lunedì 29 giugno 2015

La cruccascuola

Sorilla ha un bambino in seconda elementare.
"E' grande, fa già la scuola mamma. E mi ha detto che è una cosa terribile, e io non ci vorrò andare mai", diceva la sera Dede lo scorso anno, abbastanza spaventato da tali premesse.
"Compiti ogni giorno, anche a Natale, e bisogna sempre stare seduti fermi fino alla sera, e bisogna anche stare sempre zitti! Mamma io non ci voglio andare a scuola, devo proprio? Eh mamma?"
Poi la scuola è cominciata anche qui, ed è diventato grande pure Dede.
E Mamma non ha mai scritto di questo, ma ora che le lezioni sono finite per tutti, giù in Italia, le è venuto in mente che qualcosa dovrebbe dire a tale proposito, per i più curiosi.

La scuola in Germania è gestita in maniera diversa in ciascun Land, quindi quello che racconterà riguarda soltanto il Baden Wüttemberg, sebbene molto probabilmente certe cose non cambino da regione a regione.
Prima elementare: da Dede la scuola inizia alle 8.35 e finisce alle 12.20.
Dopo i primi 45 minuti di lezione, c'è una "grande pausa" di venti minuti. Poi altri due blocchi di lezione, intervallati da una "piccola pausa" di cinque minuti, e infine una seconda "grande pausa", che precede gli ultimi tre quarti ora.
"Non ti sembrano un po' troppo lavativi?" aveva chiesto Mamma ad una mamma milanese, psicologa, e lei si era entusiasmata rispondendo che non immaginava che in Germania fossero così tanto illuminati. "Lo diciamo da anni ai dirigenti scolastici che questo è l'ideale per i bambini che devono apprendere, ma non ci ascolta nessuno"
Dede a questo punto torna a casa, e ha i suoi compiti da fare: alcune righe di lettere da scrivere, o parole, o frasi, e alcune operazioni da fare giocando con i dadi e i colori. Qui si dà un'importanza enorme al calcolo mentale rapido, con tutti i trucchetti da imparare (a Mamma si sono rivelati i segreti delle sottrazioni, che alla beata età di 40 anni continuava a fare con le dita, di nascosto!)
Nel giro di dieci minuti i compiti sono finiti. Niente compiti nel fine settimana, e ovviamente niente compiti durante le feste, perchè ci si deve riposare.
"Dede, ma cosa fate durante le pause?" ha chiesto Mamma un giorno.
"Eh, mamma, appena suona il campanello noi usciamo di corsa in giardino e urliamo"
"Urlate?"
"Si, è la prima cosa che facciamo: corriamo e urliamo. E poi facciamo colazione, io mangio le cose che mi dai tu"
In giardino si esce tutti i giorni, con il sole o con la pioggia, con la neve o con il vento, e si urla.
Catartico!
Quando ha le finestre aperte Mamma li può sentire perfino da casa sua, i bambini che fanno l'intervallo.
Per chi rimane fino al pomeriggio c'è il pranzo, il gioco libero, i compiti e lo sport.

In inverno, mentre il cugino italiano è ancora seduto al suo banco con la testa bassa, a imparare cose nuove lottando contro la stanchezza, i crucchini corrono in giardino, si arrampicano sulle pareti da free climbing, volano con i capelli al vento su scivoli e altalene o corrono sulla pista di cui è dotata ogni scuola.
In estate, mentre il cugino italiano è a mollo al mare, in vacanza per i prossimi tre mesi e mezzo, i crucchini continuano ad andare a scuola fino a fine luglio (ARGH!), tranquilli dopo un inverno costellato di feste e vacanze, e pronti per sguazzare al lago subito dopo pranzo.
I brambillen torneranno brambilli italici presto o tardi, e Mamma non potrà immaginare di costringere Dede, o Macco, ad un regime scolastico di quel genere.
I brambillen torneranno brambilli, si, ma Mamma sta seriamente valutando l'educazione parentale.

14 commenti:

  1. Te lo dico per esperienza mia, dei miei parenti, e di tutti i conoscenti che sono stati in Germania e poi sono rientrati: non fatelo... Io non sono rientrata per mia scelta, ero piccolina e mio padre convinse mia madre. Lei a malincuore lo seguì... Volevo specificare questo... Ma se io non avessi un lavoro giuro che me ne andrei anche domani mattina. Ho trascorso in Germania solo tre dei miei 25 anni (dai cinque agli otto), ma io lo sento come se fosse il mio Paese, piango perché vorrei tornarci. Io in Italia mi sento fuori posto, e so che lì avrei avuto un futuro diverso, una vita diversa.
    Lo stesso vale per tutti quelli della mia famiglia che sono tornati (alcuni anche dopo 25 anni). Tutti si pentono, tutti hanno nostalgia...

    Maira

    PS comunque la scuola era bellissima lì... E confermo, si esce anche con la neve, addirittura a maniche corte (mi ricordo le maestre che mi toglievano i due tre maglioni che mi metteva la mamma)

    Maira

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    1. Quello dell'uscire leggeri mi fa disperare! Ho Marco sempre raffreddato, ma più lo vesto e più lo spogliano! :D
      L'idea di tornare in Italia non sorride molto nemmeno a noi in questo momento, ma prima o poi dovremo farlo… ancora nulla di certo però!

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  2. Si torna per forza? Non c'è proprio modo di rimanere?

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    1. In teoria abbiamo ancora 2 anni davanti… ma vedremo!

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    2. Noooo, non tornate!
      In due anni fate in tempo a imparare il tedesco benino (diciamo a livello C1) e trovare un buon lavoro con contratto locale ben pagato.

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  3. Mio figlio ha due rientri pomeridiani e già mi sembran troppi. Il tempo passato a giocare è tempo ottimizzato

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  4. E poi c'è chi si chiede perché i tedeschi riescono a fare tanto e meglio di altri...!
    Mah...
    non conosco abbastanza bene la Germania per capire le tue valutazioni quali possano essere. So però che se solo potessi offrire alle mie figlie una scuola simile, che tenesse in considerazione anche la fisiologia e la catarsi dei bambini, non ci penserei molto a rimanerci in un posto almeno fino alla fine della loro età scolastica.
    In Italia, pago un botto ogni mese di scuola privata ed è frustrante, alla fine pago solo per esserne certa che le mie bambine troveranno la carta igienica e del sapone in bagno e perché venga coperto il contenuto del programma scolastico. Non ti dico in quale modo viene coperto questo strafott*-* programma perché fa piangere e me ne vergogno. Tutto libro&compiti, banco&lavagna!
    Ultimamente, giorni fa, ho avuto appunto serie conversazioni con mio marito sulla vita che stiamo facendo in Italia. Non essendo italiana, a me certe "scelte" pesano di più e spesso mi sento in colpa per quanto faccio mancare alle mie figlie.

    Sul homeschooling, lo pratico in modo strutturato durante le vacanze e cerco di recuperare il programma annacquato della scuola per prepararle a quello dell'anno successivo ma farlo del tutto, rinunciando alla scuola, richiede molta preparazione previa e disciplina nei contenuti da proporre e/o integrare alle loro richieste di informazione. Non fa per tutti anche volendo. Trovo che la scuola non sia il miglior posto in cui i bambini possono socializzare ma, per una famiglia che non frequenta moltissime persone e tanto meno molti altri bambini, tutto sommato, troverei positivo che le mie bambine stessero a scuola per aver a che fare con i loro coetanei se solo la scuola fosse migliore...!

    Valuta bene se i motivi per il rientro potranno apparire validi ai vostri occhi anche un domani.

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    1. La socializzazione sarebbe l'unico problema dell'homeschooling, ma credo si possa ovviare facendo fare delle attività pomeridiane ai bambini, così da conoscere altri coetanei… Nel mio caso per Dede sarebbe la scelta migliore, per Marco non ne sono tanto sicura! :)
      Capisco la frustrazione che puoi avere addosso, dopo un trasferimento uno si aspetterebbe di migliorare la propria situazione, e quando non è così fa sicuramente male…

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  5. Se proprio dovete tornare (e se potete) scegliete una scuola dove si fanno solo due rientri pomeridiani, è la cosa migliore.
    Gugo resta a scuola nel pomeriggio solo lunedì e martedì... per il resto esce all'una, pranzo a casa e relax. Qualche compito e le attività che preferisce (violino, kung-fu e nuoto)... non so come potrebbe fare le attività extra-scolastiche che preferisce altrimenti.

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    1. Se proprio dovremo tornare vorrei provare un anno a tenerli a casa per vedere come va. Se vedo che proprio non funziona, li manderei senz'altro in una scuola solo di mattina, visto che non lavorando potrei farlo!

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  6. E qui i crucci mi sono simpatici! ;)
    Sono d'accordo sul fatto che la scuola, soprattutto alle elementari deve essere meno statica di quanto lo sia in Italia, i bambini italiani sono dei santi che sono condannati al banco per troppe ore al giorno, sono anche d'accordo sui compiti, che non vanno dati come pena da scontare. Non so dirti se alla fine del percorso scolastico i tedeschi siano più preparati degli italiani ad affrontare la vita, di certo in questi anni la nostra scuola si è spostata da una preparazione di tipo concettuale ad una più nozionistica, con il programma che diventa una bibbia. I nostri insegnanti si ritirano troppo spesso dal loro ruolo di educatori e si limitano appunto a seguire il programma, che pretende l'onniscienza.
    Ma su una cosa sono decisamente convinta che i tedeschi abbiano azzeccato: l'urlo!
    L'urlo libera la mente. Parola di un saggio e sapiente malato mentale, che conobbi anni fa durante un volontariato in manicomio. Urlare libera la mente e la prepara ad imparare. W i piccoli urlatori! ;D

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  7. Ecco, questo è forse il primo aspetto dei crucchi che descrivi che mi pare invitante, anche se, considerato che mi pare facciano così anche nei paesi nordici, forse preferirei quelli alla Germania.
    capisco che il pensiero di tornare non ti attiri!!!

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