venerdì 23 settembre 2016

Sbrigati che è tardi

Da quando è iniziata la scuola qualcuno è stato impossessato dal demone della puntualità.
Giustissimo direte voi. Perché non c'è cosa più giusta che arrivare puntuali a scuola, soprattutto in una crucco-scuola.
Giustissimo, dico anche io, e infatti in due anni Dede ha tardato appena un paio di volte.

L'organizzazione mattutina funziona perfettamente; ci sono soltanto un paio di cosette da limare… Ma poca cosa, sia chiaro.
Tipo.
Quando Dede ha scuola alle 7.45 Brontolo mette la nostra sveglia alle 6.40.
Così facciamo tutto con calma, dice. Di recente pare abbia espresso il desiderio di anticipare il risveglio di una ventina di minuti, per avere il tempo di fare anche qualche esercizio per gli addominali.
Mamma è sempre conciliante e accondiscendente: "D'accordo. Da domani ti preparo il letto in camera dei bambini".
Peccato che nonostante le migliori intenzioni si dimentichi di svegliare il figlio, e solo all'alba delle 7.20 si accorge che Dede manca all'appello.
"Su Dede, svegliati che è tardi. Non sei ancora in piedi? Ti ho detto che è tardi, sbrigati porca miseria non voglio arrivare sempre in ritardo a scuola"
Alle 7.21 il pargolo si riaddormenta sfacciatamente, nonostante la luce accesa e i richiami del genitore dall'altra stanza.
Soltanto alle 7.30 Brontolo si accorge che il bambino dorme ancora, ed entra in panico spinto. Quello che succede dopo è tutto un urlare sotto voce  (perché si può, sapete?), un piangere e ribellarsi, un voglio mamma lasciami stare e lezioni varie sulla puntualità.

Quando c'è scuola alle 8.30 le cose cambiano leggermente: Brontolo li sveglia alle 8.10 ed è finalmente libero di gridare a piena voce.
Fino allo scorso anno Mamma non riusciva ad alzarsi presto per via del suo stato interessante, e il copione si è ripetuto incessantemente uguale a se stesso.
Quest'anno, esasperata da tali scene penose, ha preso in mano la situazione.
Alle 7.45 sveglia entrambi i bimbi con coccole e bacetti. Brontolo li guarda dalla porta della loro stanza con la tazza del caffè in mano "Ah, bene che li hai svegliati. Oggi voglio arrivare puntuale"
7.50: "Ancora giocano questi? Si devono vestire, presto! Rachele non sono ancora vestiti!" mentre Mamma controlla che i vestiti sistemati la sera prima non siano di nuovo spariti.
7.55: "Avete già lavato la faccia? Rachele! Devono lavare la faccia!" mentre Mamma prepara la colazione per Macco.
Alle 8.00 Macco si siede a tavola. Mentre lui sbocconcella pigramente i suoi biscotti, Mamma prepara la colazione al sacco per Dede, che al risveglio non ha mai fame e fa colazione a scuola.
8.01 Brontolo compare in cucina ansimando "Dai Macco che è tardi! Sbrigati a mangiare sono già le ott… ah, no, hai ancora tempo. Cinque minuti però, eh? Non hai ancora finito? Sbrigati a mangiare sono quasi le otto e venti!" e sparisce.
Mamma coordina la vestizione mentre qualcuno è già in iperventilazione ("Dede non sei ancora vestito? Ma cavolo Rachele! Ah, si, sei vestito, bravo."), il lavaggio ("Macco non hai ancora lavato la faccia? Rachele la faccia! Ah l'hai già lavata? Bene!"), ripete loro le ultime indicazioni delle cose da ricordare a scuola ("Le scarpe! Andate a mettere le scarpe! Rachele sono senza giacca! Dov'è la giacca? Io non sopporto che dobbiamo sempre correre! Da domani li sveglio un'ora prima, vedrai come si sbrigano... Argh sono ancora scalzi!") e alle 8.15 tutti sono pronti per uscire.
A quel punto l'agitazione del capo famiglia tocca vette inenarrabili.
Le minacce di rappresaglie da parte dei maestri si sprecano. Le promesse di essere buttati già dal letto prima del sorgere del sole pure. Le incitazioni ad infilarsi scarpe e giacca vengono udite anche dalla maestra in classe, che già sa che da lì a breve i brambillen arriveranno.
E più lui grida, più loro rallentano.

A quel punto, quando Mamma ha svolto tutti i suoi compiti e l'unica cosa da fare è uscire, può andare finalmente in bagno.
Nel turbinio di invettive, minacce, punizioni, stamattina echeggia un grido.
"Rachele! Sono le 8.15! Sbrigati a finire quella pipì, non lo vedi che siamo in ritardo?"

Ma Mamma è ancora conciliante e accondiscendente: da domani gli prepara il letto in cantina...

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