sabato 10 marzo 2012

Dammi la mano

La bisnonna sta male, molto male.
Quando mandano a chiamare i figli e i nipoti che in un giorno tornano persino dal Brasile, significa che stai veramente tanto male.
Sono entrata in una stanza in penombra -la tapparella abbassata perché la luce non la disturbasse- e ho trovato una donna semi addormentata.
Si é destata appena mi ha visto.
"Era in coma fino a poco fa"
Lei si sforza di parlare ma devi starle vicino con l'orecchio, e pure così si capisce poco.
"I bambini" mormora infine, dopo avermi detto tutto quello che le premeva dire.

Macco, piccolo, dolce e sensibile Macco, sei stato portato al capezzale senza alcun avvertimento.
Dall'alto dei tuoi 23 mesi l'hai fissata preoccupato e hai cercato spiegazioni in me con i tuoi occhi grandi.
"Saluta la nonna amore, vedi che è a letto? non sta bene"
"Ao nonna" dice girando la manina paffuta, ancora un po' serio.
Poi si fa posare sul letto e afferra la stanca mano ossuta.
Così è rimasto per lunghi minuti, senza dire una parola, senza annoiarsi, semplicemente guardandola e tenendole la mano.
"Nonna? Mano!" mi bisbigliava a tratti vicino all'orecchio.

Porterò per sempre nel cuore quel silenzioso incontro di mondi opposti, uniti dallo stesso desiderio di tenersi la mano e non lasciarla più.
Lei, come a volersi aggrappare al futuro e alla vita.
Lui, colmo di dolcezza, per dare alla bisnonna allettata la cosa a cui tiene di più quando è ora di fare la nanna: che qualcuno gli tenga la mano.

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