martedì 19 gennaio 2016

Goditi il viaggio!

Capitano quelle giornate che vorresti non dover affrontare.
Guardi sconsolato alla tua mole di impegni e se ti proponessero di addormentarti finchè non è tutto finito, affrontato da qualcun altro, non avresti un'esitazione.

Avevo la prima visita della giornata alle 7.30 stamattina; nemmeno immaginavo che fossero già aperti a quell'ora, gli specialisti.
Esco di casa nel buio fitto di una notte non ancora finita, gratto il ghiaccio ostinato sui finestrini e mi avvio piano lungo la strada che sembra deserta, evitando pedoni intirizziti e ciclisti (fuori di senno, con questo gelo!) visibili soltanto all'ultimo momento.
La sala d'attesa è ancora fredda, le stanze dello studio medico sono chiuse e buie, e il telefono che squilla ti fa trasalire, quasi un insulto stridulo alla quiete ovattata della mattina.
Quando esco è poco prima dell'alba, e un chiarore pallido avvolge i campi spolverati di neve.
Supero il fiume ghiacciato, le distese di terra arata visitate da grossi corvi, e infine scorgo una luce rossastra filtrare dalle mie finestre, carica di calore.
Alla radio un tenore sconosciuto sta cantando Volare, e per la prima volta riesco ad ascoltarla fino alla fine, stupita dalla sua dolcezza.

Ci sono giornate così pesanti che vorresti poter saltare a piè pari, cancellandole dal calendario.
Ma quando ti ci tuffi dentro ti accorgi che fra una montagna e l'altra ci sono scorci romantici, panorami inaspettati, e che in fondo potrebbe essere anche bella questa scalata…



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