mercoledì 21 marzo 2012

Dove la biciclétta vale più di una bavaglia

Mamma è un'accademica della crusca.
Ok, forse non è proprio così, ammetto di avere esagerato: Mamma è soltanto una donna attenta alla correttezza della lingua che parla, e ci tiene, ci tiene tanto, che sia pronunciata nel modo giusto.

Si considera un po' cittadina d'Italia (perché del mondo sarebbe troppo esteso...), per il fatto che ha vissuto anni nelle Marche, con madre pugliese e nonni dai dialetti vari, ha studiato a Bologna, e ha avuto amici e fidanzati provenienti dalle più svariate regioni italiane.
Si è quindi recata a vivere nelle nebbiose terre lombarde col suo accento indecifrabile e la sua parlata da documentario, scambiata a tratti per siciliano, milanese, fiorentino e bolognese.

Da quando esistono i mostriciattoli nella sua casa, poi, Mamma non ha più smesso di parlare, fiera di trasmettere tutto il suo sapere alla prole, oltre che la famosa Lingua Madre.
E tante cose hanno imparato da lei, quelle piccole spugne.

Ma di recente qualcosa è cambiato.
In particolare tutto è iniziato da quando Macco un bel giorno le ha strillato "MOLLAMI!", con la O ben aperta, mentre lo stava cambiando.
Mamma ha avuto un mancamento.
Ha ringhiato al piccolo ribelle "Non ti permettere più di parlarmi così, capito?"
Poi, perché fosse ben chiaro il concetto che stava sorvolando sulle elementari basi dell'educazione -che esigono un tono di rispetto nei confronti dei genitori- ha continuato: "Puoi dire basta, puoi dire lasciami, puoi dire tutto quello che vuoi... ma mollami no! il milanese in questa casa non si parla, chiaro?"

Per tutta risposta la creatura ha concluso con un "Batta, lasciami, molla, MOLLA!" che nulla di buono lasciava presagire. Quando poi è arrivato a nominare quell'arnese con le due ruote e i pedali -che tutto il mondo chiama biciclètta- con l'inquietante pronuncia "Vojo mia clétta", lo sconforto è stato tale che non è riuscita a reagire ancora.
Non sa dire ancora biscotto, la cosa a lui più cara al mondo (dopo la Tatta, certo), ma pronuncia perfettamente le cose alla meneghina maniera.
E' seguito a ruota Dede, che chiede la "bavaglia per il Macco", vuole colorare "Cricchétto" (il carro attrezzi di Cars), domanda se "è véero" che i coccodrilli esistono... e Mamma sente di avere fallito su tutti i fronti.
Anni di chiacchiere estenuanti da parte dell'orgogliosa foriera della Lingua Madre nulla possono di fronte a cinque mesi (cinque!) di maestre milanesi.

Al momento Mamma sta seriamente valutando se contattare i padri della linguistica, vivi o morti che siano, per rivedere qua e là con loro qualche cosina sui libri esilaranti che hanno scritto.

2 commenti:

  1. A dire la verità non si dice nemmeno bene con la e chiusa....!!!
    ;)))

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  2. Ehhh... tu fai la cruscara più di me allora! e come si dice se non va bene né chiusa né aperta? baisicol?

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