lunedì 9 luglio 2012

Volare...


Diversi anni fa, quando Mamma era un’altra persona e aveva un’altra vita, con un altro fidanzato e un altro futuro davanti, prese il brevetto per immersioni subacquee.
Fu un solo anno, ma fece diverse immersioni, in gruppo o in coppia, e l’emozione che provava era ogni volta indescrivibile.
Quello che più amava di tutta la faticosa attività (perché trasportare bombole di oltre 20 kg sulle spalle quando sei imbracato come un lonzino non è cosa da poco, soprattutto quando fuori ci sono 40 gradi e sei in Sicilia), quello che più amava era il momento in cui  toccava il fondale marino con i piedi, in silenzio, con il suo solo respiro che riempiva lo spazio circostante. Si guardava attorno, poi guardava in alto e vedeva la superficie, muro compatto sfaccettato di mille riverberi.
Allora si spingeva lievemente con il piede, dava un leggerissimo colpo di pinne e si levava dal suolo verso l’alto: iniziava a volare verso quei riverberi luminosi, e la sensazione era unica. Era la realizzazione del suo antichissimo sogno di volare, e le riempiva i sensi di soddisfazione.

Non ho più provato qualcosa di simile fino a ieri, in piscina.

Macco urlava da ore incessantemente, e visto Brontolo vagabondare nei paraggi avanti e indietro, assorto nei suoi dubbi meccano-fisici, glielo ha piazzato in braccio ed è sparita prima che lui potesse rimbalzarglielo indietro.
Una volta a mollo ha immerso le orecchie sotto il pelo dell’acqua e si è sdraiata a galleggiare sul dorso, con gli occhi chiusi.
Immaginate una Pimpa antropomorfa con una maglietta addosso anti-eritema e gli occhiali scuri anti-congiuntivite in una piscinetta, e avrete la sua fotografia.
Il silenzio del liquido le ha ovattato l’udito, e pian piano il mondo e Macco sono spariti fra lo sciabordio delle braccia che si muovevano accarezzando l’acqua. Un leggera spinta con i piedi sul bordo, e la sensazione di volare è tornata a farle l’occhiolino.
Avanti… indietro… le nuvole e le rondini sopra di lei. Il silenzio del nulla.
Ancora avanti… indietro… Mamma si sentiva appagata e felice, fortunata e viva.

E poi sbonk! Troppo presa dall’estasi del volo, ha dimenticato le misure e la sua testa è stata bruscamente frenata dal muro, schiacciando ogni vertebra contro la successiva a mò di fisarmonica, giù giù fino all’osso sacro.
(Anche Mamma deve aver chiamato in causa qualcosa di sacro in quel momento, ma nessuno oltre lei l’ha sentito e quindi non vale)
Una volta con i piedi per terra Macco è tornato a riempire l’etere; le rondini devono aver continuato i loro voli, ma a Mamma non è più dato saperlo...

8 commenti:

  1. Ah, ho capito a che ti riferisci!
    Capitato anche a me!
    Però, anche tu, come vuoi tornare a casa?
    Cieca e pure zoppa?
    'Na calmata, no?

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    1. Anche tu sei una "subba"?
      Bè, dai, fare su e giù in piscina era di per sè una cosa tranquilla... è che poi ci metto del mio!

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  2. Io son qui che annego nel mare della malinconia post-vacanziera e tu mi parli di estasi marine? Naaaa

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  3. Direi un brusco ritorno alla realtà :-)

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  4. anche io ho voglia di mare, di piscina, di qualsiasi cosa acquosa nel quale immergermi... *__*

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    1. Perchè non vai in piscina? ti farebbe benissimo ad alleggerire quel popò di pancia che immagino tu abbia!

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