lunedì 10 ottobre 2016

La mamma preistorica

Mi capita ancora oggi, a volte, di non sapere come comportarmi con il mio bambino, nonostante con il terzo sia tutto molto più facile.
Allora mi chiedo una cosa apparentemente buffa: cosa avrebbe fatto un'antica Rachele al mio posto, nella preistoria?
A quei tempi non c'erano libri da leggere, manuali di puericultura o educatrici laureate con il consiglio migliore per essere una mamma migliore. 
A quei tempi le mamme erano solo una cosa: istinto allo stato puro.

Niente di più sbagliato! diciamo oggi. E la ragione dove vogliamo metterla? Siamo uomini o siamo bestie?
Così ci hanno portate a credere che non siamo adatte ad essere mamme come ci viene spontaneamente, perché non vediamo le cose in maniera imparziale.
Noi siamo troppo coinvolte e quindi li viziamo. 
Noi siamo emotive e quindi li teniamo troppo in braccio. 
E quando piangono siamo sempre pronte ad accorrere, senza capire che la vita non è così come credono quei piccoli tiranni, e prima si abituano alla vera-verità meglio sarà per tutti.
Dovremmo ascoltare chi mamma non è, perché solo dal di fuori si vedono le cose in maniera obiettiva.
Così quando il bambino piangerà per la prima volta sapremo esattamente come dirgli di no, perché non è opportuno assecondarlo sempre.
E quando chiederà di essere abbracciato, o addormentato al seno, o coccolato contro il suo terrore dell'ignoto, sapremo come educarlo e insegnargli a consolarsi da solo.
Altrimenti cresce viziato.
Dipendente e immaturo.
Maleducato e despota.
Questo ci hanno insegnato: ad imbavagliare l'istinto.

E allora leggiamo decine di libri per sapere cosa fare, come e quando, altrimenti siamo sopraffatte dalla paura di sbagliare.
Senza ricordare che seguendo l'istinto, senza il famigerato "libretto delle istruzioni", i bambini sopravvivevano egregiamente.
Almeno credo.

Ma io sono una mamma preistorica, guardo il mio cucciolo e lo ascolto.
Perchè a lui l'istinto non l'ha messo a tacere ancora nessuno, ed è lui il mio libretto delle istruzioni.
Perché non sa leggere manuali, non sa cronometrare i minuti di pianto prima di crollare addormentato: sa solo quello che è bene per lui, ed è solo lui ad insegnarmi come essere una mamma migliore, ripagandomi con il suo sorriso e incoraggiandomi a continuare.

Ascoltiamoli, come facevano le nostre amiche antichissime, e non avremo più paura di sbagliare.
E saremo guidate da quella forza ancestrale che viene dal contatto, dal calore, e dall'amore che solo noi -vere mamme preistoriche- possiamo provare.

4 commenti:

  1. Oh come condivido. Ma tanto proprio!!!!! la penso come te, completamente ed appassionatamente. Il giorno in cui ho buttato via tutti i miei libri è stato uno dei più saggi della mia vita.

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  2. Sì vero. Con la mia prima non sapevo cosa fare, cosa ascoltare, dove sbattere la testa. Non avevo proprio idea. E ho fatto dei macelli, ancora di più perché non ho avuto il tempo di rendermi conto di essere madre che ero già incinta di nuovo!
    Il secondo invece con le coliche tutto il giorno tutti i giorni mi ha fatto capire che non c'è da pensare, c'è solo da essere zen. Che le cose passano, cambiano e nel primo anno di età tutto è in continuo movimento. Se sbagli oggi non fai in tempo a correggerti che già devi cambiare totalmente approccio.
    Con l'ultimo arrivato invece faccio certe cose senza nemmeno farmi domande ormai...forse dovrei...non lo so, ma mi viene tutto automatico ed è comodo quando devi gestire spesso da sola anche un quattrenne e una cinquenne!

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  3. Ho passato il primo anno di vita di mio figlio a credere nei "manuali" ma, soprattutto, in quello che mi dicevano le altre mamme. Poi ho mollato la presa e ho iniziato ad ascoltarlo, anche perché nel frattempo era diventato anche più facile capirlo, più che altro perché ci conoscevamo. Ecco, a ben vedere non mi sono data il tempo per conoscerlo. Da qualche parte lo avevo anche letto, a proposito, ma non me ne facevo una ragione, se riguardo indietro me ne rendo conto. Lo ricordo così piccolo, incapace di parlare eppure già testardo e deciso e non lo conoscevo, così come non si conosce i ragazzi al primo appuntamento :D certo, ero comunque la sua mamma, quindi a istinto (appunto!) già ero la persona che lo conosceva meglio di tutte, ma ora mi rendo conto cosa significhi "ascoltare" (ma anche guardare eh...dico in senso lato). Anche se non è facile. Direi una bugia se dicessi che ora va tutto liscio. Anzi. Abbiamo passato la fase dei "terrible two" ma ancora c'è da combattere sempre con lui, che è nato ed è rimasto testone e mi sfida sempre. Però, rispetto al passato, accolgo i consigli di "puericultura" ma poi li coniugo con il nostro rapporto. Siamo unici, ogni genitore e figlio lo è, quindi lo guardo e trovo la NOSTRA strada...grazie per avermi dato lo spunto per questo sfogo...bel post!

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  4. Ecco perché urlo tanto!!! :-)))))))))))))))))))

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