lunedì 14 dicembre 2015

Di gelati e bruchi

Sono in ginocchio davanti alla lavatrice ad infilarci dentro calze sporche.
Marco mi chiama più volte dalla sua stanza, poi arriva in lacrime. Gli trema leggermente il labbro quando dice: "Mamma, non voglio morire!" e scoppia a piangere.
Il padre se la svigna alla chetichella toccandosi le parti basse, così a me resta la parte più delicata.
Lo abbraccio in silenzio finchè non si tranquillizza, non è successo nulla, è solo un pensiero improvviso che ha sfiorato la sua mente di bimbo…
Quando sento che sospira rilassato, solo allora parlo.

"Sei all'inizio della tua vita, e hai ancora tante cose da fare! non è questo il momento di piangere per la morte non credi? Quando mangi un gelato che cosa fai? Sei felice di mangiarlo o piangi perchè sai che prima o poi finirà?"
"Sono felice di mangiarlo" risponde tirando su col naso.
"Ecco, e così deve essere anche per la vita! Mentre vivi devi essere felice di farlo. Non ha senso piangere perchè un giorno morirai, è come se mangiassi un gelato piangendo, che gusto ci sarebbe?"
Lui annuisce così continuo "E poi chi lo sa… magari non finisce nemmeno tutto, magari dopo c'è qualcosa che noi non immaginiamo neppure!"
"Per esempio?"
"Per esempio pensa ad un bruco. Lui fa il suo bozzolo buio e stretto, e poi si addormenta lì dentro da solo, pensando che quella è la fine della sua vita, e che sicuramente morirà. Ma in realtà dopo qualche giorno ne esce una farfalla! Il bruco non era morto ma si è solo trasformato, e forse anche noi siamo come quel bruco che pensiamo di morire, ma potremmo trasformarci in qualcos'altro di bellissimo!"
"Dopo quanti giorni mamma?"
"E chi lo sa… Ma per il momento sai qual è la cosa più importante?"
"Le coccole della mamma?"
"Non solo tesoro: è essere felici di mangiare il gelato!"

Mi stringe forte, poi si appallottola vicino alla mia pancia: "Mamma posso essere un bruco anche io?"
Così lo prendo e ci sdraiamo sul letto, nascosti sotto ad una coperta. Avvolti nel nostro bozzolo ci coccoliamo e bisbigliamo, finchè non ne usciamo cambiati anche noi. Per lo meno nell'umore.

Dieci minuti, e vedo sul muro un bruchino bianco, di quelli che si trasformano nelle farfalline della pasta. Aborro le farfalline della pasta!
Lo prendo con delicatezza e lo getto nel wc, tirando l'acqua.

Magari alla prossima lezione di filosofia cambio allegoria?

6 commenti:

  1. Ahahahahah!!! E io che ti avevo già eletto madre dell'anno!!!! Hai perso un po' di punti con l'ultima frase ;P
    A parte gli scherzi, grazie perché hai detto un paio di cose che potrebbero tornare utili :)

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  2. Ma che scherzi??? E' perfetta!!! Pure quella del gelato, ispiratissima!!!!! Se mi ricapita una situaizone del genere (gestita attraverso le parole meravigliose del Piccolo Principe), ti pagherò le royalty!!!!!

    ... e poi l'importante è che tu non ti faccia vedere mentre il bruchetto infingardo viene suicidato giù per il water!!!!!

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  3. Rachele, sei una mamma adorabile e bravissima! davvero, hai detto proprio ciò che bisognerebbe dire e sono certa che Marco si sarà sentito molto meglio e ricorderà questo momento anche in futuro... e ne trarrà ancora conforto e serenità.

    PS: magari l'allegoria si può anche cambiare, si... ;-)

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  4. Tanti auguri di buon Natale Rachele! Non so come si fanno in crucchese, li accetti lo stesso!? ;)
    Un bacio

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  5. Rachele, una vita che non passo di qui.
    Vedo, però, che non hai perso la tua verve.
    Buon 2016, carissima!

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  6. Meraviglioso questo post, come quelli precedenti. Mi piace il tuo modo di ironizzare su argomenti delicati e a volte tragici. Ti seguirò molto volentieri.
    Besos e felice giornata
    Marina

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