martedì 13 marzo 2012

SOS Tatta

Macco ha quasi due anni, è un fantastico biondino con vivaci occhi azzurri, ed essendo secondogenito con un costante esempio da emulare, ha bruciato le tappe in tutto.
Si è rotolato sul letto a quattro mesi, cadendo a sorpresa dal centro del lettone. Ha gattonato a sei e camminato a undici, ma questo non stupisce se si considera che a due giorni di vita teneva già la testa sollevata per la poppata.
E a questo proposito arriviamo al punto. Il pupo è precoce in tutto, tranne in un piccolo e delicato aspetto: prende ancora il latte di Mamma.
Vista la quantità di cibo che ingurgita, questa abitudine non è sicuramente un suo bisogno dietetico, bensì una vera e incontenibile passione sfrenata.
E Mamma non sa più come uscirne.

Ad ogni nanna siamo in ballo per addormentarsi e subito dopo il risveglio, e questo comporta che nel fine settimana l'idrovora pretende di attaccarsi al bene amato ben quattro volte al giorno, contando anche i riposini pomeridiani.
Mamma è convinta che questa situazione non sia più tollerabile, ma è anche consapevole di non essere assolutamente in grado di uscirne, a meno che non sia lui a decidere di smettere.
Cosa che ha una probabilità di realizzarsi praticamente nulla.
La "Tatta" è sua, e nessuno può interferire ("E' mia mamma? A mia Tatta?").
"Eccola!" accoglie Mamma al mattino appena la vede, e inizia a ridacchiare sguaiatamente: "Tatta! Tatta!"
"Cònono mamma" esclama poi, dopo essersi messo cònono (comodo). "Ammo?" che sta per Ahm... alla prima persona singolare, e inizia questa dolce fusione madre-figlio, che dura decine di minuti.
Devo ammettere che è un divertimento da vedersi, tutto preso com'è dalla cosa, ma la durata infinita del rituale è diventata una schiavitù.

Chiedo aiuto su come interrompere tutto questo senza che si senta rifiutato dalla mamma e senza creargli una dipendenza alternativa.
Perché dipendenza per dipendenza, allora tanto vale tenerci questa...

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