mercoledì 16 maggio 2012

La iena

Il bambino guarda il padre allibito, poi apre appena la bocca e ha un tremore al labbro inferiore.
"L'ho mangiato io il tuo pasticcino, mi dispiace, non sapevo fosse per te", scherza con faccia seria l'adulto.
Ma l'altro non coglie l'ironia, e ha due occhi disperati come solo un bambino deluso può avere.
La madre è accanto a loro e vorrebbe intervenire.
Qualcosa di ancestrale ribolle in lei, qualcosa di potente, che la fa fremere nell'istinto di proteggere il suo piccolo.

Nessuno può permettersi di deluderlo: né il padre, né la vita, nessuno.
"Ti proteggerò da tutto" pensa trattenendo le reazioni che le verrebbero spontanee.

Mamma non ha assistito a questa scena, ma l'ha vissuta in prima persona, e questo le succede tutte le volte che qualcuno ferisce in qualche modo il suo Dede.
Mamma sa che sarebbe capace di tutto, nel verso senso della parola, per difenderlo, per aiutarlo, per allontanare le nubi dalla sua vita.
Ma è consapevole di non poterlo fare.

Dede, piccolo mio, dovrai lottare contro i tuoi fantasmi, e sconfiggerli come potrai.
Dovrai affrontare i tuoi accusatori e difenderti da solo, dovrai proteggerti dalla vita e diventare forte grazie alle ferite che ti infliggerà.
Dovrai imparare che la felicità dipende soltanto da te, è in tuo potere, perché quando ci sarà da piangere avrai sempre la possibilità di scegliere di non farlo.
Devi camminare da solo, mio tesoro, e nutrirti dei ruggiti della mamma per imparare cosa sia la forza, o ripararti nella sua ombra sicura per riprendere fiato.

Mamma sarà sempre al tuoi fianco a guardarti combattere, e se piangerai ti incoraggerà sorridendo, se sarai ferito ti curerà con un abbraccio, piangendo a sua volta senza farsi vedere, e quando il mondo si chiuderà su di te per schiacciarti, sarà la prima a reagire feroce contro i tuoi nemici per metterli in fuga, per attaccarli alla gola, per liberarti da ogni pericolo.
E' più forte di qualsiasi ragionamento.

C'è una iena dentro ogni madre.
C'è una iena feroce dentro di me.


(Questo post è riferito a Dede perché per carattere è come un cucciolo indifeso di fronte alla vita.
Stessa cosa non può dirsi del fratello, ben più furbo e scaltro, tanto che il secondo giorno di asilo già prendeva per i capelli i compagnetti finchè non si buttavano per terra a piangere.
E a quel punto, non pago, li prendeva pure a calci!
Ma questa è tutta un'altra storia...)

6 commenti:

  1. ... a volte verrebbe voglia di fare "cambio", mettermi al loro posto por affronte quei fantasmi o quelle sconfitte che è triste veder comparire in loro! Che tentazioni. Ma, come dici tu, molto sarà in mano loro anche se il notro contributo per rafforzzarli un po' rimarrà comunque non indifferente!

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    1. A chi lo dici!
      Dunque capita anche ai papà, eh? nel mio caso la parte maschile della coppia non ha troppa sensibilità per queste cose, per lui è sempre tutto facile...

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    2. Sono sempre più convinta che possediamo due mariti simili....molto simili.

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  2. Son qui con le lacrime agli occhi, le tue parole entrano dentro e le riconosco come mie. Iena anch'io in questo periodo più che mai, il dolore di dover insegnare a mio figlio ad essere duro. Perchè sul suo corpo vedo i segni della fatica di affrontare il mondo, i tic e i pollici grattati fino quasi a sanguinare, perchè vedo che non capisce le "regole sociali" che ogni giorno i suoi compagni seguono senza fatica. Lui ha la forza di restare se stesso ma soffre, e io vorrei urlare con tutta la forza che ho per allontanare i lupi che spesso nascono direttamente dal suo animo. Ma so che il lavoro è suo, io posso solo fare da stampella. Grazie per la condivisione.

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    1. Posso immaginare il tuo strazio Marzia, mamma mia avrei voglia io di andare a prendere a sberle quei ragazzini stupidi che lo fanno star male...

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