giovedì 19 luglio 2012

Colazione da zia Tiffany

Ore 8.35, Brontolo a telefono con Mamma: “Ora ti saluto, vado al lavoro, ciao”
Click.

Ore 10.00, Mamma chiama Brontolo al cellulare: “Ciao, dove sei?”
“Sono quasi arrivato al lavoro”
“Addirittura! Tutto questo tempo?”
“Eh si, sono dovuto andare dalla zia a fare colazione. A casa non c’era un tubo”
“Ah ecco. E tu impieghi un’ora e mezza per fare colazione dalla zia?”
“Bè, come facevo a far colazione, scusa?”
“Che ne so, magari al bar dell’università?”
“Ma lì ho mangiato di tutto, la zia mi ha preparato anche le pesche” (e conoscendo la zia in questione deve avergliele pelate, tagliate a tocchetti e servite in modo coreografico, magari con qualche amaretto sbriciolato sopra)
“Caro Brontolo, in tutta confidenza, ti svelerò un segreto: i supermercati, quel mondo misterioso… sono aperti anche agli uomini, sai?”

Se mi fosse mai venuto il dubbio che quel tesoro di marito soffra di nostalgia quando ci chiede di tornare un po’ a Milano con lui, stamattina devo ammettere che ha gettato una nuova luce sulle sue motivazioni.

6 commenti:

  1. Mica bello stare da solo e a digiuno!

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    1. Por fiè (come si dice a Milano per "povero figlio"), vero?

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  2. Ma a Milano non ci sono quei gruppi di giovani volontari che portano la spesa a casa ai vecchietti?
    ;-)

    TittiBoop

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  3. Ma vogliamo parlare della produttività: 1 ora e mezza per una colazione mattutina!? ;)
    Questo sì che è slow job!

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    1. E sapessi quanto brontola quando siamo a Milano e tarda in ufficio di 5 minuti a causa nostra!!

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