette una mano sul cuore e decide di tornare a casa con loro per dare una mano. Così dice.
“Vedremo, vedremo…” ripete Mamma.
Arrivati sull’uscio lui fa spallucce, comunica che “Lo sai che ci tengo…” e sparisce in quattro e quattr’otto.
Lei lava e spoglia e veste e insegue e racconta favole, gioca e canta ninne nanne.
Al primo tempo Brontolo per almeno quattro volte sbatte porte e accende luci, svegliando i bimbi dal leggerissimo primo sonno.
Lei ricomincia da capo per altrettante volte, poi lo minaccia a gran voce. Ai rumori successivi, Macco chiede “Mamma, botte papà?”, incalzato da Dede che vuole assistere (e qui devo ammettere che lo sforzo di non cedere alle richieste è stato grande)

Alle 22 i pupi crollano. Lei fa per sedersi, e Brontolo le chiede con cento moine e paroline dolci di stirargli due camicie.
All’83mo minuto, finalmente, si siede.

Capisco ora perché il calcio è cosa principalmente da uomini.
Non so per voi, ma le partite dell’Italia, per me, non hanno più il sapore di una volta.

domenica 24 giugno 2012

La gioia della settimana

Mamma ha portato i bambini ad un picnic con delle amiche, in settimana. Nascosto sotto le fronde di alberi tagliati,  l'accesso ad una vecchia ferrovia dismessa.

Il sogno dei miei piccoli appassionati di treni si è realizzato, e hanno scorrazzato sui binari a suon di ciuf ciuf.

Mi sembrava di essere dentro uno di quei film americani, dove i bambini trovano sempre una ferrovia su cui correre... bello!




venerdì 22 giugno 2012

Gangsta's Paradise

La macchina sfreccia nel buio, verso la stazione.
La strada dritta costeggia il mare, macchia scura e silenziosa nella notte stellata.
La mente è vuota, i pensieri pigri, l’insoddisfazione per la radio che gracchia canzonacce mi porta a cambiare canale ogni pochi secondi.
Ad un tratto qualcosa attira la mia attenzione.
La riconosco dal pugno allo stomaco che mi dà ogni volta che la sento.
E’ lei: una canzone lontana, la colonna sonora della mia vera gioventù.

Il volume al massimo.
È un attimo: una musica, un profumo, un periodo che non tornerà più.
Una lacrima.

Sono in una discoteca, è la sera della mia laurea e sono felice, padrona di me, piena di vita.
Il futuro pulsa davanti a me.
Le pagine della mia vita sono ancora tutte bianche, ho appena concluso il capitolo introduttivo del romanzo che ciascuno di noi scrive vivendo, e la curiosità verso quello che mi aspetta mi elettrizza.

Lo stomaco si stringe, il cuore si strugge di malinconia.
Volti amici si sovrappongono, voci dimenticate tornano a scherzare con me e profumi remoti mi fanno ancora vibrare al ricordo.

Ed eccomi qui, ammesso che io e “lei” siamo ancora la stessa persona.
Guido nella notte verso una meta già scritta. Anche domani è già scritto.
Piena d’amore, ma nessuna suspense, nessuna elettricità, nessun futuro misterioso che ammicchi dietro l’angolo. Può bastare, per la felicità.

...può bastare, per la felicità?


giovedì 21 giugno 2012

Il pigiama rosa

"Mamma, ma è un pigiama nuovo questo?"
"Si tesoro"
E' un pigiamino azzurro di cotone leggero leggero, con i pantaloni blu.

"Mi piace"
"Bene! sono contenta"
"L'hai comprato mamma?"
"Si, certo"
"Brava! io adoro il rosa!"

Ehm.
Punto uno: Mamma spera che l'ingenuo figlio avrà il buon senso di evitare certe asserzioni davanti ai compagni di classe, in un futuro non troppo remoto.

Punto due: Mamma sapeva che la daltonica eredità del nonno si sarebbe manifestata, prima o dopo...

mercoledì 20 giugno 2012

Chi sono costoro?

Mamma sta rimproverando Dede dopo una serie di capricci infinita per futili motivi.
"Sei un bambino grande ormai. Comportati come tale", sbotta infine.
"... chi è Tale? Mamma! chi è Tale?"
Tanto è lo sconforto di non conoscerlo, che Dede inizia a piangere.
"Mio figlio è una volpe", pensa Mamma spiegandogli che Tale non è affatto un nome.

Dede sta cenando. Dopo aver spazzolato via tutto, lascia un boccone nel piatto e fa per andarsene a giocare.
"Aspetta un po', dove vai?"
"A giocare"
"Ok, ma prima si finisce. Questo nel piatto lo lasci per la gloria?"
"... chi è Gloria? Mamma, chi è Gloria? Non gliela voglio dare a Gloria la mia cena!"
Anche in questo caso il buon Dede singhiozza sconsolato la sua frustrazione.
"Mio figlio è sempre più acuto", rimugina Mamma guardando di traverso Brontolo, portatore per antonomasia della parte difettosa del corredo genetico.

A un'uscita dell'asilo. "Mamma, la maestra mi ha fatto piangere! Mi ha detto Ehi amico Fritz! ma tu mica mi avevi chiamato così, véro mamma? Véro che tu mi hai chiamato Dede?"
Mamma sospira, abbraccia lo sconsolato e lo rassicura, rassegnata.

"Ciao ragazzo", lo saluta sorridendo il vicino di casa. "Dede, non rispondi?" interviene Mamma.
"No mamma, perché... perché... perché io sono un bambino, ecco!" e giù lacrime da vero bambino.

Direi che come esempi possano bastare.
L'italiano spesso ci attira in sordidi tranelli per un bambino di quattro anni, è vero.
Ma l'elasticità mentale del suddetto bambino è qualcosa che va ben oltre la tenera età.

Temo che gli indizi siano sempre più marcati, e che la creatura sia sempre più somigliante all'elasticissimo padre...
Qualcuno ha dei suggerimenti per stroncare ora e subito questo nuovo ingegnere nascente?
Mamma ve ne sarebbe immensamente grata.

martedì 19 giugno 2012

L'onda anomala

Una mattina come tante, Mamma entra in camera della piccola pulce, ancora prigioniero dietro le sbarre del lettino e incapace di scendere a suo piacimento.
Il dolce richiamo del bimbo che si è svegliato la fa sciogliere di amore, nonostante l'ora, e appena entra in camera del piccolo principe della sua vita... un'onda anomala la assale.

Mamma arretra, indietreggia, le manca il respiro.
Prova a tossire ma niente, l'anomala si è infiltrata nei meandri dei polmoni, ha riempito di sé ogni molecola, e nonostante l'apnea la stordisce ancora.
"Amore, hai fatto la cacca?" bisbiglia con un filo di voce e il coraggio che vacilla.
La domanda potrebbe sembrare retorica, ma in realtà è stata posta con il reale scopo di capire se la stanza di Macco è stata teatro di un'invasione aliena, o se l'intestino del bambino è proprio lui l'alieno.

E così, armata di cupa rassegnazione, Mamma inizia i preparativi del cambio pannolino.
Con Macco è una vera avventura, dal momento che non si fa mai svestire né lavare né rivestire senza tirare in ballo almeno quattro minacce e alcuni conto fino a tre.
Passano i minuti e scende il livello di saturazione sanguigna, ma finalmente Macco è seduto sul bidè, con Bappapappapappà in mano.
Mamma appallottola il pannolino sporco. Ecco.
L'unico essere vivente che, dopo aver mangiato ciliegie e muffin alle ciliegie e torta alle ciliegie e gelato di ciliegie, continua nella sua ostinata stitichezza, è seduto qua davanti a lei, calmo e tranquillo, senza capire il perché di tanto stupore materno.
Il pannolino, se tralasciamo una macchiolina delle dimensioni di una lenticchia, è intonso.
Il resto (e per fortuna è ben poco) è tenacemente incollato e incrostato alle soffici chiappe del principino.
Deve essere rimasto lì ore e ore.
Sfrega, sciacqua, gratta, sfrega, sciacqua, rigratta... L'operazione sembra interminabile, ma finalmente anche questo finisce.

L'onda anomala viene evacuata con apertura di tutte le finestre della casa, per creare una piccola bora domestica.
Ma l'odore resta.
Cambio di tutti i vestiti.
Niente.
Cambio di tutte le lenzuola.
Ancora niente.

Mamma si presenta da Brontolo per chiedere aiuto alla cavalleria.
"Ma che hai fatto, te la sei fatta addosso?", chiede lui dal suo giaciglio di lenzuola odorose.
Lei si annusa e capisce.
L'unica soluzione possibile è anche impraticabile: il taglio netto delle dita della mano destra, lavate più e più volte col sapone, ma macchiate di un'onta invisibile che l'accompagnerà in eterno.


lunedì 18 giugno 2012

La maschera

Ogni sabato, ormai da qualche tempo, Mamma si spalma una maschera sul viso sperando di rallentare il tempo che la segna in modo sempre più evidente.
Fino a ieri ha usato una crema bianca, che una volta assorbita non si vedeva più.
Ma questo sabato ha trovato nell'armadietto una maschera-fango che le aveva regalato la nonna Tonia, e ha deciso di provarla.

Si è spalmata di terra fangosa tutto il viso, ed è andata a fare colazione con i suoi uomini.
Nessuno si è accorto di nulla, e anche lei ha dimenticato di avere la faccia marrone.
Che bello sentirsi trasparenti!
Dopo dieci minuti la colazione era finita, gli stomachini satolli e la maschera si era asciugata.
Mamma va verso il bagno per lavarla via, e viene intercettata da Macco.
"Cos'è quetto?", chiede indagatore, e con un dito prova a toccare il viso impiastricciato.
La guancia al tatto ha un effetto gommoso stile Barbapapà, e il piccolo, ben lungi dall'apprezzare la somiglianza, scoppia a piangere spaventato.
Mamma non riesce nemmeno a ridere perché il fango tira troppo, e le esce la risata inconfondibile di Babbo Natale, un irresistibile "Oh oh oh!", solo un paio di ottave più alta.
Questo non ha migliorato la situazione.

Per calmare il figlio, gli spiega che una volta lavata la faccia, la Mamma tornerà come prima perchè è soltanto sporca di terra.
Lui vuole verificare che sia vero, ma non si fida fino in findo. Opta quindi per una soluzione intermedia, e si mette seduto all'ingresso del bagno. Né troppo vicino, né troppo lontano, per non perderla di vista ma senza essere in serio pericolo!

Mamma lava, sfrega, sciacqua, tampona, asciuga, e finalmente è pulita.
Macco la guarda, si gira e se ne va, rinfrancato.

Mamma si guarda, si tasta la guancia, si scruta davanti allo specchio.
Se potesse, se ne andrebbe pure lei.

I miracoli non esistono.

domenica 17 giugno 2012

Santo asilo

Oggi voglio parlarvi dell'asilo (santo subito!) di Macco.
Anziché la foto domenicale della serie "La gioia della settimana" ho deciso di mostrarvi quest'altra foto, che ritengo essere comunque una cosa che mette gioia.

Sto parlando di quell'asilo in cui non hanno chiamato i servizi sociali quando Macco prendeva a calci e morsi tutti i compagni, oltre che a sberloni le maestre.
Di quello in cui organizzano delle feste tali da rimandare la partenza delle vacanze pur di non perderle, con torte da fare impallidire il Boss, quello con due direttrici giovani ed entusiaste (Sarah e Barbara), e con delle maestre che Mamma spesso e volentieri avrebbe sposato con meno ripensamenti che Brontolo.
Quello in cui lo scorso anno Mamma si sarebbe trasferita di sana pianta, tanto ci si trovava bene. E non doveva nemmeno lavare per terra...

Bene, oggi vi voglio parlare di questo asilo perché è riuscito a sorprendermi ancora una volta.
Barbara e Sarah hanno deciso quest'anno di mettere a disposizione 5 posti a prezzi agevolati per bambini che non sono entrati nelle graduatorie del Comune di Milano, ma non possono permettersi un asilo privato.
Oltre a questo hanno anche deciso di organizzare una raccolta fondi per donare un posto completamente gratuito a un bimbo veramente bisognoso, i cui genitori non sono in grado di provvedere altrimenti.

Ci tenevo a farlo sapere perché iniziative di questo genere sono così rare e meritano appoggio e applausi, oltre al già auspicato santo subito.
Le aiutiamo a spargere la voce?
E perché no, se sabato 30 scoprite di avere qualche giocattolo di troppo o oggetti in buono stato che sapete non userete mai più, potete sempre fare un salto da quelle parti!
Magari riuscite anche a comprare qualcosa di interessante.

Io, se proprio me lo chiedete a gran voce, potrei sempre decidere di cedere l'appendi chiavi a forma di casetta di montagna... ma solo perché è per un'ottima causa!




Se volete informazioni ecco i recapiti:

Asilo nido Barsa - Happychild
via Reguzzoni 7/9, 20125 Milano 
Tel:  346 6897167; 02 38236836
e-mail: barsa@happychild.it


venerdì 15 giugno 2012

Magre... consolazioni


Ieri mattina la giornata era splendida. Tempo di mare, senza dubbio.
Mamma indossa un costume da bagno e dà un’occhiata allo specchio per vedere che effetto fa.
Cerca di ricordare come appariva l’anno scorso, e sta quasi per pensare con soddisfazione che il confronto non è così negativo.
Una voce alle sue spalle: “Certo che sei cambiata dall’anno scorso”
“Vero?” fa lei sorridendo.
La ben nota voce prosegue: “Guarda qui come ti sono diventate le cosce… mica le avevi così, come dire, flaccide. E il sedere anche si è molto ingrossato. Fa’ vedere? Uhm, guarda, fa flap flap quando ti muovi…”
Ha detto veramente FA FLAP FLAP QUANDO TI MUOVI?

Evidentemente il fumo dalle orecchie è molto scuro, visto che si precipita a rettificare: “Dai, fammi vedere un po’ meglio… forse ho esagerato un pochino… non sei così male.”

E per concludere, il colpo di grazia: “Ma non sei contenta di avere un marito a cui piaci comunque, nonostante tutte queste cose?”

Lasciami pensare un attimo… Contenta, si, ecco la parola.
Mamma adesso è davvero contenta.

giovedì 14 giugno 2012

Alla meta


Arrivati a destinazione, Mamma si è ben presto resa conto di una cosa che il suo inconscio aveva furbescamente occultato: ogni cosa che è stata impacchettata, invaligiata e caricata in macchina, per una ferrea legge fisica dovrà a sua volta essere scaricata, spacchettata e tolta dalle valigie.
E per ovvi motivi, dovrà anche essere sistemata in una nuova dimora.

Pensava che con il viaggio sarebbe finito tutto, ma si è dovuta presto svegliare dal sogno.
Un po’ come il secondo parto: ad ogni fase che si affronta si crede sempre che il peggio sia passato, dimenticando quella successiva. O no?
Mamma dunque ha passato il pomeriggio a disfare bagagli e liberare cassetti che in sua assenza erano stati riempiti di ogni genere di oggetti.
Ha trovato fra le altre cose, fra asciugamani di spugna, teli di lino, traversine impermeabili usa e getta, sciarpe di lana e camicie da notte di quando nonna Tonia era una ragazzuola, anche uno sciccosissimo appendi chiavi di legno a forma di casetta di montagna, con uno dei balconi un po’ pendulo per scollamento dello stesso.
Se a qualcuna mancasse proprio quell’oggetto in casa e me lo stesse fortemente invidiando non avrebbe che da chiederlo: Mamma sarebbe molto lieta di accontentarla.

Nel frattempo i bambini hanno giocato e giocato, giocato e giocato ancora con il loro adorato Atili, un fantastico amichetto che non ha smesso un istante di spingere macchinine con loro attorno al tavolo del terrazzo e nascondersi dietro le porte per farsi trovare.
“E’ bravo a giocare Atili”, dice di lui Dede. Atili ha trentun’anni, e una pazienza da monumento.

I piccoli erano talmente eccitati da non riuscire ad andare a letto.
E felici.
Mamma li vede felici ogni volta che la famiglia emigra in questi lidi.
Anche Mamma è felice.

E tanto basta.

mercoledì 13 giugno 2012

Preparativi

Se siete mai andati in vacanza con due bimbi di 2 e 4 anni, sapete benissimo che impresa è quella dei preparativi dei bagagli.
Ora immaginate una vacanza lunghissima, che duri una stagione intera, e che già di per sé ha dell'eroico per il solo fatto di essere affrontata (due bimbi al mare, Brontolo a gozzovigliare a Milano facendola passare per attività lavorativa, Mamma sull'orlo di una crisi di nervi ancora prima di partire -le basta il pensiero-).
E immaginate i bagagli che ne conseguono.
E immaginate di dover preparare il tutto con uno dei bimbi a turno a casa, quando non entrambi contemporaneamente, per febbri, scioperi, e burocrazie varie del Comune.

Valigie? presto fatte, ci si infila dentro TUTTO.
Difficoltà: nulla, tempo impiegato: discretamente poco.

Bucati? La lavatrice lava da giorni, instancabile (solo la lavatrice), e lo stendino è sovraffollato di bimbi-scuri, bimbi-chiari, grandi-scuri, grandi-chiari, asciugamani-e-biancheria-grandi, tovaglie-e-strofinacci, delicati-misti... e qui mi perdo.
Difficoltà: minima (o extragalattica, dipende se il punto di vista è quello di Mamma o di Brontolo), tempo impiegato: parecchio.

Sistemazione armadi e pensili? Dato che sei con le mani in pasta, vuoi non dare una bella sfoltita a tutto quello che bivacca a tua insaputa in casa tua e nel tuo mobilio? Difficoltà: notevole, tempo impiegato: immenso.

Pulizia di freezer e frigo? Questa è la parte più temuta, odiata e raccapricciante di tutta la faccenda. Non vi capita mai di sbattere alimenti nel congelatore pensando che prima o poi potrebbero sempre tornare utili, ma quel prima o poi non arriva perché sono alimenti che non usi e non userai mai? E che nel frattempo quello strano alimento coli un po' dappertutto senza farsi accorgere, e vada a incollare tutto quello che trova attorno e sotto di sé? E non vi capita di infilare in frigo la ricotta avanzata, i piselli già cotti, lo stracchino della sera prima, l'insalata lavata, e poi dimenticarvene bellamente per settimane? Ecco, quando i brambilla partono per le vacanze estive, tutte queste dimenticanze vengono al pettine, e ahimè l'attività di svuota-butta-pulisci-portacontealmareprimacheimputridiscapurequesto è estenuante.
Difficoltà: inaffrontabile, tempo impiegato: sicuramente molto meno di quello che sembra a Mamma.

Domani mattina Mamma si infilerà in un'automobile guidata da Brontolo, molto probabilmente si siederà sul sedile posteriore in mezzo ai bambini e cederà il suo posto all'immensa mole di bagaglio che è riuscita a produrre.
Quando leggerete, sarà probabilmente molto più rilassata di ora che scrive, e probabilmente molto lontana dal posto in cui scrive.
Alla meta, Villa Delirio.

Ne vedremo delle belle...

martedì 12 giugno 2012

Ridarella

A chi non è mai capitato un attacco di ridarella?
Di quelli che non c'è un motivo veramente esilarante, ma ridi e non riesci a smettere.
Che ti senti scema e la cosa ti diverte, che ti vengono i lacrimoni e continui a ridere, anche se non sai nemmeno più il perché.
Bene.

Ieri è capitato proprio un attacco di sana ridarella a Mamma, mentre in bicicletta con Dede stava andando a prendere Macco.
La causa scatenante, però, non era proprio la migliore che potesse scegliere: Dede ha sbattuto il braccio contro il cancello di Hulk, e Mamma, suo malgrado, ha iniziato a ridere.

Mai, e dico MAI, ridere se un figlio poco incline all'umorismo si lamenta di una bua grossa grossa così!
Più lui piangeva e più Mamma rideva, e più Mamma rideva, più Dede urlava.
La bicicletta ondeggiava e Mamma si è dovuta fermare, in preda alle convulsioni.
Da dietro al seggiolino la creatura ululava, e la degenere lacrimava assieme lui, ma per motivi opposti.

Il piccolo amore della sua vita non riusciva a capacitarsi di tanta insensibilità materna. Sicuramente con questo episodio Mamma ha regalato allo psicanalista-molto-costoso di un futuro Dede-piscolabile quello che potranno definire "trauma infantile", e che sarà la radice di ogni sua insicurezza che verrà.

Ma Mamma ha riso fino alle lacrime, divertita e disperata, parallelamente ai sensi di colpa che le hanno lacerato la coscienza.

lunedì 11 giugno 2012

Sete di conoscenza

In bicicletta. Mamma sta andando a prendere Macco lungo il solito tragitto, con Dede appollaiato dietro.
Passano per una strada molto trafficata, e per questo motivo Mamma ha deciso che il marciapiede è la sua pista ciclabile. Per fortuna nessuno si sogna mai di passeggiarci sopra, altrimenti dovrebbe litigare ogni giorno.

"Mamma! Ma perché PEEEE PEEEE!!!!  corte?"
"Scusa tesoro, non ho sentito, c'era un claxon forte, puoi ripetere?"
"Mamma! Ma NIIII NOOOOO NIIII NOOOO NIIII NOOOO corrono..."
"Dede ti prego, parla più forte, mamma non sente con l'ambulanza"
"Mamma! Ma perché scnlskgslfkj sciaosapcoa...?"
"Tesoro non devi bisbigliare se vuoi che ti senta, parla forte come me, ok?"
"Chissà cosa vuole chiedermi con tanta insistenza, povera stella.", pensa Mamma incuriosita.
"SI! OCHEI! MAMMA!" VVVVRUMMMMM
"Aspetta un attimo che mi fermo..."
Mamma rallenta vicino al deposito dei bus, si graffia contro un cespuglio pieno di spine, frena, rischia di ribaltarsi in una buca dell'asfalto ma per lo meno si allontana dalla strada rumorosa per rispondere alla curiosità impellente del bambino.

"Dimmi amore, così ti sento"
"Mamma!..." 
"...Ma perché i pinguini sanno correre anche se hanno le gambe corte?"

domenica 10 giugno 2012

La gioia della settimana

Mamma e Brontolo sono andati a pranzo fuori, un giorno che i pupi erano entrambi all'asilo, soli soletti come ai vecchi tempi.
Si sono gustati la meraviglia delle meraviglie, nonché cavallo di battaglia del ristorante: la cipolla caramellata.
Vale la visita soltanto per questa leccornia!

Le nostre papille ringraziano ancora.

La cipolla caramellata del D'O

venerdì 8 giugno 2012

Tu cerchi e Google risponde

No, scusate.
Dovete aiutarmi a capire questi misteri della tecnologia Googoliana.
Avevo già pensato di sottoporvi un piccolo quesito che capirete fra poco, quando vedo che Laura mi ha preceduta di pochissimo, e si è posta la stessa domanda.
Lei poi ha deciso di sfidare il mondo dei blogger per vedere chi ne ha di più belle, e anche Mamma, nel suo piccolissimo, si difende mica male.

Ed ecco l'annoso quesito.
Ma secondo voi... in base a quale criterio è finito su questo blog una raffinatissima googolatrice che cercava "mio marito mi guarda pisciare"?
Ogni volta che ci penso visualizzo una ragazza magrolina con le lentiggini, seduta sulla tazza del water con la faccia appoggiata sui pugni, con un grembiule a fiorelloni da casalinga perfetta. Qualcosa tipo Pippi Calzelunghe addomesticata, per intenderci.
E il marito? Boh, lui non me lo immagino, chissà perché.

"Sei una morta di sonno" in fondo ci sta, ci sta eccome che sia finito qui. Ma vogliamo domandarci perché una persona sana di mente dovrebbe cercare una frase del genere su Google? 
O meglio ancora "pizzo incollato sul muro". E' vero che una volta Mamma ha citato un maglione di pizzo, ma allora riuscite a fare un piccolo sforzo, e immaginare che cosa si è scatenato dopo aver ingenuamente scritto "Mamma si infila il lecca lecca in bocca"?

Le frasi più gettonate sono quelle che richiedono sexy prestazioni con la propria madre, e mai Mamma avrebbe immaginato che raccontare dei brambillini potesse soddisfare anche l'oscuro lato del perverso.
Il più casto ha cercato solamente "Mamma ha le tette grosse".

Ma anche qui, ahimè, ha proprio sbagliato blog.

giovedì 7 giugno 2012

Non ti tollero!

Altri accertamenti  medici.
"Ma che bel fegato. Si, tutto a posto, vede?"
(Come no? non distinguevo nemmeno la faccia di mio figlio dall'ecografia, direi che ora la bellezza del fegato non può proprio sfuggirmi)
"E i reni... perfetti. La milza? meglio non potrebbe stare. Bene signora, lei non ha proprio.... uhm... ah. E poi uhm... e ancora uhm..."
"Dica, dica gentilissima ecografista"
"Ecco non si preoccupi... ma uhm."
Mi mostra delle simpatiche formazioni rotondeggianti all'interno della mia pancia.
"Ecco. Per caso lei soffre di qualche intolleranza alimentare?"

E qui la volevo!

Ah ah, lo sapevo, lo sapevo. Mamma ha predicato al vento per quasi due anni, è stata presa per psicopatica, per simulatrice, per esagerata. E poi, quando finalmente un medico l'ha ascoltata (e sarà un caso, ma era un medico donna...), iniziano a fioccare conferme ai suoi oscuri timori.

Mamma potrebbe avere una bella intolleranza.
Precisiamo: Mamma ha già numerosissime intolleranze, ma quelle che intende lei non contano in campo medico. Qui si parla di intolleranze alimentari.
Lattosio? Glutine? Cioccolata?

Nel dubbio, appena a casa, Mamma si è mangiata un gelato alla vaniglia con biscotto bianco e nero, così, tanto per sdrammatizzare.
Poi ha preparato il latte di soia, e per non farsi mancare niente, nell'attesa, ha finito una tavoletta di Milka al riso soffiato che aveva dimenticato la scorsa Pasqua in un pensile della cucina.

Chiari segnali indicano che la notizia non è stata incassata ottimamente.

mercoledì 6 giugno 2012

Attenti a Mamma

Le hanno dato appuntamento all'alba.
Alle 7 lei era già lì, dall'altra parte di Milano, ligia al dictat, e ha scoperto che l'accettazione della clinica apriva soltanto alle 7.30.
"Ma perché mi avete buttato giù dal letto, allora?" ha ringhiato con gli occhi ancora cisposi.
"Così non doveva fare la fila per pagare il ticket"
Oh, bè, se è così Mamma ringrazia.
(Se solo avesse avuto una mitraglietta...)
Era stata strappata ad un sogno in cui aveva appena baciato un amico carino, e la cosa -per quanto strana- poteva avere degli aspetti interessanti. Ma così non ha fatto la fila al ticket (perché i 30 minuti prima dell'apertura, quelli, per la segretaria non contano).

Ha effettuato una risonanza magnetica in un tubo ventilato, e l'aria le ha soffiato per tutto il tempo sulla gola, e mentre cercava di sistemarsi la camiciola per proteggersi da quel vento infernale (prima dell'inizio dell'indagine chiaramente), l'operatore l'ha sgridata due volte perché non doveva muoversi. All'uscita ha compilato il questionario di gradimento e ha scritto peste e corna dell'operatore.
(Ma se avesse avuto una mazza chiodata...)

Ha aspettato un autobus per due volte il tempo massimo indicato, ha attraversato la città in senso inverso ed è tornata a casa.
Aprendo, è stata investita da uno squisito odore di chiuso-dopo-il-sonno l'ha fatta vergognare della propria casa. Senza contare che la stanza più ordinata era il bagnetto, e considerando che -date le dimensioni- è materialmente impossibile infilarci dentro del disordine, questo è un magro successo.
(Se avesse avuto quei tre fra le mani...)

Ha dato appuntamento ad un idraulico simpatico, lo ha pagato (e questo è meno simpatico), ha riordinato la baraonda lasciata dai tre maschi allo stato brado ed è andata all'asilo a prendere il primo figlio.
"Domani la classe gialla apre alle 12" diceva un cartello all'ingresso. Assemblea sindacale. Un'altra!
"E' un nostro diritto cara signora, e ringrazi piuttosto che vi abbiamo avvisato la sera prima", le ha risposto la maestra.
"Bè, se arrivassi a scuola e la trovassi chiusa senza preavviso diventerebbe un sacrosanto diritto pure il mio di picchiarvi, mi creda", ha ribadito una Mamma poco incline a convenevoli.
(E se solo avesse avuto un bazooka...)

Dede ha iniziato a piangere da quando ha sceso le scale dell'asilo e non ha smesso un istante di lagnarsi a gran voce, nemmeno mentre beveva l'acqua senza la quale non poteva più vivere.
(Ah, se solo avesse avuto del bromuro da versare in quell'acqua...)

Altro?
Lasciatemi pensare. Il parcheggio davanti all'asilo di Macco ovviamente non c'era, ha dovuto rinunciare all'appuntamento con le sue amiche per la serata, è stata investita da uno sciame di zanzare bulimiche e ha con rassegnazione annotato che la temperatura del secondogenito sta salendo e salendo ancora.
Forse non c'è altro. A parte la nottata sullo zerbino della camera di Macco, s'intende.

Ed ecco l'aspetto positivo per il mondo intero: in giornate così, ringraziate chi di dovere per non averle mai concesso il porto d'armi.

martedì 5 giugno 2012

Fragole

Verso la fine dell'inverno Macco ha scoperto di avere una gran passione per i mandarini. Ha fatto in tempo ad assaggiarne solo qualcuno, perché poi sono diventati secchi e vuoti e Mamma non li ha più comprati, con suo grande disappunto.

Finalmente, dopo averle disprezzate per settimane, Macco ha deciso che è arrivata l'ora di mangiare le fragole.
Questo accade a fine maggio, e nei supermercati ormai non si trovano più.

Come ogni volta ne ha addentata un pezzetto che poi ha sputato dicendo BLEAH.
Raccolto il pezzetto se l'è mangiato e ri-sputato per quattro o cinque volte, finchè è passato al morsino successivo.
Questa solfa si è ripetuta per le prime due fragole, poi ha capito che se le ingurgitava in un solo boccone poteva fare molto prima.
E dunque (ogni fragola un BLEAH), mentre con una mano si spingeva in gola quella già entrata in bocca, con l'altra ne afferrava un altro paio per farle seguire a ruota.
A suon di BLEAH ha finito la coppetta preparata per gli altri tre membri della famiglia, che di BLEAH non ne hanno detto nemmeno uno per mancanza di materia prima.

A breve inizia la stagione delle ciliegie.
Macco inizierà a trangugiarle a gruppi di sei quando sarà già il periodo dei cachi?

Chi vivrà, vedrà.

lunedì 4 giugno 2012

Mondanità

"Come sto così?"
Mamma si mostra a Brontolo dopo essersi vestita.
"Bene, andiamo?"
"Uhm... sicuro che sto bene? Fammi un po' vedere..."
Si guarda allo specchio e la polo da tredicenne non la convince granchè.
Potrebbe andar bene per tutti i giorni, ma stavolta no.

"E così ti piace di più?" incalza Mamma con una nuova maglietta.
"Si, bello. Andiamo?"
"Aspetta un attimo, non ho finito".
Mamma si trucca, si pettina, prende il phone e sistema un po' la piega. Ora va meglio.
Poi si guarda ancora allo specchio e cambia i pantaloni.

"Adesso?"
"Ancora? Ma stavi bene anche prima. Andiamo?"
"...si... tu intanto metti le scarpe ai bimbi"
Torna a guardarsi allo specchio, e pensa che i pantaloni lunghi sono troppo caldi.

"Che dici così?" sfoggiando una minigonna jeans taglia 40 che è il suo orgoglio.
"Eddai, però... andiamo"
"Si, si, ora vengo."
Mamma fa il giro delle finestre di casa e le chiude tutte. Brontolo non ha ancora messo le scarpe al ribelle piccolo, così si sente giustificata a dar un'ultima occhiatina allo specchio.
E perché no, un ultimo cambio d'abito.
Vanno ad una festa oggi, e ci tiene ad essere presentabile.

"Hai messo le scarpe ai bimbi? Andiamo?"
"Ma ti sei cambiata ancora?" dice ridendo un Brontolo rassegnato.
"Dimmi solo se queste scarpe stanno bene qua sotto"
"Benissimo. Andiamo adesso?"

E così vanno. Prendono il pacchetto, la giacca in caso di freddo improvviso, e finalmente escono.
Mamma è abbastanza soddisfatta del suo aspetto, ma se solo avesse avuto qualche minuto per lavorarci su meglio sarebbe stata più contenta. In fondo ci sono soltanto 3 paia di pantaloni e 2 magliette non utilizzate buttate sul letto.
Per una festa direi che è il minimo sindacale.

Dopo diverse ore tornano a casa. Mamma è stata proprio bene, e sia lei che i figli hanno onorato degnamente il buffet.
La festa è stata piacevole, il regalo gradito, la torta stupenda.
Le tre candeline soffiate con maestria.

Questo è stato l'evento mondano degli ultimi mesi per la famiglia brambilla.

domenica 3 giugno 2012

La gioia della settimana

In settimana ho portato i bimbi al Parco Nord a scorrazzare con i monopattini.
Abbiamo corso tutti e tre, perché ne ho preso uno pure io!
Probabilmente la più vecchia del trio è quella che si è divertita di più e stancata di meno, e ho concluso che non ci sono più i giovani di una volta...

Comunque la gioia inaspettata di questa settimana è stata trovare al parco alberi carichi di gelsi maturi, che non mangiavo da quando avevo pochi anni, in campagna dai miei nonni.

I gelsi neri appena raccolti

venerdì 1 giugno 2012

Crescere qui

Ieri sera, prima della nanna.

"Mamma, rimetti Macco nella pancia? E anche me mamma"
"Amore... perché dici così? Cosa è successo?"
"Perché non voglio crescere a Milano..."

"Ah. Ma chi ti ha detto questa cosa? Come ti è venuta in mente tesoro?"
"Nessuno. Me la sono appena inventata."

Che il subdolo lavaggio del cervello (iniziato ancor prima di concepirlo) stia sortendo un effetto insperato?